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Telegiornaliste anno V N. 43 (214) del 30 novembre 2009
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MONITOR Francesca
Barra, cucina e sentimento
di Giuseppe Bosso
Ritroviamo nuovamente con grande piacere
Francesca Barra che sta vivendo un periodo di grandi soddisfazioni grazie al
suo programma radiofonico La bellezza contro le mafie, in onda su Radio 1, e al libro di ricette A
casa di Jo, pubblicato da Aliberti Editore.
Francesca, come nasce il libro e com’è avvenuto il tuo incontro con
l’editore? Le ricette sono tue?
«Sì, sono mie invenzioni, contaminazioni che derivano dai miei viaggi di quando
facevo la documentarista, menù di amici del gruppo di cucina su Facebook, di
amici che appartengono al mondo della comunicazione, della musica e dunque
artisti non solo ai fornelli. L'editore Francesco Aliberti mi ha contattata
dopo aver conosciuto il mio gruppo su Facebook. La mia particolarità è che non
seguo un ricettario classico, ma improvviso. In cucina, come nella vita, per
sopravvivere ci vuole fantasia».
Secondo te, le donne in carriera di oggi riescono a trovare tempo da dedicare
alla cucina o sono più gli uomini a scoprire questa passione?
«Donne e uomini si impegnano allo stesso modo in ciò che amano, dunque anche in
cucina non esiste un genere più talentuoso di un altro».
Parliamo anche del tuo programma su Radio 1, La bellezza contro le mafie:
come stai vivendo questa esperienza e come è iniziata?
«Quando ho letto Gomorra ho scoperto che l'aveva scritto un ragazzo,
Roberto Saviano, più giovane di me, che il sedere dalla sedia l'aveva alzato.
Che la sua terra l'aveva sfidata, ma per amore e disperazione per tutto quel
"bello" appunto saccheggiato e divelto, che nessuno riesce a trovare più.
Raccontare le contraddizioni di un Paese vuol dire resistere. Non rinnegare. Ed
io, sempre severa con me stessa mi sono chiesta: che ci sto a fare seduta sulla
sedia? Io che ho tanto viaggiato, che ho realizzato documentari, ma prima ho
voluto imparare a capire come funzionasse la fotografia e il montaggio, io che
ho scelto di diventare una giornalista perché a me "trovare il perché"
appassiona da sempre. Da questo nasce il mio programma radiofonico, per ora in
fascia notturna ma da gennaio giornaliero. E nasce in radio affinché vi
sforziate di ascoltare per voler poi alzarvi dalla sedia e andare personalmente
a vedere. Troppo comodo che io vi condizioni lo sguardo con le mie immagini
montate, tagliate, elaborate. Serve sì, ma impigrisce. Io le immagini le lascio
a voi. Il bello è la resistenza, il territorio che sopravvive ai soprusi, i
giovani che sfidano i luoghi comuni. Vorrei segnalare, per chi volesse seguire
il programma, di ascoltare le puntate anche attraverso
il sito della radio».
Quando ti intervistammo
per la prima volta, il tuo bambino era da poco nato. Inizia già a riconoscere la
mamma quando la vede in tv?
«Riconosce che sua mamma è la "sua stella", non una star e questo mi lusinga più
di qualsiasi altra ambizione».
Quali sono i tuoi prossimi impegni?
«Il programma in radio avrà delle evoluzioni importanti, concerti contro la
camorra, eventi e programmazione di giorno e in fascia notturna. È il più grande
progetto personale dopo la maternità, ed è l'impegno più gratificante
professionale che potessi portare a termine».
Intitolammo la prima intervista 'la telegiornalista della porta accanto'. In
questi tempi della tv del trash e dell’apparire a tutti i costi, riesci a
conservare questa immagine?
«Ma io lavoro in radio... quindi la mia scelta risponde da sé! E poi ognuno è
normale e speciale a modo suo. Ordinaria no, questo non lo sarò mai, ma non
significa essere migliore o peggiore. Ti rispondo su di me con una frase
pubblicata sul mio sito
ufficiale: "Sono troppo curiosa della vita per poter essere una cosa sola.
L'ardore, la brama di conoscenza di ciò che è ignoto, l'entusiasmo e la
gratitudine nei confronti delle potenzialità umane, mi spingono ad essere cento,
mille volte me e sorprendentemente cento, mille volte, diversa da me"». |
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CRONACA IN ROSA La
telegiornalista in musica di
Erica Savazzi
Che le telegiornaliste piacciano al pubblico non è una
novità. Ammirate per capacità professionali, spigliatezza e
bellezza, le telegiornaliste incantano e fanno parlare di
sé. Finora però non era mai capitato che a una di loro fosse
dedicata una canzone, con tanto di video. E ovviamente è una
canzone d'amore.
Autore il musicista e cantante originario di Lipari
Daniele Profilio, che dedica il pezzo La
telegiornalista a
Simona Branchetti,
conduttrice del Tg5. Segnando un altro record. Se infatti le
varie Sara, Gabri, Giulia e Linda restano senza cognome, e
quindi senza identità reale, in nome dell'universalità della
musica, per la prima volta qui l'interessata viene citata
nel testo con nome e cognome.
«Un pezzo sincero, scritto con il cuore e nato dall'esigenza
di esprimere un'emozione istantanea, ma vera»,
spiegano dalla Ghiro Records di David Marchetti, etichetta
che produce Profilio. Simona Branchetti diventa così una vera
e propria musa ispiratrice, da cui nascono parole e musica.
La telegiornalista sarà poi inserita in un album,
attualmente in preparazione. Nel frattempo la canzone è già
arrivata alla diretta interessata, che ha apprezzato
moltissimo. |
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FORMAT Pagellone
di novembre di
Giuseppe Bosso
Sole splendente su Colorado. La
bella
Rossella Brescia e il suo nuovo partner
Nicola Savino, insieme alla gang di sgangherati
comici di Italia 1, conquistano il prime time.
Da anni questo programma è un punto di forza
dell’emittente giovane di Mediaset, ed è sempre
un piacere per noi seguire la ballerina e show
girl pugliese.
Sereno su Pinocchio. Metti un
capolavoro della letteratura per bambini, una
fatina dalle fattezze di Violante Placido, un
irriverente grillo parlante come Luciana
Littizzetto, un Geppetto come l’intenso Hoskins
e per Raiuno è boom di ascolti!
Soleggiante su Le Iene. Dopo una
stagione di alti e bassi, i vendicatori del
piccolo schermo sono tornati più cattivi e
frizzanti di prima. E son dolori per professori
universitari che ricattano le studentesse e per
preti non proprio dalla condotta
irreprensibile...
Variabile su La Nuova Squadra. Un
anno fa la serie poliziesca ambientata a Napoli
sembrava in declino inesorabile. Con il nuovo
corso segnato dalle new entries Marco Giallini,
Andrea Tidona e Irene Ferri le cose stanno
migliorando, per la gioia dei fan.
Poco nuvoloso su Chi ha incastrato
Peter Pan?. Bonolis e Laurenti non sono una
novità; lo sono questi sorprendenti piccoli
prodigi, per nulla intimoriti di fronte ai loro
beniamini come Christian De Sica e Belen
Rodriguez. Rimane però un dubbio: farà bene alla
loro crescita tutta questa improvvisa popolarità
che a breve svanirà?
Foschia su Un medico in famiglia 6.
Non ci lasciamo ingannare dagli ottimi ascolti,
temevamo che i decantati ritorni di Scarpati e
Sermonti non avrebbero portato bene alla storica
e amata serie Rai. Nonno Libero apparso molto
defilato, personaggi totalmente destrutturati
rispetto al passato e trame banali, con
l’immancabile e scontato happy end. Non sarebbe
il caso davvero di farla finita, per non
offuscare il ricordo dei tempi felici in cui
trepidavamo per le vicende di casa Martini?
Nebbia su Raidue: perché replicare nel
pomeriggio una seguita ma ormai datata serie
come La signora del West e relegare, per
dirne una, le nuove puntate di Law & Order
alla seconda-terza serata?
Pioggia su Sandra Milo: cara
Sandra, non è certo un bel modo di onorare la
memoria di un maestro come Federico Fellini
andare a raccontare in tv, a quasi vent’anni
dalla sua scomparsa, il vostro rapporto, facendo
anche impropri paragoni con amori della
letteratura italiana.
Temporale sull’informazione: i
soliti processi per i casi di cronaca più
eclatanti e l’eccessivo clamore per il caso
Marrazzo non ci sembrano meritino più spazio di
altri argomenti, come la discussa
"privatizzazione" dell’acqua, argomento che al
cittadino dovrebbe interessare molto di più di
gossip e delitti.
Grandina su Lo Zecchino d’Oro che
interrompe in maniera quantomeno discutibile il
suo rapporto con il mitico Mago Zurlì;
non ce ne voglia la brava
Veronica Maya, ancora una volta splendida
conduttrice del più famoso concorso canoro per
bambini, ma non possiamo non essere vicini a
Cino Tortorella in un momento così difficile per
lui, e ci auguriamo davvero che il suo cupo
“finirò come Mike” sia stato solo uno sfogo
dettato dall’amarezza del momento.
Burrasca su Barbara D’Urso:
rimpiangiamo quasi le domeniche pomeriggio di
Costanzo e della Perego. Dal paese laziale
schierato con gli stupratori ai soliti
turpiloqui di Vittorio Sgarbi, viene davvero
voglia di spegnere il decoder, visti i tempi
moderni in cui viviamo. È inutile, cara Barbara,
che tu dica "niente parolacce": a conti fatti,
sono forse l'aspetto meno grave dei tuoi
programmi. |
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HOT GIRLS Stasera
(ti) cucino io di
Valeria Scotti
Cibo e sesso, matrimonio perfetto da sempre e
per sempre. Chi se la cava bene tra i fornelli,
chi apprezza la buona cucina, insomma, chi si fa
valere nel cuore della casa, sarebbe un
fuoriclasse anche sotto le lenzuola.
Ora che il cibo sia afrodisiaco o no, poco
importa. Ma che esistano trenta ricette
per permettere a lei di dare il massimo in
camera da letto, è una certezza. Cibo e
sesso, di Intermedia editore, è il
titolo del
volume disponibile online, promosso dalla
Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia
(SIGO) nell'ambito del progetto
Scegli tu.
La pubblicazione bacchetta i fast food, i cibi
con troppi conservanti e zuccheri, l'eccesso di
caffè e alcool, e offre piccoli trucchi pratici
come non ungere la teglia ma preferire la carta
da forno, utilizzare poca acqua nella bollitura,
evitare di scongelare e ricongelare i cibi,
scegliere frutta e verdura di stagione.
Ingredienti variegati - dalle sempreverdi
ostriche e peperoncino ai più esotici asparagi,
avocado, fichi e mele - presi separatamente,
ovvio, non in un unico minestrone dell’amore.
E ricette per tutti i gusti: la mousse
'Mangiami' di granchio e avocado, il carpaccio
degli amanti, il risotto degli innamorati, le
cozze calienti, le intriganti scaloppine e i
baci di cioccolato come degna conclusione.
Inoltre, le versioni light per chi tiene alla
linea, sempre. E poi i menu per pic-nic, per San
Valentino e per feste frizzanti, i pareri dei
ginecologi, le tabelle con i valori nutrizionali
dei cibi, le diete per lo sport e le
testimonianze di alcune sportive.
Perché una corretta alimentazione è fondamentale
nella vita di ogni donna, soprattutto per quelle
che aspirano a diventare madri. Ma
l'ignoranza, purtroppo, persiste: il 73% delle
donne italiane non crede nel rapporto tra
alimentazione e sesso, fertilità compresa.
E si fa strada anche un altro problema, stavolta
declinato al femminile: l'ansia da
prestazione. Il 59% delle signore vive nella
paura dell'abbandono da parte di lui e, per il
timore di non piacergli abbastanza, cade nel
tranello di anoressia e bulimia. La soluzione è
anche in Cibo e sesso, volume che
racconta, chiarisce e, perché no, cura. |
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DONNE Mariele
Ventre: la forza della tradizione
di Alba
Dellavedova
Non è necessario essere eroi per lasciare un
segno importante.
Questo è il messaggio che trasmettono
persone come Mariele Ventre, celebre
fondatrice del Piccolo coro
dell’Antoniano di Bologna. Nata nel
1939, diplomata alle scuole magistrali e
quindi al conservatorio, nel 1961 Mariele
incontra sulla propria strada la genuinità e
la bontà di un’iniziativa come quella dello
Zecchino d’Oro che arricchirà di un
nuovo sorriso consegnandolo alla tradizione.
Fu Mariele Ventre a introdurre il Piccolo
Coro dell’Antoniano e a dirigerlo fino a
venti giorni prima della morte - avvenuta
nel 1995 dopo una lunga malattia - dedicando
esistenza e passione a un progetto, forse
non universale, ma ugualmente ambizioso:
regalare sorrisi ai bambini, unire le
famiglie di fronte a un’iniziativa che
portasse alla condivisione e incarnasse in
sé tutti gli ideali della buona
italianità familiare.
Ci sono tanti modi per fare del bene, spesso
i meno grandiosi sono i più concreti, e
questa è stata la direzione presa da
Mariele, e portata avanti anche post mortem
per volontà dell’Antoniano di Bologna che,
fondando un’organizzazione
a suo nome, ha garantito il perpetuarsi
di un progetto di solidarietà su
piccola e grande scala.
Sottolineando come l’opera di Mariele Ventre
sia davvero una piccola parte di un
tentativo di salvataggio dell’innocenza e
dei valori reali, contro la corruzione e
l'immoralità del mondo, Giulio Mozzi ha
scritto ne Il male naturale: «E
canteremo in coro fino a quando avremo
novant’anni Quarantaquattro gatti
oppure È tanto facile, non è difficile,
se a novant’anni ci arriveremo, e ci
commuoveremo non per uno stupido sentimento
di ritornare bambini, non è mai vero che si
ritorna bambini, ci commuoveremo perché ci
sentiremo salvati, ci sentiremo redenti
da Mariele Ventre e dal maestro Bussoli e da
Cino Tortorella e da tutti i bambini del
Piccolo grande coro dell'Antoniano». |
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TELEGIORNALISTI Ennio
Remondino: la bugia è motore della guerra
di Erica Savazzi (seconda parte)
Continua dal numero 213
Parlando con Ennio Remondino del
suo libro su guerre e bugie (Niente di vero sul fronte occidentale,
Rubbettino) è impossibile non passare alla realtà...
Lei ha fatto il corrispondente di guerra. Ha mai subito pressioni da
parte di governi o militari per “ammorbidire” i suoi racconti?
«I governi fanno solo il loro mestiere: interferire e/o condizionare il
racconto che li riguarda. Nelle dittature c’è la minaccia della galera,
nelle “democrazie incerte” c’è il ricatto della carriera. Sto pensando
all’Italia, se non fosse chiaro. Milosevic è stata la sfida più facile della
mia vita: era un “cattivo” talmente trasparente che bastava riferire ciò che
diceva per dargli addosso. Io sarei per la diretta permanente delle
dichiarazioni del Premier. Uno qualsiasi, ovviamente».
Guerre dimenticate. I giornalisti non ne parlano perché il pubblico non è
interessato. Ma d'altra parte se il pubblico non sa della loro esistenza non
può neanche interessarsi. È un circolo vizioso dove però la responsabilità
di chi fa informazione è evidente. Cosa ne pensa?
«Su cosa sia realmente interessato il pubblico è teorema senza controprova.
I tecnici dell’ascolto ti dicono che a quel punto del telegiornale devi
richiamare ascolti con delitti, sesso e cosce. Lo dicono loro. Quando è
esistita una televisione di qualità, abbiamo avuto infinite controprove che
il pubblico apprezza. Non è scema la “massaia di Voghera”. C’è chi la vuole
“scema” per tenerla consenziente alla politichetta. Non è scemo il pubblico.
Sono banditi spesso scemi alcuni di coloro che decidono i palinsesti. Ci
saranno arrivati per concorso a quegli incarichi di responsabilità?».
Karadzic è finalmente sotto processo. Stanno per aprirsi i negoziati di
adesione alla Ue della Macedonia, quelli con la Croazia sono in dirittura
d'arrivo, Albania e Montenegro hanno fatto richiesta di adesione,
Bosnia-Erzegovina e Serbia stanno lavorando per avvicinarsi all'Europa. Un
nuovo inizio per i Balcani?
«Forse. Se ci sarà una Europa capaci di accoglierli. Se ci sarà ancora una
Unione europea. Resta il fatto che, o i Balcani entrano, tutti i Balcani
entrano in Europa, o l’Europa dovrà presto tornare in divisa e armi in
alcuni pezzi di Balcani. Karadzic è partita chiusa. Ma troppe partite,
taciute, ignorate, restano ancora aperte, irrisolte, marcescenti. La sola
garanzia che posso darvi è che non sarò più io a raccontarvelo».
Come non sarà più lei? Non vorrà andare in pensione?
«Certo che me ne vado in pensione! Novembre 2010. Non lo sai che se li passi
in guerra gli anni pesano il doppio? E poi che ve ne fate di certi vecchi
arnesi come me?».
Berlusconi e Marrazzo, escort e trans, polemiche su vita privata e vita
pubblica. La reputazione dell'Italia all'estero è in caduta libera. Allo
stesso tempo però Massimo D'Alema era in corsa per la nomina ad Alto
rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea. Non c'è
contraddizione?
«Per fortuna non è l’italianità a segnare i nomi ma la loro storia
personale. Da italiano che risiede da 15 anni all’estero ho subito
umiliazioni feroci a mezzo stampa. Molti di voi non hanno idea di che Italia
appare al mondo! Che Tg guardate? Per colpa di escort, trans, ladri e
buffoni di corte. Aggiungo che D’Alema mi è pure simpatico umanamente, per
essere sempre controcorrente. Per Marrazzo è pietà personale. Per
Berlusconi... Mi appello al quinto emendamento».
La guerra è sempre stata presente nella storia dell'umanità, fa parte
dell'animale uomo. Brutto segno per il futuro?
«La guerra - diceva Clausewitz - è la prosecuzione della politica. La
guerra, cerco di dimostrare nel libro della Rubbettino, è sempre stata la
scorciatoia, il ripiego della politica. Più la politica è inconsistente a
fragile, più guerre ci saranno. Se dobbiamo aspettarci più o meno guerre,
valutate voi». |
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SPORTIVA La
calciatrice a luci rosse di
Pierpaolo Di Paolo
Appena un mese fa vi abbiamo raccontato
la storia di Laisa Andrioli, talentuosa e
bellissima calciatrice brasiliana, che ha accettato
di spogliarsi per una rivista erotica.
Neanche il tempo di riprendersi dalle poco
ironiche immagini di Laisa, che dobbiamo
riportare una vicenda nuova e molto simile. Parliamo
di Eva Roob, 23enne centrocampista del
Norimberga (serie B tedesca), che ha scelto di
avventurarsi in un nuovo settore: gli spettacoli a
luci rosse.
Sembrerebbe che nessuna donna possa cimentarsi e
mettersi in mostra in uno sport come il calcio,
senza doversi poi togliere i vestiti.
Nessuna donna bella, ovviamente.
Il motivo è tristemente noto: «Con il calcio non si
arriva a fine mese», ammette con un sorriso sommesso
Eva.
Il suo, però, non appare il solito caso della
sportiva che posa nuda per qualche scatto erotico,
ma ha tutta l'aria di essere una scelta di vita.
Come Clark Kent, dismessi gli abiti di giornalista,
diviene Superman, allo stesso modo Eva Roob,
spogliatasi di pantaloncini e maglietta da calcio,
diventa una nuova eroina: Samira Summer. Il
nuovo costume dietro il quale cela la sua reale
identità è fatto di giarrettiere e completini
super-sexy.
La prima apparizione di Samira al Venus,
fiera dell'erotismo di Berlino, è stata un enorme
successo. Il pubblico ha accolto le sue evoluzioni
da lap-dancer e i suoi striptease con ovazioni e con
una partecipazione che hanno sorpreso ed
entusiasmato la ragazza.
A queste manifestazioni Eva, alias Samira, non era
affatto abituata, per quanto fosse brava nel calcio.
Lei stessa ha ammesso che non c'è proprio paragone:
«Sono passata da stadi freddi al Maracanà». |
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