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Intervista a Margherita e Giulietta Rebeggiani   Tutte le interviste tutte le interviste
Margherita e Giulietta RebeggianiTelegiornaliste anno XIX N. 21 (737) del 20 settembre 2023

Le sorelle Rebeggiani, voci emergenti
di Giuseppe Bosso

Abbiamo il piacere di incontrare le sorelle Margherita e Giulietta Rebeggiani, voci e volti emergenti non solo del mondo del doppiaggio. Si ringrazia per la disponibilità Sara Martinelli di Studio Emme.

Benvenute, Margherita e Giulietta: anzitutto come vi siete avvicinate al mondo del doppiaggio e qual è stato il vostro primo personaggio?
Giulietta «Mi sono avvicinata iniziando a studiare doppiaggio alla MTDA; poi dopo un corso che è durato un paio di anni è arrivato un provino per Ada, la piccola scienziata, una serie per bambini di Netflix, molto carina, prodotta tra gli altri dagli Obama, che è finalizzata a spiegare ai piccoli i primi rudimenti sulla scienza, per spronarli ad essere curiosi e fare domande. Ho avuto la fortuna di fare questo provino per un personaggio di cui serviva anche la parte cantata, che ho vinto, ed è iniziato tutto da lì».
Margherita «Ho studiato moltissimo, senza quello non si può fare strada. Anch’io ho frequentato la MDTA per tre-quattro anni; il primo progetto di doppiaggio, cantato, è stato con Francesco Longo direttore per il film natalizio di Netflix Jingle Jungle; poi ho vinto un provino per un altro progetto di Netflix, per la serie Ridley Jones, in cui ho doppiato la protagonista sia per i dialoghi che per la parte cantata. Li considero entrambi il mio battesimo da doppiatrice».


Tra di voi c’è più complicità o competizione?
Giulietta «Complicità, mai state in competizione. O se facciamo provini per gli stessi ruoli cerchiamo di supportarci».
Margherita «Assolutamente complicità, abbiamo sempre avuto un bel rapporto a prescindere dal lavoro che non dovrebbe mai interferire nei rapporti sociali e familiari».

Margherita, l’anno scorso molto successo ha avuto la serie Netflix Mercoledì nella quale presti voce a Enid, interpretata da Emma Myers: è un personaggio e un’attrice nella quale ti riconosci?
«Per quanto riguarda la vocalità mi sono trovata molto comoda, essendo un personaggio sempre solare che mi ha portato ad usare delle tonalità alte, anche dal punto di vista musicale. Avendo la voce un po’più scura, paradossalmente, mi trovo meglio con personaggi che hanno questo tipo di vocalità, è stato davvero un match pazzesco da questo punto di vista con lei. Dal punto di vista interpretativo mi riconosco un po’ in Emma, tra le due sono molto più Enid decisamente (ride, ndr)».

Tu, Giulietta, invece, sei tra le principali interpreti di Le cronache di Nanaria che si inserisce in un filone di fiction per giovanissimi per così dire ‘impegnate’, dopo le due serie Crush di cui abbiamo avuto modo di intervistare le protagoniste Anita Serafini e Ludovica Porreca: è segno che ormai la tv dei ragazzi ha definitivamente abbandonato la strada del puro intrattenimento per una maggiore sensibilizzazione dei giovanissimi a queste problematiche?
«Per me è stata una bellissima esperienza anzitutto per il clima di amicizia che ho trovato sul set con i miei compagni di avventura, che sento ancora adesso. Quando ho letto che la serie avrebbe trattato il tema della dislessia mi ha incuriosita perché penso che molti di noi abbiano almeno un amico dislessico, e nessuno di noi abbia idea di come ci si sente davvero ad esserlo; sono stata davvero felicissima di aver preso parte a questo progetto che è anche un invito a fare un passo avanti dal punto di vista della mentalità».

Da tempo ormai non si fanno più turni con più doppiatori insieme: questo può penalizzare in qualche modo voi ‘nuove leve’ dalla possibilità di lavorare a diretto contratto con i doppiatori e le doppiatrici più esperte?
Giulietta «A me è capitato qualche volta di fare turni con altre persone; come in tutte le cose si impara meglio se guardi di persona all’opera i veri professionisti del mestiere; aiuta tantissimo, ma aver potuto studiare in una scuola validissima è stata comunque una buona base di partenza».
Margherita «Sono dell’opinione che sul campo pratico impari il triplo, e se potessi doppiare in sala a contatto con i signori del doppiaggio sarebbe preferibile… ma ciò non toglie che impari moltissimo anche potendo lavorare anzitutto con validi direttori, e per fortuna abbiamo avuto la possibilità di trovarne tantissimi nel nostro percorso. È doppiando che si impara, vivere l’ambiente».

Prossimamente dove potremmo ‘ascoltarvi’?
Giulietta «Ho girato una fiction di Ricky Tognazzi e Simona Izzo lo scorso inverno, Se potessi dirti addio, che andrà in onda su Mediaset. Per quanto riguarda il doppiaggio ci sono molte cose in arrivo, tra le quali un film che uscirà a Natale, A Christmas Mistery, in cui doppio la protagonista».
Margherita «Ho girato un film con Umberto Contarello che prossimamente dovrebbe essere distribuito nelle sale. Per il doppiaggio ci sono tante cose, l’unica cosa che consiglio è di seguirmi su Instagram sul mio profilo che è continuamente in aggiornamento».

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