Telegiornaliste anno XX N.
5 (752) del
7 febbraio 2024
Rossa
Caputo, vi porto all'Hazbin Hotel
di
Giuseppe Bosso
Abbiamo il piacere di incontrare nuovamente
Rossa Caputo. Esponente di una storica famiglia del
mondo del doppiaggio, parliamo con lei di una recentissima
ma già molto apprezzata serie che l'ha coinvolta.
Bentrovata Rossa, è un piacere sentirti di nuovo.
Partiamo, inevitabilmente, dalla nuova serie animata che
grande successo sta avendo su Prime Video,
Hazbin Hotel: come la descriveresti
e come definiresti il tuo personaggio, Charlie Stella del
Mattino?
«Beh, Charlie è una forza della natura! Incredibilmente
dolce e insicura a tratti, ma guidata da una fede cieca
verso la sua volontà di cambiare le cose. L'ho trovato un
personaggio davvero bellissimo da doppiare! Piena di colori
e sfumature, di entusiasmo e passione, la sento
effettivamente molto simile a me».
Tra bene e male non c’è poi questa differenza così
manichea che i media ‘classici’ hanno a lungo rappresentato,
si potrebbe così sintetizzare il senso della serie o ritieni
si possa andare oltre?
«Credo che la serie miri effettivamente a scardinare il
concetto stesso di "bene e male", perché è vero, non è tutto
bianco e nero, ci sono sempre delle sfumature. Hazbin Hotel
sembra voler dire "ma lasciamo perdere questa storia del
Paradiso e dell'Inferno, siamo tutti uguali, tutti possono
sbagliare, perdoniamoci". L'ho trovato davvero un bel
messaggio».
Per gioco, se dovessi scegliere tra uno dei tuoi
precedenti personaggi, chi collocheresti in Hazbin Hotel?
«Devo dire che Villanelle di
Killong Eve è
sicuramente la primissima che farei ammettere all'Hazbin
Hotel! Ma anche Bean di
Disincanto e Dre di
Swarm
penso che ne potrebbero trarre giovamento».
Sei molto attiva sui social e in questi anni sei stata
tra le presenze più assidue ai ‘Dopocena’ di
Alessio Cigliano: il filo diretto con i fans è anche
un’occasione per cogliere spunti di miglioramento?
«Assolutamente sì! Lo ritengo anche indispensabile. E poi
ammetto che amo molto fare divulgazione sul Doppiaggio,
aiuta anche il pubblico a capire meglio il nostro lavoro, le
difficoltà che affrontiamo e cose di questo genere».
La prima volta, in chiusura, mi dicesti “sperando di non
crescere mai davvero, in realtà cerco di non fare mai
progetti troppo a lungo termine”: è ancora così o crescendo
qualcosa è cambiato?
«La verità è che non sento di essere cresciuta, continuo a
sentirmi una ragazzina che si è appena affacciata al mondo e
alla vita. Continuo a vivere molto "alla giornata", se
vogliamo, e continuo ad approcciarmi al mio lavoro con
l'entusiasmo di una bimba!».
Innovazioni tecnologiche dovrebbero migliorare le nostre
vite ma paradossalmente rischiano di avere ripercussioni
negative su settori come il vostro. Cosa ne pensi?
«Penso che l'avanzamento tecnologico abbia sempre e comunque
un aspetto positivo. Io sono pro all'utilizzo delle nuove
tecnologie, ma nel limite del rispetto della natura e della
dignità umana, ovviamente. Come in tutte le cose, ci vuole
moderazione e intelligenza a mio parere».