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Telegiornaliste anno XX N. 27 (774) del 23 ottobre 2024
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Serena
Battistini Miller, cuore e passione
di Giuseppe Bosso
Serena Battistini Miller, cesenate, è tra i volti di punta della fortunata
trasmissione calcistica Diretta Stadio. Abbiamo il piacere di
incontrarla.
Lei e il calcio: un binomio nato per caso o per passione?
«Un binomio fortemente sognato, fortemente voluto e fortemente realizzato.
Da diversi anni ho avuto la fortuna di aver trasformato la mia più grande
passione in professione. Sono cresciuta pane e calcio e non è una frase
fatta».
Questa esperienza da ‘moderatrice’, per così dire, del dibattito
nell’ormai consolidato programma sportivo Diretta Stadio, in
alternanza con altre colleghe, com’è nata e con quali prospettive l’ha
affrontata?
«Più che moderatrice mi ritengo conduttrice e giornalista. Non solo "modero"
gli opinionisti presenti in studio durante la diretta, ma esprimo anch'io
allo stesso le mie opinioni, affronto i temi più delicati e ostici
innescando il dibattito, aggiungo l'informazione sportiva, numeri e
statistiche sono da sempre imprescindibili per me. C'è uno studio e una
preparazione in diretta, poi è tutto "live" quindi non si può sbagliare!».
Non si sente, però, per così dire, un po’ “maestra di alunni istrioni”
visto come talvolta la trasmissione nei toni tenda a debordare?
«Amo il format, è storico e ancora oggi gli ascolti ci premiano. Mi
entusiasma poter dire la mia, in un ambiente prettamente maschile una donna
deve saper farsi spazio e l'aspetto esteriore conta ma deve essere in
secondo piano. Durante la trasmissione capita di dover placare gli animi se
si accendono i toni, diciamo che sono molto sicura di me stessa e quindi non
ho timore. Una brava giornalista deve imparare anche questo...».
Le piacerebbe dare spazio anche al calcio femminile nella trasmissione, o
ritiene che l’interessamento degli ultimi anni sia stato solo un fuoco di
paglia?
«Si sono fatti passi in avanti ma ancora non ha raggiunto lo stesso valore,
a piccoli passi sono convinta che potrà avere lo spazio che merita».
È molto seguita anche sui
social: ma questa visibilità non rischia di essere un’arma a doppio
taglio?
«Assolutamente sì, ne sono consapevole. Anche perché pubblico molto le
passioni, il mio tempo libero, i miei viaggi e so che questo può generare
critiche. Ma nel 2024 credo sia giusto evolversi e valutare come una persona
svolge il suo lavoro non per ciò che pubblica ma per come lo fa».
A parte il lavoro da giornalista e in televisione, chi è Serena?
«Serena è una ragazza sognatrice, raffinata, determinata e solare. Amo
vivere intensamente, ci metto il cuore in ogni cosa a cui tengo e vivo di
passioni!».
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Chiara
Tortorella, tra Io Canto e R101
di Giuseppe Bosso
L’avevamo incontrata la
prima volta nell’ormai lontano 2007. Da allora
molte cose sono cambiate per Chiara Tortorella, da qualche
settimana nel cast della nuova edizione del fortunato talent
show di Canale 5
Io Canto Generation, condotto da Gerry
Scotti, nonché speaker dell’emittente radiofonica R101 dove
al mattino la possiamo ascoltare nel morning show
La Banda di R101.
Chiara le tue prime impressioni di questa nuova edizione
di Io Canto Generation?
«Le prime puntate sono state molto positive, è una vera
generation di fenomeni. Ora vediamo come andrà questa
edizione, ma le premesse ci sono tutte! Ho già i miei
favoriti ma non voglio ancora sbilanciarmi».
Tra i concorrenti che hai conosciuto nella scorsa
edizione e in questa fase di selezioni che hai seguito
ritieni che potranno nascere davvero dei futuri protagonisti
del panorama musicale italiano?
«Marta Viola, vincitrice della prima edizione, sta già
correndo con le sue gambe. L’ho potuto riscontrare anche
quando è venuta in trasmissione a R101 a presentare il suo
singolo, e ha saputo mettere a frutto anche il premio che
l’ha vista per una settimana alla New York Film Academy di
Firenze, tanto che prossimamente sarà anche a New York per
proseguire questa strada. Vedremo ora in questa edizione».
Ormai possiamo dire che il talent show, non solo Io
canto, rappresenta per questi giovani e giovanissimi artisti
un trampolino di lancio rispetto ai tradizionali festival:
non c’è il rischio che il lato intrattenimento prevarichi
rispetto a quello artistico, secondo te?
«Parlare di rampa di lancio per ragazzi poco più che
quattordicenni mi sembra inappropriato; andiamo alla
scoperta di giovani talenti per spingerli ad andare oltre,
anzitutto senza trascurare la scuola e poi eventualmente
cercare, una volta maggiorenni, di cogliere eventuali
occasioni. Il talent è un modo per farsi conoscere, una cosa
che potrà far parte del loro curriculum un giorno, può dare
quella spinta in più».
Sono passati diciassette anni dalla nostra prima
chiacchierata, allora eri tra i volti di punta di All Music,
oggi chiusa: per un periodo ti eri, per così dire,
‘defilata’. Cosa è successo e cosa ti ha riportato indietro?
«Anzitutto è successo che la musica per un periodo ha smesso
di essere protagonista in televisione, cosa che purtroppo
continua tuttora se escludiamo i talent, appunto; restano
Sanremo e pochi altri festival, All Music come dicevi ha
chiuso i battenti, Mtv è diventato un raccoglitore diverso
da quello che è stato un tempo; non ho più trovato una mia
dimensione nel mondo dello spettacolo e dopo quell’ultima
esperienza che è stata Cargo Scalo 76 su Raidue che
raccoglieva in qualche modo l’eredità di Top of the Pops
non ho più trovato un contenitore che rispecchiava le mie
prerogative, e così ho deciso di seguire l’altra grande
passione della mia vita, ho iniziato a lavorare nel mondo
del paracadutismo in estate, facendo altri lavori d’inverno,
poi come istruttrice di paracadutismo indoor per poi
riapprodare in Radio, dove voglio stare perchè ho sempre
cercato di unire la musica al mio lavoro».
Sei diventata parte integrante del team di Radio R101: in
questa nuova veste quanto c’è del background che ti porti
dietro da personaggio televisivo di trasmissioni musicali e
programmi per ragazzi?
«Tanto, anche se è un mondo completamente diverso. Da tempo
R101 è anche in video e questo mi aiuta, ma all’inizio era
molto più difficile senza la possibilità di ammiccare alle
telecamere, incepparsi, poter parlare con un sorriso era
molto più difficile. Sicuramente l’esperienza di tanti anni
di televisione mi ha dato la forza di buttarmi in questa
nuova avventura, all’inizio mi mancava il supporto della
telecamera (per poter ammiccare dopo una gaffes ad esempio)
ma imparare un modo per me tutto nuovo di comunicare, solo
con la voce e le parole, è stata una delle più belle sfide
della mia vita. Su R101 ho iniziato con programmi nel
weekend per poi trovarmi nel morning show, prima in diretta
dalle 5 alle 9 e gradualmente posso dire di aver trovato la
mia dimensione con la Banda di R101».
Quali differenze hai riscontrato rispetto alle tue
esperienze televisive, essendo la radio un mezzo dove conta
molto la tempestività e il filo diretto?
«Dinamiche diverse, è proprio un altro lavoro che ho dovuto
ricominciare daccapo, ma con molto piacere, visto che prima
di R101 avevo lavorato a Radio Milano Uno, emittente che
trasmetteva a Milano e a Roma, per poi passare a Radio 2 nel
programma Decanter con Federico Quaranta e L’Inutile Tinto.
Entrare come terza speaker di un programma consolidato è
stato importante per apprendere i tempi radiofonici, per poi
trovarmi oggi ‘capobanda’ con questo risveglio mattutino in
cui carburiamo insieme ai radioascoltatori trattando
argomenti seri e leggeri al tempo stesso».
Molto successo ha avuto il Tortorella Challenge,
questo gioco dove gli ascoltatori vengono messi alla prova
dovendo inventare le “peggiori battute”: com’è nato, quali
sono se ricordi i momenti che più ti sono rimasti impressi e
possiamo dire che se è difficile far ridere è altrettanto
difficile farlo cercando di essere volontariamente pessimi
battutisti?
«Cosa fa ridere è un concetto davvero molto soggettivo, può
andare potenzialmente bene tutto. Il programma è basato
anzitutto sull’interazione tra noi conduttori e i
radioascoltatori, e proprio in quest’ottica è nato il
Tortorella Challenge, quando facevo il Very Morning
Show che iniziava alle 5, una mattina in cui ho fatto
una battuta per scherzo, da appassionata da sempre di giochi
di parole. Mi capitava ogni tanto di rientrare nella
Banda di R101 e ogni tanto inventavo una battutaccia,
stuzzicando così la fantasia degli ascoltatori che hanno
iniziato a ‘sfidarmi’ con battute una peggio dell’altra,
sempre sullo stesso tema, e così è diventato un vero e
proprio gioco che ogni giorno può manifestarsi in modi
diversi, è sempre uguale ma cambia ogni giorno, e gli
ascoltatori lo arricchiscono a modo loro quotidianamente, ad
esempio mandandoci sigle alternative, cambiando le parole
alle canzoni a tema Tortorella Challenge. Alcune sono
uno spettacolo nello spettacolo. Anche questo è fare radio,
da una vera e propria casualità nasce un’idea che poi col
tempo piace e si consolida».
Sei l’elemento femminile della Banda di 101, come
in passato ti è capitato più volte di esserlo in varie
trasmissioni a cui hai partecipato: in futuro ti potrebbe
piacere un’esperienza tutta al femminile, magari al fianco
di persone con diverso percorso professionale rispetto al
tuo?
«Certamente, ogni cambiamento, ogni sfida che la vita ti
pone può essere stimolante; ma è già capitato, anche per
sostituzione, di dover affiancare altre donne e mi sono
sempre trovata bene».
Chiara, ti spaventa il domani o il vissuto che hai alle
spalle ti ha insegnato a godere di più il presente?
«A volte trovo un po’inutile tutto questo pensare con ansia
al futuro, come rimasticare sul passato».
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Giallo
Garda: podio per Letizia Vicidomini
di Antonia del Sambro
Speaker radiofonica per importanti emittenti nazionali e
scrittrice di successo,
Letizia Vicidomini dopo aver collezionato consensi
di pubblico e critica e riconoscimenti in prestigiosi
eventi letterari, ora si porta a casa anche il terzo premio
del
Festival Giallo Garda.
Arrivato alla sua decima edizione, l’evento che vede la
partecipazione dei più importanti autori di genere
italiani e dei più apprezzabili libri internazionali
tradotti, è ormai un appuntamento consolidato e
seguitissimo a cui l’editoria di genere del nostro
Paese guarda con interesse per capire i gusti dei lettori
e per tenere d’occhio gli autori più graditi.
La Vicidomini si è aggiudicata il podio con il suo romanzo
Salvami edito da SetteChiavi nella
collana Passe-partout, un romanzo breve e intensissimo
con pochi, precisi e indovinati
personaggi.
E la motivazione della Giuria del Festival è precisissima
e chirurgica e sottolinea come l’autrice sia riuscita
brillantemente a pennellare le manifestazioni criminose
di un rapporto possessivo.
Salvami è uno di quei romanzi trasversali che
possono essere letti e apprezzati da lettori di ogni genere
e che va tenuto nella propria libreria per l’intensità
della scrittura della Vicidomini e per l’assoluta originalità
della trama.
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