speciale telegiornalisti
ENNIO REMONDINO
 Giornalista 
						da troppo tempo, inizia nella carta stampata e resiste 
						da trenta interminabili anni in Rai. Genovese, e qualche 
						volta in trasmissione si sente. Metà della sua vita 
						professionale dedicata al giornalismo investigativo, 
						diventa reporter di guerra per esilio. Dopo tante Br, 
						stragi, mafia, trame spionistiche, inciampa sui rapporti 
						tra Cia e P2 ed “ottiene” il licenziamento dell’allora 
						direttore del Tg1 Nuccio Fava, la cacciata del capo 
						redattore Roberto Morrione e la sua destinazione 
						all’estero. Si vanta dell’intervista alle “Br” (Curcio, 
						Moretti, Balzerani), con l’annuncio del superamento 
						della lotta armata e l’illusione (allora si sparava 
						ancora) di aver salvato qualche vita. Ha imparato il 
						siciliano dal suo amico Tommaso Buscetta per arrivare 
						alla sola intervista mai realizzata al boss Tano 
						Badalamenti. Di Licio Gelli, George Bush, Francesco 
						Cossiga e Giulio Andreotti (inchiesta Cia-P2) non ama 
						sentir parlare. Ha amato invece la Sarajevo dei 4 anni 
						d’assedio giocando al bersaglio e ha trescato con tutto 
						il resto dei macelli balcanici, con qualche occasionale 
						tradimento verso Iraq, Afghanistan, Palestina e Libano. 
						Odia la guerra ma le guerre e i casini sembra amino lui.
Giornalista 
						da troppo tempo, inizia nella carta stampata e resiste 
						da trenta interminabili anni in Rai. Genovese, e qualche 
						volta in trasmissione si sente. Metà della sua vita 
						professionale dedicata al giornalismo investigativo, 
						diventa reporter di guerra per esilio. Dopo tante Br, 
						stragi, mafia, trame spionistiche, inciampa sui rapporti 
						tra Cia e P2 ed “ottiene” il licenziamento dell’allora 
						direttore del Tg1 Nuccio Fava, la cacciata del capo 
						redattore Roberto Morrione e la sua destinazione 
						all’estero. Si vanta dell’intervista alle “Br” (Curcio, 
						Moretti, Balzerani), con l’annuncio del superamento 
						della lotta armata e l’illusione (allora si sparava 
						ancora) di aver salvato qualche vita. Ha imparato il 
						siciliano dal suo amico Tommaso Buscetta per arrivare 
						alla sola intervista mai realizzata al boss Tano 
						Badalamenti. Di Licio Gelli, George Bush, Francesco 
						Cossiga e Giulio Andreotti (inchiesta Cia-P2) non ama 
						sentir parlare. Ha amato invece la Sarajevo dei 4 anni 
						d’assedio giocando al bersaglio e ha trescato con tutto 
						il resto dei macelli balcanici, con qualche occasionale 
						tradimento verso Iraq, Afghanistan, Palestina e Libano. 
						Odia la guerra ma le guerre e i casini sembra amino lui. 3 immagini disponibili: clicca sulle foto per ingrandirle
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