Telegiornaliste
anno V N. 1 (172) del 12 gennaio 2009
Gli inferi del sesso nei
versi di Elena Torresani
di Valeria Scotti
Poesia intima, seduzione ed erotismo nella
relazione tra donne e uomini. Piaceri e
dispiaceri del sesso. E’ un viaggio affascinante
quello di Elena Torresani nel suo libro,
L’inferno di Eros,
AndreaOppureEditore.
Sul tuo libro: «Una scorribanda nella
sessualità femminile e un’occhiata impietosa
nelle miserie delle nostre mutande». Definiamo
questo tuo debutto come scrittrice?
«Un debutto piuttosto atipico sotto certi
aspetti, ma assolutamente normale per altri: la
convinzione - comune a tutti gli scrittori
emergenti - di avere un libro speciale tra le
mani, la ricerca di una casa editrice disposta a
pubblicarlo, le difficoltà di farsi conoscere e
di affrontare tutta la baraonda di inconvenienti
che nascono pubblicando un libro come il mio. Ma
la voglia di raccontare certe cose è stata più
forte di tutto il resto».
Quattro gironi nel tuo inferno: quanta verità,
finzione e sogno?
«Molta verità, un solo sogno, pochissima finzione
(nel sesso ce n’è già troppa). Il libro è quasi
interamente autobiografico, fatta eccezione per
il girone degli indiscreti dove ho fatto appello
alle fantasie erotiche più diffuse, ricorrendo a
ricerca ed immaginazione. Ma il vero motore di
questo libro è il sogno che ci sta dietro:
quello di stimolare un approccio più sereno, più
rilassato e più vero verso un Eros che,
purtroppo, stenta a liberarsi come incontro
rivelatore».
L’eros è per te?
«L’eros ha a che fare con il desiderio, la
seduzione, l’appagamento: proprio per questo è
prima di tutto, come scrivo nel mio libro, uno
"spazio della mente". Credo che il nostro modo
di vivere l’eros racconti di noi molto di più di
quanto faccia ogni altra cosa. L’eros è
un’identità».
Come è nato l'incontro professionale con la
fotografa
Monica Papagna?
«Da un paio d’anni ho un blog e Monica Papagna è
sempre stata una delle mie fedeli lettrici. In
passato avevamo già collaborato per altri
progetti, ma quando mi ha chiesto di scrivere un
pezzo erotico per il vernissage della sua mostra
fotografica presso la Marena Rooms Gallery di
Torino, sono rimasta sbalordita. L’inferno di
Eros è praticamente nato grazie a questa
sfida artistica. Non ero sicura di riuscire
nell’intento, ma di fatto, dopo due mesi, avevo
un libro pronto tra le mani. L’erotismo di
Monica è piuttosto diverso dal mio: molto più
elegante, raffinato, seduttivo, ineccepibile.
Riesce a trasformare in bellezza tutto quello
che tocca. Io sono più cruda, ma tra di noi ce
la intendiamo a meraviglia, riuscendo a
contaminarci a vicenda».
Sessualità estrema vs sessualità "normale",
quasi addormentata. Esiste un punto di incontro
tra queste due forme?
«Tutto è nelle nostre mani, possiamo scegliere
ogni giorno cosa fare delle nostre mutande.
Esistono grandi gioie carnali nella “normalità”,
così come possono esserci emozioni imperdibili -
ma anche questo è soggettivo - in una sessualità
estrema. L’importante è che ognuno scelga la
propria soglia e la propria strada per il
piacere, in totale serenità con se stessi prima
di tutto, e col mondo, ma solo in secondo luogo.
La sessualità è un mondo, ma è anche un sentore:
se si addormenta o si fa latente, silenzioso,
frustrante è perché c’è qualcos’altro che non
va, in qualche altro posto. Ma attenzione, i
risvegli possono essere detonazioni fragorose,
se non siamo capace di gestirli».