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Telegiornaliste anno XX N. 5 (752) del 7 febbraio 2024
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Barbara Politi, tra Avellino e Puglia con amour
di Giuseppe Bosso
Abbiamo il piacere di incontrare nuovamente
Barbara Politi,
non solo telegiornalista ma anche, dallo scorso anno, assessore alla
promozione del Brand del comune di Avellino.
Bentrovata Barbara, anzitutto cosa ti ha portato a conseguire questa
carica presso il comune di Avellino e quale legame hai con la città
irpina?
«Bentrovati! È un piacere risentirvi. Ad Avellino mi ha portato un po’
il caso, un po’ la traiettoria che la mia professione ha preso negli
ultimi anni: quella della promozione dei territori, a partire dalla mia
terra, la Puglia, e il racconto enogastronomico del nostro Paese, che
porto avanti settimanalmente sulle pagine de La Gazzetta del
Mezzogiorno e attraverso numerosi eventi. Lo scorso giugno ho vinto
anche lo storico e prestigioso Premio Internazionale di Giornalismo
Ischia, giunto alla 44esima edizione, per questa attività. Infatti,
sono la vincitrice in carica per la “narrazione enogastronomica”. Ecco,
quando sono arrivata ad Avellino, città cuore dell’Irpinia, su invito di
Gambero Rosso, in qualità di giornalista e conduttrice dei
loro palinsesti, ho conosciuto il sindaco, Gianluca Festa, che
probabilmente era alla ricerca di un profilo come il mio: una
professionista che girasse l’Italia e il mondo, per veicolare contenuti
di promozione dei territori. Sono arrivata come addetta ai lavori,
quindi, per seguire un importante evento dedicato alle denominazioni dei
vini irpini e poco dopo mi è stato proposto di mettere nella mia valigia
la città capoluogo. Io ho accettato. Ho sempre amato le sfide. E ho
avuto ragione, perché è una bellissima esperienza che porterò avanti
fino alla fine del mandato, da assessore alla Promozione del Brand
Avellino. In poco più di un anno abbiamo portato la città a
Budapest, a Toronto, a Bruxelles e a Venezia».
È un impegno che riesci a conciliare con la tua attività di
giornalista?
«Assolutamente sì. Sono due impegni che si fanno forza l’un l’altro.
Promuovo ogni giorno il brand di Avellino, proprio grazie alla mia
attività di ambassador e di professionista della comunicazione e, allo
stesso tempo, il mio incarico di assessore rafforza il mio lavoro di
giornalista. Entrambi, sono di grande responsabilità e importanza».
Possiamo dire che è un impegno di natura ‘tecnica’ più che politica,
con il quale una figura di esperienza può dare il suo contributo per
valorizzare un territorio che ha tanto da offrire come l’Irpinia?
«Assolutamente sì! Non sono un personaggio politico e ritengo che mai lo
sarò. Ho già dato alla politica da giornalista, anni addietro. Sono
stata per cinque anni l’addetta stampa del sindaco della mia città,
Lecce. Questo è un incarico tecnico ed esterno, che ha l’obiettivo di
veicolare le peculiarità della città di Avellino al di fuori dei confini
cittadini e regionali. Soprattutto di potenziare un brand che, grazie al
lavoro del primo cittadino e di una squadra di assessori fortissima, ha
fatto passi da gigante negli ultimi anni. In diverse occasioni su
Avellino si sono accese le luci della ribalta nazionale».
E il nuovo anno 2024 per Avellino è iniziato con il concerto di
Antonello Venditti che ha riscosso molto successo: sei stata anche tu
coinvolta nell’organizzazione?
«No, non sono stata nell’organizzazione del Concertone di Capodanno
in piazza. Gli eventi ad Avellino sono un segmento che fa capo
all’assessore agli Eventi, per l’appunto, Stefano Luongo, e allo stesso
sindaco. Ho goduto di uno spettacolo pazzesco in quella che è diventata
una “seconda casa” per me e sono felice di aver trascorso l’alba del
nuovo anno con migliaia di avellinesi sulle note del magico Venditti. Il
segreto del successo di questa amministrazione è proprio questo: ogni
assessore lavora sodo nel suo, camminando però a braccetto con i
colleghi. Turismo, Eventi e Brand è un trittico fortissimo messo in
piedi da Festa».
Parliamo anche della trasmissione Puglia Mon Amour che conduci
su Gambero Rosso con Alessandra Civilla: com’è nata e finora come si sta
sviluppando?
«Puglia Mon Amour è nato su proposta di Gambero Rosso e Gambero
Rosso Channel. Anche questa, un’esperienza strepitosa! Abbiamo
raccontato la Puglia dell’olio, prodotto principe della nostra terra,
insieme ai salumi, ai formaggi, al vino, al pane. Un viaggio fatto a
quattro mani (è il caso di dire, visto che siamo state anche ai
fornelli) insieme all’amica e chef di Alex Ristorante a Lecce,
Alessandra Civilla. Amiche nella vita reale, Gambero Rosso ha pensato
bene di accoppiarci sul set. È stato un esperimento riuscito benissimo!
Il programma, di sei puntate, è ancora in programmazione per il 2024».
Qual è stata l’esperienza più suggestiva o particolare legata al
gusto che da giornalista che si occupa di gastronomia hai avuto modo di
affrontare?
«Non ce n’è una in particolare. Ogni esperienza, ogni lezione appresa,
ogni visita in cantina o in frantoio, negli allevamenti o nelle
campagne, ha sempre un perché fortissimo da raccontare per me. Amo la
terra e ciò che la terra crea. Nella sua totalità. E dietro ogni grande
prodotto, ci sono uomini e donne che dedicano la loro vita a questo e
che io adoro raccontare».
Rispetto alla nostra
prima chiacchierata, risalente a due anni fa, com’è cambiata la tua
vita?
«È cambiata. Totalmente. Sono cresciuta, maturata, ho deciso di dedicate
la mia vita alla libera professione, per scelta. Perché senza catene
viene fuori una Barbara che non si ferma mai, e che vuole realizzare
tutti i suoi sogni. Una Barbara che vive sui treni e negli aerei, che
macina molti più chilometri rispetto al passato, che però non si stanca
mai, perché la sua benzina è la passione. E anche se torno a casa poco
e, come mi piace dire per scherzare, “mi son morte anche le piante”,
credo che il mio futuro sia proprio questo. È la strada giusta. Ho
salutato le news e i telegiornali, che sono stati un po’ il battesimo
della mia professione nei primi anni 2000. Questa è la vita che voglio».
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Rossa
Caputo, vi porto all'Hazbin Hotel
di Giuseppe Bosso
Abbiamo il piacere di incontrare nuovamente
Rossa Caputo. Esponente di una storica famiglia del
mondo del doppiaggio, parliamo con lei di una recentissima
ma già molto apprezzata serie che l'ha coinvolta.
Bentrovata Rossa, è un piacere sentirti di nuovo.
Partiamo, inevitabilmente, dalla nuova serie animata che
grande successo sta avendo su Prime Video,
Hazbin Hotel: come la descriveresti
e come definiresti il tuo personaggio, Charlie Stella del
Mattino?
«Beh, Charlie è una forza della natura! Incredibilmente
dolce e insicura a tratti, ma guidata da una fede cieca
verso la sua volontà di cambiare le cose. L'ho trovato un
personaggio davvero bellissimo da doppiare! Piena di colori
e sfumature, di entusiasmo e passione, la sento
effettivamente molto simile a me».
Tra bene e male non c’è poi questa differenza così
manichea che i media ‘classici’ hanno a lungo rappresentato,
si potrebbe così sintetizzare il senso della serie o ritieni
si possa andare oltre?
«Credo che la serie miri effettivamente a scardinare il
concetto stesso di "bene e male", perché è vero, non è tutto
bianco e nero, ci sono sempre delle sfumature. Hazbin Hotel
sembra voler dire "ma lasciamo perdere questa storia del
Paradiso e dell'Inferno, siamo tutti uguali, tutti possono
sbagliare, perdoniamoci". L'ho trovato davvero un bel
messaggio».
Per gioco, se dovessi scegliere tra uno dei tuoi
precedenti personaggi, chi collocheresti in Hazbin Hotel?
«Devo dire che Villanelle di Killong Eve è
sicuramente la primissima che farei ammettere all'Hazbin
Hotel! Ma anche Bean di Disincanto e Dre di Swarm
penso che ne potrebbero trarre giovamento».
Sei molto attiva sui social e in questi anni sei stata
tra le presenze più assidue ai ‘Dopocena’ di
Alessio Cigliano: il filo diretto con i fans è anche
un’occasione per cogliere spunti di miglioramento?
«Assolutamente sì! Lo ritengo anche indispensabile. E poi
ammetto che amo molto fare divulgazione sul Doppiaggio,
aiuta anche il pubblico a capire meglio il nostro lavoro, le
difficoltà che affrontiamo e cose di questo genere».
La prima volta, in chiusura, mi dicesti “sperando di non
crescere mai davvero, in realtà cerco di non fare mai
progetti troppo a lungo termine”: è ancora così o crescendo
qualcosa è cambiato?
«La verità è che non sento di essere cresciuta, continuo a
sentirmi una ragazzina che si è appena affacciata al mondo e
alla vita. Continuo a vivere molto "alla giornata", se
vogliamo, e continuo ad approcciarmi al mio lavoro con
l'entusiasmo di una bimba!».
Innovazioni tecnologiche dovrebbero migliorare le nostre
vite ma paradossalmente rischiano di avere ripercussioni
negative su settori come il vostro. Cosa ne pensi?
«Penso che l'avanzamento tecnologico abbia sempre e comunque
un aspetto positivo. Io sono pro all'utilizzo delle nuove
tecnologie, ma nel limite del rispetto della natura e della
dignità umana, ovviamente. Come in tutte le cose, ci vuole
moderazione e intelligenza a mio parere».
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Addio
"Sandrocchia" Milo
di Silvestra Sorbera
Addio mamma, sei di nuovo leggera nel vento. Così, sui
social, Debora Ergas,
inviata di La vita in diretta, ha voluto ricordare
la sua splendida e indimenticabile madre,
Sandra Milo, venuta a mancare il 29 gennaio scorso.
A marzo avrebbe compiuto 91 anni la grande attrice eclettica
e libera anche negli anni più bui del femminismo
nazionale.
Nata a Tunisi da padre siciliano e madre toscana,
trascorse l'infanzia a Vicopisano, borgo medievale poco
distante da Pisa, dove frequentò le scuole elementari sino alla
quarta classe. Adolescente si trasferì con la famiglia a
Viareggio. Nel 1948, a 15 anni, sposò il marchese Cesare
Rodighiero, da cui rimase incinta, ma il bambino morì
alla nascita a causa del parto prematuro. I due si separarono
dopo soli 21 giorni dal matrimonio, ottenendo l'annullamento.
Il primo ruolo importante arrivò nel 1959 grazie al
produttore greco Moris Ergas, che poi la sposò: si tratta de
Il generale Della Rovere, per la regia di Roberto
Rossellini, in cui interpretava il ruolo di una prostituta al
fianco di Vittorio De Sica.
Un ruolo analogo fu quello ricoperto, nel 1960, in Adua e
le compagne di Antonio Pietrangeli, che la
diresse anche in seguito. Nello stesso anno fu diretta da Claude
Sautet in Asfalto che scotta, con protagonisti
Lino Ventura e Jean-Paul Belmondo, iniziando così
un'intensa e promettente stagione di film d'autore.
Negli anni 80 si reinventa anche personaggio televisivo, prima a
Raidue e poi a Canale 5; negli ultimi anni, sfidando perplessità
e ironie, partecipa al reality L'Isola dei famosi e,
proprio l'anno scorso, anche al game show di casa Rai Il
cantante mascherato.
Telegiornaliste si unisce all'abbraccio che
tutti hanno rivolto ai figli Debora, Ciro e
Azzurra.
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