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Telegiornaliste anno VII N. 38 (298) del 21 novembre 2011
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MONITOR Annalisa
Bruchi e i 'Fratelli d'Italia' di Giuseppe Bosso
Questa settimana intervistiamo Annalisa
Bruchi, conduttrice di Fratelli d'Italia, su Rai 3.
Fratelli d'Italia: un titolo che vuole rendere omaggio ai 150 anni del
nostro Paese?
«Sì, l'idea di Fratelli d'Italia mi è venuta pensando ad un format per i
150 anni dell'Unità d'Italia. La storia raccontata dai contemporanei è una
formula facile, più accessibile a tutti e fa meno "paura". In realtà questo
programma va bene anche per i 151, 152, 153 anni dell'unità d'Italia».
Hai scelto tu gli abbinamenti per le puntate?
«Gli abbinamenti li ho scelti insieme a Giancarlo Di Giovine, l'altro autore. Ma
poi si è scatenato un gioco divertente e tutti, all'interno del gruppo di
lavoro, hanno tirato fuori coppie ed idee».
Tra i protagonisti anche il ministro Gelmini, protagonista di una clamorosa
'gaffe' sulla scoperta dei neutrini: cosa ne pensi?
«Ovviamente il ministro Gelmini non avevo letto la "sua" agenzia. Avrebbe dovuto
scherzarci e ammettere serenamente l'errore».
Dopo Big
un altro programma di seconda serata: non ti penalizza questa collocazione?
«La seconda serata è un regalo di Giovanni Minoli che ha avuto fiducia in me e
nel mio progetto. Dopo due stagioni di Big in terza serata, trovo la
seconda un "miracolo". L'unico problema è che le seconde serate dovrebbero
cominciare alle 23.00 e non alle 23.40-23.45».
Cosa rappresenta per te Giovanni Minoli?
«Lavoro con Giovanni Minoli dal 1997. Lo intervistai per la tesi del master che
stavo facendo alla London School of Economics e mi offrì un lavoro. Tutto quello
che oggi so sulla televisione, tanto poco che sia, lo devo a lui».
Hai cercato di rappresentare delle eccellenze del nostro Paese nei tuoi
programmi: basta per cancellare le ombre che all'estero ha fatto un po' calare
la nostra credibilità?
«Non sono così megalomane! Non credo che Fratelli d'Italia possa
cancellare le ombre che si sono create sul nostro Paese. Spero però che le
storie e i personaggi di cui parliamo diano speranza e il buon esempio. Nessuno
dei protagonisti, sia quelli contemporanei che quelli del passato, è arrivato li
per caso. Anni di studio e di gavetta hanno caratterizzato la vita di tutti. Non
esistono scorciatoie o "botte di fortuna" che tengano. I reality non sono
realtà, ricordiamocelo».
Chi tra i personaggi che hai intervistato ti ha colpito maggiormente e chi ti
ha deluso?
«A modo loro tutti mi hanno stupito. Solamente uno negativamente ma non dirò chi
è, non è professionale».
Cosa c'è nel tuo domani?
«C'è ancora Fratelli d'Italia. Gli ascolti ci hanno premiati e stiamo già
lavorando alla seconda serie, 15 puntate nuove nuove».
Cosa farai da grande?
«Spero di fare quello che sto facendo adesso: lavorare divertendomi ed imparando
sempre cose nuove».
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CRONACA IN ROSA Affari
rosa negli Emirati
di Erica Savazzi
Immaginatevi una platea di donne. Alcune
velate, altre no. Alcune giovani, altre più anziane.
Orientali, africane, occidentali. No, non è un cast del
Grande Fratello. È un evento per donne leader. Di oggi e di
domani. Donne di successo che parlano alle colleghe o ad
altre donne che cercano in loro un esempio e un
incoraggiamento. Punto in comune: il business.
E allora, eccole tutte insieme ad Abu Dhabi, perché
se nell'Emirato del Golfo gli affari - e i soldi - sono il
pane quotidiano, non sono solo sceicchi e amministratori
delegati uomini che reggono le sorti delle imprese. Non per
niente la principale sponsor del meeting del 23 e del 24
novembre è sua altezza Shamsa Biny Suhail, moglie del
presidente degli Emirati Arabi Uniti.
Fra i relatori Belinda Scott, senior management della
Banca Nazionale di Abu Dhabi, Cheryl W Snead,
presidente e CEO di Banneker Industries, Almas Jiwani,
presidente di UN Women Canada, Hermoine Macura,
anchor di Dubai One TV, e molte altre che lavorano
nell'ambito petrolifero, cinematografico, del giornalismo,
dell'industria e della cooperazione allo sviluppo. Donne
poco note al grande pubblico, che però hanno un curriculum e
un percorso professionale invidiabile.
Numerosi e importanti gli sponsor privati: Barclays,
Coca-Cola, Ethiad, Ernst&Young e altri, perché evidentemente
le donne brave negli affari sono ricercate. E per quanto
riguarda i media che seguiranno l'evento, ecco un apposito
protocollo: durante la cerimonia di premiazione del
Sheikha Shamsa Bint Suhail Award e della relativa cena
ufficiale solo inviate donne saranno ammesse. |
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FORMAT Studio
Aperto: il tg più femminista d’Italia?
di Fausto Piu
Studio Aperto ha finito gli uomini.
Almeno in conduzione: dal 2010 il telegiornale
di Italia 1 è presentato da sole donne.
Tutte belle, tutte giovani, tutte
professionali: la bresciana
Monica Gasparini,
la simpatica
Irene Tarantelli,
l’appassionata di misteri
Sabrina
Pieragostini, l’amante degli animali
Patrizia Caregnato,
la cremonese Silvia
Carrera, la mora
Stefania
Cavallaro e
le future mamme Elisa Triani e
Laura Piva.
E da qualche settimana è approdato nella
redazione anche l’ex volto di Studio Sport,
Alessandra Balletto,
che ha esordito in conduzione lunedì 7 novembre:
tranne qualche papera ("meteo" è
diventato "metro", ha urlato «furgone» sotto il
collegamento con Macchiavello, e ha alzato le
braccia al cielo a ogni sbaglio) se l'è cavata
abbastanza bene.
E le donne popolano anche i servizi del
telegiornale dedicati al gossip. L’ultimo
calendario della soubrette di turno o la
ormai famosa sequenza di immagini che riprendono
Kate Moss in una lap dance provocante.
Nude o vestite ma donne. Sempre e solo
donne.
E gli uomini dove sono finiti? Tutti
rinchiusi in redazione a montare servizi e
comparire in qualche raro collegamento video. O
chi, come Brachino, ha abbandonato il
telegiornale che gli diede popolarità per
approdare a Domenica 5.
Fino a qualche anno fa c’erano diversi
conduttori come Angelo
Santoro, Claudio Brachino, appunto,
Luigi Galluzzo e
Fabio Tricoli ad augurarci il “buon giorno”
o la “buona serata”. Col cambio dei direttori
sono spariti. Tutti. Unico uomo ad
aver varcato il nuovo studio di Studio Aperto,
inaugurato lo scorso giugno, è stato il
direttore Giovanni
Toti per i suoi editoriali.
Con l'assenza per la maternità di Piva e Triani
arriveranno a condurre degli uomini? O la
segregazione maschile continuerà, con buona pace
della parità dei sessi, almeno alla conduzione
del tg? |
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HOT GIRLS Un
orgasmo per la pace nel mondo
di Valeria Scotti
L’augurio è che a pochi giorni dal Natale, tra
pacchetti e ultime corse nei centri commerciali,
voi abbiate un po’ di tempo da dedicare a una
giusta causa. Prendete nota: il giorno X è il 21
dicembre. Global Orgasm Day, e abbiamo
detto tutto o quasi.
No, non ci sarà nulla di porno o proibito in
quella maratona lunga 24 ore. Vi sarà solo
richiesto di dedicare - da soli o in compagnia -
un orgasmo alla pace del mondo, un obiettivo che
deve essere raggiunto con un particolare rituale
descritto sul sito ufficiale dell’evento curato
dagli ideatori della giornata, i 'reverendi'
Anela e Steve Schweitzer.
Qualche anticipazione: il consiglio è quello di
esercitarsi a lungo per giungere alla data
indicata nel pieno della forma. Per le coppie: i
partner dovranno impegnarsi alla ricerca di una
posizione dell’amore che possa favorire entrambi
e concentrarsi affinché le vibrazioni positive
del corpo possano convergere al centro del mondo
e unirsi ai raggi di energia cosmica.
Un mix capace – o almeno così ci dicono - di
abbassare i livelli di stress, violenza e odio
in tutto il mondo, oltre ad allontanare
guerre e terremoti. Vi pare forse poco? |
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DONNE Il
nudo di Aliaa
di Simona Di Martino
Ha 20 anni, ed è già famosa in tutto il
world wide web come la Lolita ribelle
del momento. E come tutti i grandi ribelli,
ha al suo seguito centinaia di fans,
ma altrettante centinaia di oppositori. Si
chiama Aliaa Magda Elmahdi, egiziana,
studentessa di arte e comunicazione all'American
University de Il Cairo.
Il suo concetto di arte ha fatto in
pochi giorni il giro del mondo: amante del
nudo, Aliaa ha pubblicato di recente
una foto che la ritrae completamente
svestita, con tanto di particolari in rosso
su sfondo in scala di grigi. Alla
Shindler's list. Sul suo blog, altre
fotografie e disegni di nudi più o meno
osé.
Ma la ragione di questa trovata è tutt'altro
che estetica: la giovane egiziana si dice
«in collera con una società violenta,
razzista e sessista», e mostra il suo corpo
per protestare contro le innumerevoli
proibizioni islamiche che, in Egitto
come in altri Paesi, riducono al silenzio
chiunque dica "no!".
Così come è successo al blogger Karim
Amer, compagno di Aliaa, condannato nel
2007 a quattro anni di carcere per aver
criticato il governo Mubarak. O al 25enne
Maikel Nabil, altro giovane blogger, da
aprile costretto a tre anni di prigione e
tuttora in sciopero della fame.
Dunque troppo semplicistico ridurre l'audace
gesto di Aliaa allo slancio idealista
di una ventenne. Sicuramente la ragazza
dimostra molto coraggio nel porsi
così in vista. E rischia molto. Come voce di
protesta, come anti-islamica e come donna. |
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