Telegiornaliste anno II N. 32 (64) dell'11 settembre 2006
Giovanni Toti, una vita da inviato
di Giuseppe Bosso
Giovanni Toti è vice caporedattore e inviato di
Studio Aperto. Lo abbiamo incontrato per farlo conoscere meglio ai
nostri lettori.
Giovanni, com'è iniziata la tua carriera e come sei
arrivato a Studio aperto?
«Dopo l'università, ho avuto la fortuna di conoscere un
dirigente di Mediaset che mi ha presentato Paolo Liguori, allora direttore del
telegiornale; ho cominciato da stagista e poi, grazie ad un collega che ha
liberato un posto, sono approdato alla redazione. Diciamo che sono stato molto
fortunato, non avendo fatto molta pratica».
Il tuo telegiornale è molto apprezzato dal pubblico,
soprattutto dai giovani. Quali credi siano le ragioni del vostro successo?
«Studio Aperto è molto conforme ai canoni della rete,
solitamente diretta ai giovani, che di norma non hanno molta dimestichezza con i
telegiornali. Direi che questo fattore, unito alla grande attenzione che
dedichiamo alla "cronaca bianca" (costume, attualità) sono i fattori
determinanti del consenso che riscontriamo».
Come molti tuoi colleghi hai un blog sul sito ufficiale
del tg. Da cosa nasce questa idea?
«I blog rappresentano la nostra esperienza, quello che
viviamo giorno per giorno nel nostro lavoro; non è facile esprimere in maniera
approfondita quelle che sono le nostre idee nei pochi spazi che abbiamo, per
questo il sito di Studio aperto, che è molto vario, permette, a
differenza di altri, di rivedere i servizi in rete al navigatore che magari non
ha potuto seguire il tg».
In una redazione numerosa come la vostra è importante
andare d'accordo tra colleghi, ma ti è mai capitato di assistere a qualche
screzio?
«Lavorando in un tg può capitare qualche dissidio, il lavoro
in alcuni momenti può creare tensione, ma per la mia esperienza posso dirti che
non mi è mai capitato di assistere a contrasti molto duri e quando ciò è
accaduto si è subito ricomposto. Del resto, le nostre mansioni sono divise in
maniera equilibrata e c'è molto affiatamento».
La tua compagna, Siria Magri, svolge la tua stessa professione: questo influenza in qualche
maniera la vostra vita di coppia?
«E' da tre anni che stiamo insieme, e posso dirti che
facilita molto avere un confronto con una persona che fa il tuo stesso lavoro e
che conosce l'ambito in cui operi. Certo, operiamo in settori diversi, io
inviato in esterna e lei più conduttrice e interessata alla cronaca e al
costume; per Lucignolo abbiamo avuto modo di lavorare a contatto diretto,
e questo non ci ha creato mai problemi nel nostro rapporto».