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Archivio Telegiornaliste anno XV N. 26 (608) del 9 ottobre 2019
 
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TGISTE Raffaella Cesaroni: i miei progetti di Giuseppe Bosso

Ritroviamo Raffaella Cesaroni con molto piacere. L’ultima volta che avevamo “catturato” la bella giornalista originaria di Latina ci aveva espresso il suo pensiero per le novità che nel 2017 avevano riguardato Sky. Ci ritroviamo a distanza di due anni per esprimere un bilancio dei risultati del trasferimento da Roma a Milano con uno sguardo al domani.

È un piacere ritrovarti, Raffaella. Ci eravamo salutati due anni fa nel pieno della polemica per il “trasloco” di Sky a Milano: a distanza di tempo come giudichi questa scelta, per quello che avete vissuto?
«Intanto è un piacere per me ritrovare te e tutto il pubblico di Telegiornaliste. Questi due anni sono volati, davvero. Forse perché sembra che la vita movimentata scorra più velocemente. Professionalmente mi cogli nel mezzo di un’altra rivoluzione di Sky Tg24. Dopo lo stravolgimento dovuto al trasferimento, ora la partenza del nuovo palinsesto firmato dal Direttore Giuseppe De Bellis, che da gennaio scorso ha ricevuto il testimone da Sarah Varetto. Sono molte e interessanti le novità, con nuovi programmi, rubriche tematiche, fasce di telegiornale a conduzione fissa. Insomma, tutto stravolto come pure l’organizzazione del coordinamento giornalistico. Quindi questo è davvero un momento complicato ma anche entusiasmante, come sono stati questi due anni di pendolarismo lungo la direttrice Roma-Milano per me e la mia famiglia. Faticosi senz’altro, ma anche intensi e divertenti. Il nostro coraggio è stato premiato da nuove opportunità perché una cosa è vera... Milano è una città viva, frizzante, ricca di occasioni. Quindi posso dirti con certezza che rifarei la stessa scelta, seppure decisamente sofferta»

Non è stata un’estate facile, tra crisi di governo, emergenza immigrazione e molti lutti di personaggi illustri: cosa ti lascia alle spalle?
«È stata un’estate impegnativa, è vero. La questione immigrazione, perché di emergenza visti i numeri, non si può parlare, ci ha dato titoli praticamente tutti i giorni argomento spinoso e delicato quale è. La crisi di governo ha alzato la temperatura alle stelle chiamando la redazione, che era a ranghi ridotti, ad uno sforzo incredibile che comunque è stato premiato da ottimi ascolti. Il nostro Tg dà il massimo nelle emergenze. È in quei momenti che viene fuori, secondo me, la qualità della nostra informazione. Per cui, decisamente impegnativa questa estate, ma soddisfacente. Io ho lavorato fino al 16 agosto e poi sono scomparsa dai radar. Per riposare e godermi la mia favolosa famiglia. Avevamo bisogno di stringerci».

Negli ultimi tempi l’argomento ‘clima’ e ambiente inizia ad acquisire maggiore attenzione: perdona una domanda banale, anche con l’apporto di una corretta informazione c’è speranza di ‘salvare la terra’?
«Sì, è un dovere di noi giornalisti e comunicatori. Devo dire che Sky da anni è impegnata a tutti i livelli con campagne contro i cambiamenti climatici, per la salvaguardia degli oceani - vedi Ocean Rescue, la lotta all’uso della plastica e quant’altro. Dedichiamo servizi giornalistici di grande qualità a questi temi e seguiamo gli eventi più seri organizzati per sensibilizzare le persone al rispetto della terra che ci ospita. Il tempo delle parole è finito. Ora servono i fatti. Chi ha la fortuna di poter parlare davanti ad una telecamera e ad un pubblico ha il dovere di fare tutto il possibile per consegnare un messaggio di rispetto per l’ambiente. La natura “sana” regala lo spettacolo più bello ed affascinante che c’è. È un delitto offenderla ogni giorno».

Siamo alla nostra terza chiacchierata: come è cambiata Raffaella Cesaroni nel corso degli anni?
«Il tempo vola, ahimè. La nostra bambina quest’anno ha iniziato la scuola dei grandi, la prima. Vederla entrare, zaino in spalla, mi ha quasi sconvolta. È arrivata a 6 anni in un attimo. Sono 16 quelli già passati a Sky. Per la tv è un’era geologica. Quanto è cambiata la comunicazione con l’avvento dei Social! Pensate alla comunicazione politica. Ormai non serve più convocare una conferenza stampa. Basta postare su Facebook un video. E conseguentemente si è rivoluzionata la nostra professione. Esistono molte più strade, oggi, per arrivare al pubblico, che si informa davanti alla tv ma anche sullo smartphone o sul pc. Professionalmente più che cambiata, mi sono impegnata nell’affrontare i cambiamenti intorno a me. Oggi mi appaga realizzare un’intervista per la pagina ufficiale di Sky Tg24 tanto quanto realizzarla per il Canale. Può essere molto divertente continuare ad imparare se si ha voglia di farlo, di uscire dalla propria comfort zone. Quanto a me umanamente, sono come ero. Resto un’ottimista, una persona che ama impegnarsi, resiliente alla fatica, sempre molto sensibile ed onesta. Il grande cambiamento è stato mettere su famiglia. Il progetto più bello a cui ho “lavorato” in questi anni. E per il quale ogni giorno mi impegno. E i risultati si vedono. Sono fiera, fierissima di NOI. Il trasferimento è stato una prova durissima e lo è ancora vivendo tra due città che distano 600 km. Non abbiamo avuto alcun privilegio per affrontare questo enorme cambiamento, ma noi anziché allontanarci ci siamo stretti ancora di più. Per una bambina piccola piccola salire su un treno quasi tutti i venerdì dopo la scuola, così come per mio marito dopo una settimana di lavoro convulso non è sempre divertente, eppure né l’una, né l’altro me l’hanno mai fatto pensare. Non è scontato. Io li ringrazio ogni giorno».

Cosa c’è e cosa non c’è nel tg ideale di Raffaella Cesaroni?
«Il racconto obiettivo di ciò che accade. Il racconto del mondo che cambia. Il racconto semplice anche delle cose difficili. Le spiegazioni utili, quando possibile anche le belle notizie. Perché tutti noi ne abbiamo bisogno. Le storie che vale la pena raccontare perché sono d’esempio e che fanno bene al pubblico. La denuncia delle storture, delle ingiustizie. Il mondo reale è in chiaroscuro. Illudersi che vada tutto bene non serve. Per cui se siamo condannati a raccontare eventi negativi, perché non raccontare anche il bello, il lato “chiaro” della realtà. Le storie di chi cade e si rialza, di chi si occupa degli altri, di chi raggiunge ciò per cui lotta. Tutti noi abbiamo bisogno di speranza. Mi butta giù sentirmi dire che è diventato impossibile seguire un telegiornale perché si ascoltano solo notizie orrende. Mi carica invece ricevere i complimenti di coloro che hanno seguito il mio approfondimento sull’autismo e mi dicono, cavolo, è un servizio giornalistico pieno di notizie utili e di speranza. Ecco, nel mio Tg ideale non dovrebbe mancare mai un’informazione sana, chiara e semplice sulla salute e la sanità, che sono i temi in cui mi sento maggiormente esperto. È un settore che richiama l’attenzione di tanto pubblico che merita un’informazione corretta, verificata e merita di essere protetto dall’approssimazione o dalle stupidaggini che circolano in Rete, per esempio».

L’avvento del digitale terrestre e di una tecnologia sempre più all’avanguardia, per come l’hai vissuto in presa diretta, come ha cambiato il modo di fare giornalismo?
«Te l’ho accennato poco fa. Possiamo parlare di una rivoluzione nel campo del giornalismo e più in generale della comunicazione. Molte più opportunità per informarsi. Molti più pericoli di cadere nella rete delle bugie, della cattiva informazione. Per cui ben venga l’opportunità di avere le notizie in tasca, ma sempre grande attenzione. In tasca può arrivare di tutto, in un telegiornale no. Per noi giornalisti la sfida è aggiornarci, adeguarci, abbracciare il futuro, cogliere le nuove opportunità di arrivare alle persone».

Il tuo messaggio per i nostri lettori?
«Ringraziarli per il modo sempre garbato con cui mi seguono, mi cercano, mi scrivono e mi sostengono. Spesso trovo sul vostro Forum caps catturate durante le dirette oppure scatti ripresi dai miei Social. E questo è appagante. Ho tanti progetti per i prossimi mesi. Il Tg senz’altro, ma anche la volontà di affrontare ancora di più i temi della salute e la sanità. Perciò scrivetemi sulla pagina Facebook . Cercatemi lì e segnalatemi temi che vi interessano. Presto sarà pronto anche il mio sito perché mio marito che guarda sempre molto avanti, da anni mi dice di dedicarmi ad un blog. Mi servirebbero giornate lunghe 48 ore, ma ce la faremo».
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TUTTO TV Vite da copertina, ascolti per Elenoire di Antonia Del Sambro

Una bionda, simpatica e super motivata Elenoire Casalegno sbarca su Tv8 e si prende il timone di una delle rubriche più sfiziose della rete: Vite da copertina. Un rotocalco che da anni parla di gossip, personaggi famosi, vizi e virtù delle celebrities Il programma ha avuto molti conduttori tra i quali di recente Alda D’Eusanio che, con la simpatica rubrica, è ritornata di fatto a essere una dei volti del piccolo schermo più amati, tanto da diventare in poco tempo opinionista trasversale di Rai e Mediaset.

Insomma, una trasmissione che porta bene e che regala ai conduttori una bella vetrina e un pubblico di ogni età.

Elenoire, inoltre, come spalla ha uno adorato e glamourissimo come Giovanni Ciacci che,
lasciata momentaneamente la televisione nazionale, anche lui cerca di reinventarsi su Tv8 apportando alla rubrica di gossip una marcia in più, con aneddoti e curiosità personali che insaporiscono ulteriormente il programma.

Elenoire da brava padrona di casa stuzzica i telespettatori ogni giorno con rubriche differenti come le classifiche dei migliori momenti delle star e il momento Non è vero ma verissimo, che individua una notizia strana dal mondo.

I Cult-issimi di TV che è uno spazio dedicato ai momenti che hanno fatto la storia della televisione italiana e ancora il meglio e il peggio della televisione e del web, gli scandali delle star e dei personaggi del mondo della tv.

Dal 30 settembre dal lunedì al venerdì alle 18.30 su Tv8 Vite da copertina. La più scoppiettante delle trasmissioni sul gossip.
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DONNE Simona Abate, la psicologia oggi di Giuseppe Bosso

Apprezzata psicoterapeuta, abbiamo il piacere di intervistare Simona Abate.

Qual è secondo te il ruolo della psicologia nella nostra epoca?
«Oggi la psicologia si muove in un diverso ambito, non essendo più ancorata esclusivamente agli aspetti legati alle patologie e alle malattie, ma anche alla ricerca del benessere e del miglioramento della qualità della vita».

Affronti spesso tematiche dolorose come la violenza sui più deboli: cosa occorre per poterla affrontare nel modo più giusto?
«Non è mai facile affrontare questi traumi per il senso di dolore e di perdita che crea la violenza; la mia priorità è cercare un dialogo empatico con queste persone, capire il loro stato d’animo, e aiutarle a trovare la forza di reagire, e denunciare i loro carnefici. Le recenti novità legislative legate a “Codice rosso” hanno fortunatamente messo a disposizione nuovi strumenti, come la possibilità di essere sentiti subito alla Procura della Repubblica».

La visibilità che hai ottenuto partecipando a programmi vari ha creato qualche difficoltà o nuove aperture con i tuoi pazienti?
«No. Ognuno di noi professionisti ha un diverso modo di stabilire i rapporti con il paziente, e capisco che trovarsi al cospetto di una persona carismatica che ha risalto mediatico per qualcuno può rappresentare una maggiore sicurezza. Ma tengo a privilegiare l’aspetto dei contenuti e della competenza professionale cioè il fatto che la persona che si rivolge a me deve anzitutto trovarsi a suo agio proprio perché deve aprirsi a 360° sulla sua vita».

Sei sorella di una giornalista molto amata dai nostri lettori, Vittoriana: più complicità o competizione tra di voi?
«Vittoriana è una delle persone più importanti della mia vita, con la quale ho condiviso il passaggio dalla piccola realtà di Salerno a quella della grande città, Roma, dove ci siamo trasferite dopo aver mosso i primi passi nei nostri ambiti, lei in una piccola tv cittadina e io all’Asl di Salerno 1. Abbiamo superato non senza difficoltà il momento doloroso del distacco dalle nostre radici, e spesso ci siamo trovate anche a confrontarci proprio per il fatto che le nostre professioni molto spesso si possono incrociare, lei come giornalista di cronaca che deve a volte raccontare vicende molto dolorose che io, da psicologa, affronto ovviamente con una diversa visuale».
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