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Telegiornaliste anno XV N. 33 (615) del 4 dicembre 2019
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Chiara
Gaeta, comunicare in musica
di Giuseppe Bosso
Musica e informazione uniti in uno splendido connubio. Questa, in
sintesi, la storia e il presente di
Chiara Gaeta, da agosto conduce
Le voci della musica su
Radio
Play Tag programma che ha subito riscontrato ampi consensi.
Com’è nata l’esperienza di Le voci della musica e quali
risposte hai avuto dal pubblico?
«La proprietà dell’emittente mi ha contattato per lanciare questo
progetto che doveva rappresentare un punto di incontro sul territorio
per quei musicisti “nascosti”, cioè quelli che non appartenendo al
grande circuito delle major o dei talent che non hanno molte occasioni
di potersi raccontare, sia attraverso le loro canzoni che mettendosi per
così dire “a nudo” con le loro storie; sia sul versante radiofonico che
su quello dell’emittente, canale 654 del digitale terrestre, abbiamo
avuto una risposta favolosa da parte del pubblico, che ci segue anche
attraverso la
diretta Facebook. Abbiamo creato uno splendido punto di
incontro per musicisti di ambito sia nazionale che internazionale».
Cosa rappresenta la musica per te?
«Una persona che è da sempre al mio fianco; un’amica a cui poter
raccontare tutto e che mi capisce anche senza che le parli».
Ti senti più musicista o giornalista?
«Non ho mai diviso le due anime, che anzi hanno sempre saputo andare a
braccetto. A 16 anni tenevo lezioni di un coro di pueri, cioè
voci bianchi e lezioni di musica; col tempo ho poi capito che il mondo
della comunicazione e del giornalismo poteva essere un altro strumento
con cui poter divulgare questa splendida arte, grazie alla quale anche
coloro che hanno difficoltà o devono convivere con una disabilità di
esprimere le loro emozioni».
Hai mai dovuto confrontarti con la parola bavaglio?
«No!».
Mai ricevuto proposte indecenti?
«No. Ricevo continuamente richieste di amicizia su Facebook; la
mia pagina non è curata solo da me ma anche dalle persone con
cui collaboro, che spesso ricevono richieste da parte di persone che
mi vorrebbero incontrare di persona… ma ho messo dei paletti, che
nessuno potrà mai superare».
Ti sta stretta la provincia?
«No, io credo che abbiamo la fortuna di vivere in una splendida terra,
ricca di luoghi splendidi come la costiera amalfitana, dove ho vissuto,
a Vietri sul mare. Mi rendo conto che per molti giovani è quasi
inevitabile dover andare a cercare fortuna fuori, nel resto d’Italia o
all’estero, ma ho fatto una scelta forse coraggiosa, forse incosciente,
di restare qui, proprio per poter sfruttare al meglio le possibilità che
anche la nostra Campania può offrire».
Le tue soddisfazioni del presente e le tue speranze del futuro?
«Il presente è tutto quello che ho saputo creare negli anni. Da bambina
sognavo di fare il medico, ho studiato al liceo classico (ed è un
percorso di studi che invito a seguire) ma alla lunga il richiamo della
musica ha avuto la meglio. Ho avuto la fortuna di conoscere splendide
persone che mi hanno incoraggiata a continuare per questa strada, come
il maestro Gennaro Desideri a Christian Brucale di cui sono diventata
manager della comunicazione. Prossimamente ci sarà, spero, la terza
edizione del concerto di Capodanno, da me diretto, a Cava dei Tirreni
presso l'Abbazia
benedetttina della SS Trinità, dove è tradizione allestire
questo concerto». |
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L'Allieva
3, al via le riprese di
Silvestra Sorbera
Sono iniziate da qualche giorno le riprese della
terza serie di L'Allieva, la fiction con
Lino Guanciale e Alessandra Mastronardi tratta
dai romanzi di Alessia Gazzola.
Quella che vedremo nel 2020 sarà l'ultimo capitolo
della serie come già annunciato dai produttori e, anche
questa volta ne vedremo delle belle.
Novità assoluta è l'ingresso nel cast di Vittoria
Belvedere che sarà la nuova direttrice dell'istituto
di medicina legale ma non solo. La donna sarà il nuovo
ago della bilancia nella storia tra Claudio e
Alice, sempre in bilico tra la proposta di matrimonio
e la rottura imminente.
Presumibilmente la serie inizierà con l'attentato
al Pm Einardi (interpretato nella seconda stagione da
Giorgio Marchesi) e, da lì, si snoderanno le nuove
storie.
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DONNE Milena
Bertolini, rinascita azzurra
di Giuseppe Bosso
Il 2019 che è agli sgoccioli sarà sicuramente
ricordato come l'anno del boom del calcio femminile in
Italia.
Le ottime prestazioni delle azzurre in estate al
mondiale di Francia e la crescente attenzione per il
campionato di serie A, dove a differenza degli omologhi
maschietti le ragazze della Juventus capitanate da
Sara Gama devono fronteggiare una concorrenza ampia e
agguerrita sono segnali positivi per un futuro che si
spera sempre più roseo, dove finalmente anche le
calciatrici si vedranno riconoscere lo status di
professioniste.
E tra le artefici di questo successo innegabilmente
un posto d'onore spetta a lei, anima e mente della
nazionale femminile, commissario tecnico dal 2017,
seconda donna dopo Carolina Morace.
Correggese, Milena Bertolini fin
dall'adolescenza al pallone dedica anima e corpo:
18 anni agonistici spesi da autentica girovaga
tra squadre e città diverse, i maggiori successi tra
Reggio Emilia e Modena (quattro scudetti e una Coppa
Italia) prima di appendere le scarpe al chiodo
all'inizio del millennio, per iniziare una nuova vita da
allenatore, dapprima nel club dove aveva appena
concluso la sua carriera da calciatrice, il Foroni Verona,
con cui nel 2003 è subito campione d'Italia; poi il
ritorno a Reggio Emilia, per altri setti anni scanditi da
due successi in Coppa Italia, e quindi il passaggio a
Brescia nel 2012 dove conquisterà altri due tricolori.
Il suo gioco brillante non passa inosservato agli
addetti ai lavori, tanto che a cavallo tra il 2008 e il 2016
per ben sei volte è insignita del premio Panchina
d'oro.
Nel 2017, ormai nel pieno della sua affermazione,
arriva la sfida più difficile: la chiamata da parte
della Figc (in cui aveva ricoperto la carica di
consigliere federale e referente dell'Associazione
Allenatori) per riportare, a distanza di 20
anni dall'ultima partecipazione, l'Italia ai Mondiali
femminili.
Subentra ad un autentico mito del calcio nostrano,
quell'Antonio Cabrini campione del mondo in Spagna
nell'82 che in cinque anni di permanenza non
aveva ottenuto risultati soddisfacenti; ma già il
debutto, un netto 5-0 ai danni delle moldave nella prima
gara di qualificazione a Francia 2019, fa capire che la
musica è cambiata e che anche le azzurre saranno, più
che in passato, protagoniste nella manifestazione iridata.
E infatti, con un fantastico ruolino di marcia, la
storia si compie il 10 giugno 2018 allo stadio "Artemio
Franchi" di Firenze, dove con il netto 3-0 alle portoghesi
le azzurre conquistano matematicamente la qualificazione
alla rassegna iridata, al culmine di un eccezionale
cavalcata scandita da sette vittorie ed appena una
ininfluente sconfitta contro il Belgio a giochi fatti.
Malgrado la successiva sconfitta contro la Corea del
Nord ai rigori nella finale della Cyprus Cup (torneo
preparatorio in vista della Coppa del mondo) e l'eliminazione
ai quarti contro l'Olanda, Milena Bertolini chiude il
2019 con la certezza di aver acceso una fiamma nel cuore
dei tifosi italiani.
E il futuro? In questo momento le azzurre sono
impegnate nelle qualificazioni agli Europei che si
svolgeranno tra due anni in Inghilterra; si spera in una
prestazione positiva delle nostre ragazze anche in questa
competizione, guidate ancora dalla loro condottiera
che però, va detto, è in possesso di titolo per poter
allenare in serie A maschile, così come la stessa Morace
ed un'altra vecchia gloria del calcio femminile come
Elisabetta Bavagnoli.
Milena Bertolini infrangerà in futuro questo tabù o
proseguirà il suo percorso azzurro? Staremo a vedere. |
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