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Telegiornaliste anno XVI N. 25 (642) del 7 ottobre 2020
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TGISTE Stefania Pinna, crescere con mio figlio
di Giuseppe Bosso
Ritroviamo
Stefania Pinna, volto di
Sky Tg24,
per parlare dei cambiamenti che hanno riguardato la sua vita dopo il
nostro primo incontro e dell'attualità di un'Italia alle prese con
il covid.
Ben trovata Stefania. Anzitutto, inevitabile chiederti, come hai
vissuto il periodo del lockdown e come hai affrontato la ripresa dopo
questa estate così incerta?
«Inizialmente la scelta del lockdown totale mi ha turbato molto, non
sapevo come affrontarlo e come spiegarlo a mio figlio. Dopo pochi giorni
però ho realizzato che – seppur drastica – era l’unica strada per
provare a fermare il contagio nel nostro Paese e, particolarmente, in
Lombardia, dove abito da un annetto. Da quel momento ho cercato di usare
quel tempo sospeso per godermi il tempo con mio figlio, preziosissimo e
raro con i tempi sempre concitati della quotidianità. La ripresa la
affronto ogni giorno con ottimismo ma anche molta prudenza».
Ultimamente sei stata tuo malgrado protagonista di una piccola
incomprensione con uno spettatore napoletano, sulla quale non intendo
certo tornare, tuttavia mi colpisce il fatto che tu abbia avuto
occasione di interloquire e chiarire la questione via social: quanto è
importante il filo diretto con gli spettatori per te attraverso queste
nuove forme di comunicazione?
«Inutile e feroce polverone sui social. Mi ha ferito ricevere accuse per
essere stata fraintesa. Credo nel mio lavoro, cerco di essere sempre
equilibrata e corretta. Evidentemente mi sono espressa male. Ho ritenuto
doveroso chiarire con chi si è sentito offeso. Il filo diretto è
importante ma credo anche che non si possa nemmeno vivere monitorando
costantemente cosa si dice di noi sui social, dove è molto facile
puntare il dito contro qualcuno celandosi dietro a un monitor senza
approfondire e fermandosi ai titoli, a ciò che fa rumore».
Quanto ha cambiato la tua vita la maternità e in particolare le tue
priorità?
«Quanto tempo abbiamo? – ride, ndr – Tantissimo. La cambia ogni giorno.
E più mio figlio cresce, più cambio prospettiva. Guardo tutto
diversamente, la mia priorità ora è sicuramente lui senza però
annullarmi e rinunciare a ciò che mi piace fare. Cresciamo insieme, mi
piace pensarla così».
Ti senti realizzata?
«Mi piace quello che faccio e mi piace la mia vita. Mi sento molto
fortunata e apprezzo ogni singola conquista. Finita la sagra delle
banalità, posso però dirti che sono sempre alla ricerca di qualcosa. Di
aria fresca, di nuovi stimoli, di sfide. Ma senza affanni, godendomi
quello che ho conquistato fino ad ora».
Come pensi di essere cambiata tu e come pensi sia cambiata Sky
rispetto a quando ci sentimmo la prima volta, alla fine del 2008?
«Io ho degli aspetti che – credo e spero – rimarranno gli stessi anche
quando avrò una dentiera dentro al bicchiere sul comodino (per ora sul
comodino ho solo il bicchiere ed è sempre mezzo pieno). Sotto altri
punti di vista sono cambiata molto, cresciuta, mi sono creata una bella
scorza in anni di dirette, confronti con i colleghi, qualche risata
amara e pugni nello stomaco improvvisi. Anche Sky, ne frattempo, è
cambiata, perché è cambiato il mercato e la nostra è un’azienda capace
di innovarsi costantemente. C’è stato, nel frattempo, anche il
trasferimento da Roma a Milano, che io ho sempre vissuto come una nuova
opportunità».
L’Italia che vorresti raccontare nel futuro come la immagini?
«Spero che questa terribile pandemia ci insegni qualcosa. Mi piacerebbe
parlare di un’Italia che guardi realmente al futuro, di un’Italia che
investa in istruzione e ricerca, di un’Italia che punti sulle sue
risorse migliori e che dai migliori si faccia rappresentare». |
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X Factor 2020: una edizione strana ma intensa
di Antonia Del Sambro
Chi da oltre un decennio segue il talent
targato Sky e supportato dalla Sony sa quanto
il pubblico ne abbia determinato successo e mood.
Tante volte, infatti, aspiranti artisti che non
avevano convinto del tutto la giuria del momento,
alla fine erano passati proprio a “furor di popolo”. E a
volte lo stesso pubblico ci aveva azzeccato in pieno,
scoprendo talenti che altrimenti sarebbero passati
quasi inosservati e decretandone il successo anche
fuori dal programma.
Ma in questo 2020 così strano, terribile e
rivoluzionario, anche il talent musicale più famoso di
sempre ha dovuto fare i conti con la pandemia e
piegarsi, giustamente, alle regole anti covid19.
Il risultato sono state quattro prime puntate tanto
insolite quanto intense.
Senza pubblico in sala e con i giudici distanziati
da un tavolo a forma di grande X si è sicuramente
persa la magia dei palazzetti dove gli aspiranti
cantanti venivano accolti, ognuno alla propria
maniera, soprattutto dal pubblico presente.
Nonostante questo, però, lo show sembra reggere e
accanto a candidati motivati e pronti a tutto pur di
superare le selezioni, ma ahimè, del tutto privi dell’X
Factor, sfilano dei veri talenti già in fieri,
molti dei quali con pezzi inediti e originali che
fanno ben sperare in un personale e luminoso
futuro.
I quattro giudici di questa edizione 2020, poi, ci
mettono del loro e accanto a figure già consolidate nel
programma come l’internazionale stella Mika e il
sofisticato Manuel Agnelli, una bella sorpresa è
rappresentata dalle new entry: Emma Marrone,
amatissima pop italiana e Manuelito, vera
icona del genere rap e trap con la sua etichetta
indipendente Machete e amatissimo proprio dai più
giovani.
X Factor è in diretta su Sky ogni giovedì in
prima serata e in replica in chiaro sul canale 8
ogni venerdì alle 21.15. |
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DONNE Il
testamento di Rossana Rossanda
di Silvestra Sorbera
Un anno strano questo 2020, tra pandemia
e lutti: poche settimane fa ci ha lasciati la grande
Franca Valeri e, da pochissimo anche Rossana
Rossanda, giornalista e scrittrice che ha
lasciato alla nazione una grande eredità.
Una grande donna che oltre a scrivere diversi saggi e
ad essere una grande giornalista, ha avuto modo, dopo il
secondo conflitto mondiale, di partecipare alla
Resistenza Italiana; una donna che ha conosciuto uno
spaccato di mondo difficile, di povertà e
paura, pur nascendo in una famiglia benestante.
Giornalista impegnata anche nel sociale e nella
politica resterà famosa per delle righe
pubblicate su Il Manifesto, articolo apparso
in prima pagina il 28 marzo 1978 intitolato
L'album di famiglia, che divenne celebre e suscitò
un grande dibattito nell'ambiente comunista
italiano.
«Chiunque sia stato comunista negli anni Cinquanta
riconosce di colpo il nuovo linguaggio delle BR. Sembra di
sfogliare l'album di famiglia: ci sono tutti gli ingredienti
che ci vennero propinati nei corsi Stalin e Zdanov di felice
memoria. Il mondo, imparavamo allora, è diviso in due. Da
una parte sta l'imperialismo, dall'altra il socialismo.
L'imperialismo agisce come centrale unica del capitale
monopolistico internazionale. [...] Vecchio o giovane che
sia il tizio che maneggia la famosa Ibm, il suo schema è
veterocomunismo puro. Cui innesta una conclusione che invece
veterocomunista non è: la guerriglia».
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