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Archivio Telegiornaliste anno X N. 29 (417) del 15 settembre 2014
 
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TGISTE Claudia Di Lorenzi: ritrovando i veri valori dello sport di Giuseppe Bosso

Incontriamo Claudia Di Lorenzi, da un paio di settimane conduttrice, con Andrea Pressenda, del programma sportivo Sport Reality, in onda su Canale 21 in Puglia e Lazio.

Cosa si aspetta da Sport Reality e come è arrivata a questa esperienza?
«Mi caratterizza il desiderio di arricchire il mio percorso professionale con esperienze sempre nuove, progetti e format magari inediti, e l’incontro con Canale 21 e Sport Reality nasce in questa prospettiva; sono certa sarà un’esperienza stimolante, dove potrò sperimentare nuovi linguaggi e confrontarmi con professionisti del calcio e con colleghi di grande esperienza».

Ci sarà spazio per tutte le discipline sportive oltre al calcio?
«Sport Reality nasce da un’idea di Stefano Arquilla, Direttore di Rete, che insieme all’editore Paolo Torino (e in collaborazione con Andrea Pressenda) ha immaginato e disegnato un prodotto del tutto inedito: l’obiettivo del programma è quello di recuperare e promuovere quell’idea di calcio, e più in generale di sport, che negli ultimi anni - anche a causa dei molti scandali che hanno coinvolto giocatori e dirigenti di club di primo livello - si è andata perdendo: un calcio nel quale l’agonismo, sano e virtuoso, non entra in conflitto con la tutela dei valori più profondi dello sport; penso al valore educativo, formativo e di promozione sociale che da sempre caratterizza il calcio italiano; calcio che non tradisce se stesso e che sa entusiasmare migliaia e migliaia di tifosi, li porta allo stadio, li fa piangere e gioire, e per molti rappresenta un momento formativo unico, un’occasione irripetibile di riscatto».

Quindi, cosa ci dobbiamo aspettare dal vostro programma?
«Dopo anni in cui troppo spesso abbiamo letto in prima pagina delle tante brutture del calcio, vogliamo spostare i riflettori sul “bello” del calcio, quello che magari resta nell’ombra, non si vede lontano dalla ribalta della cronaca, ma che rappresenta la parte più autentica di questo sport che resta il più amato e praticato dagli italiani: è il calcio pulito, dei giovani campioni che si formano nei campetti di periferia e con determinazione e sudore raggiungono i palcoscenici internazionali; il calcio che insegna il rispetto dell’avversario, la tolleranza, il gioco di squadra… Sport Reality guarda al calcio da vicino, senza il filtro di interessi particolari, e lo guarda in tutte le sue dimensioni: non solo partite, risultati, moduli e pagelle, la nostra attenzione si ferma anche su tutto il mondo che ruota intorno al campo e ai suoi giocatori, dai procuratori agli allenatori, dai cuochi ai tifosi, gli inni vecchi e quelli nuovi, le politiche dello sport e le iniziative di promozione sociale… e ancora le vecchie stelle del calcio, e i nuovi campioni; mettiamo in primo piano anche quel calcio che non troverete nelle altre tv, quel che resta – suo malgrado - dietro le quinte; quel calcio che appassiona anche le donne. In questa prospettiva, e con questi obiettivi, c’è la possibilità che in seguito Canale 21 si occupi in futuro anche di altri sport».

Si era già occupata di sport o per lei è la prima volta?
«Per quanto riguarda il calcio è la prima volta, ed in questo senso Sport Reality rappresenta per me una sfida che accolgo con grande entusiasmo; sto studiando, dai contenuti ai linguaggi, e imparo ogni giorno, ma sono serena perché ho la fortuna di lavorare con grandi professionisti del giornalismo sportivo, da Andrea Pressenda, l’editorialista di Sport Reality, la nostra “firma” più prestigiosa, che conduce insieme a me; ai colleghi Alessandro Santarelli, Cinzia Santangelo, Luca Lotrecchiano, che danno vita ad una redazione giovane ma con grande esperienza e volontà di ricerca di nuovi linguaggi e nuovi modi di comunicare la cronaca sportiva, e poi i tanti producer e tecnici che danno corpo ogni giorno al lavoro che puntiamo a valorizzare durante le puntate, impegnative, che ci vedono in onda la domenica in due appuntamenti, uno pomeridiano e l’altro serale, e il lunedì e il mercoledì sera».

Pro e contro di operare in un contesto locale come quello che troverà a Canale 21?
«Devo, mi permetta, correggerla, perché Canale 21 ha diffusione nel centro sud Italia, ma collabora attraverso alcuni format anche con emittenti e superstation del nord; il nostro approccio e il linguaggio sono poi certamente “nazionali”; in generale credo che il fatto di rivolgersi ad un pubblico geograficamente vicino e circoscritto offra opportunità di racconto e approfondimento che non trovano spazio sulle reti e nei programmi “nazionali”; a Canale 21 possiamo dare spazio e voce a quella dimensione locale, vicina, che è generosa di storie, sentimenti, verità spesso inedite».

Ha lavorato anche a radio vaticana: Papa Francesco può diventare secondo lei un punto di riferimento anche per gli sportivi?
«Papa Francesco è un punto di riferimento per tutti, e sottolineo “per tutti” perché i valori di cui si fa portavoce, quelli del Vangelo di Cristo, hanno carattere universale, sono indirizzati a tutti gli uomini, di ogni tempo e luogo, indipendentemente dal credo religioso, politico, ecc.. La fede – per come il Papa ce la insegna – è inclusiva e non ghettizzante; è un abbraccio accogliente verso tutti, è una proposta che non discrimina fra gli uomini. Pertanto, anche coloro che sono impegnati nello sport, sia a livello professionistico che da amatori o dilettanti, possono nei loro contesti incarnare quei valori di solidarietà, rispetto, tolleranza e mutuo sostegno che trovano fondamento nei valori universali del Cristianesimo».

In prospettiva futura di cosa vorrebbe occuparsi?
«Sono abituata a dare il meglio nei contesti in cui mi trovo e a concentrami per incontrare le aspettative del pubblico, dei colleghi e di coloro che scelgono di darmi fiducia; lo sport ed il calcio descrivono un mondo di grandi passioni ed entusiasmi, di sentimenti autentici, lealtà e coraggio, e mi auguro di poter continuare il mio percorso in questo settore. Certo, nella mia esperienza di giornalista molto spazio hanno avuto e hanno ancora oggi anche i temi della politica e del Vaticano: ogni opportunità che potrà venire in questi ambiti sarà la felice prosecuzione di un percorso consolidato».
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NONSOLOMODA Gli acquisti inutili dello shopping frenetico di Lisa Pinto

A chi non è capitato di godersi una bella giornata di shopping con le amiche, un momento di relax dove ritrovarsi, fare due chiacchiere a caccia dell’ultimo trend di stagione?

Tutti gli acquisti sembravano essere, nel negozio, occasioni da prendere al volo ed irrinunciabili, ma… una volta tornati a casa e passata l’euforia del momento, quasi la metà degli oggetti nelle buste sembrano cose inutili: è la sindrome da shopping compulsivo, che colpisce particolarmente nei periodi dei saldi e che fa risuonare in mente la tipica fraseil prezzo è scontatissimo e potrebbe sempre servirmi!”.

Purtroppo questi momenti portano solo ad accumulare capi ed accessori che difficilmente si sfruttano e che restano confinati nell’armadio in attesa che l’occasione giusta possa presentarsi da un momento all’altro; il periodo dei saldi infatti se da un lato consente di poter concedersi quella borsa firmata a prezzo scontato, un paio di scarpe in più o due pantaloni al prezzo di uno rappresenta comunque un’arma a doppio taglio.

Per evitare di ritrovarsi “doppioni” nell’armadio o pezzi inutili che non si indosserebbero mai, ognuna dovrebbe fare un resoconto di cosa è presente nell’armadio, di cosa non si utilizza più, i colori ed i modelli che meglio si adattano ed i capi irrinunciabili. Certo, passare davanti ad una vetrina e resistere al richiamo del giubbino fiorato che tanto si indosserà nella prossima stagione non è proprio cosa facile; ma crea altrettanto frustrazione fare shopping e capire che ciò che si è comprato in realtà non serve e non è sfruttabile.

Fare ordine periodicamente tra i ripiani dell’armadio può aiutare a ridurre queste sedute di shopping compulsivo e soprattutto “monitorarei trend della stagione, così da acquistarli a prezzo scontato ma con la sicurezza che arricchiscano il proprio look.
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TUTTO TV Al via la nuova stagione dei talk show politici di Deborah Palmerini

Contrariamente alla stagione climatica che non sembra offrire cambiamenti apprezzabili nel passaggio dall’estate all’autunno, i palinsesti televisivi riordinano la programmazione e, fra tante conferme, presentano anche alcune novità.

In particolare nei contenitori del pomeriggio Rai e nei talk show politici che si apprestano a riaccendere le telecamere, vanno in scena alcuni cambiamenti, sebbene più logistici che di contenuti.

Il volto noto di Cristina Parodi, storicamente legato all’informazione Mediaset, è approdato a La vita in diretta, il contenitore quotidiano di Rai 1; essendo in co-conduzione con Marco Liorni, si può presumere - per meglio dire auspicare - che il taglio della trasmissione generalista sarà più giornalistico, dopo stagioni più che altro “gossippare” e intente a scarnificare la vita privata delle persone coinvolte in delitti efferati.

Un cambiamento in questo senso non si registra a Canale 5, la rete ammiraglia Mediaset, dove una Barbara D’Urso sempre brillante e in grande spolvero ha ripreso la trasmissione quotidiana Pomeriggio 5 senza scossoni né innovazioni, se non per l’inizio ad un orario anticipato rispetto agli anni precedenti.

Ad eccezione di Bruno Vespa, che ha già aperto i battenti del suo Porta a Porta nella seconda serata di Rai 1, la programmazione 2014-2015 entrerà nel vivo nelle prime serate autunnali con l’arrivo dei talk show di approfondimento politico sulle reti in chiaro.

Su La 7, alle conferme di Piazza Pulita in onda ogni lunedì con il format consolidato da Corrado Formigli, del chiacchierato La Gabbia di Gianluigi Paragone, di Servizio Pubblico diretto e condotto da Michele Santoro e del suo spin off Anno Uno affidato alla conduzione di Giulia Innocenzi, si contrappongono le novità portate da Giovanni Floris: il giornalista, appena entrato nella scuderia dell’editore Cairo, si cimenta nella striscia quotidiana Diciannove e quaranta, una finestra di approfondimento sulla notizia più importante del giorno, e nel talk show Di martedì, con il quale darà battaglia di ascolti al “suo” Ballarò, su Rai3, lasciato nelle mani del neo ex vice direttore di Repubblica Massimo Giannini.

Torneranno nella consueta forma anche Le invasioni barbariche di Daria Bignardi e il Paese delle Meraviglie di Maurizio Crozza, due trasmissioni che nascono di intrattenimento ma si sono ben presto trasformate in approfondimento anche politico, con ironia e sagacia.

Ferme le novità alle conduzioni, rimane l’attesa per il rinnovamento nei contenuti: il chiacchiericcio politico da salotto infatti, quello che si sdilinquisce nella spiegazione maniacale dei tecnicismi legislativi e strategici, sembra aver fatto il suo tempo; i cali vertiginosi nei dati di ascolto della scorsa stagione televisiva lo dimostrano.

Più d’interesse per i telespettatori sembrano le trasmissioni di vera inchiesta come Presadiretta di Riccardo Iacona e Report di Milena Gabanelli, che da qualche anno si inseguono nella staffetta invernale di Rai 3; conferma data anche dall’esperimento di Millenium, il talk show estivo condotto sulla stessa rete da tre giovani e brave giornaliste, penalizzate da un format stantio del quale probabilmente rimarrà poco o nulla negli annali della Rai.
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PINK NEWS Vanessa e Greta. Due volontarie, eroine dei più deboli di Maria Cristina Saullo

È passato più di un mese e mezzo e ancora non si hanno notizie delle due volontarie italiane, rapite gli inizi di agosto ad Aleppo, in Siria.

Ora dopo ora sale l’ansia per Vanessa Marzullo e Greta Ramelli che si trovavano nello Stato arabo dal 28 luglio per seguire progetti umanitari: sono, infatti, le fondatrici del Progetto Horryaty, iniziativa di solidarietà per la Siria, che si occupa soprattutto di attività nel settore sanitario e idrico.

Un lavoro costante, in difesa dei più deboli, che le ha portate in scenari di guerra solo per lo spirito di umanità e amore verso i bambini, gli indifesi e i più poveri.

Già a marzo le due ragazze lombarde si erano recate in loco con Roberto Andervill, terzo responsabile del progetto Horryaty, per un sopralluogo nelle zone rurali di Idlib. «In quel luogo – hanno raccontato i cooperanti su Facebook - si era cercato di instaurare un primo rapporto con la popolazione locale, al fine di capire le vere necessità e visitare i luoghi coinvolti nel progetto».

«Durante questa missione - si legge ancora - siamo stati sempre accompagnati e scortati da personale locale, con un alto grado di sicurezza».

Poi, Vanessa e Greta erano rientrate in Siria passando per Atma, uno dei più grandi campi profughi, vicino al confine con la Turchia.

Sulla pagina Facebook di Greta, veterana delle missioni in Africa, l’ultimo aggiornamento risale al 31 luglio: una foto di Aleppo devastata dai bombardamenti e un ragazzo con il kalashnikov e un giubbotto mimetico che guarda le macerie davanti a sé.

Su quella di Vanessa, invece, l’ultimo post è del 16 luglio. «Rosso, rosso come quel lettino, e sul lettino il corpicino martoriato della bambina di Aleppo, le cui gambe sono state polverizzate da un’esplosione. Rosso come le macchie ormai incrostate sulle pareti e il pavimento, nell’angolo della stanza dove vi hanno torturati fino a farvi desiderare la morte, fino a farvi morire in maniera indicibile... » ha scritto la volontaria che studia mediazione linguistica e culturale all’università di Milano e parla l’arabo.

Sulla scomparsa delle due giovani il ministero degli Esteri ha attivato sin da subito l’Unità di crisi, l’intelligence e tutti i canali informativi e di ricerca per i necessari accertamenti.

Dopo settimane di silenzio, qualche giorno fa si è, comunque, riaccesa la fiammella della speranza: Hassan Sanoufe, membro del coordinamento dei siriani liberi, un comitato attivo in Lombardia ha affermato che le due cooperanti rapite, sono sue amiche. «Saranno libere – ha dichiarato ai microfoni di Telelombardia - è solo una questione di tempo. Ho qualche amico in Siria e non so fino a che punto possa essere attendibile quello che mi ha detto perché è un ufficiale dell’esercito libero, ma lui sostiene che è soltanto una questione di tempo e sicuramente Greta e Vanessa saranno liberate».

Una notizia, questa, che ha sorpreso i familiari delle due giovani, privi di notizie da giorni.

«Sarebbe una bella cosa – ha affermato il padre di Vanessa, Salvatore Marzullo - è quello che ci stiamo augurando tutti. Speriamo che questo signore abbia ragione e che le sue informazioni siano fondate. La mancanza di notizie ci sta consumando tutti. Speriamo, possiamo solo sperare. L’unica cosa che la Farnesina ci assicura è che stanno lavorando e che le riporteranno a casa. Adesso abbiamo bisogno solo di tranquillità e di silenzio».
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DONNE Luisa Ranieri madrina a Venezia: classe, eleganza e talento di Antonia Del Sambro

L’edizione 2014 della Mostra internazionale del cinema di Venezia ha scelto come madrina un'attrice che più italiana non si può.

Luisa Ranieri non è solo bella e di classe, ma anche una interprete straordinaria che passo dopo passo ha dimostrato di essere degna erede di attrici italiane che hanno fatto la storia del cinema del nostro paese, prima fra tutte Anna Magnani, ma anche Monica Vitti e Virna Lisi; perché essere solo belle e sensuali naturalmente non basta, e la Ranieri lo ha capito fin dai suoi esordi cinematografici, facendosi dirigere e plasmare da un mostro sacro del grande schermo come Michelangelo Antonioni, che la portò a Venezia proprio dieci anni fa facendole interpretare un piccolo ruolo nella sua pellicola Eros.

Da allora la strada di Luisa Ranieri è stata tutta in salita con film e fiction di successo e con personaggi tragici e divertenti che lei ha alternato e proposto con saggezza sia al cinema che a teatro; certo il suo aspetto fisico, così mediterraneo, sensuale e fascinoso l’ha aiutata moltissimo a farsi conoscere dal grande pubblico, ma a consolidare fama e consensi l’attrice italiana ha aggiunto una interpretazione intensa e sapiente, costruita nel tempo e arricchita dalla collaborazione e dalla scuola con grandi maestri del cinema internazionale.

E come tante altre belle donne di talento anche Luisa Ranieri ha alle spalle un uomo che sa incoraggiarla e sostenerla, ma soprattutto sa essere un partner lavorativo altrettanto perfetto: Luca Zingaretti, il commissario Montalbano della televisione italiana e lui stesso attore cinematografico e teatrale di indiscusso talento.

Insieme hanno prodotto una delle pellicole in gara a questa mostra cinematografica veneziana, Perez, di cui Zingaretti è anche interprete per la regia di Edoardo de Angelis; insomma, ancora una volta gli organizzatori della mostra del cinema di Venezia ci hanno visto lungo, e come madrina hanno chiamato una bellezza italiana che ha dimostrato in maniera esauriente di essere anche un vero talento.

E mentre sogna di interpretare ruoli difficili e impegnativi come Filomena Marturano o La ciociara la bella Luisa si gode, intanto, il successo veneziano dimostrando al mondo la classe e l’eleganza delle donne italiane.
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