Telegiornaliste anno XIV N.
24 (571) del
26 settembre 2018
Letizia
Vicidomini, ogni giorno un’emozione
di
Giuseppe Bosso
Abbiamo nuovamente il piacere di incontrare
Letizia Vicidomini, scrittrice, attrice e
conduttrice radiofonica, otto anni dopo il nostro primo
incontro, a seguito del quale si è mantenuta negli anni una
splendida e cordiale amicizia. E ci incontriamo in un giorno
per lei doppiamente speciale, il 4 agosto, giorno del suo
compleanno, nella splendida cornice di Mercato San Severino,
cittadina salernitana, in occasione del
Premio
Internazionale San Tommaso D’Aquino, che l’ha vista tra i
vincitori per la sua ultima fatica letteraria,
Notte in
Bianco.
Che sensazioni ti suscita questo premio?
«Sono contenta intanto di rivederti, Giuseppe, mi segui da
tanti anni. Questo riconoscimento alla mia carriera mi rende
felice, ogni premio va a sancire quello che ho fatto».
Secondo te cosa in particolare hanno apprezzato i lettori di
Notte in bianco?
«Credo che abbia colpito maggiormente una cosa: non dobbiamo
soffermarci sulle apparenze quando conosciamo nuove persone,
bisogna andare oltre, e in questo libro l’argomento è proprio
l’invito a cercare di non giudicare le persone istintivamente,
ma a conoscerle profondamente».
Nei personaggi, non solo del tuo libro, da te inventati
quanto c’è di tuo e quanto della tua vita?
«Sicuramente c’è qualcosa della mia vita, involontariamente
inserito, è una cosa che credo capiti anche ad altri scrittori,
sia un ricordo o un’emozione; non ci sono personaggi veri, ma
sicuramente in loro ho messo qualche aspetto della mia vita,
delle persone che ne fanno parte, dei miei affetti…».
Notte in bianco segue altri tue due libri (La
poltrona di seta rossa e Nero. Diario di una ballerina)
in cui il colore è parte del titolo. Casualità o scelta tua,
anche se le tre opere sono ambientate in contesti e generi
diversi tra loro?
«Siamo partiti con
La poltrona, appunto;
involontariamente poi ho scritto
Nero, davvero in modo
casuale; quindi con l’editore abbiamo deciso di chiudere questa
trilogia; stavolta, sì, è stato deciso a tavolino, anche se le
storie dei tre libri sono tra loro distinte e non collegate. Si
parla di una notte in bianco, una notte insonne; ma ripeto, è
la chiusura di un cerchio, non vi aspettate prossimamente altri
titoli con colori, sarebbe eccessivo andare oltre. Il rosso, il
nero e il bianco rappresentano altrettante macro aree; il nero
del buio, il bianco del candore e della resurrezione, il rosso
della passione. Sono colori che coprono tutte le casistiche
dell’emozione».
Un premio alla carriera rappresenta un momento di fare
bilanci per te o continui a vivere giorno per giorno come una
nuova emozione?
«Credo proprio quest’ultima tua espressione. Sono al quinto
libro, con un sesto in arrivo e molte antologie di racconti. Ma
non posso dirmi “arrivata” dove vorrei. Sarebbe una
realizzazione riuscire a pubblicare con un grosso editore che
mi garantisca copertura in tutta Italia, con il massimo
rispetto, preciso, per la casa editrice Homo Scrivens che mi
sostiene e mi segue».
Negli anni ti abbiamo visto non solo scrittrice ma anche
attrice teatrale, conduttrice radiofonica e altre cose. C’è
qualcosa che pensi ancora di poter sperimentare in futuro?
«Una cosa nuova in realtà l’ho già ‘sperimentata’, per così
dire, proprio come attrice, recentemente recitando a luglio con
una compagnia di professionisti in uno spettacolo di Maurizio
De Giovanni, dopo che in precedenza mi ero cimentata con
compagnie amatoriali. Ed è già una novità. Se poi ci saranno
nuove avventure da intraprendere sta sicuro che non mi tirerò
indietro».
La parola domani ti spaventa?
«No, sono felice di essere arrivata a questo punto della mia
vita, e sono pronta tanti altri domani che mi riservino cose
nuove».