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Intervista a Lucia Damiata   Tutte le interviste tutte le interviste
Lucia DamiataTelegiornaliste anno XX N. 25 (772) del 9 ottobre 2024

Lucia Damiata, vita a motori
di Giuseppe Bosso

Incontriamo Lucia Damiata, a lungo volto della fortunata trasmissione dedicata ai motori Star Bikers.

Come nasce il suo amore per il mondo dei motori?
«Il mio amore per il mondo dei motori è nato molto presto. Il mio papà, appassionato motociclista, ha condiviso con me questa passione fin dalla mia più tenera età. A bordo della sua Laverda 1200, ho provato il brivido e l'adrenalina che solo una moto può trasmettere. Ho imparato ad andare in moto quando ancora non riuscivo a toccare terra con i piedi e da lì... il resto è storia».

Ha dovuto fronteggiare diffidenze o anche discriminazioni in un ambiente ancora strettamente maschile?
«Le affronto quotidianamente, le ho affrontate in passato e le affronterò in futuro. Nel mondo del motociclismo specialmente tra i giornalisti tester di moto ai livelli più alti, vedere una donna in sella soprattutto del sud Italia, è ancora una rarità. Spesso, durante le presentazioni stampa internazionali, sono ancora l'unica donna italiana del gruppo e finisco per essere inserita nel gruppo più lento o in coda perché mi chiamo "Lucia". Ma a me non interessa. L’essenziale è farsi valere, portare a casa un lavoro impeccabile e dimostrare sempre la propria professionalità. Ci tengo però a dire che, col tempo, si creano belle amicizie e diventare "la mascotte" del gruppo, non è poi tanto spiacevole».

Molte giornaliste che seguono il mondo dei motori che abbiamo intervistato ci hanno raccontato di come la cosa per loro più fastidiosa sia il dover quotidianamente dimostrare di non essere solo ‘belle presenze’ ma persone realmente appassionate di motori e corse: è stato così anche per lei?
«Sicuramente. Nel mio caso, però, c'è un attenuante: testando le moto di persona, sono quotidianamente chiamata a dimostrare le mie capacità su una grande varietà di motociclette, di ogni tipo e cilindrata. Perciò, per quanto la bella presenza possa contare, io lavoro in tuta, o con attrezzatura tecnica: casco, guanti, protezioni e stivali. Spesso devo registrare gli stand-up dopo 300 km in sella, con i capelli arruffati ed il trucco disfatto, e per quanto, da donna, vorrei mostrarmi sempre al meglio, credo che il video parli da sé. Ciò che conta per me è dimostrare di essere all'altezza del lavoro che ho scelto, di mantenere il ritmo dei miei colleghi uomini e di dedicarmi a corsi di guida per migliorarmi costantemente. Per quanto riguarda il settore auto, lì si lavora in abitino e tacchi, ma la competenza e la fiducia che il pubblico ripone in me, si trasmettono automaticamente dal mondo delle moto a quello delle auto. Questo aiuta, così come aiuta mantenere sempre un comportamento serio e professionale sia sui social che al lavoro».

Ha preso parte al fortunato e storico programma Star Bikers ed è molto seguita sui social: diventare un personaggio mediatico ha cambiato la sua vita? Si sente in qualche modo, sia pure ovviamente legata al mondo dei motori, una ‘influencer delle due ruote’?
«Diventare un personaggio mediatico ha indubbiamente cambiato la mia vita, anche se resto sempre fedele ai miei obiettivi. L’idea di diventare "un'influencer delle due ruote" è un miraggio che un collega giornalista aveva intravisto in me all’inizio della mia carriera, ma a cui forse non ho creduto fino in fondo. Tuttavia, mi ha aperto tantissime porte e sono grata per ciò che la vita mi ha riservato grazie alla mia più grande passione. I miei obiettivi, comunque, sono più orientati verso il giornalismo ed altre attività. Nel lontano 2017, quando postai la mia prima foto di lavori, ero una delle pochissime ragazze sui social a dedicarsi a questo campo. Ora, sinceramente, ritengo ci sia troppa apparenza e poca sostanza legata al mondo del motociclismo sui social. Star Bikers è stato il mio trampolino di lancio verso la carriera di tester e giornalista, mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di affermarmi sul territorio regionale. Rimarrà sempre nel mio cuore».

Sui suoi canali presenta le novità del settore motociclistico con test e prove: come nascono questi video e lei quali aspetti cerca di evidenziare soprattutto?
«Questi video sono interamente scritti, prodotti e pensati da me. Grazie agli anni di "gavetta" e alla possibilità di collaborare con colleghi giornalisti e con la redazione di Star Bikers, ho acquisito gli strumenti per svolgere questo lavoro in (quasi) completa autonomia. Ovviamente collaboro con colleghi del settore foto e video per ciò che non è possibile produrre da sola. Gli aspetti che cerco di mettere in evidenza sono sicuramente diversi rispetto a quelli che noterebbe un giornalista uomo poiché mi concentro su dettagli che spesso sfuggono ai miei colleghi maschi, data la loro diversa fisicità. È comunque fondamentale dare una panoramica delle informazioni generali di interesse per tutti, ma nei miei cerco sempre di includere considerazioni utili per il pubblico femminile. Mi soffermo su aspetti come l'ergonomia che varia da una fisicità maschile e femminile, la facilità di guida, il peso della moto e infine valuto se il prodotto sia adatto o meno ad un pubblico femminile. Essere una donna, di 1.72 m che guida una moto di oltre 200 kg, su cui spesso non riesco a toccare con i piedi per terra, non è necessariamente uno svantaggio se si tratta di fornire impressioni di guida».

Non posso non affrontare il tema della sicurezza stradale, più che mai all’ordine del giorno per le tristi notizie di incidenti che accadono abbastanza spesso, troppo spesso; lei in questo senso si è impegnata in qualche iniziativa?
«Assolutamente sì. Fin dall’inizio, anche grazie ai saggi consigli di colleghi giornalisti, ho adottato un atteggiamento molto serio nei confronti della sicurezza stradale. Cerco prima di tutto di dare il buon esempio personalmente rispettando le regole del codice stradale nei miei video, compatibilmente col fatto che spesso noi tester lavoriamo in tratti stradali controllati o adibiti al nostro test ride per la giornata con piloti apri-fila/chiudi-fila. Purtroppo troppo spesso, sui social, passa il messaggio sbagliato di ragazze in pantaloncini o top in motocicletta o peggio ancora di ragazzi molto seguiti che si improvvisano "tester" e danno cattivi esempi assumendo comportamenti estremamente pericolosi alla guida. Questo è un grosso problema, perché i giovani tendono a emularli. Mi impegno personalmente per combattere la disinformazione su questi temi, mettendo in guardia riguardo ai rischi di andare in moto senza abbigliamento adeguato. Inoltre, sono spesso impegnata nella promozione di attrezzatura tecnica al femminile, che testo in prima persona e che poi decido di consigliare o meno, evidenziandone le caratteristiche tecniche, i pregi e i difetti come se stessi parlando alla mia migliore amica. Infine, mi impegno anche a promuovere eventi dedicati alla guida sicura o corsi di guida in pista sul territorio».

I suoi prossimi impegni e le iniziative dove potremo seguirla.
«Al momento sarò sicuramente impegnata con la redazione di GPOne.com per le presentazioni stampa delle nuove moto che verranno svelate a EICMA 2024 e continueranno anche le video-presentazioni di auto. Continuate a seguirmi sui miei canali social, in particolare su Instagram @lucybethmoore, dove pubblico sempre tutte le novità».

Guardando in prospettiva, sarà sempre questo il suo mondo o in futuro potrebbe dedicarsi ad altro?
«Attualmente, mi dedico già ad altro. Sono infatti Ingegnere Civile libero professionista, ma ho deciso di non rinunciare alla mia passione per il giornalismo trasformandola a tutti gli effetti in un secondo lavoro di eguale importanza. Questo sarà sempre il mio mondo, perché non si rinuncia ai propri sogni».

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Telegiornaliste: settimanale di critica televisiva e informazione - registrazione Tribunale di Modena n. 1741 del 08/04/2005
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