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Intervista a Perla Liberatori   Tutte le interviste tutte le interviste
Perla LiberatoriTelegiornaliste anno XV N. 9 (591) del 13 marzo 2019

Perla Liberatori, doppiaggio col cuore
di Giuseppe Bosso

È una delle voci più conosciute e apprezzate del doppiaggio italiano, che si è accompagnata ad attrici come Scarlett Johansson, Hillary Duff e Lindsay Lohan. Abbiamo il piacere di incontrare Perla Liberatori, da anni anche volto del Gran Galà del Doppiaggio che annualmente si tiene in occasione di Romics presso la Fiera di Roma.

Cosa si aspetta dal Gala del doppiaggio 2019? Può anticiparci qualcosa?
«Dal Galà non mi aspetto nulla di particolare, mi basta che sia un pomeriggio all'insegna della serenità e del divertimento, dove si festeggia il doppiaggio e tutti i suoi addetti».

Cosa rappresenta per lei questo appuntamento al quale è ormai legata da anni?
«Il Galà del doppiaggio di Romics rappresenta una parte fondamentale della mia vita, lo curo come un figlio affinché ogni anno possa migliorarsi e portarlo ai massimi livelli. Rappresenta un modo per stare insieme, per assaporare la bellezza di questo lavoro e per ascoltare voci incantevoli e x celebrare come meritano».

Quali sono i momenti che maggiormente ricorda delle ultime edizioni?
«Il momento più emozionante è stato due anni fa quando ho premiato mio figlio che aveva 5 anni come una delle "vocine dal futuro", premio che abbiamo indetto da due anni per premiare i piccoli doppiatori che saranno il nostro futuro. È stato un momento molto tenero e mi sono rivista Io alla sua età, perché io ho iniziato più o meno come lui, a quell'età... è stato strano».

Nell’ultimo anno abbiamo assistito a una forte polemica tra l’attore Vincent Cassel e il mondo del doppiaggio: provocatoriamente, tra il serio e il faceto, cosa ne direbbe di assegnare un “Cassel d’oro” per il peggior doppiaggio, sulla scia dei Rizzie Awards?
«Si parla troppo del doppiaggio e troppo spesso purtroppo male, ormai abbiamo l'opportunità di scegliere cosa guardare e come guardarlo, quindi queste polemiche mi sembrano inutili e sterili. A volte il doppiaggio può non aver aiutato un prodotto, ma di certo non lo ha peggiorato: molto spesso ha migliorato e portato al successo un film, una serie, quindi mi piace che venga celebrato non demonizzato. Quindi non premierò mai qualcosa che potrebbe essere fatto male, anche perché so quanto impegno ci mettono tutti i miei colleghi».

Negli ultimi anni sono purtroppo venuti a mancare molti suoi colleghi: di chi sente maggiormente la mancanza?
«Purtroppo abbiamo perso tanti colleghi illustri e di tutti, almeno per quanto mi riguarda sento la mancanza! Sento la mancanza della professionalità, della serietà, di quello che hanno insegnato a tutti noi... ognuno di loro, chi più, chi meno ci ha lasciato una grande eredità e noi dovremmo essere capaci di portarla avanti nel migliore dei modi».

Dove potremmo “ascoltarla” prossimamente?
«Sicuramente mi sentirete presto sulla nuova serie della Casa di Carta e poi sto preparando altre nuove e bellissime serie e poi spero di poter continuare a dirigere perché è una cosa che mi piace molto, vedremo... incrociamo le dita! ».

Si sta affermando una nuova generazione di doppiatori: rispetto ai suoi esordi come è cambiato, secondo lei, il rapporto tra vecchia e nuova guardia?
«Sono cambiate moltissime cose da quando ho iniziato io, ora c'è meno voglia di investire sulle nuove persone, perché purtroppo i tempi sono più stretti, ci sono molte più regole x la sicurezza e quindi è diventato più complicato. Io nel mio piccolo cerco di aiutare questi nuovi ragazzi, ma mi rendo conto che non è molto e che è sempre più difficile; quello che gli posso dire è di non mollare e di non demordere. Di essere educati e mai spocchiosi, si avere pazienza perché prima o poi i risultati arrivano, se si umili e talentuosi: è un lavoro artistico che purtroppo non possono fare tutti, va trattato con rispetto e amore, non tanto x fare».

Negli ultimi anni è spesso ospite alle trasmissioni radiofoniche di Radio Cigliano, e non ho potuto fare a meno di notare che nei selfie inviati agli spettatori lei forma sempre un cuore con le mani: cosa rappresenta questo gesto?
«Il cuore è un modo x dire che amo questo lavoro, amo le persone che lo fanno e che lo seguono e x dire a chi mia ami, amici, parenti o ammiratori, che li amo e che farò sempre questo mestiere con amore e passione».

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