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Tutto TV. Ieri, oggi e domaniSofia Alexandra Porta, crescere e conoscersi
di Giuseppe Bosso

Natia di Firenze, radici teutoniche, incontriamo Sofia Alexandra Porta, versatile doppiatrice sulla cresta dell'onda.

Benvenuta sulle nostre pagine, Sofia. Anzitutto dove possiamo 'ascoltarti' in questo periodo?
«Grazie di cuore per l’invito, è un piacere essere qui! Mi potete ascoltare su Prime Video nel nuovo film con Al Pacino, Dan Stevens, Ashley Greene e Abigail Cowen, The Ritual, dove sono la voce italiana di Ashley Greene nei panni di Suor Rose; su NOW TV e Sky è finalmente arrivato Il Signore degli Anelli-La guerra dei Rohirrim, dove do voce a Hèra; su Netflix, tra i personaggi principali della nuova stagione di The Witcher, sono Iskra; interpreto Faile Bashere nella terza stagione de La Ruota del Tempo, sempre su Prime Video; in È colpa tua? / È colpa nostra? presto la voce a Sofia; o ancora su Netflix, nella serie The Four Seasons, sono Lila».

Negli ultimi mesi molto successo ha avuto il lungometraggio prequel in qualche modo de Il Signore degli Anelli-La guerra dei Rohnin dove come dicevi hai prestato voce alla protagonista, Hera. Possiamo definirla un'eroina dei nostri tempi? Ti sei riconosciuta in qualche modo nella sua caratterizazione?
«Sì, molto. Hèra è un’eroina forte, ma non invincibile; coraggiosa, ma anche piena di dubbi. È una ragazza che combatte per difendere ciò in cui crede, e in questo ci siamo incontrate. È una giovane donna che, con le sue vulnerabilità, cade, si rialza, trema, ma non si arrende mai. Non è una figura “perfetta”, è profondamente umana. La sua storia racconta di una forza che nasce dalla fragilità, di una dolcezza che porta con sé un grande coraggio. Con Hèra ho respirato il bisogno di trovare la propria voce, di affermarsi senza rinunciare alla sensibilità; e in questo mi rivedo molto. La sua capacità di restare, di abitare il presente con fiducia e con il cuore aperto, sapendo che tutto accade quando deve accadere, ma che è lei a decidere come viverlo, mi ha colpita profondamente. È un personaggio che è stato anche uno specchio: mi ha insegnato molto sulla forza, ma anche sulla delicatezza, e su quanto le due cose possano coesistere».

In occasione di una diretta sul canale You Tube Nerd Chop Express dedicata proprio al film hai ammesso di non essere una appassionata del genere. È una sincerità che ti è stata in qualche modo rinfacciata dal cosiddetto 'fandom' o al contrario motivo di ulteriore apprezzamento per il tuo lavoro?
«Direi che è stata accolta con simpatia! Penso che la sincerità, se accompagnata dal rispetto, venga sempre riconosciuta. Io non sono una “tolkieniana” di nascita, ma mi sono avvicinata a questo mondo con curiosità. Devo dire che mi sta sorprendendo: è un universo vastissimo, pieno di simboli e di umanità, e più lo esploro, più ne scopro la profondità — e quanto sia inevitabile rispecchiarsi in alcuni aspetti della vita di tutti i giorni. Forse proprio il fatto di non essere “nata” come fan mi ha permesso di viverlo con occhi nuovi, in modo fresco, senza troppi schemi. E in fondo è stato anche un modo per conoscere meglio un mondo narrativo che oggi mi affascina e che sto imparando ad amare non solo come spettatrice, ma anche come interprete».

Hai radici tedesche, hai mai pensato di proporti anche in Germania come doppiatrice?
«Conosco bene la lingua e mi affascina molto il modo in cui il doppiaggio viene vissuto in Germania, che è diverso dal nostro. Mi piacerebbe prima o poi fare un’esperienza lì. Anche se non sono perfettamente bilingue e un vago sentore di accento italiano potrebbe sentirsi… chi ne sarebbe invece molto contenta è mia mamma: avrebbe finalmente l’occasione di prendersi una piccola rivincita, visto che la imito da una vita per il suo accento tedesco!».

Nei tuoi canali social dai ampio spazio ai tuoi lavori, siano serie, film o anche spot. Possiamo dire che tu hai un'ampia visione del doppiaggio in ogni sua espressione?
«Assolutamente sì. Mi piace entrare nel vivo di ogni progetto, coglierne la natura e saperla restituire: è ciò in cui credo. Per me il doppiaggio è ascolto, empatia, curiosità. Ogni lavoro — che sia un film, una serie o uno spot — ha la sua anima, il suo ritmo, il suo respiro, e richiede un approccio diverso. Mi piace raccontare questo anche sui social, perché credo sia bello mostrare cosa c’è dietro: il lavoro, la ricerca, la passione, ma anche l’umanità che si nasconde dietro ogni voce. Il doppiaggio è un’arte che parla a tutti, spesso senza però essere vista: perché, oltre alla voce, non darle anche un volto?».

Chi è Sofia Alexandra Porta, oltre che splendida voce?
«Domanda tanto bella quanto delicata. Credo di essere ancora in cammino per scoprirlo. Sono una persona curiosa, sensibile, a volte impaziente, sempre alla ricerca di un senso, di un perché. Viviamo in un mondo fatto di emozioni, di scoperte, di connessioni. Ed è proprio attraverso la connessione con gli altri, dalle loro storie, che cerco sempre di imparare qualcosa, per poi restituirlo, a modo mio. Ogni incontro lascia un segno che, per me, va condiviso. Amo l’arte in tutte le sue forme; le mie passioni racchiudono un po’ tutto ciò che sono, perché tutto ciò che ha a che fare con le emozioni mi appartiene (dalla musica al disegno, fino all’arte dell’intelligenza emotiva.). Parlare di me stessa in terza persona mi fa un po’ sorridere, ma se dovessi rispondere alla domanda direi che Sofia è desiderio di crescere, di conoscere e di conoscersi: sta ancora imparando e, nel mentre, cresce. Una sfida difficile, ma colma di verità — e penso riguardi un po’ tutti. Mi sento così: una voce, e un corpo, che ogni giorno cerca di restituire la vita con verità e cuore aperto. Una giovane donna di ventisei anni, che guarda avanti, ma sceglie di esserci — qui, ora».

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