Telegiornaliste anno XVI N.
26 (643) del 14 ottobre 2020
Emanuela D’Amico, il mio percorso senza sosta
di
Giuseppe Bosso
Gal Gadot nella appassionante saga di
Fast & Furious; Rose Mc
Gowan nella serie cult
Streghe; Jennifer Carpenter sorella del
carismatico
Dexter: solo per citare alcune delle splendide
attrici che il pubblico italiano ha avuto modo di apprezzare con la sua
voce. Incontriamo la doppiatrice
Emanuela D’Amico.
Come hai vissuto il periodo del lockdown e come hai affrontato la
ripresa del lavoro quando è stato possibile?
«Con sofferenza, anche se fortunatamente non si è ammalato nessuno dei
mie cari. Ho approfittato del blocco per occuparmi di alcune cose che
avevo in sospeso, non sono proprio stata ferma e non potrebbe essere
altrimenti avendo tre figli».
Tra le attrici che hai doppiato particolare interesse ha suscitato,
innegabilmente, Jennifer Carpenter per il personaggio di Debra Morgan
della serie cult Dexter, che non a caso hai definito “valvola di
sfogo” in un’altra
intervista: con quali altre interpreti ti sei sentita maggiormente
in sintonia?
«Mandy Moore nella serie
This is us; un personaggio con una
storia lacerante, un profondo amore per Jack, interpretato da Milo
Ventimiglia, e con la quale ho sentito davvero di avere molte cose in
comune».
E sempre parlando di Debra, un
blogger ha scherzosamente contato una sua espressione tipica
ripetuta nella serie, calcolando che l’ha pronunciata in pratica quanto
hanno segnato Messi e Ronaldo in carriera, citando anche il tuo
doppiaggio: cosa ti ha suscitato?
«Non lo sapevo, ma mi fa sorridere. E a tal proposito voglio darti un
piccolo scoop in anteprima: prossimamente doppierò nuovamente Jennifer
Carpenter in una nuova serie in arrivo su Mediaset,
The Enemy Within».
Molti tuoi colleghi che abbiamo intervistato ci hanno detto che il
vostro mondo è una grande famiglia: concordi?
«Mah, “grande famiglia” non mi piace in verità, è un’espressione che
trovo piuttosto buonista. Ma anzitutto ti devo premettere che se
rifacessi questa domanda oggi ai colleghi che hai intervistato sono
certa che ti darebbero una risposta diversa: adesso non si lavora più
insieme al leggio, non possiamo nemmeno stare insieme nelle sale
d’attesa e quindi è molto più difficile creare quei legami che una volta
nascevano quasi spontaneamente».
Tra i giovani emergenti del doppiaggio su quale scommetteresti per il
futuro?
«Forse
Federico Boccanera, mio figlio – ride, ndr – battute a parte
posso dirti che in alcuni di questi ragazzi e ragazze riscontro
l’atteggiamento giusto per affrontare questo lavoro, dove bisogna
entrare in punta di piedi e con umiltà. Dire “hai una bella voce, puoi
fare il doppiatore” è una cosa sbagliata. E io lo posso dire, per il
percorso che ho attraversato, dove ho ricevuto qualche porta in faccia,
ma mi sono servite per forgiare la grinta e il carattere che metto oggi
nei miei personaggi».
Da poco Alessio
Cigliano ha ripreso le sue dirette del giovedì, parteciperai anche
tu?
«Seguo sempre e spero di andarci presto».