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Archivio Telegiornaliste anno V N. 39 (210) del 2 novembre 2009
 
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MONITOR Barbara Scarpettini: Tv maschilista? Io il rispetto me lo conquisto di Pierpaolo Di Paolo

Barbara Scarpettini inizia l'esperienza televisiva nel 1994 dopo aver vinto un concorso sul canale rete 37. Oggi lavora per Snai sat, canale 220 del bouquet di Sky, dove cura e conduce il programma Zona quote (sport e scommesse).

Nella tua vita professionale il giornalismo sportivo era il tuo obiettivo o si tratta solo di una tappa occasionale?
«Essere diventata giornalista sportiva è il mio traguardo. Ho fatto tutta la classica gavetta lavorando per diverse tv private, da canale rete 37 a Canale 10 di Cecchi Gori, fino a Snai sat e Conto Tv. Nel frattempo ho svolto altri tipi di attività nel campo del marketing farmaceutico, ma col tempo il giornalismo è diventato il mio unico vero lavoro».

Com'è il lavoro da inviata a bordocampo? Il rapporto coi calciatori è semplice, o si ha a che fare anche con personaggi difficili?
«Sicuramente non è sempre facile andare a fare domande ai calciatori quando hanno appena perso una partita importante, ma questo è un po' il rischio del mestiere. In realtà il fatto di esser donna in un contesto come quello agevola molto. Con la sensibilità giusta, la dolcezza, la femminilità, riesci sempre a portare a casa il tuo risultato».

Esser donna non diventa mai invece un fattore di difficoltà? Ti è mai capitato di doverti 'difendere' da qualche personaggio che ti ha fatto avances inopportune, che ha ecceduto nella confidenzialità?
«No, tutto dipende da come uno si comporta, da come si pone. Sta alle persone farsi rispettare. Devo dire che il mio modo di essere mi porta a creare quasi una sorta di muro. A me non piace dare troppa confidenza, e credo sia per questo che non ho mai avuto grosse difficoltà in tal senso».

Sei oggettivamente una bella donna. Le inviate da bordocampo sono sempre ragazze piuttosto belle. L'aspetto fisico è determinante per la carriera giornalistica? O solo per la donna in particolare?
«Oltre a fare bordocampo io curo e conduco un programma che va in onda tutti i giorni su Snai Sat, Zona quote. Sicuramente nel mio, come negli altri programmi televisivi, l'immagine è importante. Tuttavia non va ridotto tutto lì, alla lunga occorre dimostrare di avere la stoffa, la preparazione, la competenza. Quindi l'aspetto fisico ha importanza nell'approccio iniziale al settore, ma per fare davvero questo mestiere non basta, devi poter dare qualcosa in più».

Eppure giornalisti e conduttori brutti ce ne sono a bizzeffe. Donne no. La tv è rimasta dunque fortemente maschilista?
«Abbastanza maschilista lo è, va ammesso, ma alla fine tutto sta alle donne. Io penso che sia la donna che deve imparare a porsi nella maniera giusta e farsi rispettare. Alla fine, se scavi, in queste cose non è mai una questione di sesso, di maschio o femmina. Ciascuno ha l'immagine, la personalità ed il rispetto che si è conquistato da solo e sul campo».

Attualmente si discute molto del problema della libertà di stampa. Pensi che in Italia sia davvero limitata la libertà di un giornalista di esprimersi?
«Io non sento pressioni di nessun tipo. Probabilmente è anche vero che lo sport è un settore a parte, e quindi il problema non si pone a monte. Io curo il mio prodotto, lavoro sui testi, sono autrice e mi muovo con grande libertà. Sinceramente è un problema che non vivo».

Nella tua esperienza quindi non ti è mai capitato di dover anche solo addolcire il racconto di qualche episodio che avresti invece volentieri riportato con ben altri toni?
«No, di natura non cerco mai gli scontri, quindi anche quando lavoro non sento nemmeno la necessità di dovermi moderare. Semmai è successo, dato che mi occupo di scommesse, di non poter parlare di pronostici con i tesserati. Loro non possono scommettere, quindi fare previsioni sui risultati delle gare è un argomento molto spinoso. Mi è stato detto di non farlo, ed io evito».
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CRONACA IN ROSA Delitto e castigo di Erica Savazzi

Ma come poteva credere di farla franca? Quello che mi stupisce del caso Marrazzo è come un uomo intelligente potesse pensare di riuscire a non far trapelare nulla. Anche dopo le minacce di diffondere il video da parte dei quattro carabinieri, Marrazzo avrebbe preferito pagare, sperando che tutto si tacitasse. Risultato: il pentolone è stato scoperchiato e la caduta è stata molto più dura. Non solo il governatore andava a transessuali, ma per nasconderlo – lui, rappresentante dello Stato – ha ceduto a un ricatto.

Ovviamente il voyeurismo italiano si è concentrato sulla identità sessuale delle persone, tracciando una specie di gerarchia: per un uomo, la prostituta o la ragazza con 40 anni di meno sono concesse, il trans invece provoca più sconcerto, sebbene oggi quasi completamente sdoganato (ricordate Lapo?). Marrazzo è stato scoperto, ma a leggere o ascoltare le interviste a transessuali che sono uscite in questi giorni, si scopre che gli uomini in cerca di emozioni sono tanti, e per di più di alto livello: politici, sportivi, professionisti. Presumibilmente tutte persone dalla doppia vita. Che non lo ammetteranno mai. Come non c'è mai stato un uomo che abbia ammesso di essere andato a prostitute, anche se la professione non conosce crisi.

Di scandalo sessuale in Italia si può perire, pensiamo a Sircana o a Cosimo Mele, mentre il Premier, nonostante i festini vari, resiste. Dipende forse dalla carica ricoperta? Intanto, mentre gli elettori del Pd si affannano alle urne per dare un volto al partito, un suo esponente rischia di buttare alle ortiche il lavoro di molti che, quotidianamente, si impegnano sul territorio.

Infine, una parola su Roberta Serdoz, la moglie del Governatore. Ha scelto di restare accanto al marito, nonostante tutto. Si può non condividere la scelta, ma bisogna riconoscere che il coraggio non le è mancato.
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FORMAT Il pagellone di ottobre di Giuseppe Bosso

Sole splendente sulle ragazze dello sport che vincono e onorano il tricolore nel mondo, dalla pallavolo al tennis. Sono queste le soddisfazioni che ci rendono orgogliosi di essere italiani.

Sereno su Parla con me. Il duo Dandini-Vergassola, malgrado qualche poco opportuna critica, imperversa in seconda serata su Rai3 con grandi risultati.

Soleggiante sulla seconda serie de L’onore e il rispetto. Protagonista assoluto Gabriel Garko, il secondo capitolo riesce anche meglio del primo. Una grande soddisfazione sicuramente anche per Salvatore Samperi, che da lassù avrà ammirato la sua ultima opera.

Variabile su Centovetrine, 2000 puntate e non sentirle. Pur tra alti e bassi, la soap ambientata a Torino raggiunge il prestigioso traguardo in un momento di grande ripresa di ascolti, grazie anche alla rivelazione sulla paternità della nuova eroina buona Serena Bassani (l’ex letterina Sara Zanier). A questo punto, appuntamento alla puntata numero 3000!

Poco nuvoloso su Topo Gigio, testimonial della campagna per la prevenzione dell’influenza A. Al di là delle polemiche sui costi e sui tanti dubbi (vaccino si, vaccino no?), è piacevole riscoprire nell’era digitale un amico d’infanzia dei nostri genitori, a testimonianza del fatto che passato e presente possono armonicamente coesistere.

Foschia su Vincenzo Salemme. Tre puntate e il suo show, parafrasandone il titolo, dice veramente tutto. Dispiace vedere un grande protagonista della scuola partenopea, forgiato da Eduardo, non riuscire a sfondare, ma probabilmente non era quello il suo contesto, pur attorniato da un altrettanto fulgente Maurizio Casagrande e da una Anna Falchi in verità non brillantissima.

Nebbia sulla nazionale, che a qualificazione mondiale ottenuta non onora appieno l’ultimo appuntamento rischiando di fare una figuraccia contro Cipro e facendo sfuriare, nel dopopartita, Lippi. Speriamo davvero che in Sudafrica, a giugno, gli azzurri onorino il loro titolo da campioni uscenti, e ci sentiamo decisamente di schierarci dalla parte del sì nell’annosa disputa che sta animando il dibattito calcistico negli ultimi tempi, riguardo la convocazione di un Cassano sempre più in spolvero.

Pioggia su Gabriele Paolini. Il più noto "teledisturbatore" annuncia che non darà più fastidio agli inviati dei tg. C’è da fidarsi? Dopo due giorni era al Festival di Roma e, all’indomani dello scoppio del caso Marrazzo, a Regina Coeli, nel suo solito stile. Vedremo ora chi sarà la prossima vittima di questo personaggio che, per quanto possa sembrare divertente, non ci piace affatto.

Temporale su Annozero. Niente da dire contro Santoro, Travaglio e Ruotolo, cui va la nostra solidarietà per le minacce ricevute. Ma onestamente non ci sembrava proprio il caso di concedere spazio e vetrina a Patrizia D’Addario, in un momento come questo.

Grandina sulle serie di Canale 5 che vedono come protagoniste le ragazze coinvolte nel caso Saccà, da Antonella Troise a Sabina Began, con risultati disastrosi, degni di una vicenda che la magistratura avrà archiviato frettolosamente, ma che ha sconcertato l’opinione pubblica.

Burrasca su Mattino Cinque. Inutile aggiungere altri commenti sulla vicenda del giudice Mesiano che ha tenuto banco per tutto il mese.
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HOT GIRLS Chi non lavora (in casa) non fa l'amore di Valeria Scotti

Altro che casalinghe disperate. La rivoluzione è in atto tanto che, stai a vedere, la vera bomba sexy alla fine è la casalinga perfetta. Ad affermarlo è uno studio pubblicato sul Journal of Family Issues che ammette il rapporto direttamente proporzionale tra impegno nei lavori domestici e frequenza nei rapporti di coppia.

Dunque, più pulisci, stiri, rassetti casa, più fai sesso. Che tristezza. Ma carta canta: un aumento dell'1 per cento nelle ore passate a lavare i panni o a stirare si traduce per una moglie nello 0,11 per cento di aumento nei rapporti sessuali.

Stesso discorso può farsi per i maschietti anche se Constance Gager, la sociologa autrice dello studio, è stata la prima a stupirsi dei risultati. Ci si aspettava infatti che a beneficiare del rapporto sesso-lavori in casa per una sorta di 'effetto ringraziamento' sarebbero stati più gli uomini, e invece no. La teoria si applica in egual misura per entrambi i sessi.

Per potenziare il tutto poi, ci si può sempre servire di trucchetti vari. Come le lenzuola afrodisiache made in France. Kama-sousdrap – questo l'ironico nome che gioca su kamasutra e drap (lenzuola in francese, ndr) – rilasciano oli essenziali a base di zenzero, sandalo, rosa, cannella e ylang-ylang, conosciuto come il fiore dell'amore.

Gli odori sprigionati dalle micro-capsule del tessuto dovrebbero far vedere le stelle. Ma il piacere è a tempo determinato. L'effetto dura solo 10 mesi, a patto che le lenzuola vengano lavate a 40 gradi, non più di due volte al mese e senza ammorbidente. L’importante, in casi come questi, è ricordarsi della data di scadenza.

E in cucina, altro tempio dell’eros? Ci vengono in soccorso gli accessori erotici da tavola SexEaToys. Sesso e cibo, che meraviglia. Ecco allora posate, piatti e bicchieri per leccare: il piatto dalle mille sfaccettature e rilievi, i ditali per affondare voluttuosamente il dito nella panna o nella crema, e un frullatore che vi stupirà. All'occorrenza, si trasforma addirittura in vibratore. Bon ton a tavola, adieu.
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DONNE Black is beautiful di Chiara Casadei

«Ho dato loro eleganza e regalità. Stavamo conquistando le stelle». A parlare è Naomi Sims, niente meno che la prima super modella di colore, vera e propria icona per la parità delle donne nel campo della bellezza. Nata a Oxford nel 1948 in una famiglia di modeste condizioni, frequentò la Westinghouse High School a Pittsburgh dove si era trasferita per motivi di studio.

Approdata in seguito a New York, nonostante una borsa di studio per la facoltà di Psicologia, maturò presto il bisogno di trovare un lavoro per riuscire a mantenersi. Proprio da questa esigenza nacque la sua carriera di modella, il risultato finale conquistato soltanto dopo aver superato numerosi ostacoli, soprattutto di carattere etnico frapposti tra lei e il successo: «Più la tua pelle era scura, meno bella venivi considerata, ed ero troppo alta e troppo magra», raccontò al magazine Black Enterprise.

Dopo vari tentativi e diversi approcci e grazie all’aiuto di un fotografo e alla tenacia mai persa, riuscì a farsi notare e a comparire nel 1968 sulla copertina del Lady’s Home Journal, seguita poi a ruota dall’uscita del 1969 su Life. Dopo aver calcato l’ambiente per soli cinque anni lasciò la professione, nonostante la giovane età di 24 anni, con queste motivazioni: «Sfilare non è mai stato il mio intento finale. Ho iniziato per aumentare le mie finanze per andare al college, ma l’idea di iniziare una nuova attività mi ha sempre attratta e sono stata fortunata che la mia prima carriera mi abbia condotto alla seconda».

Non solo modella e imprenditrice, ma anche scrittrice – di libri per lo più rivolti alla sfera femminile – e attivista a sostegno del movimento antiapartheid Black is Beautiful. La forte e caparbia personalità di una donna come Naomi Sims, col significato profondo che è riuscita a esprimere a livello umano, resteranno segni indelebili del suo passaggio, orme che non saranno di certo spazzate via dalla sua recente scomparsa e dal fatto che non potrà più posare e affascinare il mondo intero.
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TELEGIORNALISTI Stefano Ziantoni: a Uno Mattina vince il gioco di squadra di Giuseppe Bosso

Incontriamo questa settimana Stefano Ziantoni, volto di Uno Mattina al fianco di Eleonora Daniele e Michele Cucuzza, e del Tg1. Dopo una collaborazione con Mixer, nel 1987 approda alla redazione dello storico contenitore mattutino di Rai1 per collegamenti esterni. Nel 1990 arriva al Tg1, e nel corso degli anni è inviato e conduttore.

Pro e contro di lavorare a Uno Mattina?
«Solo pro, se escludiamo l’orario che mi impegna dalle 4 di mattina alle 20. Battute a parte, è un programma che mi permette di occuparmi di qualsiasi tipo di argomento a 360 gradi dando spazio ad ogni cosa, a cominciare dalla rassegna stampa delle 7, con una redazione fantastica come quella del Tg1».

Sente il gioco di squadra lavorando con Cucuzza e la Daniele?
«Per una testata il gioco di squadra è essenziale, non potrebbe essere altrimenti. I solisti non sono destinati a fare molta strada; per fortuna, fin da quando ho iniziato al Tg1, ho sempre avvertito questo senso di collaborazione con i miei colleghi».

Abbiamo recentemente vissuto due tragedie come la strage in Afghanistan e l’alluvione di Messina: come crede ci si debba porre allo spettatore in questi momenti?
«Da oltre 20 anni lavoro al Tg1 e i miei maestri mi hanno sempre raccomandato di pormi con rispetto e dignità davanti al dolore delle persone, senza smanie di scoop a tutti i costi. È importante lasciare spazio alle esperienze vissute in questi casi, porsi con tranquillità
in modo da conquistare la fiducia di chi ti racconta come si sente. Il giornalista serio non deve mai diventare protagonista della notizia che racconta, ma fare in modo che chi è davanti alla telecamera possa sentirsi a suo agio e anche condividere il proprio dolore».

Anche sua moglie è giornalista: per lei è un bene o un male fare lo stesso lavoro?
«Dipende sempre dall’intelligenza delle persone. Nel mio caso, per fortuna, non ci sono problemi, anche se Annalisa (Manduca, ndr) lavora in un ambito completamente diverso dal mio. Fare lo stesso lavoro è utile perché ti permette anche di avere momenti di confronto e poter dare, se servono, quei consigli appropriati. Ma ripeto, è sempre una questione di intelligenza».
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SPORTIVA Un fisico pazzesco di Pierpaolo Di Paolo

Quando si pensa al calcio femminile, la mente corre a visualizzare immagini di atlete tutte grinta e testosterone, magari nel bel mezzo di qualche parapiglia confuso e violento.

Proprio la settimana scorsa, nel presentare il problema della scarsa visibilità delle donne nello sport, abbiamo invece raccontato di una realtà diversa. Una realtà fatta di sportive dotate di fascino, sensualità, corpi intriganti. Donne capaci di gesti maliziosi e provocanti.
Se ciò non bastasse ad abbattere il luogo comune, eccovi Laisa Andrioli, perfetta antitesi del cliché della calciatrice mascolina e sgraziata. Laisa è una 22enne brasiliana, giocatrice del Sao Bernardo e della nazionale carioca, che pare sia dotata di un elegante tocco palla e di uno scatto fulminante.

Quel che è però certo è che la ragazza può sfoggiare un fisico eccezionale, come dimostrato da alcuni scatti che hanno invaso la rete. La Andrioli ha infatti accettato di posare per il magazine Sexy, concorrente di PlayBoy. Tutto si può dire tranne che la rivista abbia voluto realizzare foto dotate anche di un certo margine d'ironia o che lascino molto spazio all'immaginazione.
Ottenuta la firma della ragazza, il lavoro è stato svolto in maniera piuttosto esplicita e diretta.

I motivi che hanno spinto Laisa a consentire la realizzazione e diffusione di immagini che svelano ogni angolo del suo corpo sono intuibili, ma lei non ci gira troppo intorno: «Mi hanno offerto così tanto denaro che non l'avrei guadagnato in tutta la carriera da calciatrice».
La vicenda ricorda molto da vicino quella di Ana Paula Oliveira, bellissima guardalinee brasiliana che nel 2007 posò nuda per PlayBoy. Dopo quegli scatti Ana Paula è stata allontanata dalla federazione ed ha cercato, finora senza grande fortuna, spazio nella politica e nella televisione.

Che anche la conturbante Laisa abbia oramai intrapreso un percorso che inevitabilmente la condurrà lontano dai campi di gioco?
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