Sandra
Petrignani, tra intimismo e testimonianza
di
Antonia Del Sambro
Si chiama
Autobiografia dei miei cani, l’ultima
fatica letteraria di
Sandra Petrignani,
scrittrice,
cronista,
finalista al
Premio
Strega,
saggista.
Una delle
penne più ispirate e raffinate della narrativa
italiana, capace di
raccontare sé stessa in maniera quasi
sublime e
raccontare il mondo altrettanto fascinosamente.
Il suo ultimo libro è un
esercizio di scrittura e bravura
senza uguali dove l’autrice, prendendo a pretesto gli
amici a quattro zampe che hanno attraversato la sua
esistenza e riempito i suoi giorni, decide di
narrare la sua
vita.
Il risultato è un
racconto intimista e sociale come
non se ne vedevano da decenni nella produzione letteraria
italiana.
Autobiografia dei miei cani ha
echi antichi
e classici che richiamano scrittrici come la
Morante
e la
de Beauvoir e allo stesso tempo rimandi
contemporanei che ricordano la
Jaeggy ma con l’
imprinting
inconfondibile del linguaggio e dello stile della
Petrignani, capace di
evocare veri e propri stani d’animo
anche solo con un singolo termine, in un l
essico femminile
tutto suo e divinamente
forgiato da tutte le
esperienze della sua vita; alcune
tragiche, altre
meravigliose.
Leggere la Petrignani è una esperienza sublime che fa stare
in bilico tra un modo di raccontare novecentesco e uno
contemporaneo dove l’autrice
non si nasconde,
non si
risparmia,
non si spaventa nell’ affrontare e
raccontare fatti dolorosissimi della sua esistenza. Chi
legge lo capisce immediatamente. Ne resta
ammaliato e poi
confortato da tanta
onestà autoriale e da tanta
bellezza emotiva.
Eppoi ci sono le
immagini e i
focus sui cani che
diventano
sottonarrazione e storie nella storia, voce
narrante a loro volta ed espediente autoriale riuscitissimo.
Un libro da tenere assolutamente nella propria libreria e,
se si vuole fare anche un gesto generoso,
da regalare a chi
si ama.