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Intervista a Perla Liberatori (2)   Tutte le interviste tutte le interviste
Donne. Nel mondo, nella storiaTelegiornaliste anno XXI N. 17 (796) del 21 maggio 2025

Perla Liberatori, sì al progresso, però...
di Giuseppe Bosso

Abbiamo nuovamente il piacere di incontrare Perla Liberatori, voce italiana di attrici come Alba Flores (Nairobi della nota serie La Casa di Carta), Colby Minifie (Ashley della nota serie The Boys) e di personaggi come Stella delle Winx e direttrice di doppiaggio di serie di successo mondiale come Wednesday e Scissione. È reduce dalla conduzione del Gran Gala del Doppiaggio che anche quest'anno si è tenuto nei giorni del Romics a Roma.

Le tue sensazioni sul Galà che anche quest'anno ha animato i giorni del Romics, conclusosi da poco e nuovamente condotto con Stefano Brusa dopo tantissime edizioni condivise insieme.
«Un'esperienza bellissima che si rinnova da ormai vent'anni e che anche stavolta non ha tradito le aspettative. Faticosa, certo, ma divertente, che ci consente di stare a stretto contatto con il pubblico che tanto ama il doppiaggio e che anche tramite il Galà del doppiaggio ci mostra il suo affetto. Vedere sul palco colleghi come Carlo Valli, Rossella Izzo, che hanno fatto la storia di questo mestiere è sempre emozionante. Del Romics mi piace il dualismo rappresentato dal fatto che non sempre i premi assegnati dalla giuria corrispondono a quelli assegnati dal pubblico. Un altro fattore distintivo del Romics è che c'è spazio per tutti, veterani ed emergenti, blasonati e meno affermati. Siamo pienamente soddisfatti anche di questa edizione, che era incentrata sulla problematica dell'intelligenza artificiale e sul suo uso smodato e sulla forte conflittualità con il nostro lavoro; non ho nulla contro l’avanzamento della tecnologia e sulle necessità della modernizzazione dei tempi, ci tengo a precisarlo, che possono servire in alcuni casi anche a migliorare o a supportare la vita delle persone. Purtroppo, però, qui si parla di svilire e impoverire un lavoro artistico che porterebbe lentamente a renderne sterile non solo la sua bellezza ma oltretutto a privare un’intera categoria di lavoratori di un mestiere fatto di grande tradizione e apprezzato dall’intera nazione. Spero che anche il Romics abbia contribuito a far arrivare questo forte messaggio al cuore delle persone».

Ormai hai acquisito esperienza anche da formatrice di nuove voci, e lo possiamo vedere anche dai tuoi profili social, dove sei diventata in poco tempo molto attiva. Come hai vissuto questo passaggio da mentore?
«Sono insegnante della scuola di doppiaggio e cinematografia A&F Dubbing, nata due anni fa da un'idea di Alessandro Parise, attore e doppiatore che sentiva come me il bisogno di mettere a disposizione dei giovani e dei giovanissimi il nostro bagaglio artistico; quest'avventura è progressivamente andata avanti grazie ai nostri colleghi amici che un po’ alla volta si sono uniti al nostro percorso, da Marco Altini, insegnante di dizione a Massimo Triggiani e Lorenzo Accolla docenti di doppiaggio, da Mirko Fabbreschi docente di doppiaggio cantato ad Andrea Lavagnino; ma anche a vari direttori di doppiaggio e professionisti (come Federica Vincenti) che hanno partecipato a masterclass e lezioni speciali (come noi amiamo chiamarle) che hanno contribuito a coadiuvare la formazione dei ragazzi. Cerchiamo di trasmettere a questi ragazzi le nostre competenze artistiche perché vogliamo che possano inseguire il loro sogno con una preparazione solida e strutturata. La recitazione e il doppiaggio sono ambiti complessi e vogliamo che i ragazzi sappiano mettere a frutto la loro creatività, sperimentando e sviluppando il lavoro di squadra, essenziale per raggiungere i loro obiettivi al meglio. A&F non vuole, inoltre, creare false illusioni, vuole insegnare ai giovani a vivere ancorati alla realtà, senza costruire castelli in aria. Sono molto orgogliosa di questo mio ruolo di insegnante e sono felice di poter trasmettere tutto il mio patrimonio attoriale ereditato da straordinari professionisti come Renato Izzo, Maria Pia Di Meo, Cesare Barbetti, Vittoria Febbi (ne cito solo alcuni dei tanti che hanno avuto un forte peso sulla mia formazione), grazie ai quali ho imparato parole come disciplina e passione qualità indispensabili per questo mestiere. Questo cerco di trasmettere a questi giovani con molta umiltà insieme ai miei colleghi, ogni giorno, nella nostra scuola e spero che tutti possano avere presto o tardi delle chances in risposta al loro impegno e alla loro dedizione instancabile. Il passaggio del testimone è una cosa che nel tempo avverrà naturalmente; il tempo scorre e le voci cambiano e alcuni personaggi doppiati in passato da noi devono essere affidati necessariamente a voci giovani. A&F punta a formare giovani doppiatori e doppiatrici con la D maiuscola, che abbiano un bagaglio culturale importante e che a un certo punto della passeggiata possano andare avanti con le loro gambe; vogliamo costruire non solo dei professionisti ma anche delle menti dotate di giudizio critico e di personalità artistica, che possano respirare il mondo del teatro e del cinema a tutto tondo, anche attraverso uscite di gruppo organizzate dalla nostra struttura. Vi invito a seguire le nostre attività sui nostri social e sul nostro sito scuoladoppiaggioroma.it per spiare più da vicino la nostra realtà. Da noi troverete tanto amore, tanta professionalità e tanto lavoro di cui potrete fruire nel corso delle lezioni».

Nella nostra prima intervista se ricordi avevamo parlato proprio di come il vostro lavoro è cambiato nel corso degli anni, anche dal punto di vista di norme di sicurezza; guarda caso ci siamo sentiti proprio un anno prima del covid che ha comportato anche per voi cambiamenti improvvisi. Come hai vissuto questo passaggio?
«Il covid è stato un momento traumatico che, come tu stesso hai sottolineato, ha portato cambiamenti repentini anche nel nostro settore, come l’obbligo dei guanti e delle mascherine durante i turni. Ma ha anche portato ad una svolta radicale: l’impossibilità di accedere alle sale di doppiaggio se non in concomitanza dei turni per forti restrizioni imposte dai clienti: questioni di riservatezza dei prodotti lanciati sul mercato. Questo ha portato molta gente a vedere il doppiaggio come un ambiente elitario ed esclusivo non alla portata di tutti. Questa è una necessità legata a fattori di carattere tecnico. Per questo motivo sono contenta che la nostra scuola con le masterclass abbia potuto in parte colmare questa distanza tra i giovani e il mondo professionale. Una masterclass non è una garanzia di lavorare ma un'occasione per ampliare il ventaglio delle tue conoscenze. Non ci si improvvisa doppiatori, ma ci si diventa con anni di studio e di costante applicazione e perfezionamento continuo della dizione e della recitazione. Doppiare vuol dire lavorare con impegno, costanza e tanta resilienza».

Tornando all'intelligenza artificiale di cui stavamo parlando prima, sicuramente la vostra categoria è tra le più esposte. Ma a ben vedere in realtà stiamo andando incontro a uno scenario che davvero coinvolge tutti a livello generale, non solo in campo esclusivamente artistico.
«Come ti dicevo è giusto che il progresso vada avanti, ma non deve esserne fatto un uso smodato e fuori controllo. Purtroppo di controllo nel nostro settore ce n'è tanto. L'Anad, Associazione Nazionale Attori e Doppiatori, presieduta da Daniele Giuliani, sta facendo un enorme lavoro per mettere delle regole e per impedire che le nostre voci vengano sfruttate in maniera indiscriminata, come purtroppo è capitato a molti colleghi che hanno visto le loro voci modificate e utilizzate per intere serie, su applicazioni telefoniche o addirittura su dei siti a luci rosse. Mi rattrista leggere commenti di una cattiveria inaudita da parte di persone che non hanno capito a cosa stiamo andando incontro. Il doppiaggio non è da demonizzare perché permette di scegliere di seguire un prodotto comodamente nella nostra lingua e di consentire a tanta gente di fruire di un servizio di cui diversamente non godrebbe. Se il doppiaggio muore come auspicano queste persone, non finisce solo il nostro lavoro ma anche quello di tutte le persone correlate ad esso: fonici, assistenti, impiegati di interi uffici, società di servizi in generale. Tanti posti di lavoro spazzati via in poco tempo, tante famiglie in difficoltà. Permetteteci di fare il nostro lavoro e assimilatelo ad un servizio utile come tanti altri presenti nella nostra società. Facciamo in modo che l’intelligenza artificiale venga regolamentata e normata in modo intelligente. Evitiamo gravi cadute di stile, come quella che ha coinvolto di recente la trasmissione Splendida Cornice di Rai 3 che ha letteralmente clonato la voce del compianto Claudio Capone, suscitando comprensibile sdegno in tutti i nostri colleghi e non solo. È un atto vergognoso e il tentativo di porre rimedio alla gaffe è arrivato troppo tardi quando ormai il dado era tratto. Non solo per l’appropriazione indebita della voce, ma soprattutto per aver leso l’immagine di una persona che non è più tra noi. Se avessero voluto omaggiare il grande Claudio Capone, quando hanno maldestramente cercato di giustificarsi i responsabili, avrebbero potuto farlo con il materiale di repertorio. Davvero questa arbitrarietà e approssimazione sono preoccupanti come eredità per i nostri figli. Un episodio analogo è accaduto a me e alle mie colleghe con cui abbiamo doppiato la serie delle Winx. Ci siamo ritrovate ad ascoltare le nostre voci riprodotte con l'intelligenza artificiale, all’interno di alcuni canali di YouTube o TikTok sui video originali della popolare serie animata firmata da Iginio Straffi. I contenuti erano di una volgarità imbarazzante e non per una questione morale ma per una questione di rispetto e di decoro nei confronti di una madre che sa che gli amici del figlio che la conoscono in quanto voce del personaggio di Stella, possano entrare in contatto con i contenuti stessi. Non metterò mai limiti all’utilizzo della mia voce per supportare i miei fan e di chi vuole goderne per affezione ma questi episodi sgradevoli mi danno dei forti spunti di riflessione che mi spingono a tutelarmi e a proteggermi da futuri attacchi che potrebbero ledere la mia immagine pubblica».

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