Telegiornaliste anno XII N. 5 (478) del 8 febbraio 2016
Angela
Nicoletti:
genitori, tornate a raccontare le favole ai vostri figli!
di
Giuseppe Bosso
"Inviata speciale" di
Storie vere-Unomattina, contenitore mattutino di
Raiuno condotto da
Eleonora Daniele,
Angela Nicoletti ci racconta come vive le
sue giornate da giornalista che, pur occupandosi di cronaca nera e di
fatti spesso tragici e luttuosi, non ha perso l’entusiasmo dei suoi
esordi.
La tua giornata tipo?
«Dedicata soprattutto alla cronaca; il mio telefono è operativo e mai
spento ventiquattro ore su ventiquattro. Dopo il primo giro di
telefonate e la colazione mi reco in Tribunale, in Procura, nei posti
dove possono ‘arrivare’ le notizie del giorno».
Com’è iniziata la tua esperienza a Storie vere?
«Lavorare con passione e impegno e la fortuna ti tende una mano,
arrivano le occasioni. Negli anni posso dire di aver costruito rapporti
di proficuo scambio di professionalità con colleghi di testate nazionali che in me hanno
sempre trovato appoggi e sostegno quando sono venuti nella mia zona.
Così, quando è stata uccisa Gilberta Palleschi, un collega di Raiuno mi
ha proposto di fare dei collegamenti. Eleonora Daniele, puntigliosa e
preparata conduttrice di
Storie vere, mi ha apprezzata e da
allora è iniziata questa collaborazione».
Rispetto ai tuoi inizi ti senti cambiata nello spirito giornalistico?
«Appartengo alla ‘vecchia guardia’ taccuino e scarpe in strada, abituata
ad essere sempre in giro come ti dicevo. Innegabilmente il dilagare
della tecnologia e dei social ha un po’ bistrattato, per così dire, questa
mentalità, questa concezione… per farti un esempio, mi è capitato di
dover dedicare intere giornate a ricostruire un fatto e di trovare, alla
sera, tutto spiattellato sui social in pochi attimi… questo un po’
demotiva, ma la passione rimane sempre quella di allora».
Cronaca, tanta cronaca nera negli ultimi periodi: da addetta ai
lavori come valuti la diffusione di queste notizie, tragiche, dal punto
di vista dell’impatto con l’opinione pubblica?
«Sicuramente devastante. I fatti degli ultimi giorni hanno interessato
soprattutto la mia zona, dal momento che Cassino è uno degli unici due
istituti di pena italiani dove esiste un reparto appositamente dedicato
ai
sex offender, persone imputate per reati sessuali. In Italia
attualmente risultano 38 persone ristrette in questo tipo di reparto, ed
è un numero elevato per la categoria. Il dovere del giornalista è
certamente quello di raccontare anche queste terribili storie, che da un
lato hanno sicuramente influito nel senso di spingere molte donne a
trovare il coraggio di denunciare, ma avverto anche il pericolo di
creare emulazione».
La tua regione è stata al centro dei riflettori anche per il caso
‘Mafia capitale’ che ha occupato le prime pagine degli ultimi mesi:
giusto secondo te divulgare anche nomi e vicende non strettamente legate
all’indagine giudiziaria?
«Rispetto ad una persona indagata è doveroso mantenere un certo rispetto
della privacy; quando poi si passa agli arresti, due pesi e due misure
ne ho riscontrati attraverso la divulgazione di nomi che non erano
legati all’indagine, con conseguenze devastanti per chi ha dovuto far
cambiare scuola e casa ai propri figli. Non entro nel merito relativo
all’indagine, ma spero che i colleghi riescano a ristabilire un giusto
equilibrio nel modo di divulgare queste notizie».
Cosa farà Angela da grande?
«Scrivere. Come adesso; scrivo a tempo perso favole che mi piacerebbe un
giorno pubblicare. Non è un luogo comune dire che c’è poco dialogo con i
figli con i ritmi frenetici della vita di oggi, che talvolta porta anche
a non raccontare mai una favola prima di dormire… e la mancanza di
favole da bambino può negativamente incidere da adulti…».