Elisa
Scheffler, unicità tendenza
di
Giuseppe Bosso
Un passato da modella, un presente da conduttrice e giornalista. Incontriamo
Elisa Scheffler, tra i volti del programma di Raidue
Top - Tutto quanto fa tendenza.
Dalla moda al giornalismo: è stato un cambio di rotta o in qualche modo
il suo percorso era pianificato in questo modo?
«Ho studiato questo con un master in comunicazione giornalistica, quindi non
è stato un cambio di rotta ma qualcosa per cui avevo gettato le basi mentre
lavoravo come modella e che ho sviluppato nel tempo».
Il 2024 si è concluso per lei anche con il riconoscimento come
personaggio televisivo al premio Donne per Napoli: le sue sensazioni?
«Un'esperienza davvero bellissima, un premio di cui mi sento molto onorata.
Ringrazio pubblicamente Lello Carlino, Lorenzo Crea e Enzo Agliardi per
questa meravigliosa opportunità. È stata una serata magica».
Tra le storie che ha avuto modo di raccontare per la trasmissione di
Raidue Top - Tutto quanto fa tendenza anche approfondimenti legati a
personaggi che hanno fatto la storia della televisione come Raffaella Carrà
o Rita Pavone. Si pensa che oggi manchino figure di questo spessore, anche
come riferimento per le 'nuove leve'. È d'accordo?
«Da anni a
Top racconto personaggi iconici che non tramonteranno mai, mentre
oggi trovare personaggi di questo calibro è difficile. La maggior parte dei
giovani non sanno cosa sia la gavetta, perché tutto è molto veloce e con
l'avvento di internet chiunque può avere un palcoscenico da casa propria.
Poi, bisogna vedere quanto regge nel tempo il palco...».
Cos'è davvero che fa tendenza nella nostra epoca?
«Essere controtendenza forse, mantenere la propria unicità... cosa sempre
più rara».
La Elisa persona e la Elisa personaggio possono definirsi due entità
distinte?
«Io sono quello che faccio, quindi la persona e il personaggio si
sovrappongono. Però, in molti casi, cerco di dividere il lavoro dalla vita
privata, quindi possono essere due entità anche distinte».
Essere sempre in viaggio, che sia alla scoperta del nostro Paese o in
giro per il mondo, non le fa sentire ogni tanto voglia di fermarsi alla
riscoperta delle sue radici o di crearle stabilmente?
Le mie radici sono italiane e tedesche, quindi mi sento europea di sangue e
una cittadina del mondo di mente. Amo viaggiare sin da bambina e sono
curiosa di scoprire, però ogni tanto ho bisogno di fermarmi anche io e avere
dei punti fermi come casa mia. Viaggiare è stupendo, ma a volte può essere
impegnativo, perciò amo anche la dimensione casalinga».