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Intervista a Patrizia Fontana tutte le interviste
Telegiornaliste anno II N. 9 (41) del 6 marzo 2006

Patrizia Fontana, tgista eclettica di Filippo Bisleri

È senza dubbio una giornalista versatile, dinamica, amante delle tecnologie. Tanto da essere una redattrice del teletext di Mediavideo, una conduttrice e una valente giornalista della squadra del Tgcom.

Patrizia Fontana com’è diventa una giornalista? Per amore?
«L'amore per questo lavoro mi è venuto quando avevo quattordici anni. Con la scuola incontrammo Madre Teresa di Calcutta . Gli organizzatori chiesero agli studenti di fare una domanda alla suora, ma nessuno aveva il coraggio di cominciare. Io mi alzai e per prima le chiesi - lo ricordo ancora - come era stato accolto il cristianesimo in un paese a maggioranza indù.
Non ricordo la risposta perché ero troppo emozionata, ma quel giorno ho capito che avrei voluto fare questo lavoro perché mi consentiva di entrare nella vita delle persone e indagare gli eventi. Trovo che sia una cosa affascinante».

Cosa ti piace di più della professione giornalistica?
«Mi piace conoscere la gente e sentire cosa pensa. Mi piace essere lì a dare la notizia a quelli che non sanno quello che è successo. Mi dà un brivido che nient'altro è in grado di darmi».

Quali sono gli argomenti che preferisci affrontare?
«Mi piacciono gli argomenti scientifici. L'astronomia, la biologia, la medicina. Il mio sogno è condurre una sorta di Tg Leonardo o La macchina del Tempo. Non oso dire Quark».

Hai una preferenza per il giornalismo televisivo o ti piacciono anche altri media come la carta stampata o le radio?
«Nella mia carriera ho fatto un po' di tutto tranne la radio. Preferisco il giornalismo televisivo perché credo che con le immagini si possano comunicare elementi in più, cosa che la carta stampata non consente. Un servizio che feci per il Tg4 sul Lago di Aral che si stava prosciugando».

Chi sono stati i tuoi maestri di giornalismo?
«Si impara un po' da tutti. I miei primissimi sono stati Emilio Fede e Paolo Liguori».

Tra colleghi e colleghe chi apprezzi di più?
«Tra le giornaliste televisive certamente Maria Luisa Busi, Marina Dalcerri, e Cristina Parodi . Hanno un'intonazione nel porgere le notizie che è quasi ammaliante. Non si può non starle ad ascoltare. Mi ispiro a loro».

Molti sono i giovani che vorrebbero fare i giornalisti. Quali consigli daresti loro?
«Se il desiderio che hanno è veramente forte, non devono lasciarsi abbattere dalle difficoltà che pure sono tante. E poi un pizzico di umiltà non guasta. Grazie a questa non si smette mai di imparare e quindi di migliorare».

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