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Telegiornaliste anno X N. 15 (403) del 21 aprile 2014
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TGISTE Gemma
Favia. A Uno Mattina Caffè vi do il buongiorno
di Giuseppe Bosso
Da settembre dello scorso anno affianca tutte le mattine Guido Barlozzetti e
Cinzia Tani nella conduzione di
Uno Mattina Caffè, lo spazio che precede l'inizio del contenitore
mattutino di Raiuno. Gemma Favia, barese, ci racconta come sta vivendo questa
esperienza e quali sono le sue aspirazioni.
Come sei arrivata a Uno Mattina?
«Dopo gli inizi che mi hanno vista affiancare gli studi universitari a un lavoro
giornalistico ad Antenna Sud, canale della mia città, Bari, mi sono trasferita a
Roma. Avevo già mandato vari curriculum, e nell’estate 2010 fui chiamata per
partecipare a Uno Mattina Estate, allora condotta da
Georgia Luzi e Pierluigi Diaco, come opinionista in uno spazio dedicato ai
giovani, che quotidianamente si confrontavano su svariati temi. Quindi è
arrivata la conferma, al fianco di Franco Di Mare nella rassegna stampa, e da
settembre dello scorso anno lo spazio Uno Mattina Caffè con Cinzia e Guido, due
splendidi professionisti».
Pro e contro di stare nella tua postazione, osservando Cinzia Tani e Guido
Barlozzetti. Non ti sta stretto questo spazio?
«Assolutamente no. I miei interventi sono parte integrante della trasmissione,
Cinzia e Guido mi coinvolgono e non mi fanno certo sentire così. Mi sento uno
snodo della trasmissione. Contro non ne vedo proprio. La mia è una rubrica web
che spazia dallo sport alla cronaca, che mi permette di essere parte attiva
insieme a loro. È una cosa molto bella».
Partendo da un piccolo spazio tante sono le conduttrici che si sono
affermate, come
Eleonora Daniele e
Benedetta Rinaldi: ti piacerebbe ripercorrere le loro orme?
«Me lo auguro, e ce la sto mettendo tutta per questo. Credo nei sogni, e per
quanto mi riguarda posso dire che finora si sono sempre realizzati. Vedremo in
futuro…».
Però cliccando il tuo nome capita anche di leggere commenti poco carini,
sulla tua effettiva utilità al programma: non ti dà fastidio?
«Può darsi che all’inizio della stagione, quando qualcuno magari non mi
conosceva ancora bene, abbia formulato qualche valutazione un po’ affrettata, che
spero con il tempo sia stata superata».
Se chiudi gli occhi e vedi il tuo futuro, cosa c’è?
«Spero, ma non penso nell’immediato, di ripercorrere le orme dei miei genitori,
avere una famiglia, un marito, dei figli… la serenità, più che la felicità, è per
me la cosa più importante». |
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NONSOLOMODA Fiorisce la
primavera… anche nel guardaroba!! di
Lisa Pinto
La primavera astronomica, da quasi un mese ormai, ha
fatto il suo ingresso e decreta anche il via libera nel
guardaroba: le vetrine impazzano di abiti ed
accessori con stampe floreali, boccioli e tutto ciò che
ricorda la primavera. Il must di stagione infatti sono
proprio i motivi che sbocciano non solo su maglie e tessuti,
ma soprattutto si tingono di nuovo anche pantaloni super
skinny e leggins leggeri.
Riposti maglioni, cappotti e tinte scure, con le prime
giornate di sole indossare un capo dai colori forti e decisi
mette sicuramente di buon umore; una dritta
importante è non esagerare evitando di accostare, nello
stesso abbinamento, più motivi floreali: sarebbe più indicato
infatti accoppiare il capo “fiorito” con uno più sobrio, magari con
colori pastello, per non renderlo eccessivo.
Un mix di capi a tutto tondo che ritornano: bomber
in raso dal taglio maschile ma con decori decisamente sensuali;
camicette super leggere dai colori sgargianti sono
perfette sia di giorno che di sera, soprattutto se abbinate ad un
pantalone super avvitato ed un sandalo ‘open toe’.
Senza dimenticare collant e calzini, felpe e tute:
l’imbarazzo della scelta vige sia per le più
raffinate che non rinunciano ad un tacco 12, che per le più
sportive, che non rinunciano a scarpe da ginnastica e
felpa.
Gli accessori invece sono i maggiori complici per
attirare l’attenzione con disinvoltura: borse con
applicazioni, borchie e tessuti stampati sono le più ricercate
ma la vera novità sono i maxi bijoux: questi oggetti, di ogni
forma, colore e materiale possono rendere un abito classico un
vero passpartout per ogni occasione, diventando un vero punto
di forza; bracciali,
anelli realizzati in gomma e plastica rigida fanno tornare
indietro nel tempo agli anni ’80, come per non
dimenticare i colori shock e look aggressivi di quel periodo.
Colletti che si camuffano con strass, pietre che
formano petali: un accessorio che si abbina facilmente ad una
semplice camicia bianca, rendendola più briosa con un
tocco di personalità, o sexy ed elegante su un top in pizzo.
La primavera è sbocciata... non è necessario però attendere la
sua stagione: basta un abito ed un accessorio per portarla con sé
tutto l’anno!
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Barbara
Pitotti: la mia voce per George Pig, e non solo...
di Giuseppe Bosso
Quella delle doppiatrici italiane è una tipologia di artiste
molto poliedriche; non sono poche, soprattutto nel settore dei
cartoni animati, le appartenenti a questa categoria che non di
rado si trovano a prestare la voce non solo a personaggi
femminili, ma anche maschili; ed è proprio questo il caso della
nostra protagonista di oggi, il cui nome (e voce) è legato ad
uno dei personaggi più amati dai bambini, non meno della sua
popolarissima sorella. Stiamo parlando di Barbara Pitotti,
doppiatrice di George Pig, fratello di Peppa Pig, la
maialina protagonista del cartone indiscutibilmente più popolare
del momento.
Come sei diventata la voce italiana del fratellino di Peppa
Pig?
«Paola Majano, la direttrice del doppiaggio della serie mi ha
sottoposta a un provino. Conoscendomi sapeva che la mia voce è
piuttosto duttile e conciliabile anche con personaggi maschili».
George si caratterizza quasi esclusivamente per poche
battute: non per questo ti è richiesto meno impegno, vero?
«Sembrerà strano dirlo, ma invece è una delle parti che mi hanno
maggiormente impegnata. Magari un orecchio poco attento non lo
percepisce, ma quelle poche battute, per quanto ripetute, non
sono mai le stesse, ogni volta assumono diverse intenzioni
interpretative».
Hai un figlio piccolo: anche lui guarda Peppa Pig?
«Adesso ha 7 anni e anche se non lo dice continua a guardarlo,
anche se meno rispetto a qualche anno fa, quando aveva gli anni
dei bambini che in media la seguono. A casa siamo decisamente
sommersi dai gadget, più di George che di Peppa…».
Non solo Peppa Pig: cos’altro hai doppiato?
«Eh, tante cose… vi rimando alla mia
scheda dell’archivio di Antonio Genna, ma come potete vedere
ho spaziato dagli High School Musical a diversi cartoni e
telefilm, non solo per giovanissimi, come per esempio Crash
(dove ho doppiato Moran Atias) C.S.I. Miami, Dexter
e anche qualche film. Il nostro, per fortuna, è un lavoro
davvero molto ampio, che si presta tanto alla televisione quanto
alla radio, alla pubblicità e ad altre forme di comunicazione».
Il doppiaggio è una buona palestra?
«Direi piuttosto che è un ring; quando sei in sala è la vera
prova del nove, in cui devi essere pronto a cimentarti con ogni
tipo di personaggio».
Cosa farai da grande?
«Domanda carina… spero di continuare questo lavoro fino a quando
sarò ultracentenaria – ride, ndr - e mi piacerebbe anche
recitare in un film italiano».
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PINK NEWS Fecondazione
eterologa: la sentenza della speranza
di Antonia Del Sambro
Arriva come un fulmine a ciel sereno una delle
sentenze della Consulta che più farà discutere nei prossimi
mesi ma che darà speranza e sollievo a tante donne,
sterili, con gravi patologie e/o difficoltà nel
concepimento e con loro a tante famiglie che fino a questo
momento erano costrette non solo a compiere viaggi di attesa
e di sogno in paesi stranieri ma a sborsare parimenti
cifre esorbitanti per sottoporsi all’intero trattamento.
La fecondazione eterologa che non è riuscita a imporsi come
legge e pratica in Italia, nonostante tante battaglie
di coppie sterili, medici e psicologi esperti e tanta gente
comune che vedeva questo divieto come un appannaggio di avere
figli solo a persone più che abbienti, è una pratica molto
diffusa in tante parti dell’Europa e in tutti gli Stati Uniti.
A differenza della fecondazione assistita che è permessa
in Italia solo tra coniugi, persone dello stesso sesso e
che sottopone la donna a un bombardamento di ormoni e a
terapie a volte davvero invasive e anche dolorose,
l’eterologa si avvale di una donatrice sana che dona alla
donna sterile o con gravi patologie il proprio ovulo,
sottoponendosi ella medesima a tutte le terapie e la
preparazione ormonale del caso; una volta prelevato l’ovulo
o più ovuli ritenuti sani e in buone condizioni, gli stessi
vengono fecondati con il liquido seminale del coniuge
e impiantati già concepiti nell’utero della moglie o della
donna che riceve il trattamento eterologo.
Se gli ovuli attecchiscono e la gravidanza si compie,
tanto per la prossima legge italiana che per quella di tutti gli
altri paesi, la donna che è stata in gestazione e che
partorisce è a tutti gli effetti la madre del nascituro e
non può disconoscerlo in nessun caso e per nessun motivo,
pur non essendo suo figlio biologico.
Il trattamento di fecondazione eterologa non garantisce una
gravidanza certa ma dà più possibilità a chi non è riuscito
ad avere figli propri né con il metodo naturale né con la
fecondazione assistita tra coniugi; anche perché è usata
anche al contrario, ovvero con seme di un donatore che
feconda ovuli sani di donne sposate a uomini sterili.
Tante le coppie italiane che da anni spendono mediamente oltre i
diecimila euro a tentativo in lussuose ed esclusive
cliniche estere; un turismo forzato che arricchisce
inevitabilmente i paesi ospitanti dove questo genere di cure
sono legali e praticate da anni e che impoverisce l’Italia,
ma soprattutto crea discriminazione tra coppie abbienti e
coppie con scarse possibilità economiche che molto spesso si
sono viste costrette a rinunciare al sogno di avere un bambino.
Alcune di queste coppie così hanno deciso di rivolgersi alla
Consulta e di denunciare una mancanza costituzionale a
livello di diritti e di possibilità in qualità di cittadini
italiani a tutti gli effetti.
La sentenza tanto attesa è arrivata e data l’incostituzionalità
evidente di una legge che discrimina tante giovani donne e tante
coppie del nostro paese anche in Italia a breve si potrà
introdurre la pratica medica della fecondazione eterologa.
Naturalmente con le dovute differenze con altri paesi
come la Spagna e gli Stati Uniti dove l’eterologa è praticata
anche a coppie omosessuali o donne single.
Certo la legge vera e propria non c’è ancora e la stessa dovrà
essere scritta e pensata per bene, ma la sentenza della Consulta
è un vero dono di speranza e di equità per tante donne che già
si immaginano o sognano con un bel pancione da sfoggiare con
felicità e orgoglio.
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DONNE Francesca
Donato: «Perché l'Italia deve uscire dall'euro» di
Maria Cristina Saullo
La crisi nell’Eurozona porta, con sé, progetti,
iniziative, a volte anche provocazioni, sul ruolo
dell’Euro e se sia meglio o no uscire dalla moneta unica per
risollevare le sorti del Bel Paese.
In Italia, c’è una donna che incarna lo spirito anti euro
con un bagaglio culturale che vuole mettere al servizio
della cittadinanza.
È Francesca Donato, 44enne avvocato siciliano e
fondatrice dell'associazione Progetto
“Eurexit”, un sodalizio no-profit, nato dall’unione
tra liberi professionisti e imprenditori che vivono,
quotidianamente, i problemi, derivanti dalla grave congiuntura
economica, politica e istituzionale che affligge la Penisola da
diversi anni.
Dopo un lungo periodo, passato a studiare materie economiche e a
confrontarsi con autorevoli esponenti, anche a livello
internazionale, la Donato ha deciso di mettere in campo
l’esigenza, esternata da molti cittadini; quella, cioè, di
dar vita ad un movimento che avesse come scopo fondamentale
l’uscita dell’Italia dall’Eurozona. Una sorta di «contro
propaganda sull’euro – come lei stessa ha asserito in una
recente intervista - che è un sistema monetario dal quale noi
sosteniamo che l’Italia debba assolutamente uscire».
Molti i riscontri e le vicinanze all’associazione
da parte della popolazione; al progetto hanno aderito più di
300 persone che seguono l’organismo anche attraverso i
social network.
Secondo il presidente di "Eurexit" è indispensabile uscire dalla
moneta unica per due motivi: economico e politico. «La
struttura dell’eurozona – ha affermato – sta mettendo il
cappio al collo alla nostra economia. Ciò accade perché l’euro è
una moneta troppo forte ma anche per i vincoli economici
illogici che ci vengono imposti dall’Europa. Poi c’è il motivo
politico. – ha continuato - La cessione di sovranità agli
organismi sovranazionali europei ha provocato un enorme deficit
democratico».
Una serie di motivi che l’hanno indotta ad intraprendere una
battaglia, propria anche di altri partiti e movimenti. Non a
caso, Francesca Donato è la grande sorpresa delle prossime
consultazioni europee che il 25 maggio prossimo porteranno
milioni di italiani a decretare chi li dovrà rappresentare a
Bruxelles.
La giovane avvocatessa palermitana, infatti, farà parte della
compagine del carroccio, grazie al rapporto di
collaborazione con Claudio Borghi. «La comunanza di obiettivi
con economisti come lui – ha affermato Donato - ci ha
portati a questo avvicinamento alla Lega». |
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