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Annapaola RicciTelegiornaliste anno VI N. 23 (240) del 14 giugno 2010

Annapaola Ricci, passione e sacrificio nel giornalismo
di Giuseppe Bosso

Incontriamo questa settimana Annapaola Ricci, giornalista della redazione società e sport del Tg1.

Dalla tua Sardegna a Roma inseguendo un grande sogno. La metropoli è una scelta obbligata per chi aspira a fare giornalismo ad alto livello?
«Forse sì. Anche l'esperienza milanese, con uno stage a Radio 24, è stata bella e importante per me. Partii dalla Sardegna, pensavo, per rimanere due anni a Roma; una specie di esperimento, insomma. Invece ne sono passati undici, ma ho vissuto sempre tutto con passione e impegno, a cominciare dai lavori sulla carta stampata nella mia regione con diverse testate, ma soprattutto il quotidiano L'Unione Sarda, grazie al quale ho mosso i primi passi. Entusiasmo e passione che ho anche ora».

Nella tua scheda leggiamo che sei di una testardaggine che sfiora il masochismo: è quell'arma in più che ci vuole per andare avanti nel nostro mestiere?
«Assolutamente sì. La passione e il sacrificio sono determinanti per poter resistere alle tante insidie che troviamo sulla nostra strada, e questo vale sia per i freelancer che per chi riesce ad arrivare a redazioni di grido».

Sembra proprio che i rapporti tra politica e cittadino siano ai minimi storici. L'informazione può svolgere un ruolo conciliante?
«Anzitutto dobbiamo riportare le notizie, far conoscere la verità; mantenere rapporti con le istituzioni sta poi alla coscienza del singolo. Non possiamo sempre e solo dare la colpa ai giornalisti se quello che abbiamo attorno non ci piace. Da questo punto di vista, non è infrequente scaricare sui media responsabilità che, in realtà, non ci appartengono del tutto».

Racconti di aver contratto fin da bambina il pericoloso 'virus' della lettura: può essere contagioso anche in questa Italia di pupe, reality & Co.?
«Spero proprio di sì! Siamo un popolo di tanti scrittori (anche chi non lo fa di mestiere....), ma non altrettanto di lettori. Sarebbe il caso di ritrovare tempo e passione».

Cosa farai da grande?
«Grazie a Dio, quello che sto già facendo».

E cosa ne pensi di Telegiornaliste?
«Mi piace l'attenzione che dedicate anche a chi non lavora in un grande circuito come quello delle tv nazionali. Mi ha lasciato però perplessa qualche foto di colleghe troppo scosciate, cosa che non fa bene all'immagine della professionalità femminile che è già abbastanza in crisi».

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