Archivio
Telegiornaliste anno XX N. 7 (754) del 21 febbraio 2024
indice della pagina:
Tgiste |
Tutto TV |
Donne |
TGISTE
Ilaria Cuomo, passione granata
di Giuseppe Bosso
Abbiamo il piacere di incontrare
Ilaria Cuomo, giornalista
salernitana che sull'emittente
Otto Channel conduce la trasmissione
Off Side Salernitana.
Benvenuta su Telegiornaliste, Ilaria. Anzitutto: crede ancora nella
salvezza della Salernitana?
«Ciao! Grazie mille del suo invito. Assolutamente sì! La Salernitana non
è una squadra da ultima in classifica e merita di restare in Serie A. È
un patrimonio troppo importante da dovere tenere stretto. Come detto dal
D.G. Walter Sabatini, le percentuali di salvezza di quest’anno sono del
3,5% e sono certa che, come ben due anni fa, la squadra granata riuscirà
in questa nuova impresa».
Com’è nata la sua esperienza alla trasmissione Off Side
Salernitana e finora qual è stato il momento che più le è rimasto
impresso?
«Ho ricevuto la telefonata di un collega di grande spessore, nonché il
giornalista di Otto Channel e Otto Pagine Salerno, Giovanbattista
Lanzilli, che mi ha chiamata per propormi questo incarico. Aveva pensato
a me e io mi sono sentita onorata, vista la stima che ho per lui.
Inoltre, da un punto di vista lavorativo, mancavo da un po’ di anni a
Salerno, poiché ero divisa tra Milano e Roma, e la sua proposta mi ha
reso molto felice perché amo la mia terra. Il momento che mi è rimasto
impresso fino a ora sono stati i primi minuti della prima puntata del
programma. Non facevo televisione da un po’ ed è stato emozionante
sentire di nuovo le farfalle nello stomaco e l’adrenalina a mille».
Si è trovata per caso o per passione ad occuparsi di calcio, dando
ormai per superati gli stereotipi anacronistici della presenza femminile
in una trasmissione sportiva come spalla del conduttore maschio ma vera
e propria protagonista?
«In realtà la conduzione di un programma sportivo è stato il mio primo
lavoro. Ho iniziato ben quindici anni fa, circa. Ero in una emittente
diversa da quella con cui collaboro adesso, ed ebbi l’opportunità di
parlare di calcio, nella fattispecie proprio della Salernitana. È stata
un’esperienza molto costruttiva che mi ha indirizzata al mondo del
giornalismo. Infatti, fu proprio in quegli anni che decisi di aprire la
pratica per il tesserino da pubblicista. Il mondo del calcio, comunque,
ha sempre orbitato attorno a me, essendo cresciuta in una famiglia di
grandi tifosi della squadra granata. Inoltre, ho passato la mia infanzia
all’oratorio salesiano di Salerno e lì, ai miei tempi, avevi due scelte:
o giocare a pallavolo o a calcio. Visto che nella prima ero e sono
tutt’ora una vera schiappa, mi sono sempre divertita con i miei
amichetti a tirare calci a un pallone. Piccola curiosità: con una
squadra tutta al femminile, ho vinto il torneo di calcio provinciale a
cui parteciparono tutte le scuole primarie di Salerno. Ricoprivo il
ruolo di seconda punta e non ero affatto male. È stata una bella
soddisfazione salire sul podio e alzare la coppa dei vincitori al
cielo».
Come molte giornaliste salernitane che abbiamo avuto il piacere di
intervistare anche lei è transitata per i microfoni della storica
emittente radiofonica
Radio Castelluccio RCS 75: quanto è stata importante questa
parentesi nel suo percorso giornalistico?
«Consiglierei a tutti, anche a chi non è del settore, poter vantare
nella propria vita un’esperienza radiofonica. La radio è “libertà
disciplinata”. Lo so, è un ossimoro, ma per me è stata proprio così.
Grazie a essa, infatti, ho potuto al meglio indirizzare, nel modo e
nella forma, la mia personalità e professionalità a tutti gli
ascoltatori. A onor del vero, però, la mia prima esperienza radiofonica,
che risale a quasi 12 anni fa, è stata nella storica radio salernitana
Radio Bussola 24 che mi ha dato la possibilità di, non solo
carpire le basi del mondo radiofonico, ma anche di diventare giornalista
e iscrivermi all’ordine professionale. Successivamente, come si è fatta
menzione nella domanda, RCS 75 è stata molto importante per me poiché mi
ha dato l’opportunità, tra le altre, di portare in onda Aperitivo con
Gina, un programma ideato, scritto e condotto da me, dove,
attraverso il susseguirsi di ospiti anche controversi, ho avuto la
possibilità di approfondire tematiche sociali delicate, a cui tengo
particolarmente, come quelle del gender gap, dell’omosessualità e tante
altre, il tutto in chiave satirica e sferzante. Non solo, RCS75 mi ha
aperto le porte di Casa Sanremo dove, nel 2022, ho ricoperto il
ruolo di vice-direttore della radio dell’hospitality a due passi dal
celebre teatro Ariston della città dei fiori».
Non solo giornalista, ma anche pr, ufficio stampa e altre attività:
una vita così impegnativa le ha comportato molte rinunce sul versante
privato?
«Confucio diceva scegli il lavoro che ami e non lavorerai neanche un
giorno in tutta la tua vita. Per quanto questa dichiarazione sia
diventata assai banale, perché utilizzata spesso a sproposito, credo che
racchiuda una grande verità. Il mio lavoro, i diversi ruoli
professionali che ricopro e che ho ricoperto in passato, non hanno mai
comportato delle rinunce sul versante privato perché ho potuto contare
sempre del supporto della mia famiglia e dello sprono del mio compagno e
dei miei amici. Ciò mi ha permesso di non percepire mai come sacrificio
alcune mie assenze lato familiare/sentimentale/amicale perché sono
sempre stata anche molto attenta al mio work life balance, così da avere
un giusto equilibrio tra lavoro e vita privata. Per me è importante che
entrambe si bilancino perfettamente perché dalla soddisfazione di una
dipende l’appagamento dell’altra e viceversa».
Le sta stretto il contesto della tv locale o avverte maggiormente il
filo diretto con la cittadinanza (e la tifoseria) salernitana come una
gratificazione maggiore rispetto ad essere uno dei tanti volti di un
grosso network?
«Alla domanda precedente citava i diversi ruoli che ricopro per alcune
realtà aziendali che mi permettono di lavorare a respiro nazionale, in
questa ottica il contesto della Tv regionale, come quello di Otto
Channel, rappresenta per me una perfetta comfort zone dove ho l’onore di
avere un filo diretto con la meravigliosa piazza salernitana. In realtà
io sono una persona molto territoriale e la possibilità di lavorare con
e per i miei conterranei mi rende felice e mi diverte molto. Abbiamo un
nostro linguaggio, i nostri modi di dire e fare, il nostro carisma e la
nostra comicità. Per me è casa».
Dove si vede tra dieci anni?
«Ho tante ambizioni, aspettative e desideri. Ho sentito dire in giro,
però, che non vanno svelati ai quattro venti. Che ne pensa se ci
incontrassimo tra una decade per aggiornarci e fare il punto della
situazione?».
|
indice della pagina:
Tgiste |
Tutto TV |
Donne |
TUTTO TV
Francesca
De Vincenzo, le mie chicche
di Giuseppe Bosso
Ogni giovedì su
Radio Castelluccio è protagonista di una
trasmissione che come ci spiegherà è ispirata direttamente
al suo nome e che parla di moda, in ogni suo aspetto.
Incontriamo Francesca De Vincenzo.
Benvenuta su Telegiornaliste, Francesca. Partiamo da un
aneddoto che ci riporta a una nostra recentissima
intervista: il tuo percorso è intrinsecamente legato a
quello di un’altra voce di Radio Castelluccio,
Manuela Lucchini, che ci ha raccontato di come la vostra
conoscenza preceda la vostra collaborazione che non si è
manifestata solo in radio?
«Sì, possiamo dire di essere cresciute insieme: conosco
“Manu” fin da quando ero piccola, dal periodo in cui
lavorava alla trasmissione Stress di notte. L’ho
sempre seguita, per me è ed è sempre stata un esempio e un
punto di riferimento. Io ho seguito le sue orme, partendo
altrettanto da stress di notte. Tra le sorprese più belle
della vita c’è stato il ritrovarsi come colleghe in radio
grazie all’opportunità che mi ha dato Lucio Rossomando,
editore della nostra mitica RCS75, Radio Castelluccio; Io e
Manuela, inizialmente con un collega, Alfonso, e poi da
sole, ci siamo trovate a condurre per circa due anni la
trasmissione Magic Box».
E arriviamo appunto ai giorni nostri con Le Chicche di
Chicca, il tuo programma del giovedì: come mai questo
titolo e com’è articolato?
«Come dicevo io e “Manu” abbiamo a lungo condiviso questa
avventura a Magic Box per poi decidere di prendere
strade diverse, confidando nella massima libertà e
disponibilità che ci ha sempre dato l’emittente; e così
mentre Manuela, come ti ha detto nella sua recente
intervista, ha iniziato la sua avventura con La dolce
vita; Io mi sono dedicata al mondo della moda che
comprende i segreti del fashion e del beauty. Il titolo del
mio format Le chicche di chicca è un simpatico gioco
di parole che trae ispirazione dal mio soprannome, Chicca, e
le ‘chicche’ sono i consigli che mi piace dare nel corso di
ogni puntata grazie alla partecipazione di esperti del
settore. Il fine ultimo è sì intrattenere, ma anche dare
consigli su come migliorare la propria immagine e creare
spunti di riflessione su tematiche sociali e ambientali
legate al mondo della moda, il tutto condito da una
selezione musicale scelta appositamente da me di puntata in
puntata».
Parlare di moda in una trasmissione potrebbe, infatti,
apparire semplice intrattenimento, ma in realtà ti occupi di
una delle principali industrie della nostra economia: sei
consapevole anche dei risvolti ‘sociali’ del settore?
«Certo. Da sempre la moda si fa portatrice di messaggi
importanti essendo essa lo specchio dell’evoluzione della
società. Non vanno tralasciate le tematiche ambientali
legate alla moda di cui ti parlavo, ed è bello constatare
come diverse tra le maison leader nel settore stiano
progressivamente volgendo il loro sguardo ad una produzione
più “green” accantonando le pelli animali per favorire
materiali alternativi riducendo l’impatto ambientale;
Fondamentale sarebbe far crescere soprattutto nei giovani
questa sensibilità. Ho spesso citato nel mio programma come
i siti legati al fast fashion puntino ad una moda passeggera
proponendo “infinite collezioni” in una sola stagione, una
moda che nel giro di poco andrà nel dimenticatoio, per non
parlare della qualità e dell’utilizzo di materiali
sintetici. Io sposo la linea dell’autenticità, ritrovare
qualcosa negli armadi delle nonne ad esempio, dare un
seconda vita ai capi, vestire alla moda è qualcosa che può
essere fatto dando anche un’occhiata al mercato del vintage.
La qualità fa la differenza, less is more».
La tua trasmissione idealmente è anche un modo per
riscontrare i cambiamenti nella società e delle esigenze
delle donne del nostro tempo?
«Sì, la donna di oggi è indipendente, emancipata, deve allo
stesso tempo lavorare, gestire la famiglia, crescere i
propri figli barcamenandosi tra i mille impegni quotidiani.
La moda oggi asseconda le esigenze di ogni donna nel volersi
sentire comoda senza sacrificare la propria femminilità».
Essere un volto e una voce familiare per un contesto
provinciale, sia pure importante, è più responsabilità o
limite?
«Limite non direi, responsabilità sicuramente. Anno dopo
anno sono cresciuta in consapevolezza, grazie al continuo
confronto con i miei colleghi, in particolare coloro con i
quali ho strettamente collaborato: la già citata Manuela
Lucchini e Federico Mazza che ho affiancato nel format
Mazzachebuono. Prezioso è il supporto di tante colleghe
che quando possono uniscono le forze, consultandosi e
scambiando le proprie diverse esperienze. Radio Castelluccio
per me è una famiglia dove ho potuto creare uno spazio tutto
mio e condividere un pezzo di me, portando alla luce aspetti
non solo legati al mondo del fashion».
Oltre all’impegno legato a Radio Castelluccio RCS 75 chi
è Francesca De Vincenzo?
«Una ragazza intraprendente, solare e dinamica che non
riesce proprio a stare ferma con tanti impegni anche al di
fuori della radio, a cominciare da una ormai imminente
laurea in giurisprudenza, e altre attività. Che si diletta
sui social, con piccole attività di influencer coltivate con
passione e creatività. Viviamo in un mondo digitale dove non
puoi proprio distrarti un secondo senza che spuntino novità
e innovazioni che non devono assolutamente sfuggirti… anche
se per alcuni aspetti, se devo essere sincera, potrei
definirmi una “boomer”, come si dice oggi (ride, ndr) in
quanto, pur essendo nata alla fine degli anni ’90 mi sento
davvero molto più vicina alla generazione che è vissuta e si
è sviluppata in quell’epoca, piuttosto che in quella che è
venuta su con il nuovo millennio».
Il motto di Radio Castelluccio è una radio senza
bavaglio: Francesca De Vincenzo è senza bavaglio?
«Assolutamente sì. Con molta gentilezza dico sempre quello
che penso, è così che sono cresciuta, nei giusti termini. Il
mondo è bello perché è vario, ognuno ha il diritto di avere
e di esprimere il proprio pensiero».
|
indice della pagina:
Tgiste |
Tutto TV |
Donne |
DONNE
Le
regine di Sanremo
di Giuseppe Bosso
Annunciata, criticata o acclamata che sia,
la vittoria di
Angelina Mango ha fatto calare il sipario sulla
edizione numero settantaquattro del
Festival dopo una settimana palpitante, come sempre
da che Sanremo è Sanremo.
Emozione e commozione ha suscitato il ricordo,
in occasione della serata delle cover, che l’artista di
Maratea ha tributato al padre con la sua memorabile
Rondine, tra i momenti più iconici della
kermesse.
Ma Angelina Mango, prima donna vincitrice di Sanremo a
distanza di nove anni dal successo di Arisa nel 2014,
non è stata l’unica regina della settimana di un’edizione che ha
visto le signore della canzone italiana grandi protagoniste,
a cominciare dalla terza classificata
Annalisa, tra le grandi favorite che però si può
consolare con l’aver consolidato ulteriormente la sua posizione
di artista non più emergente, ma solida certezza.
Come certezze, per quanto riduttiva sia questa definizione, sono
certamente le due ‘tigri’ Emma e Alessandra Amoroso.
Non hanno sfigurato le ‘leonesse indomabili’ chiamate
Fiorella Mannoia, Loredana Bertè e Angela Brambati
de I Ricchi e Poveri, mentre in ottica new generation
Rose Villain avrà tempo e modo per affermarsi.
Appuntamento al 2025, nella speranza che, a prescindere
da quale sia la direzione artistica e dai cambiamenti che
verranno, continui il racconto del Festival.
|
indice della pagina:
Tgiste |
Tutto TV |
Donne |
|