Telegiornaliste anno XIII N. 35 (545) del 29 novembre 2017
Alessandra
Barone.
A Ischia momenti che non dimenticherò
di
Giuseppe Bosso
Abbiamo nuovamente il piacere di incontrare
Alessandra Barone, giornalista napoletana che, dopo l’esperienza
a
Campania Sport, ha proseguito la sua carriera tra Roma e
Campobasso, tornando quindi nella natia Napoli dove è tra i volti di
punta della locale redazione del
Tgr.
Dieci anni fa intervistammo una giovane ragazza napoletana volto di
un programma sportivo di successo: cos’ha fatto Alessandra Barone prima
di approdare con altrettanto successo alla redazione campana del
servizio pubblico?
«Sono cresciuta, sono stati anni intensi per la mia vita e la mia
carriera; cosa più importante ho fatto una figlia, che è la mia gioia
più importante. Nel 2008 ho avuto la possibilità di entrare nella
redazione del programma di Raiuno
Sabato & Domenica, condotto da
Franco Di Mare e
Sonia Grey, la mia prima esperienza in Rai come
collaboratrice ai testi; mi sono trasferita a Roma, e da lì ho lavorato
in altri programmi Rai, sempre collaboratrice, diventando
contemporaneamente giornalista professionista nel 2009; quindi ho avuto
la possibilità di partecipare ad una selezione interna della Rai, nel
dicembre 2012, per giornalisti, per chi lavorava nei programmi, che
aveva la possibilità di entrare con contratto nelle redazioni regionali
della Rai; ho scelto di andare a Campobasso, dove sono stata per tre
anni, a partire dal dicembre 2013; sono stati anni formativi,
impegnativi, ma belli. Il richiamo di Napoli però era forte, e a marzo
di quest’anno sono tornata, nella redazione di Via Marconi; ho iniziato
a condurre
Buongiorno Italia, grazie al direttore del Tgr
Morgante che mi ha scelto; mi trovo benissimo, sono contenta di essere
tornata nella mia città e nella mia regione, che sto pian piano
riscoprendo; Napoli ti manca tantissimo quando ci sei lontana, non solo
per gli affetti».
La scorsa estate hai vissuto un
momento di grande emotività, commozione, in occasione del terremoto di
Ischia. A distanza di ormai tre mesi quali sono i tuoi ricordi di
quei giorni e cosa pensi ti abbia lasciato questa esperienza?
«Vi racconto la mia giornata, davvero indimenticabile: alla notizia del
sisma il primo problema che si è posto in redazione è stato come
raggiungere l’isola; grazie al caporedattore e altri colleghi ho saputo
che c’era una nave in partenza da Porta di Massa, mi sono aggregata con
la troupe (e tengo a sottolineare il lavoro straordinario svolto dagli
operatori) e siamo partiti; abbiamo cominciato con i primi collegamenti
dalle 23:30; non ho dormito, ma volevo assolutamente raccontare quello
che stava succedendo; certo, il dolore per la scomparsa delle due donne
l’abbiamo vissuto, non sono mancati i momenti di tristezza; la
particolarità di questo terremoto è stata il lasciare intatto tutto il
resto dell’isola, mentre Casamicciola alta sembrava essere stata colpita
e distrutta da una bomba. Man mano ci siamo addentrati accompagnati dai
vigili del fuoco, e più entravamo più percepivano in modo impressionante
il dolore di quella distruzione. Il primo obbiettivo era ovviamente dare
notizie certe con il riscontro delle informazioni che ci venivano date
dai responsabili delle forze dell’ordine; poi è stato bello raccontare
del salvataggio dei tre bambini; mi ha commosso il ritrovamento del
primo, di soli sette mesi, che ricorderò per sempre, da madre che si è
immedesimata nella situazione vissuta dai genitori. Nel dolore della
devastazione e delle donne morte questo raggio di luce che non
dimenticherò. Ho tenuto a dare la notizia fino alla fine, con gli altri
due bambini».
Com’è cambiata la tua giornata tipo passando dalla tv locale alla Rai
e, soprattutto, mettendo su famiglia?
«Sì: Canale 21 mi ha insegnato tantissimo, avevo orari pieni, come
adesso; faccio turno di alba una settimana ogni tre, il che significa
sveglia alle quattro per essere già alle cinque in redazione; per
fortuna ho l’aiuto della mia famiglia, ma la mia vita è in funzione di
mia figlia, il pensiero di tornare da lei c’è ogni giorno; almeno
alzarmi presto per questi turni di Buongiorno Italia mi permette di
tornare a casa».
La vicenda Weinstein, che sta avendo risonanza anche in Italia, ha
riportato nuovamente all’attenzione tematiche delicate relative ai
compromessi e alle proposte indecenti che, non solo nel mondo dello
spettacolo, una donna è costretta spesso a subire per poter emergere
professionalmente: da giornalista e da donna tu cosa ne pensi?
«Massima solidarietà alle donne vittime di violenza. sui casi di cui si
parla in questo periodo, credo si debba distinguere tra violenze e
molestie sessuali e compromessi che alcune donne accettano pur di fare
carriera. Purtroppo è innegabile che nel mondo del lavoro le donne
abbiano più difficoltà a fare carriera, rispetto agli uomini.
Bisognerebbe concentrarsi sulla parità effettiva e concreta. Da parte
nostra ci si può difendere con impegno, intelligenza e buon senso. Il
caso Weinstein e tutto quello che sta comportando, non dovrebbe far
dimenticare le donne vittime di violenze domestiche. In Italia sono
tantissime, purtroppo. Grazie al mio lavoro posso testimoniare che hanno
bisogno di sostegno e attenzione».
Ci dicesti, in conclusione della nostra
prima chiacchierata, di non esserti mai sentita condizionata nel tuo
lavoro: è stato così anche negli ultimi anni?
«Sì, facendo cronaca comunque non ho mai avuto condizionamenti, vado per
la mia strada. E questa è un’ottima redazione».
Hai avvertito difficoltà nell’inserirti in una redazione come la tua,
formata da giornalisti con esperienza e affiatati da anni?
«No, la maggior parte dei colleghi, soprattutto giornalisti sportivi, li
conoscevo già in passato; ho avuto un’ottima accoglienza in questo
bell’ambiente con un bravissimo caporedattore che mette equilibrio tra
le varie personalità».
Alessandra Barone mamma e Alessandra Barone telegiornalista riescono
a convivere pacificamente?
«Per il momento sì – ride, ndr – mia figlia mi dà una grande forza, sono
contenta di questo. Spero un giorno di averne altri, e tengo a lanciare
questo messaggio: si può essere mamma e lavoratrice. Anche se mia figlia
mi reclama, ma capisce, fin da quando eravamo a Campobasso sole io e lei
mentre il mio compagno a Roma dove lavora. È stata un’esperienza
formativa e impegnativa per noi. Siamo cresciute insieme, posso dire che
è la mia più grande amica».
Dalla gavetta nella tv locale all’approdo in Rai: ti senti arrivata?
«No. Mi sento ancora in crescita, devo farne di strada. Rimanendo, come
spero, in Rai, dove sognavo fin da piccola di entrare. Spero di crescere
in questa azienda. Non nascondo di essere ambiziosa, per me è una cosa
positiva nei limiti del possibile. Tutto quello che verrà lo farò con
piacere».
Dopo aver lasciato Napoli per l’esperienza in Molise ed esserci
ritornata quali sarebbero le tue intenzioni se ci fosse la possibilità
di un nuovo trasferimento?
«Lo valuterei anche in base alle esigenze di mia figlia. Non escludo
nulla, anche se amo Napoli e ci sto benissimo».
Quali sono i tuoi auspici per il 2018?
«Continuare a stare bene, dedicarmi a quello che mi piace fare, alla mia
famiglia, al lavoro con impegno. E tutto quello che verrà lo prenderò
sperando di continuare a crescere come ti dicevo, senza ansie,
continuando questo periodo positivo della mia vita. Spero di non
invecchiare troppo (ride, ndr)».
Cosa ti fa venire in mente la parola bavaglio?
«Non ho mai subito questo tipo di condizionamento, è una cosa che non
appartiene alla mia vita e spero che sia così anche in futuro, ma
bisogna impegnarsi per evitarlo».