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Intervista ad Anna Piras tutte le interviste
Telegiornaliste anno III N. 32 (110) del 10 settembre 2007

Anna Piras, il volto di Rai Parlamento
di Giuseppe Bosso

Questa settimana Telegiornaliste incontra Anna Piras, giornalista Rai nata a Cagliari nel 1966. Anna è professionista dal 1995 e da anni è il volto di Rai Parlamento.

Che bilancio puoi trarre da questa esperienza?
«Positivo sicuramente, anche se fare la giornalista non era il mio sogno di bambina. Mi sono avvicinata un po’ tardi, ma per come mi sono andate le cose sono davvero soddisfatta. Lavorare in una redazione “piccola” (cioè composta da poche persone) mi ha permesso di formarmi a tutto tondo, occupandomi di tante cose, contrariamente a quanto sarebbe accaduto in un ambiente più ampio».

Quali sono, alla luce della tua esperienza, le difficoltà che può trovare una donna nell'occuparsi di giornalismo politico?
«Mi aspettavo questa domanda, sai? Vedo con molto piacere che sono sempre di più le donne giornaliste di politica. Premetto che sono tendenzialmente contraria alle “quote rosa”, a meno che non siano l'unico strumento utile a dare spazio a tante donne nelle istituzioni e nella politica. Certo, c’è ancora molto da fare, ma come ti dicevo siamo a buon punto, e noto con piacere che sono sempre più le mie colleghe che riescono a farsi valere».

Assistiamo da anni ad un vero e proprio allontanamento del cittadino dalla politica: c'è molta sfiducia verso l'attuale classe dirigente. Cosa si può fare, secondo te, per riavvicinare la gente alle istituzioni?
«E’indubbiamente una bella sfida che riguarda in primo luogo i rappresentanti della politica, che dovrebbero essere più vicini ai problemi reali della gente. Quello dei costi della politica, di cui oggi si parla tanto, è solo il bubbone di un problema molto profondo. Spero davvero che i nostri rappresentanti si rendano conto che c’è molto da fare per poter recuperare quel rapporto di fiducia con il cittadino, e che questo richiede un dialogo molto più approfondito».

Tra i temi caldi di questo periodo è in primo piano la questione della legge elettorale che potrebbe venire abrogata dal referendum, istituto che non ha avuto successo negli ultimi anni. Pensi stavolta l'esito possa essere diverso? I risultati scombinati dell'ultima tornata elettorale sembrerebbero far propendere ad un cambiamento radicale del nostro sistema di voto.
«Il referendum costituisce una delle più alte manifestazioni di democrazia. Però abbiamo assistito ad un uso distorto negli ultimi anni. Sicuramente quello della riforma elettorale è un tema molto delicato che va affrontato con molta attenzione».

Quali sono i politici che hanno maggiore apertura verso il mondo dell'informazione?
«Direi che un po’ da tutte le parti l’apertura è ampia, ma non c’è da meravigliarsi, vista l’importanza che per loro rappresenta il comunicare attraverso noi. Certo, è indubbio che qualche personaggio abbia maggiori qualità rispetto ad altri dal punto di vista mediatico, ma se una volta, forse, si avvertiva una sorta di “resistenza”, per non dire diffidenza verso i media, col tempo questo rapporto è cambiato in meglio».

Molte polemiche ha suscitato l'anno scorso l'insulto rivolto da Calderoli a Rula Jebreal: secondo Rula, si è trattato di una vera intimidazione. Secondo te?
«Quella è stata sicuramente una sgradevole parentesi che liquiderei in quel contesto in cui si è verificata. Un episodio di basso livello che, comunque, non è certo un indice generale che vale per tutti gli altri politici».

Da tempo si parla delle intercettazioni e degli scandali che fanno emergere. Secondo te è giusto pubblicarle?
«E’ sicuramente giusto che il cittadino venga accuratamente informato, ma solo nella misura in cui quegli atti possano essere divulgati nel rispetto di questo diritto. A volte c'è stato un uso distorto di talune intercettazioni, che se non riguardano i fatti strettamente attinenti ai procedimenti per i quali erano state disposte, dovrebbero rimanere nell’alveo della privacy dei soggetti coinvolti. È indispensabile anche qui una riforma che sappia trovare un giusto equilibrio tra diritto di cronaca e normale svolgimento dei processi».

Ti piacerebbe occuparti di altre tematiche, oltre alla politica?
«Non escludo niente, né nel lavoro né nella mia vita privata; per il momento sono molto contenta di quello che sto facendo, ma non mi precluderei altre strade in futuro. Ovviamente non potrei occuparmi di argomenti come lo sport o la cucina, con i quali non ho molta dimestichezza».

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