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Telegiornaliste anno X N. 17 (405) del 5 maggio 2014
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TGISTE Brigitte
Esposito, la mia vita Bryosa
di Giuseppe Bosso
Intervistiamo la giornalista, conduttrice tv e speaker radiofonica
Brigitte
Esposito.
Ricordi la tua prima volta davanti a una telecamera?
«Un amico attore mi chiese di realizzare un reportage di una partita del cuore;
feci le interviste a bordocampo; un po’ di emozione c’era, ma fu un inizio
splendido, con bryo!».
Appunto ti chiamano Bryosa: perché?
«Più che un soprannome è uno slogan, il mio modo di vivere; nasce come potrete
intuire dal mio nome; è il modo con cui mi rapporto ai personaggi che
intervisto, con incursioni che sono però di un’amica che non sconfina mai nel
gossip, cosa che non mi piace, ma si mantiene soprattutto sulla linea
artistica».
Radio o tv: in quale di questi contesti ti senti davvero di nuotare nelle tue
acque?
«La radio mi piace tanto, è un mondo che ho scoperto da ormai due anni, ma è la
televisione il mezzo che mi permette di pormi davanti a tanta gente che non
conosco, che può essere tanto un bambino quanto un anziano».
Ti abbiamo vista anche in un
passaggio in Rai a Non sparate sul pianista: ti sta stretta la
provincia campana?
«Fu una bellissima esperienza, con professionisti come Fabrizio Frizzi, ma non
avverto questa sensazione, anzi; sono rimasta con gioia nel mio territorio, è da
qui che sono partita come credo sia importante in generale iniziare, dal luogo
delle proprie origini; sono orgogliosa di quello che ho fatto e che sto facendo,
magari avrei potuto anche affermarmi fuori, a Roma o a Milano, ma è una scelta
coraggiosa anche quella di restare in un posto dove i giornalisti sono
tantissimi e la concorrenza è non meno agguerrita che in una grande realtà;
magari un giorno potrebbe anche capitarmi di andare fuori, ma in quel caso mi
mancherà tantissimo quello che ho vissuto».
Ti è mai capitato di ricevere proposte indecenti o di subire compromessi?
«No, sono contraria a queste scorciatoie; mi è capitato di essere giurata in
concorsi di bellezza ed è proprio questa la domanda che faccio ai concorrenti,
se scenderebbero a compromessi per entrare nel mondo dello spettacolo, per
capire fino a che punto questi giovani sarebbero disposti a spingersi; io sono
partita da zero con le mie sole forze ed è così che voglio andare avanti, anche
se non dovessi andare oltre quello che ho ottenuto fino a questo momento».
Guardando in futuro più informazione o intrattenimento per te?
«Intrattenimento; ho scelto questo tipo di giornalismo perché è quello che più
mi piace; ma l’informazione ‘classica’ non è che mi dispiaccia, l’ho anche
fatta».
Tre regole di Brigitte dal punto di vista del look.
«Nessuna in particolare; cerco di essere contemporaneamente semplice ma al tempo
stesso di fare in modo di non passare inosservata, con qualche piccolo
accorgimento come l’anello con la B, la mia iniziale; ma soprattutto utilizzo
molto i colori, sempre all’insegna di questa commistione
semplicità/particolare».
Un desiderio per il futuro?
«Cercare di continuare a fare nel migliore dei modi il mio lavoro; oltre che
giornalista sono anche docente di inglese e francese, spero di continuare a
poter svolgere tutte e due le attività come ho fatto fino ad oggi». |
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NONSOLOMODA Pelle
perfetta con la scossa antirughe
di Silvia Roberto
L’invecchiamento è un processo naturale della vita;
cominciano a comparire le prime rughe e allora il
panico e la paura diventano amici/nemici di ogni donna; si
usano le prime creme accompagnate, a volte, da sieri
specifici che, a detta dei produttori, servono a ritardare
l’invecchiamento della pelle.
Ma sappiamo bene che questo non basta perché con il
passare del tempo qualsiasi crema risulta riduttiva; entra in
gioco il botulino, o per meglio dire “l’ossessione del
botulino” che ci costringe ad una serie di iniezioni
per eliminare gli inesorabili segni del tempo. Come ben sappiamo
il botulino (prodotto artificialmente dal batterio
clostridium botulinum) è una tossina che impedisce ai muscoli
di restringersi e contrarsi. Grazie ad una piccola
iniezione il muscolo si rilassa facendo così scomparire
le rughe.
Ma, care donne, udite udite, sembra che questa tecnica verrà
presto sostituita da una simile ma con un effetto migliore,
durevole anche due anni. La nuova invenzione arriva dalla
Grande Mela, scoperta da un docente della New York
University e sperimentatore del metodo, il dermatologo
Kenneth Mark. Si chiama scossa elettrica antirughe che
paralizza e distende i muscoli del viso.
Come dichiara lo stesso specialista i risultati sono gli
stessi ma quello che è diverso è il metodo d’azione: il
botulino blocca i neurotrasmettitori, inibendo il movimento dei
muscoli; la scossa elettrica, invece, sviluppa un piccolo
danno termico che blocca i nervi che comandano i muscoli.
Importante da sottolineare è che il nuovo metodo si può
utilizzare solo sulla zona frontale e della bocca mentre è
assolutamente vietato, almeno per adesso, la zona del
contorno occhi; i risultati raggiunti sembrano più che buoni
con una particolarità: il costo si aggira intorno ai 3.000
dollari. Ed allora non ci resta che scegliere: botulino o
scossa elettrica? |
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Ciao,
Stefano
di Giuseppe Bosso
Non è mai facile scrivere un 'coccodrillo', e da quando ho
iniziato questa splendida avventura di Telegiornaliste mi è
capitato fortunatamente poche volte; non è stato facile quando è
venuta a mancare Laura
Mambelli, che avevo da poco intervistato; e a maggior
ragione non è facile in questo momento, in cui io e tutti voi
abbiamo perso un amico, perché questo era per noi
Stefano Campagna.
Caro Stefano, non immagini il dolore che mi ha dato, in una
normalissima giornata di inizio maggio, accendere il computer e
apprendere questa terribile notizia, che tu non ci sei più; al
dolore si è immediatamente associato il ricordo di quel momento
in cui, con grande coraggio,
scegliesti proprio il
nostro sito per dire al mondo quello che da tempo volevi gridare
a viva voce senza alcun timore; ci
risentimmo tempo dopo e ti chiesi se ti aveva creato
problemi quel tuo outing, ma mi rispondesti di no: «Mi
stupisco che la cosa stupisca, e spero che smetta di stupire».
Non voglio cadere nella retorica, lascio ai tuoi colleghi e chi
ha avuto modo di conoscerti sicuramente meglio di come ho potuto
fare io in quelle due chiacchierate che abbiamo fatto;
preferisco conservare il ricordo di un professionista attento e
misurato, che amava il suo lavoro e che ha sempre avuto il
sostegno e l'affetto del pubblico, anche in quella poco
fortunata decisione di partecipare a Ballando con le stelle,
che lasciasti non senza qualche mugugno dopo poche puntate; non
è certo quello lo Stefano che io e che tutti porteremo sempre
dentro. Preferiamo pensare che adesso sei andato in una grande
redazione, con Laura, con Sara Bianchi
e i colleghi e le colleghe che abbiamo salutato in questi anni,
a continuare quello splendido lavoro che avete amato e ci avete
fatto amare. |
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PINK NEWS Occupazione
femminile, prospettive e incertezze
di Giuseppe Bosso
Non si è ancora spenta l'eco del primo maggio, tra il
tradizionale concerto di Roma e gli eventi connessi alla
festa del lavoro, e a maggior ragione merita una riflessione
sull'annoso, tanto in Italia quanto nel resto d'Europa e del
mondo, dell'occupazione femminile, ancora oggi pesante
tallone d'Achille della piena e compiuta emancipazione.
E a ben vedere, purtroppo, le prospettive sono tutt'altro che
incoraggianti: i dati Istat ci dicono che almeno
quattordici donne italiane su 100 sono senza lavoro, dato
stabile e leggermente in crescita rispetto al 2013; la crisi
economica gioca la sua parte, ma le cause sono sempre le
stesse: è molto difficile per una donna trovare un impiego
che al tempo stesso le consenta di essere lavoratrice e
moglie e madre allo stesso tempo, nonostante qualche timido
passo legislativo come la riforma che dovrebbe di qui a poco
bloccare l'odiosa pratica delle 'dimissioni in bianco'.
Dalle righe del Corriere della Sera è arrivata di recente
la bacchettata di Christine Lagarde, direttore del Fondo
Monetario Internazionale: «l'Italia è uno dei Paesi della
zona euro che incoraggiano meno la partecipazione delle donne al
mercato del lavoro. Un'inversione di rotta potrebbe avere
effetti benefici sulla produzione di reddito aggiuntivo e,
quindi, sull'uscita da un periodo di stagnazione».
Parole dure quelle di Lagarde, che speriamo vengano al più
presto recepite dalle istituzioni e dall'imprenditoria,
per passare davvero dalle parole ai fatti; cittadini e
cittadine, lavoratori e lavoratrici in attesa di occupazione
piena lo chiedono a gran voce.
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DONNE Elizabeth
Peters. Una scrittrice appassionata
di Maria Cristina Saullo
È famosa per aver scritto una serie di racconti,
incentrati sulla figura dell’ereditiera, appassionata di
archeologia, Amelia Peabody.
Elizabeth Peters, scomparsa lo scorso agosto, è molto
conosciuta in Italia per i suoi romanzi, ambientati in Egitto.
Il suo primo lavoro editoriale, pubblicato nel nostro Paese con
il titolo La sfida della mummia, è il primo libro in cui
appare Amelia Peabody; personaggio emblematico, che
caratterizza un ciclo di 17 episodi, tutti ambientati in Egitto
tra la fine dell’800 e l'inizio del ‘900.
La sua avventura comincia quando decide di andare nella terra
dei faraoni, insieme ad un’amica. Qui, troverà l’amore e,
nello stesso tempo, diventerà un'archeologa e una famosa
detective. Ed è proprio in queste aree del Mediterraneo più
suggestive e amate al mondo che la protagonista immaginaria di
Elizabeth Peters investigherà nell’area della città perduta
di Amarna, gestita da Walter e Radcliffe Emerson, due
fratelli archeologi.
Con quest'ultimo, nasceranno dei disguidi e delle divergenze
che, in seguito, si tramuteranno in amore. Poi,
Walter sposerà Evelyn, la ragazza inglese incontrata da Amelia
prima di partire per l’Egitto, vittima della truffa di due
criminali che la protagonista del romanzo smaschererà.
Una trama avvincente, ricca di suspense e lucidità
nel raccontare vicende che si intrecciano tra loro in una
cornice da favola.
L'autrice dei best seller, Elizabeth Peters, con il suo
bagaglio culturale ricco di tradizioni, enigmi da svelare e
trame avvincenti, lascia a tutti noi, le storie più
intriganti, ambientate in uno Stato da lei molto amato e
conosciuto: l’Egitto. Un Paese meraviglioso che riesce a
tramandare, ancora oggi, quel senso di maestosità e
mistero, avvolto in quegli scenari che solo un
ottimo conoscitore può descrivere. |
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