Telegiornaliste
anno V N. 8 (179) del 2 marzo 2009
L'arte a luci rosse
di Valeria Scotti
Inutile negarlo. L’erotismo, la pornografia e il
sesso si incontrano sempre. Anche nell’arte. E
mentre sta per partire MiSex, la kermesse
hot dedicata al sesso, Milano si accende con
Porno Start, la rassegna in programma
fino al 12 marzo alla
Voghera 11 Art Gallery. Prodotti digitali,
pittura, arte performativa, fotografia per una
sessualità presente soprattutto nello sguardo di
chi, quelle opere, le ha create. A parlarcene è
Luca Pattina, uno degli organizzatori
dell’evento.
Come nasce Porno Start?
«La mostra nasce da un senso di insoddisfazione.
Non volevamo proporre la solita rassegna
artistica, l'intento è palesemente quello di
scuotere. Per questo motivo abbiamo deciso di
curare direttamente l'intero progetto e di
utilizzare una comunicazione non settoriale.
Siamo convinti che l'arte sia fenomeno di
costume per cui non ci indirizziamo
esclusivamente agli addetti ai lavori».
Il titolo da voi scelto è già un ottimo
biglietto da visita.
«A nostro avviso non è tanto provocatorio ma pop,
nel senso che è immediato, diretto, non
retorico. Sotto il titolo si nasconde un'attenta
ricerca, un linguaggio pop per un contenuto
sofisticato e mai banalizzante. Porno Start
si pone proprio l'obiettivo di guardare all'eros
con ironia, sagacia e intelligenza. D’altronde
condividiamo la definizione di
Tinto Brass: "L'erotismo sta alla pornografia
come la fellatio sta al pompino!". Si afferma
cioè che "fra erotismo e pornografia c'è solo
una differenza di significante per esprimere lo
stesso significato: il sesso". Dal punto di
vista artistico crediamo che la pornografia
abbia una forte carica espressiva. La grafia
porno o meglio l'iconografia porno, offre una
carica mediatica certo appiattita ma
estremamente diffusa, condivisa e
condivisibile».
Impressioni ed emozioni sul vernissage del 26
febbraio scorso?
«La serata inaugurale ha visto un'affluenza
notevole di visitatori e ha confermato
pienamente la nostra intuizione. La risposta
positiva di pubblico e l'evidente soddisfazione
e ammirazione ci fa ben sperare. Oggi siamo
ancora più convinti che la strada percorsa sia
quella giusta.
Porno Start è la prima di una triade di
collettive sui temi che muovono lo spirito e le
dinamiche umane da sempre: il sesso, la
religione e il potere. L'intenzione è di
cogliere una visione finale che evidenzi i
legami, le interazioni, le conflittualità e
contraddizioni dell'una nei confronti delle
altre. E questo successo ci dà l'entusiasmo per
proseguire con forza il progetto».
Quali sono i punti di accordo e disaccordo tra
le varie opere esposte?
«Non volevamo confezionare un "prodotto" coerente
e in "stile", ma documentare la diffusione e
l'attenzione su questi temi. Da qui la
convivenza di più linguaggi: pittura,
installazioni, performance. Le opere in mostra,
frutto delle più svariate forme espressive,
mettono in evidenza le fantasie, i gusti e
l'interpretazione che ogni artista dà
sull'argomento. Potremo parlare di diversità
linguistica e similitudine di intenti e di
poetica: la solita visione giocosa e gioiosa nei
confronti del sesso e la pornografia. Una
festosa leggerezza che certo è in contrasto con
la visione seriosa e peccatoria della religione
cristiana e di quelle monoteiste in genere.
L'immagine di Max Papeschi, utilizzata nella
locandina di Porno Star, credo che
esprima efficacemente questo concetto».