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Telegiornaliste anno XXI N. 31 (810) del 26 novembre 2025
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Maria
Cristina Cusumano, mostrare empatia
di Giuseppe Bosso
Incontriamo Maria Cristina Cusumano, giornalista televisiva e radiofonica.
Benvenuta sulle nostre pagine, Maria Cristina. Proprio poche settimane fa
di te ci ha parlato benissimo
Emanuela Ronzitti con cui stai collaborando alla sua trasmissione in
onda su Radio 1. Come stai vivendo questa esperienza?
«Innanzitutto grazie a voi per l’appezzamento. L’esperienza con il programma
Indipendente-mente di Emanuela Ronzitti è molto sfidante e
interessante. Gli argomenti trattati sono molto importanti, sono storie di
vita spesso dure e difficili, ossia quelle della dipendenze».
Qual è la difficoltà maggiore che hai incontrato nell'avvicinare le
persone per chiedere loro di aprirsi su un tema delicato come le dipendenze,
nelle loro varie forme?
«Molto spesso le persone mostrano diffidenza, imbarazzo, vergogna ma anche
timore nell’esprimere le proprie problematiche. Bisogna innanzitutto
mostrare empatia, metterle a loro agio, magari con un sorriso rassicurante.
Farle parlare, rispettare i loro tempi. Mai insistere. Io dico spesso: ‘il
mio microfono è a vostra disposizione, è un’occasione per parlare di voi,
del vostro malessere, o un mezzo per diffondere un messaggio’».
Questi 'demoni', se vogliamo così definirli con un'espressione forte,
possono essere in qualche modo la conseguenza di un mondo che nell'illusione
di voler andare avanti a un ritmo sempre più forsennato ha avuto l'effetto
contrapposto di rendere l'essere umano più fragile ed esposto?
«Assolutamente sì. I ‘Demoni’ di cui parli sono il riflesso di una società
malata, sofferente. In passato, mi sono occupata a lungo di cronaca nera,
seguendo casi nazionali, processi senza fine, dove le prove sono state
insabbiate e i colpevoli, sono ancora a piede libero. Ho seguito casi di
omicidio, dove a impugnare armi o coltelli sono stati adolescenti malavitosi
o in preda agli effetti delle droghe. In loro ho trovato molta fragilità, un
desiderio ossessivo di indentificarsi con un clan, con un branco. Di
prendere un posto nel mondo, ovviamente dalla parte sbagliata».
Rispetto ai tuoi primi passi nel mondo del giornalismo ritieni che il
progresso tecnologico non abbia finito per diventare una sorta di arma a
doppio taglio, come dimostrano i dibattiti sull'intelligenza artificiale che
anche nel nostro campo rappresenta una minaccia più che un ausilio?
«Credo che il progresso tecnologico abbia migliorato e semplificato la
nostra vita. Ritengo che il segreto sia informarsi, aggiornarsi, utilizzare
l’intelligenza artificiale al meglio, verificando sempre le fonti, per non
cadere nei tranelli delle fake news».
Si avverte una crescente sfiducia delle persone nel mondo
dell'informazione. Esclusiva responsabilità della nostra categoria secondo
te?
«Credo che le persone siano bombardate di informazioni e a volte non
riescano a distinguere le notizie vere da quelle false. La sfiducia
probabilmente nasce da un senso di disorientamento generale. Il nostro
dovere è proprio quello di dar loro un’informazione corretta e pulita».
I tuoi prossimi e attuali impegni.
«Attualmente, oltre che lavorare nel
Giornale Radio Rai, due volte a settimana, conduco uno spazio
settimanale dedicato agli animali e alla loro difesa e tutela. Un argomento
a me molto caro».
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Chi
sale, chi scende nel 2025
di Giuseppe Bosso
Come ogni anno che si avvia alla conclusione è tempo
di bilanci, anche per i protagonisti dei nostri
palinsesti, tra chi ha confermato le aspettative,
chi si è rivelato e chi, per contro, è simbolicamente
(e simpaticamente) rimandato al 2026.
Anno più che positivo senza dubbio per Gerry Scotti,
che ha rispolverato su Canale 5
La ruota della fortuna, un format guidato
con successo da Mike Bongiorno negli anni '90
e poi ripreso, senza particolari riscontri, da Enrico
Papi per un breve periodo. Scelta rischiosa per
Mediaset, sperimentata in estate e portata avanti in
autunno, al punto da scalzare (per ora, almeno) un totem
come Striscia la notizia. Il telequiz piace
ancora, anche per il carisma del conduttore,
ottimamente affiancato dalla frizzante Samira Lui.
Tiene testa il diretto competitor di Scotti,
Stefano De Martino, saldamente al timone dei “pacchi”
di
Affari tuoi su Raiuno, così come
Francesca Fagnani e le sue
Belve, malgrado qualche intervista abbia
suscitato non poche polemiche, come quella a una
Belen Rodiguez in fase calante e la discussa Rita De
Crescenzo.
Sebbene la concorrenza delle piattaforme on demand
sia più che mai spietata, la fiction della tv generalista
riesce comunque ancora a tenere testa, che si tratti di
titoli storici come
Màkari o nuove proposte.
Nel 2025 abbiamo assistito anche al ritorno in prima
linea di Barbara D'Urso, che dopo l'accantonamento da
Mediaset si è rimessa in pista, per ora come concorrente a
Ballando con le Stelle, in attesa di tempi
migliori.
Ma innegabilmente il 2025 verrà ricordato soprattutto per la
scomparsa, ad agosto, di un mostro sacro come
Pippo Baudo.
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Dora
Esposito, il mio modo di raccontare
di Giuseppe Bosso
Incontriamo nuovamente
Dora Esposito, per parlare del suo secondo libro,
uscito nell’autunno dello scorso anno, edito sempre da
Arkadia Editore.
Bentrovata Dora, tre anni dopo la nostra prima chiacchierata
in cui avevamo parlato del tuo primo libro Un giorno ti
racconterò, al quale hai dato questo seguito che già sta
riscontrando grande successo, Apri la porta e vola.
Rappresenta in qualche modo una maturazione di pari passo con la
tua?
«Ciao, Giuseppe. Da premettere che Apri la porta e vola
non è assolutamente il seguito di Un giorno ti racconterò
ed è uscito il 27 Settembre del 2024, quindi è un anno che sta
andando in giro. I miei personaggi, in realtà sono sempre stati
maturi e qualche volta ho seguito anche i loro consigli».
Narrare, come hai fatto, in prima persona le varie storylines
che si intrecciano permette allo spettatore di comprendere
meglio i fatti dalla viva voce dei protagonisti piuttosto che
con in terza persona?
«Io penso sia la stessa cosa e questo, è soltanto un mio modo di
riconoscere la mia scrittura, il mio modo di raccontare».
Storie sentimentali di vita ma anche altamente drammatiche
soprattutto per alcuni personaggi che, senza voler spoilerare,
si trovano alle prese con situazioni davvero difficili: come hai
affrontato da scrittrice temi come la situazione personale di un
detenuto o la malattia?
«Come si affronta ogni tipo di problematica. Da persone mature e
consapevoli».
Possiamo comunque dire con certezza che hai raccontato
storie, per così dire, ‘reali’, di cosiddette ‘persone comuni’
alle prese con una quotidianità analoga a quella dei lettori. È
ancora una formula vincente in campo editoriale?
«La gente vuole le cose semplici. Se sia una formula vincente,
questo non lo so».
Qual è stato il riscontro che hai avuto finora dai lettori
con cui interagisci?
«Sono circondata d'affetto, da persone che mi apprezzano, che
vogliono leggermi ancora, che chiedono sempre quando uscirà un
nuovo libro. Ho incontrato innumerevoli persone, in tutti questi
anni e posso dire che la scrittura fa delle vere magie».
Senza spoilerare ti posso dire che a tratti sono rimasto
piuttosto contrariato dalle scelte che hanno compiuto i
personaggi, salvo poi riflettere sul fatto che dovrei trovarmi
io in quella situazione prima di giudicare le azioni degli
altri: il tuo intento era anche quello di stimolare il lettore
da questo punto di vista?
«Ma certo. Altrimenti cosa si scrive a fare?».
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