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Archivio Telegiornaliste anno XXI N. 12 (791) del 2 aprile 2025

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TGISTE
Francesca Lagoteta. Stress? No, grazie
di Giuseppe Bosso

Intervistiamo Francesca Lagoteta, giornalista del network LaC.

La sua giornata tipo.
«Mi sveglio molto presto, credo che dormire sia una gran perdita di tempo; le ore sono poche e c’è sempre tanto da fare. Non amo dedicare tutto il tempo al mio lavoro, voglio leggere, studiare, fare musica e fare sport. Abbandonare le mie passioni sarebbe una sconfitta, e allora faccio di tutto per riuscire a conciliare ogni cosa. Per gli altri la mia vita appare a volte “stressante”, ma per me non lo è: amo tutto ciò che faccio e, dunque, non mi pesa mai nulla».

Le sta stretto operare in un contesto locale, sia pure importante, o avverte il maggior filo diretto con la comunità territoriale?
«Non lo definirei “locale”, il nostro network è senz’altro radicato in Calabria (una regione che io amo visceralmente), ma abbiamo sedi anche a Roma e Milano e da diversi anni ormai LaC ha un respiro nazionale. Non è una realtà che sento stretta, anzi. Mi offre quotidianamente la possibilità di viaggiare e di crescere in questo settore, con tanti stimoli importanti dal punto di vista culturale e sociale».

Raccontare la Calabria nelle sue infinite sfaccettature: su cosa cerca di soffermarsi soprattutto?
«In genere sono due le narrazioni che si fanno della Calabria: una è quella che l’associa inevitabilmente alla ‘ndrangheta, quindi tutti malavitosi, e l’altra (più retorica) che la dipinge come una terra dal passato illustre e quindi ingiustamente maltrattata. O reietta o maledetta. A me piace raccontare il bello che c’è (ed è tanto), bisogna smetterla di cadere nei soliti stereotipi piangendosi addosso. In tal senso, LaC sta lavorando molto negli ultimi tempi per riscrivere una nuova narrazione della nostra regione straordinaria. 

Di recente è stata a Parigi per l'evento Wine Paris dove i vini calabresi hanno ben figurato. Le sue impressioni.
«Finalmente la Calabria sta avendo gli spazi che merita anche all’estero. Vetrine importanti che mostrano le ricchezze dei nostri territori e le tante eccellenze enogastronomiche. Una Terra senz’altro pronta a competere nei mercati globali».

Ultimamente ha affrontato tematiche delicate come il cyberbullismo. Possiamo dire che si occupa di un vero e proprio "giornalismo sociale"?
«Il giornalismo sociale è quello che maggiormente mi appassiona. Un giornalismo attento ai margini, che educa e mobilita; che si fa carico delle richieste e dei bisogni dei cittadini imponendoli nell'agenda politica delle istituzioni. Sono una persona molto empatica e credo sia doveroso condividere la propria “fortuna”, mettere il proprio lavoro al servizio degli altri».

Conciliare vita professionale e affetti si può?
«Certo che si può! Chi dice il contrario, bluffa o cerca un alibi per non farlo. Gli impegni frenetici fanno sì che ci si riesca a ritagliare solamente pochissimi spazi per gli affetti, ma io sono una che crede nell’intensità del momento, e non nella durata. Bisogna senz’altro organizzarsi bene ma si può fare. Io lo faccio. Credo nell’importanza del sapersi fermare».
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TUTTO TV
L'eterno pestifero del piccolo schermo
di Giuseppe Bosso

Irriverente; istrionico; mai sopra le righe.

Come ci ha recentemente confidato, a proposito di Donne sull'orlo di una crisi di nervi, Rosita Celentano quando l'abbiamo intervistata, un artista "a 360 gradi di vecchia scuola, con il quale è stato stupendo lavorare; lui aveva in mente come sviluppare la trasmissione, come doveva essere la scenografie, giuste per quel ruolo; è uno spettacolo vederlo in azione, perché tiene a fare in modo che di ogni aspetto ne beneficino tutte le componenti della trasmissione, un vero contenitore completo".

Ma forse anche questa definizione, da sola, sarebbe riduttiva per descrivere Piero Chiambretti, vero e proprio eterno 'pestifero' del piccolo schermo.

A Rai 3 ha esordito, nell'ormai lontano 1987, con Và pensiero, antesignano del format che poi anni dopo con Quelli che il calcio avrebbe consacrato un altro 'ragazzaccio' come Fabio Fazio; a Rai 3 è tornato sia con Donne sull'orlo di una crisi di nervi (che come ci ha anticipato Rosita Celentano è prossimo alla ripresa) che con Fin che la barca va, dove ogni sera lo vediamo intervistare personaggi navigando lungo il Tevere, a ulteriore riprova del suo non porsi limiti nello sperimentare (o ripescare) modalità non propriamente 'convenzionali' senza perdere il suo tocco e la sua ironia propriamente torinesi.

Nel mezzo radio, programmi di vario genere su svariati palinsesti, un Festival di Sanremo a 'guastare' l'iconico Mike Bongiorno, una non fortunata esperienza da attore e regista nel 2001 con Ogni lasciato è perso, e premi in serie per le fortunatissime trasmissioni Markette e Chiambretti Night.
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DONNE
Gal Gadot, una controversa di successo
di Giuseppe Bosso

C'era una volta.... Così di solito iniziano le favole. Come quella da cui è tratta la pellicola del momento, discussa e controversa, ennesimo terreno di scontro tra woke e classico; polemiche sulle quali, scusateci, preferiamo davvero sorvolare, lasciando ad ognuno la propria personale visione.

C'era una volta, dicevamo, o meglio, c'è oggi una regina cattiva che è giunta a questo step dopo un percorso iniziato all'inizio del millennio, come per molte future dive e protagoniste del grande schermo, dal patinato contesto di un concorso di bellezza come Miss Universo dove ha rappresentato il suo paese da Miss Israele in carica, accantonando gli studi di giurisprudenza dopo un solo anno e intraprendendo la strada della star system.

Da allora il percorso di Gal Gadot è stato un continuo step by step; campagne pubblicitarie, la prima serie televisiva interpretata in patria, la sliding door che da potenziale Bond Girl la porta dritta sulle scatenate piste del franchise Fast and Furious dove ha modo di mettere a frutto quanto appreso negli anni da istruttrice di combattimento dell'esercito israeliano nel ruolo di Gisele Yashar che le conferisce la fama planetaria. Un'esperienza gratificante, per sua stessa ammissione, lamentando non a torto la carenza di ruoli buoni per interpreti femminili che si sganciassero dal cliché della ragazza dal cuore infranto.

Nel 2013 il secondo punto di svolta legato a un altro franchise di spicco come il DC Extended Universe che in lei individua la nuova Wonder Woman per cinque pellicole tra il 2016 e il 2021, gli anni del consolidamento. Non disdegnando esperienze di diverso genere dalla spy story Heart of Stone al giallo d'epoca Assassinio sul Nilo. Il resto è storia di oggi, storia di Grimilde, appunto.

Nel privato, per fortuna, tutt'altro che strega cattiva, ma affettuosa mamma di tre bambine nate dall'unione con il connazionale Jaron Varsano.
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Telegiornaliste: settimanale di critica televisiva e informazione - registrazione Tribunale di Modena n. 1741 del 08/04/2005
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