Telegiornaliste anno XVII N. 28 (678) del
20 ottobre 2021
Silvia
Sacchi, chiarezza e imparzialità
di
Giuseppe Bosso
Recentemente approdata a Rai2 come inviata del programma
Ore
14 dopo parentesi a Tgcom24 e SkyTg24 incontriamo
Silvia Sacchi.
Benvenuta Silvia. Dalle Marche ai grandi network: quali sono stati
finora i passaggi salienti del tuo percorso?
«Avevo 17 anni e un forte desiderio di poter scoprire un mondo che mi
aveva sempre affascinato. Potrei raccontarvi tanti passaggi salienti, ma
quello che segna un prima e un dopo è stato sicuramente quando andai a
bussare alle porte della redazione de
Il Resto del Carlino della
mia città. Mi sentivo giornalista che ero ancora una bimba e lo ero
nella mia cameretta di casa. Ma volevo esserlo anche fuori. Non furono
tante le indicazioni che mi diede il giornalista di turno quel giorno.
Mi indicò un luogo e mi disse che lì avrei potuto trovare storie. Ci
andai e ne tirai fuori un paio davvero interessanti. Il giorno dopo lo
ritrovai in prima pagina».
Ci lasciamo alle spalle un'estate di grandi emozioni sportive per il
nostro Paese ma anche di polemiche tra green pass, vaccini sì o vaccini
no, e incertezze per il futuro: come l'hai vissuta dal tuo punto di
vista di giovane giornalista emergente?
« Le polemiche non mancano mai e con la pandemia si sono innescati
alcuni meccanismi per cui una parte della popolazione mondiale ha
reagito con profonda rabbia, sentimento che in redazione abbiamo sempre
cercato di non accentuare, lontani dal creare allarmismi, verificando
sempre le fonti e fornendo al contrario tutti gli strumenti per poter
meglio comprendere la realtà, Con l’auspicio di poterci lasciare alle
spalle polemiche e covid parliamo dell’incredibile Italia sportiva e di
una stagione di vittorie che sembra non finire mai. L’ultima con il
doppio trionfo europeo dell'Italvolley, ciliegina sulla torta di
un'estate eccezionale per lo sport tricolore. Dunque non resta difficile
immaginare quanto sia stato interessante per una giornalista poter
raccontare questa scalata degli azzurri sia verso la vittoria degli Euro
2020 soprattutto nella finale a Wembley della coppa degli europei di
calcio sia verso le 40 medaglie di Tokyo 2020».
Si è molto discusso sul ruolo dell'informazione in questo momento, in
particolare sul virus e sulle sue varianti: come hai cercato di porti
sull'argomento?
«Come dovrebbe sempre fare un giornalista: chiarezza e imparzialità. Per
fare questo prima di tutto il giornalista deve essere preparatissimo
sulla materia in questione per poterla esporre nella maniera più
comprensibile. Dunque una calda estate passata tra le letture e una
grande ricerca in merito. Accuratezza e trasparenza è quello che si
ricerca da un professionista, altrimenti ormai sono tanti i canali su
cui oggi è possibile informarsi. L’obiettivo primario di un tg è
informare senza posizionarsi, ma offrendo ai telespettatori tutti gli
strumenti con cui poter costruire la propria opinione».
Veniamo all'approdo nei grandi network nazionali. Prima di
concentrarci su quello che stai facendo ora, parliamo dell’ultimo
periodo nell’all-news di Sky, che rappresenta per un giovane giornalista
una delle massime aspirazioni professionali, è stato così anche per te?
«Direi di sì. Leggi Sky News e pensi: qualità e innovazione. Una tv che
ha cambiato molte regole del “gioco”. In primis è stato il primo canale
in UK a trasmettere una programmazione interamente dedicata
all’informazione. Riferendoci a Sky Italia è incredibile pensare come in
pochi anni sia riuscita a conquistare autorevolezza e a imporsi in un
panorama di informazione televisiva giornalistica già definito. E in
tutto questo non solo si è inserita, ma si è diversificata ed è
diventata riconoscibile e sempre all’avanguardia. Dunque essere scelta
come volto Sky è stato estremamente stimolante».
Ora invece il salto in Rai come inviata su inchieste di cronaca
giudiziaria. Come stai vivendo questa nuova avventura giornalistica?
«Colgo questa ennesima sfida come ho sempre fatto: a testa bassa,
cercando di capire in poco tempo il lavoro e come fare per realizzarlo
al meglio. Sono molto grata alle persone che mi hanno dato questa enorme
possibilità, perché è una ulteriore opportunità di crescita
professionale. È un incarico diverso per molti aspetti, ma l’obiettivo
rimane lo stesso. Sono già stata inviata in passato nelle altre
emittenti televisive, ma per questo programma Rai il focus è sulla
cronaca giudiziaria, dunque i temi sono molto delicati e la preparazione
deve essere sempre ai massimi livelli. Dei casi di cronaca ovviamente si
può parlare anche leggendo agenzie dalla redazione, ma recarsi sul
campo, sui luoghi dei fatti, parlare con testimoni, intervistare
Pubblici Ministeri, avvocati e fare di tutto per raccogliere più
informazioni possibili è davvero appassionante e adrenalinico.
Sicuramente non è facile trovarsi in contesti sempre nuovi e diversi, ma
ogni redazione e ogni esperienza che ho vissuto, mi ha arricchito e di
questo ne vado davvero fiera».
In futuro pensi di occuparti anche di tematiche ambientali, che ormai
rappresentano un argomento all'ordine del giorno in ottica futura per i
cambiamenti climatici e le incertezze per le nuove generazioni?
«Assolutamente sì. Oggi come non mai c’è un enorme bisogno di parlarne
per continuare a sensibilizzare e sostenere quelle realtà che si stanno
mettendo in gioco per un cambio di rotta. Spesso rischiamo di scordarci
che l’ambiente è il luogo in cui viviamo ed è un tema che non deve
essere prioritario solo nei vertici e nei tavoli istituzionali di tutto
il mondo, ma urgente anche per tutti noi nelle nostre singole azioni che
compiamo ogni giorno. Programmi e approfondimento che ce lo ricordino
sarebbero molto utili».
Che idea ti sei fatta del nostro sito e dell'interesse che anche tu
riscontri nei nostri lettori?
«Anche in passato quando un/una giornalista mi incuriosiva, andavo a
“googlare” il suo nome e spesso sono capitata in alcune delle vostre
pagine con interviste e curiosità. Penso sia un servizio molto utile per
gli stessi aspiranti giornalisti, per trovare ispirazione e leggere
quelle storie di giornaliste e giornalisti che altrimenti sarebbe
difficile scoprire».