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Ilaria La MuraTelegiornaliste anno XIX N. 19 (735) del 14 giugno 2023

Ilaria La Mura. Riflessi e valori
di Giuseppe Bosso

Chiudiamo la stagione 2022-2023 ritrovando con piacere Ilaria La Mura, che ha condotto con buon successo la trasmissione Riflessi sull’emittente Prima Tivvù canale 17 del digitale terrestre. Auguriamo buone vacanze ai nostri lettori e ci rivediamo a settembre.


Bentrovata Ilaria. Come nasce il format Riflessi?
«Si è trattato di un progetto simile ad altri che ho avuto modo di condurre in passato. Voglio abbracciare diversi argomenti, in maniera approfondita, non solo legati alla medicina e alla psicologia ma anche all’attualità, con un occhio più aperto rispetto ai programmi del mattino. L’emittente mi ha chiesto di sviluppare un format progettato da me, e l’ho elaborato in questo senso».

Hai avuto modo di ospitare diversi personaggi in queste settimane, professionisti, medici, esponenti del sociale e anche il signor Carlo Iannelli che ha raccontato la triste vicenda del figlio morto in un incidente stradale: con chi ti sei sentita maggiormente in empatia?
«Un po’ con tutti. Alcuni argomenti magari un po’ lontani dal mio campo ho cercato di affrontarli ponendo domande da una prospettiva, diciamo, da ‘profana’. Sicuramente un segno me l’ha lasciato la prima puntata in cui abbiamo parlato dei rifiuti tossici di Acerra; mi hanno raccontato, in fuorionda, della storia di un pastore che ha visto le sue pecorelle malformate a causa dei rifiuti, che è una cosa che si è estesa anche agli esseri umani. Questa cosa mi ha commossa, non si è magari percepito in trasmissione, ma gli ospiti lo hanno percepito».

Una menzione speciale non possiamo non farla a una nostra conoscenza, Candida Livatino, che ha avuto modo di analizzare la tua scrittura: ti sei riconosciuta nel profilo che ha tracciato?
«Sì e mi ha anche stupito, perché non avevo mai riflettuto su alcune cose che ha saputo cogliere».

Avete avuto buoni riscontri, ma si dice che la televisione stia attraversando un periodo di crisi, anche dal punto di vista di ‘presa’ sulle nuove generazioni sempre più orientate a un’informazione acquisita dai social e da mezzi di comunicazione che sentono più vicini al loro modo di essere. È davvero così?
«Ci ho riflettuto, sì. Non saprei, bisognerebbe valutare le ricerche e i dati. Per mia impressione con i reality che hanno introdotto figure come gli influencer hanno coinvolto le fasce più giovani, anche se non so dire fino a che punto. Ma voler apparire in televisione è sempre una grande aspirazione».

Ci rivediamo dopo tre anni, quando, settembre 2020, il covid era ancora vivo sulla nostra pelle. A distanza di tempo quale ritieni sia stato l’impatto che ha avuto sulle persone?
«C’è stato e fortissimo. Le persone hanno esacerbato problematiche che avevano e hanno amplificato, e l’ho riscontrato anche nei miei pazienti. È anche vero che la figura dello psicologo ora sta avendo maggiore spazio, il fattore benessere psicologico ha avuto una grande richiesta in questi ultimi anni. Ma le conseguenze in termini di insofferenza, di intolleranza nel rapporto con gli altri sono ancora vive».

La dottoressa Maria Rosaria Palmigiano, tra le nostre ultime interviste, ci ha detto come a suo giudizio oggi ci sia una maggiore consapevolezza di quanto la salute mentale non sia meno importante di quella fisica: è così anche per te?
«Sì. Rispetto al passato c’è stato un maggiore avvicinamento alla psicologia, soprattutto da parte dei giovani che mi hanno chiesto consulenze psicologiche molto più dei loro genitori. Le nuove generazioni danno maggiore importanza alla conoscenza dei meccanismi che favoriscono o che ci impediscono di avere un buon rapporto con gli altri, di raggiungere i nostri obiettivi, di trovare la nostra serenità».

Quando ci siamo incontrati eri un personaggio abbastanza in ascesa. A distanza di tre anni pensi di essere cresciuta in termini di visibilità?
«Sì, molte emittenti mi hanno contattata per lavorare da loro, finché ho scelto Prima Tivvù. È tutto in linea con i miei valori, che sono quelli di dare priorità ad ambienti sani; penso di essere cresciuta, non so in termini di bravura (questo lascio siano gli altri a dirlo) ho fatto passi in avanti e sono contenta e soddisfatta di quello che sto facendo, sperando di portare avanti progetti in futuro. A livello di comunicazione mi piacerebbe poter parlare meglio della professionalità delle donne a 360 gradi, a volte mi trovo a comunicare con medici donne che dai loro pazienti vengono chiamate ‘signorine’ da persone che poi si rivolgono ai medici uomini e anche agli infermieri chiamandoli ‘dottore’. A tutt’oggi sentire cose del genere è anacronistico. Le donne professioniste non hanno tutto questo spazio anche perché spesso si vergognano di farsi ospitare in televisione».

La programmazione di Riflessi a maggio ha risentito, come in altre emittenti napoletane, dello spazio dato alle celebrazioni per lo scudetto del Napoli: secondo te è qualcosa che potrà dare benefici a tutta la nostra realtà, non solo sportiva?
«Sì, si può lanciare di più il brand “made in Naples”, in Italia e nel mondo, e bisognerebbe cavalcare di più l’onda».

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