Telegiornaliste anno XX N. 1 (748) del
10 gennaio 2024
Rossella Pisaturo, dinamica a kerosene
di
Giuseppe Bosso
Abbiamo il piacere di incontrare nuovamente la giornalista radiofonica e
non solo
Rossella
Pisaturo, da ormai cinque anni voce apprezzata dell’emittente
RCS 75.
Bentrovata Rossella, tre anni dopo la nostra prima chiacchierata. Il
2023 che si conclude è stato per te un altro anno impegnativo ma anche
di grandi soddisfazioni come il premio “Franco Corbisiero” che hai
ricevuto lo scorso autunno: con quale spirito ti accingi ad affrontare
il nuovo anno che inizia?
«Il 2023 è stato un anno intenso e gratificante sotto l’aspetto delle
presentazioni, della radio e delle mie altre attività, lo storytelling
delle persone e il marketing. Sono molto felice di esser riuscita, nel
corso degli anni, ad aver instaurato una rete di rapporti e
collaborazioni. Quando vieni chiamata per la prima volta su un progetto,
può andare molto a fortuna. Esser riconfermata poi per l’anno seguente,
è certamente una sensazione impagabile. In questi (quasi) 9 anni di
carriera, mi sento di aver seminato tanto. I mesi più impegnativi a
livello di eventi, si susseguono tra l’estate e l’inverno. Adesso mi
trovi nel mood completamente satura. Ma tengo botta. Mi aspetto
certamente un 2024 scoppiettante!».
Come hai vissuto il “trasloco” dalla precedente alla nuova sede di
RCS 75? Simbolicamente possiamo dire che ha rappresentato una nuova era
per te e i tuoi colleghi?
«RCS 75 si è spostata dalla
Fabbrica, centro commerciale ubicato
nella periferia di Salerno al centro della città. Per me, ebolitana,
questo ha comportato il trasloco, tagliare il cordone ombelicale con la
mia città di origine. Per quanto riguarda la nostra attività
radiofonica, se prima eravamo portati magari a incentrarci molto
particolarmente sul bacino della Piana del Sele, adesso inevitabilmente
abbiamo ampliato la nostra utenza che si allarga a Salerno, a tutta la
provincia dal Cilento all’Agro Nocerino».
Non solo radio, allora come adesso: sei tra le più richieste ed
apprezzate presentatrici di eventi, convegni, serate e simili. Come
riesci a districarti tra così tante occasioni?
«Sono ubiqua! (ride, ndr) Scherzi a parte è davvero un tema cruciale;
purtroppo nella vita personale ci sono molte rinunce, mi rendo conto di
dedicarmi tanto al lavoro, ma chi mi conosce è consapevole che se non mi
faccio sentire non è per disinteresse. Amo il dinamismo, tanto che mi
dicono che vado a kerosene, proprio perché non mi piace la staticità, mi
annoia dedicarmi a una sola cosa, e così può capitare che in una stessa
giornata ci siano due eventi che mi portino da una città a un’altra,
anche lontana, dopo la radio o il lavoro in ufficio. Ma mi piace, ora
fisicamente e psicologicamente è qualcosa che reggo e che mi porta a
prendere tutto quello che di buono c’è. Sono felice così, quei giorni
come tra il 24 e il 26 dicembre che in occasione delle feste siamo stati
in pausa dai programmi in radio non sono stata bene».
Una vita così impegnata inevitabilmente porta a sacrificare e tanto
la vita privata. A cosa hai dovuto rinunciare più di tutto?
«Dei no a molte cose. Sono una ragazza che ama anche vivere la sua vita
ma è consapevole che c’è il rischio che quando non rispondi a delle
chiamate poi queste non si ripetono. Ma non passi il messaggio che io
viva solo di lavoro, quando ci si incentra troppo sull’aspetto
professionale c’è il rischio di andare in burnout; la rinuncia più
grande è sicuramente quella di togliere qualcosa alla vita privata e
alla famiglia».
Ci incontrammo la prima volta quando non ci eravamo lasciati
pienamente alle spalle il lockdown, quando, se ricordi, il leit motiv
ricorrente era “andrà tutto bene”, “ne usciremo migliorati” ecc.; mi
avevi detto che in quei mesi ti era mancato particolarmente il contatto
diretto con il pubblico, sia gli ospiti della tua trasmissione che gli
spettatori dei tantissimi eventi che ti coinvolgono: a distanza di tre
anni da quel triste momento, hai trovato un mondo più incattivito
rispetto a prima?
«Ho riscontrato nel mio quotidiano è che ci siamo abituati al mondo
dell’internet, del web.0, dell’intelligenza artificiale, al quale non
eravamo pronti ma in cui la pandemia ci ha inevitabilmente catapultati;
adesso la situazione si è in parte tranquillizzata, è rimasta un
po’quella mentalità dello smart working che ha affiancato la nostra
abitudine del lavoro di ufficio e di contatto con le altre persone;
questo ha facilitato, ma non si perda di vista il contatto umano, quelle
piccole cose come la pausa caffè che sono importanti per poter rendere
al meglio».
RCS 75 è un team in buona parte composto da splendide voci femminili,
esperte di musica come
Valeria Saggese, firme del giornalismo come
Giovanna Di Giorgio,
volti di spettacolo come
Manuela Lucchini e così via… pur non interagendo a stretto contatto
con loro in trasmissione hai avuto modo di assimilare qualcosa dalle
loro esperienze?
«Assolutamente. Io sono arrivata nel 2018, e rientro ormai tra le
veterane del turnover che ha portato nel corso degli anni anche altre
conduttrici che si sono alternate a quelle che c’erano prima del mio
arrivo. Ma per me è stato importante poter interagire con le ragazze che
hai nominato, e non solo loro; non c’è competizione tra noi, se ci
dobbiamo dire qualcosa o spalleggiarci cerchiamo sempre di darci una
mano anche se su settori differenti, dalla cronaca per me alla musica
per Valeria. Quando arrivai avevo alle spalle un’esperienza di tre anni
a Napoli nella Radio universitaria, avevo un background che ho poi
dovuto ampliare anche attraverso l’ascolto delle loro esperienze».
Radio, eventi, collaborazioni con brand, interviste a volti noti,
anche sport e politica: tra le tante sfaccettature della tua carriera
dove pensi di aver trovato la tua vera anima?
«Bella domanda… mi piace definirmi multitasking, proprio perché mi piace
seguire tante cose: a Casa Sanremo, con Veronica Maya, mi occupo di food
che però non è certamente l’argomento che seguo abitualmente; sono
eclettica e versatile, dove mi collocano per esigenze cerco in ogni caso
di dare sempre il massimo; la politica, anche locale, mi piace molto; mi
occupo di rassegna stampa, ma quando presento eventi come presentazioni
di libri o concerti c’è la parte culturale nella quale riesco a
calarmi».
RCS 75 si autodefinisce in home page una radio senza bavaglio:
Rossella Pisaturo è una voce senza bavaglio?
«Assolutamente. RCS 75 è una radio libera, io ho il mio programma che si
caratterizza per il fatto quali siano gli ospiti o gli argomenti che
tratteremo sono scelte che compio in piena libertà, senza dover
concordare o approvare proprio per la piena fiducia dell’editore,
conquistata negli anni grazie a un lavoro minuzioso. Mi piace scegliere
ospiti e notizie giorno per giorno, qualunque sia il settore o
l’argomento, in maniera estemporanea. Non ho davvero bavagli».