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Telegiornaliste anno VI N. 13 (230) del 5 aprile 2010
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MONITOR Valentina Renzopaoli: entusiasmo e pazienza, ecco i segreti del giornalismo
di Giuseppe Bosso
Giornalista
professionista dal 2006, Valentina
Renzopaoli si è laureata con lode in Lettere - indirizzo Comunicazione e
Spettacolo - presso la Terza Università di Roma. In televisione ha esordito
nella stagione 2001-2002 presso TeleRoma56 e oggi è cronista, conduttrice e
inviata di RomaUno.
Come hai vissuto la lunga maratona elettorale?
«È stato un lavoro lungo che ci ha accompagnati nell'ultimo mese, dai faccia a
faccia ai tg che ho condotto. Non è stato comunque un momento particolarmente
felice, si è dato troppo spazio a scandali e ricorsi anziché ai programmi e alle
problematiche dei cittadini. A Roma c'è stato un forte astensionismo, ed è un
dato su cui bisognerà riflettere molto. Non votare è decisamente peggio perché è
la testimonianza nitida di come la gente sia disillusa e sfiduciata».
A RomaUno sei stata
recentemente protagonista della maratona contro i tagli alle provvidenze
dell'editoria locale. Che esperienza è stata?
«Sono stati due giorni in cui abbiamo stravolto i nostri palinsesti per dare
alla gente un messaggio sulla gravità di queste decisioni che vanno a
danneggiare non solo noi addetti ai lavori, ma i cittadini. Sono loro che,
attraverso le tv locali, possono contare su uno strumento straordinario di
contatto e di informazione, per non parlare delle aziende che non possono
accedere alla pubblicità sui canali nazionali. Questa decisione è una profonda
ingiustizia perché va a beneficio degli organi di informazione dei partiti.
Speriamo di aver colto nel segno».
In estate hai suscitato scalpore per la tua lettera ad
Affari italiani in
cui criticavi la scelta di
Miriam Leone
come conduttrice di Uno Mattina Estate. Hai rivisto questa posizione?
«Non ho avuto modo di conoscere Miriam, ma ci tengo a precisare e ribadire che
la mia era una provocazione non diretta alla persona, semmai al sistema, ai
meccanismi che sono alla base di queste scelte. Tante colleghe, tante
professioniste che hanno alle spalle anni e anni di gavetta sono tagliate fuori
dai programmi di punta dei canali più importanti che, invece, prediligono
ragazze che arrivano da altri settori, come la moda e appunto i concorsi di
bellezza. Settori che poco o niente hanno a che vedere con il mondo
dell'informazione, o che possono contare su conoscenze e appoggi. La mia
posizione è sempre questa».
Da quando hai iniziato il lavoro di giornalista, quali sono le esperienze che
più ti hanno colpito?
«Ne ricordo con affetto due. Un anno fa, quando sono stata in Abruzzo al seguito
della Croce Rossa dopo il terremoto: un'esperienza dolorosa ma fondamentale
perché mi ha permesso di vivere a 360 gradi le fasi della ricostruzione. Qualche
anno fa, poi, feci un viaggio a Maputo, capitale del Mozambico, al seguito del
sindaco di Roma di allora - Veltroni - e dei ragazzi delle scuole della
Capitale».
Secondo te nel giornalismo di oggi c'è ancora il maschilismo?
«Non più di altri settori. Finalmente anche le donne vengono scelte per ruoli di
responsabilità e potere, e questo non può che essere positivo. A RomaUno, oltre
a condurre, sono coordinatrice della redazione, un ruolo che richiede pazienza,
sangue freddo e tenacia, dovendo ottimizzare il lavoro dei miei colleghi e
scegliere la 'scaletta' delle notizie da trattare».
Che idea ti sei fatta di Telegiornaliste?
«Una bella community che mi diverte seguire. Soprattutto perché mi date la
possibilità di riscontrare, dai commenti dei visitatori, come viene visto il mio
lavoro dagli spettatori e di potermi confrontare con le altre colleghe che
seguite».
Cosa vedi nel tuo domani?
«Spero di continuare questo lavoro, a RomaUno o altrove. E poi sogno di scrivere
un libro e di avere dei figli».
A proposito, da pochi giorni hai avuto un nipotino. Se volesse seguire le tue
orme, cosa gli consiglieresti?
«Sicuramente gli darei gli stessi consigli che affido ai giovani stagisti di
Romauno: ricordate che per fare questo lavoro occorre tanto entusiasmo, tenacia,
passione... e tanta pazienza!».
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CRONACA IN ROSA Una
cicogna per marito di Camilla
Cortese
Quelli che si interrogano su come far funzionare una
relazione amorosa, potrebbero trarre ispirazione dalle
cicogne. Rodan, un maschio di cicogna bianca, percorre da
cinque anni un tragitto in volo di 13mila chilometri per
raggiungere la sua compagna Malena. Lei soffre di un
handicap che le impedisce di volare da quando, nel 1993, dei
cacciatori la ferirono a un’ala. Lui torna ogni primavera.
Uccelli planatori robusti e longevi, amati dall’uomo con cui
hanno condiviso i contesti rurali per secoli, le cicogne
distribuiscono la propria vita tra l’Europa e l’Africa.
Nascono in Europa, trascorrono i primi anni in Africa
facendo prove di volo finché, raggiunta la maturità, si
dirigono in Europa per metter su famiglia. Tornano poi a
svernare ogni anno nell’Africa sub sahariana.
Rodan è sempre il primo ad arrivare nel villaggio croato di
Brodski Varos, è lui ad annunciare la primavera agli
abitanti del posto. Nel grande nido lo aspetta Malena, resa
stanziale dalla vecchia ferita. Ogni anno, da cinque anni,
trascorrono insieme la stagione degli amori, covano a
turno le uova e, quando i piccoli sono pronti per volare,
Rodan insegna loro come fare. Giunta l’estate, la nidiata
segue il padre in Sudafrica. Malena rimane a casa.
Meglio di tanti esseri umani uniti dal sacro vincolo del
matrimonio, due creature semplici ed eleganti, fedeli a
dispetto di un contrattempo non da poco e con concrete
ripercussioni sulla vita coniugale, custodiscono un legame
che non ha niente in meno degli altri. Vivono la loro vita
senza sabotarla, si sono trovati e la grande fortuna
è semplicemente questa.
Questa coppia di fatto del regno animale sfida le
leggi della natura, secondo cui solo gli esemplari più forti
sopravvivono e si riproducono. Questi due innamorati nei
cieli d’Europa si dividono le incombenze del loro amore
senza drammi, e lui non la vede di certo meno cicogna solo
perché lei non sa più volare. |
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FORMAT Pagellone
di marzo di Giuseppe Bosso
Sole splendente su Michele Santoro,
Marco Travaglio,
Sandro Ruotolo e tutti coloro che hanno lavorato alla
realizzazione di Rai per una notte. Un segnale forte che
aspettavamo da tempo.
Sereno su Sophia Loren e Margareth Madè. La miniserie sulla
diva napoletana, che interpreta per l’occasione sua madre Romilda
Villani, ha avuto molto successo su Raiuno.
Soleggiante su Massimiliano Vado e Linda Collini, alias Zeno
Bauer e Cecilia Castelli in
Centovetrine; i fans della soap torinese stanno apprezzando
tantissimo la storyline che vede protagonisti i due attori. Guardare
su YouTube per credere…
Variabile sulla musica italiana che con Gigi D’Alessio (su
Raiuno) e la coppia De Gregori-Dalla (su Raidue, dopo Ferro-Pausini)
conquista la prima serata. Per questi ultimi magari gli ascolti non
saranno stati altissimi, ma gli appassionati del genere hanno
apprezzato lo stesso.
Poco nuvoloso su Il ritmo della vita. Non male il
‘pilota’ con Anna Safroncik e Antonio Cupo in versione ballerini,
per la regia di Rossella Izzo. Però Canale 5 farebbe meglio a
pensarci prima di riproporlo in versione serie a puntate.
Foschia su Michelle Hunziker. La giustizia assolve l’uomo che
la molestava telefonicamente, lei rivela a Striscia di essere
stata ricattata da un torbido ‘talent scout’, Marco Predolin alla
presentazione del suo libro la attacca. Insomma, non è un periodo
facile per la spumeggiante Michelle, che però ci ha sempre
dimostrato di saper reagire sempre con il sorriso e con grinta. Non
dubitiamo che sarà così anche stavolta. Forza, Michelle!
Nebbia su Emanuele Filiberto di Savoia. Le leggi razziali
sono un macigno sulla dinastia che le scuse plateali di Ciak...
si canta! non cancellano.
Pioggia su Lapo Elkann. La ‘bravata’ del rampollo di casa
Agnelli a Los Angeles durante la partita Los Angeles Lakers
contro Toronto Raptors ha fatto il giro del mondo. Certo, non una
bella immagine per l’Italia e per una famiglia che si era sempre
distinta per stile e sobrietà ai tempi dell’Avvocato.
Temporale su Lorenzo Crespi. Anche a Ballando con le
stelle l’attore messinese non ha smentito la pessima fama che in
passato l’aveva allontanato da Carabinieri e Gente di mare.
Ma per Milly Carlucci non è stata un gran perdita, tutto sommato.
Grandina su Aldo Busi. La sua partecipazione all’Isola dei
famosi era stata salutata come un tentativo di ridurre il trash
e portare la cultura nel reality di Raidue. Non ha funzionato.
Burrasca, e siamo recidivi, sull’informazione che in
questa campagna elettorale non ci ha adeguatamente informato sui
programmi politici e come al solito ha preferito concentrarsi su
scandali e insulti tra leader. |
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HOT GIRLS Wonder
(porno) Woman di
Valeria Scotti
L'altra faccia della medaglia. Da attrice hard a
regista porno, ma non solo. Ecco allora che una
bionda signora sessantenne si occupa di erotismo
a misura di donna. Basta infatti col pensare che
il settore a luci rosse sia un mercato destinato
solo a lui. Candida Royalle ne è
l'esempio, avendo dato vita alla Femme
productions, casa di produzione specializzata in
hardcore per le donne. E le volgarità,
per una volta, restano chiuse in un cassetto.
Il suo bagaglio personale, certo, l’ha aiutata e
non poco. Negli anni Settanta, lei era a San
Francisco tra le protagoniste del collettivo The
Cockettes, una particolare banda di travestiti.
Poi, dopo una breve esperienza come cantante
jazz, Candida è approdata con successo al
porno. Ben 25 film in meno di 5 anni, fino
alla rivoluzione finale.
La Femme production, però, solo un primo
trampolino. Candida è anche la fondatrice della
FFE, l'azione femminista per la libera
espressione, oltre a essere l'unica film-maker
ammessa alla AASECT, associazione americana
degli educatori, consulenti e terapisti
sessuali. Poi, tra la scrittura di un libro e
l’ideazione di un altro, la Royalle ha spesso
vestito i panni di insegnante di sesso in
corsi al femminile. D'altronde «gli uomini sono
manovrabili. Basta solo soddisfare il loro ego».
Qualche anno fa, infine, la creazione della
linea Natural contours, una gamma completa di
vibromassaggiatori e stimolatori chic per
lei che non richiamano l'anatomia maschile ma
hanno forme morbide e discrete. Ancora una
volta, la donna al centro dell'interesse di
Candida. Perché l'uomo c'è, ma poco si vede. |
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DONNE Una
buona novella di
Silvia Grassetti
Il rivoluzionario Gesù ebbe qualcosa
di interessante da dire anche in tema di
rapporti fra i sessi. Per esempio promette
che ogni uomo ed ogni donna alla fine dei
tempi si reincarnerà nel proprio corpo
sessuato. Niente male, ma avete fatto caso
alla spiata di Giovanni?
L’evangelista racconta che Gesù, che si
stava riposando nei pressi di un pozzo in
Samaria, rivolge la parola a una donna:
costei gli dice di aver avuto cinque mariti
e ora un “compagno”.
Cristo, lungi dall’andarsene sdegnato, si
mette a discettare con lei di vari
temi religiosi, prestando attenzione alle
sue idee.
È quasi superfluo tirar fuori l’episodio
dell’adultera, ma godiamocelo ancora
una volta.
Scribi e farisei portano davanti a Gesù la
famosa traditrice, e gli chiedono con
malizia se debbano attenersi a ciò che
comandò Mosè, cioè lapidare le
traditrici. Del resto, nel nostro “secolo
delle donne” lo si fa ancora.
Gesù disegna col dito sulla sabbia - aveva
ben altre cose di cui preoccuparsi. Quelli
insistono, lui risponde in velocità che «chi
è senza peccato scagli la prima pietra», e
riprende a scrivere sulla sabbia.
Quando rialza la testa scopre con sorpresa
che gli aspiranti lapidatori se ne sono
andati, mentre la donna è ancora là; Gesù le
chiede cosa sia successo (aveva proprio
altro a cui pensare), e infine le dice che
neanche lui la condanna. Questo episodio, a
dispetto dell’importanza che qualcuno gli
vorrebbe conferire in riferimento alle
donne, non appare in tutti i Vangeli,
ma solo in quello di Giovanni. Come dire,
una volta basta e avanza.
6-continua |
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TELEGIORNALISTI Nessuna
quiete, solo tempesta di Tiziana Ambrosi
Se non ci fossero state altre avvisaglie, nel corso di questi ultimi mesi,
verrebbe da pensare che il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, non abbia
la più pallida idea di cosa sia il marketing.
Notizia di qualche giorno fa: tre dei volti storici del Tg1
Tiziana Ferrario (già fu
sepolcro imbiancato), Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso
sono stati rimossi dalla conduzione in video “per dare un segnale di
cambiamento” ed in concomitanza con l’assunzione di 18 nuovi giornalisti.
Dove Mike Bongiorno ha spadroneggiato per 50 anni, dove Pippo Baudo nel 2010
conduce ancora Domenica In, dove si è sfiorata la rivolta popolare
quando la Clerici è stata sostituita tra le pentole?
La
cosa buffa è che vogliono convincerci che l’allontanamento dei tre sia
imputabile al rinnovo della struttura del Tg1. Un tg peraltro già ampiamente
rinnovato dove il direttore sbuca in video con editoriali che ridefiniscono
il significato della parola imparzialità. Con il presupposto ovviamente che
il tg della prima rete di Stato debba essere il bacino di raccolta delle
idee di tutti i cittadini italiani.
La strada per la prescrizione che diventa assoluzione è spianata, i regali
di San Valentino sono più importanti dei dati della disoccupazione, 45
italiani su 100 a Pasqua saranno impegnati nell’esodo – sarebbe da insegnare
agli Ebrei come si fa un Esodo con gli attributi – il rapporto Deficit/PIL
cresce ma per fortuna che c’è Mignanelli sulle piste da sci. A questo punto,
nel restyling del Tg1, si potrebbe proporre l’inserimento di una colonna
sonora ai servizi come già sperimentato con successo da Studio Aperto.
Ma torniamo per un attimo al marketing. Minzolini decide di tagliare tre
volti che la storia dell’informazione Rai l’hanno fatta - scomodandosi anche
in teatri di guerra, invece che in perenne inseguimento del premier a mo’ di
cane di San Rocco.
Casualità vuole, che i tre risultino essere non firmatari di una sorta di
mozione di fiducia alla direzione. Insomma, non dovrebbe volerci molto a
capire che se scegli questi poi hai una probabilità del 100 per cento di
finire in un polverone. Tre su tre: o è sfiga o è malafede.
La Ferrario ha dichiarato di aver ricevuto una comunicazione telefonica
mentre era in vacanza, con la controfferta di fare l’inviata per le grandi
aree. Che per quanto ne sappiamo potrebbe essere anche l’Ucraina. A sostegno
dei colleghi è scesa in campo anche
Maria Luisa Busi, altro volto storico del Tg1 e conduttrice
dell’edizione delle 20.00. Anche lei non firmataria.
In un’intervista senza tanti peli sulla lingua a Repubblica ha
denunciato il pesante clima della redazione, così come il progressivo
degrado della testata, con trend di ascolti in calo e una qualità
discutibile.
La
risposta dell’imperatore Augusto non si è fatta attendere, con il
coinvolgimento persino della direzione generale in un procedimento
disciplinare nei confronti della giornalista, rea di non aver richiesto
l’autorizzazione per l’intervista e per aver diffuso dati "sensibili"
(quelli dello share). Autorizzazione per altro non necessaria essendo la
Busi nel Comitato nazionale della Federazione della stampa.
Nel nostro piccolo non possiamo far altro che esprimere la nostra
solidarietà a Tiziana Ferrario, Piero Damosso e Paolo Di Giannantonio,
supportare la Busi e gli altri colleghi che si sono ribellati a questa
messinscena di pupi siciliani, con la speranza che sempre più persone si
rivoltino a questa chirurgica strategia di disinformazione e di rimozione
degli ostacoli in nome di un padrone cui la libera informazione non dovrebbe
sottostare mai. |
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SPORTIVA Ansia
da pattinaggio di
Pierpaolo Di Paolo
Quanto la serenità interiore può influire sui
risultati di un atleta, anche il più talentuoso?
Chiedere a Carolina Kostner.
È finito con un sesto posto agrodolce il ritorno di
Carolina ai Mondiali. Un risultato confortante dopo
la disastrosa avventura olimpica, anche se la
Kostner è stata proprio ad un soffio dal podio, e lo
sa bene. Un podio che la 23enne di Bolzano non ha
avuto il coraggio di agguantare, frenata dagli
spettri di Vancouver.
Ed è stata un'Olimpiade terribile, quella
canadese. Di quelle che lasciano il segno. Lei, una
delle favorite della vigilia, sorprende fan,
commentatori e - probabilmente - se stessa con una
prestazione irriconoscibile e imbarazzante.
Incertezze cui non ci aveva abituati e che l'han
fatta finire per
ben 4 volte col sedere sul ghiaccio. Di
Vancouver conserviamo l'immagine che non avremmo mai
voluto vedere: Carolina che esce dalla pista con le
mani in faccia, piangendo.
Le polemiche che ne sono seguite possono essere
facilmente sintetizzate nel duro commento di
Gianni Petrucci: «In questa Olimpiade non è
stata una campionessa. Noi dobbiamo rispettare chi
vince. Le Olimpiadi sono la manifestazione più
importante, sono quadriennali e ci si prepara più di
ogni altra manifestazione».
Ai mondiali di Torino Carolina mostra
evidenti tutti i segni della recente scottatura. Si
lascia condizionare al punto da modificare il
proprio piano di esibizione, eliminando alcuni
passaggi tecnicamente più impegnativi e importanti
per il punteggio, pur di facilitare l'esecuzione e
attenuare l'ansia. Nonostante questo, al suo esordio
conquista un 4° posto che fa tirare a tutti un
sospiro di sollievo. Rinfrancata dal risultato
parziale, parla ai microfoni Rai ma l'inquietudine è
ancora palpabile nelle sue parole: «Non è bello
sentirsi certi commenti. Non sono veri, e son detti
da chi non sa cosa c'è dietro e come stanno
veramente le cose. Questa situazione mi ha fatto
rosicare, anche per questo ci tenevo tantissimo a
far bene ora. Io non me lo merito».
Alla fine sarà solo sesta, con la consapevolezza ed
il rammarico che il podio, mai come questa volta,
era proprio lì, a un passo. Ci si può accontentare:
la tranquillità interiore vale molto di più di una
medaglia, fosse anche d'oro. «Adesso voglio
dedicarmi un po' di più alla mia vita privata»
conclude Carolina. |
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