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Telegiornaliste anno XI N. 39 (470) del 30 novembre 2015
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TGISTE Alice
Pedrini.
Come abbiamo vissuto la tragedia del 13 novembre
di Giuseppe Bosso
Alice Pedrini,
professionista dal 2008, lavora a Mediaset da quasi dieci anni: dagli
inizi con Paolo Del Debbio alla striscia Secondo voi adesso è
impegnata tutti i giorni nella redazione di Mattino Cinque, il
contenitore mattutino condotto da Federica Panicucci e Federico Novella.
La tua giornata tipo.
«Mi alzo presto, alle 5:30, e dopo aver dato uno sguardo alle prime
pagine dei giornali e ai vari siti di testate e news, vado in redazione
a Mattino Cinque, due ore prima dell’inizio della puntata; poi,
nel resto della giornata, si alternano varie riunioni, fino a quella
delle 13, dove decidiamo gli argomenti da affrontare per il giorno
dopo».
Come hai vissuto, da giornalista e da spettatrice, Expo e cosa pensi
lascerà nel corso degli anni?
«Non l’ho vissuta direttamente da giornalista, visto che la redazione si
è affidata ad un altro collega per raccontare le varie giornate; ci sono
stata come spettatrice, ricavandone una buona impressione».
Raccontaci come avete vissuto in redazione il 13 novembre, giorno
tristemente destinato a rimanere impresso nella storia.
«Decisamente caotica, visto che l’attentato è avvenuto il venerdì notte,
stravolgendo la scaletta che avevamo predisposto per la settimana
successiva. Da un punto di vista strettamente professionale, come
giornalista è stata sicuramente un’esperienza piena di adrenalina,
vivere in tempo reale un evento così, ma ovviamente si aggiungevano gli
aspetti umani di angoscia e dolore per una tragedia come questa».
Polemica ha suscitato la scelta di affidare completamente la gestione
della giornata, su Canale 5, al programma di Barbara D’Urso: cosa ne
pensi?
«Rispetto la scelta aziendale, che è stata comunque presa tenendo conto
di dover fronteggiare una concorrenza che si è mossa in modo
sostanzialmente simile, almeno su Rai 1».
Tante donne in redazione a
TgCom 24:
avverti complicità o concorrenza tra di voi?
«Dietro le quinte non ho mai vissuto rivalità con le mie colleghe, con
le quali anzi mi sento moltissimo in sintonia; c’è molta complicità e
sono anche nate belle amicizie che si sviluppano al di fuori del
lavoro».
Seguendoti nel corso degli anni tramite il nostro
forum notiamo che da un taglio corto sei passato a una lunga
capigliatura: ti piace variare nel look?
«A dire il vero no; ti riferisci sicuramente al periodo in cui avevo
deciso, come fanno di solito le donne quando vogliono dare un
cambiamento alla loro vita partendo dai capelli, di puntare su un taglio
corto e scuro, mentre invece normalmente sono come mi vedete adesso,
bionda e lunga. Tendenzialmente non cambio così frequentemente».
Cosa vedi nel domani?
«Per il mondo temo inizierà un periodo difficile dopo Parigi; per
l’Italia vedo segnali di ripresa, dopo una lunga fase di ‘buio’, che si
sta man mano dissolvendo».
C’è tempo per gli affetti con un ritmo di vita così intenso?
«Certamente: credo che se vivi la vita con passione, riesci anche a
ritagliarti degli spazi per te, ed è quello che faccio, coltivando altri
interessi e dedicandomi al mio compagno».
La notizia che speri di dare nel 2016.
«Magari sarà una cosa più circoscritta, ma mi piacerebbe poter dire che
Mediaset prosegue nelle assunzioni di giovani promettenti, come ha fatto
negli ultimi anni. E sperando di poter dire lo stesso anche per altri
settori».
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NONSOLOMODA Rassegna d’arte luminosa a The Style Outlets con Smodatamente storie di moda di
Francesca Succi
dal blog
TheGlossyMag del 16 novembre 2015
È la moda, la protagonista della quinta edizione di
Riluce – esercizi di arte luminosa, la
mostra a cielo aperto di The Style Outlets che
propone installazioni luminose uniche nel loro genere.
L’appuntamento, che festeggia importanti anniversari come i 50
anni della minigonna e i 70 anni delle calze di nylon, è a
Castel Guelfo e Vicolungo The
Style Outlets dal 21 novembre 2015 al
17 gennaio 2016 con Smodatamente – storie
di moda.
La mostra racconta gli ‘intramontabili’, quei
capi che – sin dalla loro prima comparsa – hanno fatto storia e
sono sopravvissuti al rapido mutare del gusto: dai jeans al
trench, dal chiodo al tailleur, dal tacco a spillo al cappello
Fedora e molti altri.
Le storie di moda contengono notizie e curiosità che spaziano
dal costume alla musica, dal cinema all’immaginario collettivo:
un racconto originale che ha nella moda il suo filo conduttore
ma che concede approfondimenti e divagazioni a tutto tondo.
A ogni capo si accompagna una storia fatta del
racconto della sua origine, della sua evoluzione e dei
personaggi che hanno contribuito a renderlo celebre.
Grandi installazioni luminose raccontano alcuni avvenimenti
fondamentali della storia della moda: il momento in cui le
donne hanno cominciato a indossare i pantaloni negli anni ’30,
la nascita dell’Alta Moda in Italia, la fortuna della zip
conseguente alla diffusione di capi come i jeans
e il chiodo, l’invenzione della
minigonna, il passaggio del Fedora da cappello da
donna a icona maschile legata a divi di Hollywood come Humphrey
Bogart e Harrison Ford in Indiana Jones.
Un allestimento dal grande impatto scenico che veste
interamente il percorso dei due centri e che, come ogni anno,
si sviluppa in due percorsi narrativi differenti: Castel Guelfo
si snoda sotto un trionfo di ‘Pizzi e merletti’,
un omaggio al lato più romantico della moda. Il percorso aereo
di Vicolungo, ‘Nylon, che invenzione!’ è
invece costellato di collant che la fantasia ha trasformato in
coloratissime lanterne. |
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È arrivata la felicità per due gemelle, seconda parte:
Greta Berti-Laura, non riesco ancora a credere che sono proprio io in video
di Lisa Pinto
Continua il grande successo della fortunata fiction di Rai1
È arrivata la felicità. Accanto ai
protagonisti Claudia Pandolfi e Claudio Santamaria,
debuttano sul piccolo schermo le gemelle
Giorgia e Greta Berti, che vestono i panni di Bea
e Laura, figlie di Angelica: due sorelle uguali per aspetto
ma mai così diverse per carattere ed ambizioni.
Un’opportunità, quella di entrare nel cast della fortunata
serie di Rai1, nata per caso e colta decisamente al volo
dalle sorelle Berti. “È stata una fantastica avventura
quella di È arrivata la felicità – racconta Greta Berti
al telefono - ancora devo rendermi conto che quella in
video sono proprio io: è tutto così strano e bellissimo”.
Boom di ascolti per la nuova serie È arrivata la
felicità: cosa si prova ad aver partecipato ad una
fiction di successo?
«È una sensazione molto strana, un anno e mezzo fa non mi
sarei mai aspettata una cosa del genere, non ero
assolutamente preparata; sono allo stesso tempo molto
contenta e soddisfatta di come è andata, è stata una
bellissima esperienza».
Che clima si è respirato tra gli attori durante le
riprese? Come hai vissuto quest’esperienza? C’è un momento
particolare che ricordi con maggiore affetto e vorresti
raccontarci?
«Sul set ci siamo divertiti tantissimo, tutti ci hanno
aiutato e fatto sentire subito a nostro agio, soprattutto
Claudia Pandolfi, Lunetta Savino e Giulia Bevilacqua con
un’accoglienza molto calorosa. Un episodio curioso durante
le riprese è stato al circolo di canottaggio, il fiume era
in piena per il cattivo tempo del giorno precedente ed io
dovevo girare la scena proprio in canoa. Laura, il mio
personaggio, è sempre molto calma e tranquilla, ma io non lo
ero soprattutto perché c’era molto vento e la forte corrente
portava con se detriti ed anche parti di alberi. Potete
quindi immaginare la mia preoccupazione! La scena infatti è
stata poi girata il giorno dopo, quando il tempo era
decisamente migliorato».
Nella vita reale che rapporto hai con la tua gemella, è
diverso da quello tra Laura e Bea della serie?
«È decisamene diverso rispetto a Laura e Bea, siamo molto
più unite: il nostro è il comune rapporto tra sorelle,
facciamo moltissime cose assieme, ci vogliamo molto bene… i
litigi comunque non mancano, ma siamo davvero molto simili
caratterialmente».
Proprio dai differenti caratteri tra voi sorelle è nata
una web serie
Come sopravvivere ad una sorella strxxza, in onda
su ray.it: pensi che tu Greta, riusciresti a sopravvivere ad
una sorella come “Bea” nella realtà?
«Non saprei proprio, io personalmente non ho la pazienza di
Laura, il mio personaggio, per cui credo davvero che non
potrei mai sopportare una sorella così: Laura ha davvero una
grande forza di volontà e riesce a sopportare Bea; io non
potrei davvero…».
Com’è nata l’idea di partecipare al cast della fiction?
«Da piccole mia mamma ci ha iscritto ad un’agenzia, ogni
tanto ci chiamavano ma per noi era un gioco, giusto per
provare. Un giorno ci contattano per dirci che erano alla
ricerca di due gemelle e subito abbiamo provato, anche per
la voglia di condividere quest’esperienza che ci ha unite
ancora di più: i personaggi da interpretare hanno subito
suscitato in noi grande curiosità, per certi versi ci
rispecchiavano e senza esitare ci siamo presentate. Durante
il provino però i nostri personaggi erano invertiti, ovvero
io interpretavo Bea ed mia sorella Giorgia interpretava
Laura. Dopo più di cinque mesi dal provino, quando noi
davvero non ci pensavamo più, ci hanno richiamato e ci hanno
chiesto di invertire i ruoli: lo scambio ha funzionato e
così ci troviamo ad interpretare i nostri attuali
personaggi; quando ci hanno detto che eravamo state scelte e
che di li a poco avremmo iniziato le riprese abbiamo provato
una gioia incredibile».
Nella serie Laura ama molto lo sport, in particolare il
canottaggio, sei anche tu una sportiva?
«Sì, lo amo molto anch’io, sin da piccola ho sempre
praticato sport: tennis, danza… ma il mio sport preferito in
assoluto è il pattinaggio artistico a rotelle che ho
praticato per più di 8 anni a livello agonistico. Senza
sport non potrei proprio vivere, anche se ho dovuto
abbandonare il pattinaggio, pratico altri sport come il
beach volley, arrampicata sportiva, sci o lo stesso tennis».
Da poco hai compiuto 18 anni, quali sono i tuoi progetti
futuri ed i tuoi sogni nel cassetto?
«Sicuramente concludere la scuola: quest’anno prenderò la
maturità classica. Mi piacerebbe comunque continuare con la
recitazione, abbiamo colto una grande occasione, ma non
abbiamo mai frequentato alcuna scuola di recitazione, quindi
ci siamo trovate un po’ impreparate nell’affrontare questa
prima esperienza. Recitare ci ha sempre incuriosito, ma per
noi era comunque un gioco: attualmente però frequentiamo un
corso di recitazione in teatro e dizione».
Che effetto provi nel rivederti in video?
«Ancora devo rendermi conto che quella lì sono proprio io, è
una sensazione stranissima. Non riesco a realizzare che in
realtà sono io, quando guardo la fiction ho quasi
l’impressione che ad interpretare Laura ci fosse un’altra
persona». |
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PINK NEWS Ci
sono uomini... storie di umana follia.
Alla figlia mai venuta al mondo
(Parte 1) di
Maria Tinto*
Mio sospiro,
ti scrivo perché non sei mai nata; perché resti quel
sogno di vita diversa, a cui non ho messo le scarpe per
correre lungo i prati della mia anima.
Oggi saresti una donna; una scelta coraggiosa
quella di essere donna e di combattere gli stereotipi
che ogni giorno circondano il nostro tempo.
Essere donna, oggi, vuol dire fare i conti con le
sfaccettature più profonde di una società che si
trasforma velocemente, e che non si riconosce più in
nessuna ideologia, in nessun progetto civile, in
nessun focolare.
Gli uomini sono fragili… le donne sono forti
… stereotipi di comodo che vengono tirati fuori
quando serve, indistintamente dagli uomini quanto dalle
donne, che non fanno altro che confondere e distogliere
l’attenzione da una diversità sempre più evidente e
fragile.
Le donne combattono, impugnano armi, si fanno
saltare in aria, abbracciano i figli, indossano
sai, piangono per amore, credono nel destino,
ridono per cose futili, aspettano, hanno
pazienza e amano.
Sì, noi donne amiamo anche quando dovremmo odiare, e
perdoniamo anche quando dovremmo condannare.
Questa non vuole essere un’apologia della donna, perché
ci sono anche donne crudeli che non sanno amare, che
rifiutano gli abbracci e sono fredde,
anestetizzate alle emozioni, intrise di narcisismo
femminile, e che pur essendo mamme non hanno la
capacità di essere madri
.
Sono proprio queste donne, che attraverso la loro glaciale
maternità, creano gran parte degli uomini incapaci di
amare, rancorosi e misogini.
L’ostilità psicologica che molti uomini provano verso le
donne , spesso nasce proprio da rapporti distorti e
malsani con un femminile materno, che non è stato capace
di insegnare l’amore e la reciproca accoglienza.
Quando un bambino si sente non accolto, non
ospitato dal grembo materno con gioia e
dedizione, svilupperà negli anni una reazione avversiva
nei confronti di noi donne, cercherà donne da cui farsi
amare in maniera totale ma a cui non si donerà mai.
*Psicologa clinica – Consulente sessuale |
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DONNE
Adele
Cambria, una figura indelebile nel panorama del femminismo
italiano
di Crilly
Era una delle madri del femminismo italiano, una
figura centrale nella cultura italiana, insieme a
Camilla Cederna e Oriana Fallaci.
Nelle settimane scorse si è spenta a Roma Adele Cambria,
una delle giornaliste più amate e figlia di una terra,
la Calabria, che le ha trasmesso quella passione
e caparbietà uniche in una donna, madre e operatrice
del settore.
Era nata a Reggio Calabria nel 1931; nei primi anni
’50 era arrivata a Roma con un sogno: quello
di diventare una giornalista; un dream che si è
realizzato e che ha portato Cambria a diventare un
faro per tutti. Ha prestato la sua firma quale
direttrice responsabile al quotidiano Lotta continua
per garantire la libertà di espressione e
permettere al giornale di uscire. Ha scritto su Paese
Sera, La Stampa, L'Europeo
e L'Unità. Ha co-fondato Noi donne,
rivista dell'Unione donne italiane, e diretto, negli
anni ’70, Effe.
La sua carriera l’ha portata anche ad interpretare ruoli
anche nel cinema: nella capitale, infatti, incontra il
grande regista Pier Paolo Pasolini, che le chiede di
interpretare il ruolo di Nannina la napoletana in
Accattone, film del 1961. Poi è apparsa anche in altre
due pellicole di Pasolini, Comizi d'amore del
1965 e Teorema, uscito nel 1968.
In seguito Adele Cambria diventa scrittrice e autrice
di trasmissioni televisive; i più ricorderanno E la
tv non creò la donna su Raisat tra il 2000 e il 2003 e
una rubrica all'interno delle Invasioni barbariche
nel 2011.
Era anche autrice di testi teatrali e firma autorevole
di opere letterarie, tra cui una biografia sull'ultima
regina d'Italia intitolata Maria José;
L'Italia segreta delle donne; Tu volevi un figlio
carabiniere, scritto con il figlio Luciano Valli,
e Storia d'amore e schiavitù, finalista al
premio intitolato a Elsa Morante e in concorso al
premio Strega.
Era una donna che non si poteva non amare per il suo essere,
per la sua umiltà e per il fatto che da donna del Sud
ha saputo esprimere, con chiarezza e semplicità,
tutto l’amore verso l’universo femminile che incarna in
se beltà, amore e grande sensibilità. |
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