Telegiornaliste
anno III N. 32 (110) del 10 settembre 2007
Paola Cambiaghi, il buongiorno si vede dal mattino
di Giuseppe Bosso
Incontriamo questa settimana
Paola Cambiaghi,
conduttrice della rassegna stampa dell'edizione estiva di Omnibus con
Aldo Torchiaro.
Nata a Morbegno, in provincia di Sondrio, Paola
ha debuttato sulle reti Mediaset affiancando Raimondo Vianello in Studio
tappa. Nel 2000 è passata in Rai dove ha partecipato a I fatti vostri,
Sereno variabile e, dall'estate 2003, Uno mattina. Nel gennaio 2005 è
approdata a La7, dove ha sostituito Marica Morelli alla conduzione di Omnibus.
L'abbiamo vista anche a Il Gol sopra Berlino, durante il Mondiale di
Germania, e, con Roberto Bernabai, ad Areagol la scorsa stagione.
Sembra tutto tornato a quattro anni fa, Paola:
il caldo torrido, il Milan campione d'Europa e tu costretta a rinunciare alle
vacanze per un importante progetto professionale: che differenze trovi tra
quella
Uno mattina estate del 2003 e questa
Omnibus estate?
«Io credo che l’estate sia un buon periodo per
affrontare esperienze importanti come queste.
Omnibus è da sempre un programma molto
seguito, a cui ho lavorato in passato e a cui sono molto affezionata. Ho
accettato con entusiasmo la proposta del direttore
Antonello Piroso di collaborare con Aldo e
Luisella, anche perché si trattava di un'importante riconferma da parte di La7.
Così come ho lavorato con piacere a Uno
mattina estate con
Franco Di Mare,
Sonia Grey,
Maria Teresa Ruta - per la versione Sabato
& Domenica - e le altre ragazze. Tra cui
Caterina Balivo e
Eleonora De Nardis».
Quando nel gennaio 2005 sei subentrata a
Marica Morelli nacquero non poche
perplessità , anche nel nostro
forum, principalmente per il fatto che non
eri giornalista professionista. Le perplessità sembrano ora superate: cosa vuoi
dire a proposito?
«Che il pubblico fosse dispiaciuto di non vedere
più Marica è comprensibile. Quando porti avanti un programma da tanto tempo e lo
fai bene la gente si affeziona e ti identifica con quella trasmissione. Per
quanto riguarda il discorso dell'Albo
dei giornalisti, capisco che chi fa parte di una categoria che ha delle
istituzioni tenda a tutelare gli iscritti, però credo che talvolta si possa
assumere un atteggiamento un po' più elastico, come del resto mi pare abbia
detto anche Aldo stesso quando l’avete intervistato. Se poi, come mi dici,
quelle perplessità sono state superate, ciò non può che farmi piacere. Per la
rassegna stampa di Omnibus l'elemento più importante è informare i
telespettatori usando obiettività, precisione e chiarezza, fondamentale per la
lettura dei quotidiani che si svolge nelle prime ore del mattino, quando il
pubblico si è appena svegliato».
Che
rapporto hai avuto, finora, con i giornalisti più esperti di La7?
«Molto buono. È sempre bello poter avere accanto
qualcuno che ha maggior esperienza; si può migliorare e ottenere grandi stimoli
per crescere professionalmente».
Hai alle spalle una lunga formazione di
conduttrice in programmi di intrattenimento, hai lavorato con personaggi come
Vianello, Iva Zanicchi e Bevilacqua. Ora sei passata all'informazione su La7:
continuerai questo percorso?
«Questa svolta è stata davvero stimolante, mi
auguro di continuare così. Da quando sono a La7 ho vissuto parentesi molto
belle, sia ad
Omnibus che in ambito sportivo con
Darwin Pastorin l’estate scorsa a
Il gol sopra Berlino e quest’anno ad
Areagol. Tuttavia, anche a Unomattina
e a
Sereno variabile mi occupavo di
interviste e servizi che avevano contenuti d’informazione. Potendo scegliere,
avrei dato fin dall'inizio una linea più definita al mio percorso lavorativo, ma
non sempre ti vengono offerte le possibilità che desideri. In ogni caso, ho
sempre lavorato con impegno».
Pensando a te è il caso proprio di dire
«iniziare la giornata con il sorriso»: è l'atteggiamento giusto anche per
affrontare la lettura di notizie gravi o dolorose?
«Purtroppo è vero che buona parte delle notizie
che io e Aldo dobbiamo leggere al mattino sono negative, e quest’estate non è
certo stata da meno. In questi casi mantenere una certa serietà è doveroso,
senza però negare che, quando ci capitano tra le mani notizie un po’ più
leggere, un sorriso possa anche scappare, ma è anche un modo per coinvolgere il
pubblico da casa».
Sempre sorridente e solare, ma non ti è mai
capitato di pensare di porti in maniera un po' più aggressiva?
Paola Saluzzi, che quando conduceva Uno mattina
era tutto miele e sorrisi, tempo fa ha ammesso di
essersi pentita di quel periodo.
«Non so esattamente cosa intendesse dire la
Saluzzi, comunque io sono così di carattere. Sono tendenzialmente solare e
positiva, tanto sul lavoro quanto nella vita privata. E' un atteggiamento che mi
viene spontaneo e non lo faccio certo per ingraziarmi la gente. Essere ben
disposti verso gli altri credo sia una buona regola da seguire nella vita, anche
se quando serve non esito a tirare fuori le unghie».
Dopo Vallettopoli sembra che il piccolo
schermo inizi a puntare su ragazze acqua e sapone come te: cosa ne pensi?
«Che sia la strada giusta da seguire lo credo
fermamente, ma non mi pare, a pensarci bene, che siano cambiate molto le cose.
Vallettopoli non è che l’ennesimo caso-polverone che ha caratterizzato il nostro
Paese, e che dopo aver creato un grande scompiglio iniziale si è affievolito.
Semmai sono stati in parecchi a guadagnarci, quei personaggi che dal caso hanno
ottenuto una grande notorietà, e non serve certo fare nomi, sono sotto gli occhi
di tutti. Per il resto, preferirei una tv meno volgare e in cui vengano superati
alcuni stereotipi che riguardano le donne. E' ovvio che tutti cerchino di
valorizzare la propria immagine, ma la bellezza non deve essere considerata un
fattore a discapito della credibilità professionale. Si può essere belle e brave
allo stesso tempo. Luisella Costamagna, in questo senso, è un
perfetto esempio di donna che è riuscita a coniugare eleganza e
professionalità».
Concludiamo con un gioco: Paola, chiudi gli
occhi e immaginati tra dieci anni. Sei conduttrice di programmi di
intrattenimento o anchorwoman d'assalto?
«Non escluderei nessuna delle due possibilità. Mi
piacerebbe trovare un'applicazione pratica nel lavoro dei miei studi: sono
interprete e l'anno prossimo mi laureerò in Scienze Storiche. Mi risulta
difficile però fare programmi a lunga scadenza, visto che non so mai con
certezza cosa farò tra una settimana. Come tutte le medaglie, questo lavoro ha
il suo lato buono e il suo lato negativo; il primo è che puoi scegliere tra
tante esperienze e molti campi in cui cimentarti, il brutto, ahimé, è
rappresentato dalla grande incertezza. Non puoi mai sapere cosa ti riserva il
futuro. Dovendo proprio darti una risposta, spero vivamente di riuscire a
continuare a fare questo lavoro con la medesima passione di oggi e al tempo
stesso trovare spazi più definiti nella mia vita privata».