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Telegiornaliste anno XVII N. 22 (672) del 8 settembre 2021
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TGISTE Roberta
Gangeri, impegno e passione sempre
di Giuseppe Bosso
Abbiamo nuovamente il piacere di incontrare
Roberta Gangeri. Già
inviata della fortunata trasmissione del weekend di Raidue
Mezzogiorno in famiglia, poi ha intrapreso nuove strade.
Bentrovata Roberta, sono passati dieci anni dalla nostra
prima chiacchierata. Allora frizzante inviata di Mezzogiorno in
famiglia, poi com'è cambiato il tuo percorso?
«Dopo la bellissima e frizzante esperienza di Mezzogiorno in famiglia
ho continuato a fare la conduttrice TV sempre su diversi programmi Rai,
cambiando così i contenuti da presentare e fermandomi fissa a Roma,
mentre prima ero sempre per almeno tre giorni a settimana in trasferta!».
Passare alla tv dei ragazzi e all'informazione sportiva per te è
stata una nuova sfida o maggiori sono state le difficoltà che hai
incontrato?
«No, assolutamente! La tv dei ragazzi mi ha consentito, prima sul
programma riferito alle Olimpiadi del Brasile, Generazione di
campioni, di poter raccontare tutta la storia delle Olimpiadi, i
vari medaglieri e la preparazione tecnica e agonistica degli atleti; poi
è arrivato subito Extra che invece mi ha permesso di comunicare
al giovanissimo pubblico e alle sue famiglie, contenuti accademici e
scientifici molto interessanti, con quiz a tema legati al mondo delle
grandi scoperte e per concludere a fine programma lanciavo video di
chiusura che mettevano in risalto le nuove tendenze musicali italiane ed
internazionali che in qualche modo si collegavano con i contenuti della
puntata del giorno! Per quanto concerne invece l'informazione
calcistica, diciamo che non si è trattato di una nuova sfida ma
senz'altro di un ritorno di fiamma con il calcio che ha contraddistinto
la prima parte della mia carriera come presentatrice e giornalista anche
se, devo ammetterlo, pure quando mi occupavo di altri e diversi
contenuti non ho mai smesso personalmente di seguire il calcio e restare
sempre informata!».
Ripensando a quel periodo su Rai 2, c'è qualcosa che rimpiangi di non
aver fatto o qualche decisione mancata che avrebbe potuto cambiare la
tua vita?
«Non rimpiango nulla, in quanto non mi sono mai tirata indietro su
niente! Nel senso che tutto quello che mi hanno proposto di fare l'ho
sempre fatto con grande impegno e passione, non mi sono mai sentita
stanca o poco gratificata, quindi diciamo che ho vissuto tutte le
opportunità che mi sono arrivate con grande entusiasmo e riconoscenza e
poi non escludo che possa riaccadere di ritornare anche di nuovo a
Raidue, diciamo che vivo senza precludermi nessun tipo di possibilità e
canale televisivo!».
E sempre parlando di cambiamenti, come hai affrontato quelli che per
tutti ha rappresentato il covid da quasi due anni?
«Durante la pandemia ho vissuto con grande precisione e accortezza,
rispettando tutte le regole non solo per la mia salute ma soprattutto
per chi mi stava vicino che sicuramente era molto più fragile di me e
parlo di alcuni componenti della mia famiglia. Quindi ho annullato tutto
quello che ovviamente non era essenziale e ho continuato a tenermi
sempre allenata e informata tramite ovviamente il pc, cercando di
mantenere affinate lo stesso i miei talenti, le mie passioni, il mio
essere sempre aggiornata ed informata, da casa! Sono stata assolutamente
ligia con tutte le misure di sicurezza, le mascherine, il disinfettante
sempre con me, i tamponi sempre di routine e uscivo solo per le cose
estremamente necessarie! Finché non mi sono protetta con il vaccino, ma
diciamo che continuo ad essere sempre e ancora attenta. Come la maggior
parte delle persone mi sono tenuta più riguardata possibile, era un atto
dovuto per il bene di tutti».
Lo sport ha vissuto un'estate di grandi soddisfazioni per l'Italia,
tra Europei e Olimpiadi: questo ha aperto anche nuove possibilità per
te?
«Ho seguito tutte le competizioni italiane, sia di calcio, quindi gli
Europei che le Olimpiadi, sono molto orgogliosa dei nostri campioni
italiani e dei risultati meritatissimi! W l'Italia sempre! Diciamo che
mi appassiona non perdermeli sia da tifosa che da professionista, li
seguo con gli occhi attenti e allo stesso tempo sognanti! Hanno ridato
luce a questo 2021! Io torno a ribadire che non escludo nessuna
esperienza, mi sentirei pronta eventualmente arrivasse un'opportunità
concreta, per adesso vivo la mia vita giorno dopo giorno senza
lamentarmi mai e restando grata per quello che ho avuto e per quello che
arriverà!».
I tuoi prossimi impegni?
«I miei prossimi impegni televisivi e radiofonici sono legati ad
eventuali proposte in primis, che potrebbero arrivare all'improvviso
come mi è capitato quasi sempre da quando ho iniziato questo mestiere,
ma non escludo nel frattempo di mettere in atto contemporaneamente a
quello che potrebbe arrivare dall'esterno, anche qualche nuova idea da
proporre come valore aggiunto per la tv e per la radio, essendo io una
persona dotata di grande creatività ed eclettismo! Diciamo che
l'importante è non trascurare e bloccare mai il percorso che ho iniziato
da bambina, e ho cercato sempre di migliorare e fare crescere con
dedizione e sacrifici».
Se posso chiudere con una domanda un po'più personale, che comunque
riguarda qualcosa che purtroppo entrambi abbiamo dovuto affrontare, il
dolore di un lutto quanto fa crescere?
«Quest'ultima domanda, senz'altro, mi porta a pensare a ciò che io
voglio evitare di pensare cercando a volte di essere autoironica e
perlopiù per il resto delle altre volte di concentrarmi solo su quello
che devo fare. Però, nonostante io mi possa sforzarmi di essere forte e
riempirmi la giornata per non pensarci, non potrò mai sfuggire da quello
che mi è capitato di vivere negli ultimissimi tre anni. Purtroppo ho
visto decimare la mia famiglia in pochissimo tempo, nonni, zii e
entrambi i miei genitori. Io credo di essere sempre stata molto matura,
anche se sempre indipendente e piena di sogni, però di fronte alle cose
importanti della vita non sono mai stata una superficiale o una
menefreghista; anzi, ho sempre annullato tutto quello che c'era intorno
a me, sogni, realizzazioni, viaggi per dedicarmi unicamente alle persone
della mia vita che contano e lo rifarei altre milioni di volte, partendo
dal presupposto che occorre avere cura e amore per la propria famiglia e
per il proprio partner e qualsiasi caro, sempre anche quando la salute è
buona; quando invece arriva una malattia terribile oltre alla cura e
all'amore devi anche saper annullare il tuo mondo di sempre perché oltre
ai sentimenti a quel punto si aggiunge anche la completa dipendenza da
te per tutto ed è lì che scatta una differenza sostanziale! Quindi se mi
chiedi se oggi sono diventata più matura io ti rispondo che matura e
sensibile lo sono sempre stata, ma oggi sono ancora più consapevole però
dopo tutto il dolore che ho vissuto senza tregua, del valore del tempo,
degli affetti, di un amore sincero e affidabile, della famiglia, della
vita e che tutto quello che vogliamo, che vorremmo con noi o che ci è
arrivato non va mai dato per scontato perché la vita è una, è uno
straordinario viaggio ma non si ripassa mai dal via!». |
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Arriva
su Canale 5 Star in the Star
di Antonia del Sambro
Il format internazionale arriva su Canale 5 da
giovedì 16 settembre e sarà condotto da Ilary
Blasi.
Ancora prima della messa in onda, però, le
polemiche sulla trasmissione sono già feroci:
sembrerebbe, infatti, che l’architettura del programma
sia molto simile a format già esistenti in Rai e di
grandissimo successo come Tale e quale show e Il
Cantante mascherato. Mediaset, tuttavia, pare non abbia
dato nessun peso a critiche e giudizi preventivi continuando
con la promozione del programma che prevede sette puntate
e una serata finale di incoronazione del vincitore
prevista per il 28 ottobre.
Ma cosa è Star in the Star? Essenzialmente è una
gara canora tra cantanti mascherati da altrettante
star famose e importanti e che saranno giudicati da una
giuria composta da Marcella Bella, Claudio
Amendola e Andrea Pucci.
I gossip girati intorno alla trasmissione narrano
anche di rifiuti illustri alla conduzione come
quelli di Bonolis e Cuccarini e di altrettanti
rifiuti in giuria come quello di Nicola Savino.
In qualsiasi modo siano andati i fatti ai telespettatori in
ogni caso non dispiacerà un po’ di sano show e varietà
dopo mesi in cui la televisione italiana è andata in
assoluto letargo. Per cui, prepariamoci a una
nuova stagione di novità e godiamoci lo spettacolo
al di là di ogni polemica. |
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DONNE Letizia
Vicidomini e La Ragazzina Ragno
di Giuseppe Bosso
Siamo lieti e onorati di incontrare nuovamente la scrittrice
Letizia Vicidomini, di nuovo in libreria con la
sua ultima opera, edita da Mursia.
Bentrovata Letizia, ci incontriamo per la tua nuova
fatica letteraria: anzitutto come nasce La Ragazzina
Ragno?
«Lo spunto per questo nuovo romanzo è stato, come sempre,
l’osservazione del mondo che mi circonda. Troppi adolescenti
privi di freni, lasciati liberi di spaziare in un mondo
parallelo e virtuale, spesso senza controllo né vigilanza da
parte dei genitori. L’immagine primaria, la suggestione
visiva è stata questa ragazzina esile e bellissima seduta a
gambe incrociate sul proprio letto, allungare le braccia
come zampe di ragno per prendere tutto ciò che desidera,
senza limiti».
Senza spoilerare nulla per chi non avesse ancora avuto il
piacere di leggerlo, hai usato il tuo stesso stile di
scrittura che abbiamo avuto modo per esempio di riscontrare
in romanzi come Il segreto di Lazzaro e Lei era
nessuno, parlando di caratterizzazione di personaggi
anche mediante il ricorso a flashback?
«Stavolta il linguaggio è più asciutto e teso, si adatta
alla storia e alla sua durezza, ma non mancano momenti
poetici e visionari, com’è nel mio stile. I “corsivi”, ossia
le pagine destinate ai flussi di coscienza, sono differenti
dagli altri miei romanzi perché non seguono uno schema
fisso, ma servono ugualmente a definire meglio le emozioni e
i sentimenti».
Possiamo dire che la protagonista di questo libro, e gli
altri personaggi, per il contesto in cui le loro vicende
ruotano, siano figli del nostro tempo?
«Certamente lo sono, anzi, mi auguro di aver acceso un focus
su una certa realtà ancora non troppo conosciuta, che deve
far paura, perché minaccia di estendersi sempre più».
La vicenda di Maya – sempre senza anticipare troppo a
beneficio di tuoi nuovi potenziali lettori – sullo sfondo
affronta una delicata problematica, quella della triste
piaga dello sfruttamento sessuale di ragazze minorenni, che
in questo caso sono loro stesse anche carnefici oltre che
vittime: senza con ciò giustificare ovviamente gli adulti
coinvolti, quale ritieni debba essere l’atteggiamento della
società nei confronti di queste ragazze? In particolare le
ritieni più da sanzionare o da tutelare pur nel loro errore?
«Penso che vadano sanzionati e in maniera forte gli adulti,
che hanno maggiori competenze e mezzi per capire quello che
hanno fatto. I giovani, che alla fine sono creatori di
questi meccanismi, vanno invece tutelati con il supporto di
servizi sociali, psicologi, ecc. Proprio per aiutarli a
maturare per costruire la loro coscienza».
Nei tuoi romanzi non sono infrequenti scene, per così
dire, di ‘stacco’, in cui i personaggi si trovano a tavola o
comunque in momenti di normale quotidianità tra di loro: un
lettore magari poco esperto non sempre apprezza queste pause
che invece si rendono necessarie per non appiattire la trama
principale: è una tua scelta stilistica, e se sì hai mai
avuto modo di confrontarti su questo aspetto con i lettori?
«Devo dire che gli spaccati di quotidianità anche leggera mi
divertono molto, e sono indispensabili per due motivi. La
vita vera è fatta anche di questo, vivaddio, e poi una
storia completamente buia non avrebbe lo stesso effetto sul
lettore: a mio avviso i colori brillano meglio, intorno al
nero».
Grande riscontro hai avuto fin dalla prima presentazione
a Napoli con la partecipazione di tuoi amici come Maurizio
De Giovanni: dopo il lockdown e le incertezze che la
pandemia hanno caratterizzato questi ultimi anni poter
ritrovare i tuoi lettori è stato un ritorno alla vita?
«Tornare agli incontri dal vivo, anche se con limitazioni
comprensibili e legittime, è stato meraviglioso. Nonostante
non mi sia mai fermata con gli eventi on line, i sorrisi
sono un carburante indispensabile per chi racconta storie».
De Giovanni, tuo caro amico, ha avuto successo anche
nelle trasposizioni televisive delle sue opere: ti hanno mai
proposto altrettanto per i tuoi libri? E, in via ipotetica,
hai mai pensato a potenziali interpreti dei personaggi che
hai creato?
«Non è ancora accaduto, ma mi piacerebbe moltissimo. Il
prodotto visivo ha un diverso linguaggio, sarei curiosa di
vedere come le mie parole possono trasformarsi in immagini.
Mi è capitato di parlarne con l’amico attore Antonio Milo
(il brigadiere Maione nella fiction di Ricciardi), che da
sempre ho visto perfetto nei panni del Commissario Martino.
Lui sarebbe d’accordo, chi sa che non possa essere un buon
auspicio».
E sempre a proposito di quello che abbiamo vissuto, in
prospettiva futura potresti scrivere un libro ambientato
proprio durante il lockdown, magari per una diversa
prospettiva delle storie che finora hai raccontato?
«Non credo, sarebbe un mondo troppo claustrofobico da
raccontare. Mi piace che i miei personaggi dialoghino con i
luoghi, oltre che con gli altri esseri umani. E poi è
un’esperienza che spero non si ripeta più, è stata troppo
dolorosa per tutti».
Prima dell’inizio del lockdown grande successo avevi
avuto con l’interpretazione di Sabato, domenica e lunedì di
Eduardo; a distanza di quasi due anni, anche per ovvie
ragioni, ti senti pronta per tornare sul palco e se sì come?
«Sarei felice di tornare sul palcoscenico con un testo di
Annibale Ruccello, che adoro: Ferdinando oppure
Notturno di donna con ospiti; sarebbero una prova
difficile ma bellissima». |
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