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Telegiornaliste anno XX N. 8 (755) del 28 febbraio 2024
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Claudia
Peroni, motori a 360 gradi
di Giuseppe Bosso
Alla vigilia della ripresa del campionato del mondo di Formula 1 con il
gran premio del Bahrain che darà l’avvio a una stagione che si
articolerà fino a dicembre, abbiamo il piacere di incontrare nuovamente
Claudia Peroni.
Claudia, quali sono le sue sensazioni per la nuova stagione della
Formula 1 che scatterà il prossimo 1° marzo?
«Sarà una stagione fantastica con la novità del clamoroso passaggio di
Hamilton alla Ferrari per il 2025, che ha già scatenato una rivoluzione;
sono felice anche perché mi ricorda davvero quello che aveva avrebbe
potuto essere tanti anni fa un passaggio di Ayrton Senna alla Ferrari,
poi purtroppo non realizzatosi. Da anni diciamo “è l’anno buono”, ma
penso proprio che per quello che si è visto nei test in Bahrain la
Ferrari potrebbe partire con il piede giusto; tornando ad Hamilton, che
un sette volte campione del mondo abbia ancora stimoli e ambizioni ci
sta, e del resto lo aveva più volte manifestato che avrebbe voluto
coronare la sua carriera così; non ritengo assolutamente che sia
un’operazione di marketing, visto che al suo seguito porterà
probabilmente a Maranello dei tecnici come è successo con Schumacher,
come succede sempre quando si spostano piloti di grido come lui e
Alonso; quando arriverà a Maranello sono certa che farà gioco di squadra
con Leclerc, con il quale ha un consolidato rapporto, ma alla fine
vincerà il migliore in ogni caso con la migliore monoposto, senza alcun
timore reverenziale. Per Sainz vedremo cosa accadrà, le opzioni sono
tante anche per lui, a cominciare da un possibile passaggio all’Audi
quando rientrerà nel 2026 nella Formula 1, ma intanto darà il 100% per
onorare la conclusione della sua esperienza in Ferrari. Riguardo invece
quello che è accaduto alla Red Bull con Horner potrebbe essere anche una
conseguenza del dopo Mateschitz. Per il resto sarà una stagione più che
mai competitiva e avvincente».
Ci eravamo sentiti la
prima volta nel 2008, e da allora abbiamo visto un allargamento dei
circuiti anche a zone come il Bahrain e il Qatar, Paesi che non sono
esattamente dei pilastri per il mondo dei motori ma che anche in altre
discipline come il calcio stanno diventando un vero e proprio ago della
bilancia: qual è la sua opinione in merito?
«Non sono una grande sostenitrice di queste novità, ci sono troppi
circuiti cittadini a discapito di piste più tecniche sparite dal
calendario, e non credo di essere l’unica ad avere questa opinione».
La sua passione per il mondo delle quattro ruote è ancora la stessa
dei suoi inizi?
«Se parliamo di Formula 1 no; ho avuto la fortuna di seguire gli anni
più belli, parlando di rapporti tra piloti e addetti ai lavori, che
creavano un’energia e un’atmosfera bella, con piloti di grande
personalità da Senna in poi».
Le avevo chiesto cosa pensasse delle nuove leve e mi rispose che non
intravedeva all’orizzonte una nuova Claudia Peroni: qual è oggi la sua
opinione?
«Sicuramente stimo le mie colleghe più giovani, per la loro
determinazione nell’affrontare un lavoro ancora prevalentemente
maschilista, che io ben conosco, nel quale devi continuamente essere
messa alla prova e dimostrare le tue capacità. La mia passione nasce
dall’amore per un pilota, è iniziata una vera e propria favola che è poi
continuata con tredici anni di attività da pilota di rally, abbracciando
il mondo dei motori a 360 gradi quando poi si è aggiunta anche la
Formula 1. Adesso, e non ne voglio fare una colpa alle colleghe, si
cerca anche a livello di copertura televisiva di circoscrivere tutto
alla sola Formula 1 quando invece il panorama motoristico è molto più
ampio e comprende molte altre discipline che ho avuto modo di seguire».
Da anni il mondo è in apprensione per le condizioni di Michael
Schumacher dopo il grave incidente che gli è capitato anni fa: ha avuto
modo di interloquire con lui o i suoi familiari in questo periodo?
«No. E non lo farei per principio, bisogna rispettare le decisioni dei
familiari».
Riguardandosi indietro, c’è qualcosa che rimpiange di aver fatto o di
non aver fatto nel suo percorso?
«Ho un desiderio, ancora non realizzato, di partecipare ad un programma
in Rai. Ho avuto delle opportunità in passato, ma ho scelto di rimanere
a Mediaset, con grande soddisfazione; per completare così anche la mia
esperienza di tanti anni in tv, perché no?».
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Torna
Lolita Lobosco
di Silvestra Sorbera
Al via a marzo la nuova stagione di
Le indagini di Lolita Lobosco tratta dai
romanzi di Gabriella Genisi: tante le novità
per i protagonisti della serie prodotta da Luca
Zingaretti e interpretata da Luisa Ranieri.
Un commissario di polizia così a Bari non se l’erano
mai nemmeno immaginato: Lolita Lobosco detta
Lolì, trentasei anni, occhi sempre accesi,
lunghi capelli corvini e una quinta di reggiseno
che negli uomini evoca la pienezza dei frutti
mediterranei; se avesse paura delle maldicenze dei
colleghi e dei notabili, non avrebbe certo scelto di fare la
poliziotta.
E invece ha deciso di seguire con spavalderia la
propria vocazione: combattere le prepotenze,
riportare l’ordine nella vita degli altri, farsi
rispettare dai maschi senza rinunciare a nessuna vanità.
Perché mai dovrebbe fare a meno della cura della bellezza
e della cucina, doti di una vera donna del Sud?
Ma in questa vigilia natalizia anche per lei le cose
si fanno terribilmente complicate. E sì che tutto era
cominciato alla grande: da anni non si ricordava un
dicembre così caldo, e lei se n’era andata in questura
scoperchiando il tetto della sua Bianchina con un cd
di Roberto Murolo a tutto volume.
Al commissariato, però, l’attende una sorpresa: c’è
un arrestato, le dicono, uno stimato
professionista, con il golfino di cachemire e le mani
tanto curate, accusato di violenza sessuale.
Ordinaria amministrazione… almeno finché Lolì
non incrocia lo sguardo dell’incriminato:
quell’uomo lei lo conosce bene; e subito capisce che,
oltre a far trionfare la giustizia, questa volta dovrà anche
difendere se stessa.
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Stefania
Nardini candidata al Premio Strega 2024
di Antonia del Sambro
Stefania Nardini, giornalista, scrittrice,
saggista e capo ufficio stampa parlamentare ha
alle spalle una lunghissima carriera televisiva e di
autrice di storie che l’ha portata a essere uno dei nomi
più apprezzati nel panorama culturale italiano.
Nel 2023 torna in libreria con un potente romanzo di
attualità pubblicato da
Les Flâneurs che parla di donne, di Kiev, di
Ucraina e di resistenza; ma lungi dall’essere un
romanzo solo sulla guerra è un romanzo sulla forza, la
caparbietà e la resilienza delle donne.
Già, le donne, quelle che sono sempre le prime a pagare per
le decisioni degli uomini e che si ritrovano nell’occhio
del ciclone a lottare contro corrente per sopravvivere
alla tempesta.
L’ultimo treno per Kiev racconta proprio questo:
l’Ucraina del post comunismo, che è una “terra di
nessuno”, un Eldorado per il capitalismo selvaggio;
dove Irina, ex professoressa di lettere e meravigliosa
protagonista di questa storia, decide allora di fuggire.
E così arriva da clandestina in un’Italia dove quelle
come lei diventano un supporto indispensabile per molte
famiglie. L’incontro con Rosa, giornalista femminista
e sua datrice di lavoro, la metterà di fronte a un
mondo sconosciuto e che la storia le ha omesso.
Un romanzo che parla di donne e di resistenza, pertanto, questo
di Stefania Nardini che, proprio per la sua incredibile
contemporaneità e capacità di far riflettere ed
emozionare, ora è candidato al
Premio
Strega 2024 con la motivazione data dal
giornalista di RaiUno Gianni Maritati che riportiamo
fedelmente: “Con uno stile aderente alla crudezza della
realtà raccontata, il romanzo ricostruisce in modo doloroso la
fuga di tante donne ucraine dalla fame e dalla guerra. Con gli
occhi di Irina, la protagonista costretta a lasciare il suo
Paese per cercare in Italia un nuovo futuro insieme a sua
figlia, possiamo vedere le piaghe dell’immigrazione clandestina,
lo strapotere delle mafie, le scosse terribili dello
sradicamento culturale. Un viaggio, quello di Irina, verso la
libertà e l’emancipazione. I personaggi sono memorabili. Da
sottolineare la partecipazione affettuosa ma mai invadente
dell’autrice a un grande dramma del nostro tempo”.
In bocca al lupo a Stefania Nardini, quindi, per questa
prestigiosa candidatura e a tutte le lettrici di
Telegiornaliste per le loro personalissime, grandi e
piccole, battaglie quotidiane.
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