Telegiornaliste anno XIII N. 17 (527) del
17 maggio 2017
Mara
Sangiorgio, la ragazza dei motori di Sky Sport 24
di
Giuseppe Bosso
Volto di
Sky Sport 24 incontriamo
Mara Sangiorgio, volto noto agli
appassionati di Formula 1.
Come sei arrivata a Sky?
«Nel 2008 sognavo di lavorare a New York, e si era prospettata la
possibilità di lavorare ad Abcom; tornai in Italia per fare un visto
giornalistico per trasferirmi lì quando un brutto incidente in moto mi
costrinse a rinunciare; contemporaneamente nacque Sky Sport 24 a Milano
che cercava volti nuovi; mandai il curriculum, mi sottoposi a qualche
provino, colloqui… e alla fine rientrai tra le circa cinquanta persone
assunte».
Giornalista di Formula 1 per caso o per scelta?
«Per scelta; la passione dei motori l’ho da bambina, tra kart e moto;
nel momento in cui mi sono trovata a lavorare a Sky Sport 24 e nel
2012-13 quando il network decise di investire sui motori acquistando i
diritti per i Gp e Motogp, spinsi per occuparmene io, per questa mia
passione».
Le tue prime impressioni della nuova stagione.
«Stagione molto divertente con macchine nuove, anche secondo il racconto
dei piloti. Dopo molti anni di dominio Mercedes le prime gare fanno ben
sperare per una stagione più competitiva; è comunque ancora presto per
capire se la Ferrari sia pronta per giocarsi il titolo, lo scopriremo
nelle prossime gare. In Australia abbiamo assistito ad una gara
entusiasmante vinta da Vettel; in Cina abbiamo visto dei sorpassi di
qualità; anche in Bahrain abbiamo assistito ad una competizione che ha
appassionato il pubblico da casa. Nel paddock si respira davvero un’aria
diversa».
Che tipo di rapporto hai sviluppato con i piloti nel corso degli
anni?
«Quando ci si conosce è importante riuscire a conquistare la fiducia
delle persone: sono stata piacevolmente sorpresa quando nel 2012 iniziai
questa esperienza nel trovare un ambiente assolutamente aperto anche dal
punto di vista del rispetto verso le donne, sebbene quello dei motori
sia un mondo prettamente maschile; la professionalità viene apprezzata,
la passione anche, e questo i piloti in me l’hanno capito fin dai nostri
primi contatti. Si finisce anche con alcuni di sviluppare rapporti
profondi, magari soprattutto con chi parla la tua stessa lingua. Sono
bei rapporti».
C’è, dal punto di vista del look, qualche regola per una giornalista
di Formula 1?
«No, assolutamente; mi vedete come sono nella vita di tutti i giorni:
camicia, jeans, scarpe da tennis, anche per rincorrere i piloti».
Claudia Peroni, quando la intervistammo qualche anno fa (quando non
eri ancora arrivata a Sky per la precisione) ci
disse che non vedeva al momento una sua potenziale erede tra le
giornaliste che si occupano di Formula 1: potresti essere tu la nuova
Peroni?
«No, non voglio mettermi in confronto con nessuno, né con chi mi ha
preceduto né con chi mi seguirà; conosco Claudia, ho molto rispetto per
lei come per Stella Bruno, che fanno questo lavoro da anni con
grandissima competenza; credo che ognuno nel suo ambiente abbia la sua
personalità ed è giusto che si esprima come tale».