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Telegiornaliste anno VII N. 4 (264) del 31 gennaio 2011
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MONITOR Annalisa
Manduca: la radio, esperienza preziosa
di Giuseppe Bosso
Nata a Napoli, pubblicista dal 1992, Annalisa Manduca conduce il programma
radiofonico
BenFatto, in onda tutte le mattine su Radio 1, con Lorenzo Opice. Vince nel
1985 la selezione come annunciatrice della sede Rai di Napoli, e poi lavora come
speaker al Gr2 Campania. Tra le conduzioni televisive più significative, quelle
di Uno Mattina Estate, nel 1993, e del programma di informazione medica
Check Up, su Raiuno. Approdata alla tv satellitare, al canale National
Geographic Channel, conduce il programma Campo base per il quale vince il
premio Hot bird Programma - Tv Awards. Sposata con
Stefano Ziantoni, ha scritto due libri: Pensieri grassi e Cosa
pensano le donne quando lessano gli spinaci, entrambi editi da Gremese
editore.
Più gratificante lavorare in radio o in tv?
«Sono due cose diverse e imparagonabili tra loro. In questo momento la radio per
me è una fonte preziosa, non a caso il direttore si chiama Antonio Preziosi
(ride, ndr). C’è più attenzione e contatto con il pubblico e devo dire
che mi sento gratificata di poter continuare in questo ambito il mio percorso
professionale».
Hai alle spalle una lunga gavetta che ti ha permesso di arrivare alla
conduzione di programmi come Check Up e Uno Mattina: non ti
infastidisce oggi vedere ragazze a cui vengono affidate trasmissioni di punta
con alle spalle l’esperienza di concorsi di bellezza o reality show? Tanto per
dirne una,
Miriam Leone.
«Miriam è una ragazza che ha molto talento. No, non mi infastidisce tanto questo
aspetto. Credo che la televisione sappia essere selettiva, e anche il pubblico
sa distinguere chi possiede reali capacità e chi no, al di là di quella che è
stata la sua formazione professionale. Semmai una cosa che mi intristisce è
vedere come si tenda a prediligere il dato anagrafico a discapito di quello
dell’esperienza».
Quali sono state le tue maggiori soddisfazioni e quali le delusioni?
«Personalmente di sgradevole posso dire che c’è stato poco; mi ritengo una
persona privilegiata che ha avuto la possibilità di poter fare quello che
desiderava. Le soddisfazioni sono quelle che vedo tutti i giorni, nell’aver
potuto fare cose diverse, da Check Up all’esperienza a National
Geographic, cercando sempre di migliorare. Così come adesso è una bella sfida
quella della radio».
Anche Stefano Ziantoni, tuo marito, è giornalista: è un bene o un male avere
un partner che fa il tuo stesso lavoro?
«Se c’è complicità e aiuto è una cosa positiva; diventa difficile quando
subentra la competizione. Per fortuna nel nostro caso il problema non si è posto
dal momento che le nostre strade hanno seguito un percorso decisamente diverso».
Alla luce della tua esperienza a Check up, quale credi sia il tono
giusto per parlare di un argomento come la sanità e la salute in tv?
«Ho l’impressione che se ne parli anche troppo di questi tempi. Sarebbe il caso
di svecchiare, se così si può dire. Vedo tanti salotti in cui si parla di un
argomento così delicato con troppa leggerezza; non ritengo sia doveroso nei
confronti di un pubblico che, noto con grande sorpresa, rispetto ai miei inizi è
molto più attento ed informato in materia. Non è il caso di scherzare su quello
che è probabilmente il primo e fondamentale bene della persona».
Come ti vedi tra dieci anni?
«Come una mamma di una figlia alle prese con la delicatissima età
dell’adolescenza. Attraverso i suoi occhi scopro ogni giorno tante cose nuove e
capisco quanto sia stata fortunata nel mio percorso».
Ti infastidiscono le critiche?
«Le ho ricevute, ma sono state sempre bene accette. Anche in questo modo puoi
cogliere spunti importanti per migliorare».
Come ti descrivi?
«Equilibrata. Posso dire con convinzione di non essermi lasciata sedurre dai
riflettori e dalla visibilità, ma ho sempre affrontato con estrema normalità
questo mestiere. E questo mi ha anche consentito di allontanarmi per un po’
dalla televisione, senza particolari traumi». |
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CRONACA IN ROSA Il
parcheggio dell'amore di Anna
Rossini
In camera da letto, nella toilette dell'aereo, sul
pavimento, su una spiaggia solitaria... Sono infiniti i
posti dove trovare la desiderata intimità col
partner. Purtroppo però, non è sempre facile: genitori in
giro per casa, luoghi affollati, posti scomodi. Così, per le
coppie senza "un posto tutto per sé" resta la classica
alternativa: l'automobile.
Un imprenditore, presa coscienza del fatto che appartarsi in
auto in posti solitari non è il massimo della sicurezza, si
è fatto venire un'idea: il Lovely Park, ovvero uno
speciale motel – box separati e chiusi, privacy
garantita – economico e quindi accessibile anche ai giovani
squattrinati, per passare in piacevoli attività il tempo col
proprio partner. Lontano da sguardi indiscreti, ma in
sicurezza e con tutti i comfort: distributori di
preservativi, fazzoletti, bibite e merendine.
Tutto questo succede a Bari, non senza polemiche tra
favorevoli e contrari, tra detrattori e sostenitori.
D'altronde lo scandalo vero non è tanto quello che si fa
nelle macchine, ma il fatto che lo si dichiari
pubblicamente, all'insegna del tutti lo fanno ma nessuno lo
dice, con un senso di pudore puramente italico: le coppie
che si appartano in auto e le case chiuse non sono
accettate, ma personaggi pubblici che assoldano ragazze
minorenni per feste equivoche vengono tollerati.
Nel frattempo però pare che gli affari vadano bene, e che i
clienti gradiscano. Il mercato decide: se fra qualche
mese il Lovely Park sarà ancora aperto il suo proprietario
sarà considerato un geniale imprenditore. |
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FORMAT Pagellone
di gennaio di
Giuseppe Bosso
Sole splendente su Centovetrine.
La soap ambientata a Torino soffia le fatidiche
10 candeline e per l’occasione, l'1 febbraio,
rivediamo tanti volti amati degli anni scorsi,
compresa Daniela Fazzolari-Anita Ferri, special
guest in un toccante incontro con papà
Ettore-Roberto Alpi. Gli anni passano, la
passione rimane.
Sereno su Rossella: benissimo la
serie interpretata da Gabriella Pession e
Giuseppe Zeno; forse il paragone con il mito di
Via col vento è alquanto eccessivo, ma
Rai Fiction continua a mietere successi.
Soleggiante su Raiuno. Azzeccatissima la
scelta di proporre, per le festività, tre
classici Disney in prima tv: Biancaneve,
Cenerentola e La bella addormentata
nel bosco, principesse che non hanno età.
Variabile su Wild-Oltrenatura:
Fiammetta Cicogna ha superato l’esame, dopo gli
spot telefonici e il salotto del Chiambretti
Night; è un piacere riscoprire, in prima serata,
la natura e l’avventura. Peccato che Italia 1
abbia deciso di spostare il programma al
giovedì, dove dovrà scontrarsi con i crescenti
ascolti di Annozero.
Poco nuvoloso su Luca Biagini. L’attore e
doppiatore, ex Edoardo Della Rocca in
Centovetrine, dopo quella di Oreste
Rizzini-Eric Forrester raccoglie un’altra
pesantissima eredità: doppiare Hugh Laurie,
alias Dottor House, al posto del
compianto Sergio Di Stefano. Gli aficionados del
più antipatico e amato dei tele medici stanno
già iniziando ad abituarsi al cambio.
Foschia su Glee. Tanto
reclamizzata anche dai volti di punta di Italia
1, la serie cult made in Usa non decolla
negli ascolti. Forse perché già ampiamente
trasmessa sui canali satellitari.
Nebbia (è proprio il caso di dirlo) su
chi improvvisamente, dopo dieci anni, si è
accorto che il Grande Fratello è un
programma dove regna trash e volgarità:
piuttosto ipocrita espellere concorrenti per una
bestemmia solo adesso e non impegnarsi prima a
rendere il format un po’ più sobrio.
Pioggia su Daniela Santanchè: un
esponente di governo (minuscola obbligatoria)
non dovrebbe assumere certi atteggiamenti quando
viene invitata in televisione, e soprattutto non
dovrebbe interrompere gli altri ospiti come ha
fatto lei ad Annozero. Increscioso il
modo con cui si è rivolta a
Vittorio Zucconi e,
ciliegina finale, anche al tg di La7 dove si è
fatta notare negativamente...
Temporale su Barbara D’Urso. Non per
infierire, cara Barbara, ma era destino che
prima o poi il tuo stile ti avrebbe fatto
cadere, e a Canale 5 forse ci hanno messo troppo
tempo a capirlo.
Grandina su Alfonso Signorini. Su D’Alema
avremmo ben altro di cui lamentarci al di là del
cachemire, caro direttore; e a Ruby sono altre
le domande che ci piacerebbe rivolgere,
indipendentemente dalla sua storia personale.
Burrasca su chi, anziché presentarsi a
rispondere a domande precise in un vero
programma di informazione, come un ruolo
istituzionale di primo piano richiederebbe,
continua ad affidarsi a messaggi preregistrati a
senso unico e pensa che si possa sempre
intervenire a comando telefonicamente, stavolta
venendo per fortuna stoppato da un ottimo Floris
e da Lerner che finalmente dimostra come si può
rispondere a tono.
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HOT GIRLS Social
network, la corsia preferenziale per il sesso
di Valeria Scotti
Maledetta astinenza. Che sia dovuta ai sempre
più irrinunciabili social network o a un
evergreen come il sesso, poco importa. Entrambi
vanno infatti a braccetto.
Ormai abbiamo la conferma: da un messaggio
online a un rapporto sessuale, il passo è
davvero breve. Ammettiamolo: Facebook e tutti i
suoi compagni hanno notevolmente ridotto i
tempi. In ogni senso. E sempre più coppie, dopo
un incontro virtuale, sono spinte a fare
sesso.
A rivelarcelo è una ricerca pubblicata dalle
riviste Shape e Men's Fitness che
ha messo a confronto 1.200 persone. I risultati?
Quattro donne su 5 e tre uomini su 5 sono
convinti - con annessa esperienza personale -
che i social network facciano evolvere più
velocemente i flirt sessuali.
Ma possiamo dirvi di più. Il 70 per cento delle
donne – e il 63 per cento dei maschietti -
ammette di usare questi mezzi per vagliare nuovi
possibili partner e rinunciare alla
zitellaggine nonché alla singletudine più
disperata. E le agenzie matrimoniali? Per loro
serrande abbassate e affari in calo. Bei tempi
di una volta...
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DONNE Tullia
Zevi: l'ebraismo raccontato ai giovani
di Giuseppe Bosso
Se n'è andata il 22 gennaio ed è stata
sepolta accanto al marito Bruno, al cimitero
Verano di Roma. Tullia Zevi lascia
alle spalle una significativa e importante
testimonianza sull'ebraismo che ha
riportato nel libro biografico, scritto con
la nipote Nathania, Ti racconto la mia
storia: un dialogo fra donne sulla
religione.
Scampata alle leggi razziali e allo scoppio
della Seconda Guerra Mondiale, emigrata in
America con la famiglia, inizia a
studiare musica e a suonare l'arpa. Ma è il
giornalismo, in quegli anni in cui si
impegna in circoli antifascisti, la sua vera
strada, e al ritorno in patria, con il
consorte architetto e critico d'arte, inizia
la strada nel mondo dell'informazione per il
quotidiano israeliano Maariv e il
britannico The Jewish Chronicle.
Viene inviata al processo di Norimberga come
corrispondente.
Negli ultimi vent'anni la sua dedizione e il
suo impegno sono stati riconosciuti dal
Presidente Scalfaro che l'ha nominata
Cavaliere di Gran Croce nel 1992,
proprio mentre veniva candidata al premio
Donna Europea dell'anno. Due anni dopo vince
il Premio Cultura per la Pace e, nel '98,
viene eletta membro della Commissione per
l’Interculturalismo del Ministero
dell’Istruzione e membro della Commissione
Italiana dell’Unesco.
Presenti numerosi esponenti delle
istituzioni ai funerali, tra i quali il
presidente della Provincia di Roma Nicola
Zingaretti che ha dichiarato: «Mi impegnerò
perché presto nella Capitale le venga
intitolata una via». |
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