1 - Cam girls - inchiesta a puntate di
Pierpaolo Di Paolo
Telegiornaliste anno VI N. 29 (246) del 13 settembre 2010
Da quando la legge Merlin chiuse i bordelli, il
sesso a pagamento, quello legale, si è estinto.
Ora internet propone nuovi
paradisi sessuali
sdoganando il sesso a pagamento, dandogli una
veste più "pulita". Il suo è un mondo fatto di
spettacoli in cam, erotismo, sessualità. È un
mondo virtuale - manca il contatto fisico - e
proprio perciò legale, almeno fin quando non
arriverà una legge Merlin anche per internet.
Ma come funziona questo mondo? Che serietà ha?
Ci si può fidare?
Per capirlo, ci imbarchiamo in un azzardato
viaggio nell'universo oscuro e conturbante del
sesso virtuale... un viaggio che porterà alla
luce sia un mondo intrigante ed "onesto" -
il
Paradiso - sia un altro popolato da
imbroglioni, furfanti e ribaldi della peggior
caratura:
l'Inferno.
Un mondo di
truffe.
Originariamente la gente veniva adescata nelle
chat tramite
nicknames accattivanti. Il
furfante, molto spesso un uomo, chattava con il
merlo di turno, lo convinceva con promesse
allettanti, otteneva il pagamento e spariva. Col
tempo è stato necessario adottare sistemi sempre
più elaborati.
Se il cliente non vede, non crede.
Ed ecco che gli stessi truffatori son tornati
alla carica, muniti stavolta di
video
preregistrati. Nel momento in cui l'utente
richiedeva alla ragazza di accendere la cam per
una verifica, i furfanti avviavano il video.
All'attonito quanto sprovveduto avventore si
mostrava così una modella bellissima ed
ammiccante. Tutta intenta a chattare con loro.
Tutta per loro.
Scoperto anche questo raggiro, il popolo di
internet s'è fatto diffidente. Per capire se ciò
che aveva di fronte era davvero una persona
reale o il solito video registrato, ha
cominciato a pretendere dalla ragazza dei
movimenti chiesti al momento. Indicare dei
numeri con le dita, salutare, smorfie o altro. E
qui la risposta dei lestofanti, l'ultimo
tassello del mosaico criminale, non poteva
essere che
assoldare delle complici che
si mostrassero davvero via webcam.
Ma la realtà delle chat girls, come detto, non
si esaurisce certo qui. Esiste un intero mondo
fatto di
official site, pagine web
personali,
siti specializzati che
certificano e garantiscono le modelle loro
affiliate. Come dire: l'ambiente è conscio di
quanto il cliente su internet sia esposto ed
indifeso. Conosce l'eccessiva facilità con cui
si realizzano le frodi ed è perfettamente
consapevole di quanto i raggiri delle persone
poco serie possano screditare un'intera piazza.
Per questo ci si attrezza per dare
garanzie.
Per guadagnarsi agli occhi degli utenti, troppo
spesso scottati, quella
credibilità
andata perduta. Per ricostruirsi un'affidabilità
resa così dubbia, improbabile...
2 - Cam girls: sogno o incubo? di
Pierpaolo Di Paolo Telegiornaliste anno VI N.
30 (247) del 20 settembre 2010
... Ci si può fidare? Per scoprirlo andiamo alla
ricerca di una camgirl. Si può facilmente
immaginare di trovarne nelle
chat erotiche,
quindi entriamo in quelle di
Ciaoamigos. Sono l'ideale perché si tratta
di
videochat e difatti, dopo poco,
individuiamo l'obiettivo. Il suo nick,
Postepay11eu, lascia davvero poco spazio
all'immaginazione.
La ragazza sponsorizza il proprio lavoro nella
chat pubblica. Possiamo vederla. È una modella
giovane, max 25enne, bionda, dai lineamenti
delicati. Il viso è inquadrato solo fino alla
bocca, quanto basta per capire che è una donna
molto bella. La contatto in privato e la
trattativa è molto veloce. La ragazza si
presenta come Patrizia De xxx e chiede un
pagamento di €11 sulla sua Postepay. In cambio
offre il "paradiso": «Faccio show di 20
min - dice - con spogliarello e masturbazione.
Uso dildo, anche anal. Tu dimmi la tua fantasia
e io la realizzo».
Le chiedo di salutare in cam, poi di fare 3 con
le dita, per assicurarmi di non star guardando
un
video registrato. Tutto ok, la modella
che ho di fronte è reale. Effettuo il pagamento,
tutto è pronto per cominciare. Ma a cominciare,
ovviamente, son solo i problemi. Patrizia
controlla l'avvenuta ricarica, poi
smanetta
velocemente sulla tastiera, come ad eseguire una
operazione di routine, dopodiché comunica: «Il
tuo pagamento non è arrivato. Guarda anche tu» e
gira la cam sul suo pc per mostrarmi il saldo
del suo conto:
€0,00.
Ed ecco immediatamente spiegata anche l'insolita
richiesta di €11: nello spostarsi il versamento
su altro conto, la ragazza spende ogni volta €1
di commissione. Occorre chiedere €11 per fare la
consueta scena ed incassare lo stesso
cifra
tonda. Non mi arrendo. Giro anche io la cam
sul mio pc a mostrarle il pagamento effettuato.
La ragazza non si scompone, anzi, come seguendo
un copione ripetuto milioni di volte, esclama:
«Ah no, ecco spiegato. Il tuo pagamento risulta
bloccato. È già successo spesso con Postepay.
Fammi un altro pagamento identico e si sblocca,
io poi ti restituisco il secondo pagamento».
Ormai la tecnica è chiara, non c'è motivo di
farsi spennare oltre. Mi limito a insistere: io
ho pagato quanto pattuito, dunque voglio solo
che i patti siano rispettati. Lei ripete più
volte la sua richiesta, provando a vedere se le
riesce di spillare ancora qualcosa. È evidente
che a volte le deve andar bene. Qualche fesso,
più fesso degli altri, si trova sempre. Quando
però capisce che ormai ho mangiato la foglia,
chiude di netto la conversazione e torna in chat
pubblica,
alla ricerca di nuovi polli...
3 - Cam girls: la truffa del secolo?
di
Pierpaolo Di Paolo Telegiornaliste anno VI N.
31 (248) del 27 settembre 2010
... Provo ad avvertire della
trappola,
scrivendo in pubblico. Patrizia mi contatta in
privato: «Demente. Tanto qualche fesso che paga
lo trovo sempre. È inutile che rompi le palle».
Non demordo, la seguo tra le varie stanze
avvisando tutti, ovunque lei sponsorizzi. Ma è
una
lotta vana. La chat è troppo
dispersiva e, dopo poco, ogni riga scritta
scompare. La "denuncia" si perde immediatamente.
Non passa molto che nuovi utenti vengono a
lamentarsi di esser stati truffati.
Solo a questo punto mi rendo conto che c'è un
vero e proprio
plotone di sedicenti cam
girls, tutte con la stessa inquadratura in cam.
Con cadenza regolare qualcuno viene a lamentarsi
di esser stato derubato, e le modalità paiono
sempre le stesse. Verrebbe proprio da ipotizzare
che ci sia una
regia comune. Qualcuno che
abbia assoldato quante più modelle possibile, le
abbia istruite bene, e poi le abbia
sguinzagliate tra le varie chat, realizzando
profitti enormi.
Un'associazione a delinquere
perfettamente concepita. Geniale, nella sua
semplicità.
Ma come può funzionare un sistema del genere?
Può mai essere che nessuno denunci?
In effetti, non è difficile immaginarsi la
situazione. Prendiamo
gli adolescenti: le
chat pullulano di ragazzini in piena esplosione
ormonale. Voi ve lo immaginate un quindicenne
che, truffato e carico di vergogna, corre dai
genitori a dire: «Mamma, papà, volevo vedere una
donna nuda ma mi hanno rubato tutta la
paghetta»?
E poniamo invece un
padre di famiglia. Va
a denunciare, per la gioia di moglie e figli,
facendosi grandinare guai in casa?
Oppure un avvocato, un medico, un notaio, un
qualunque altro professionista affermato: va a
sedersi davanti ai poliziotti a spiegare che ha
pagato per soddisfare al meglio un momento di
fugace masturbazione? E tutto ciò per €11? Non è
certo un caso che la cifra sia così bassa. In
questo modo la truffa, concepita su larga scala,
frutta infinitamente di più. Decine, forse
centinaia di migliaia di euro. E scarsissime
possibilità di denuncia.
E un giornalista? Un giornalista, una
volta lanciato sulla sua pista, segue la traccia
come un segugio. Un giornalista è una brutta
razza. Un giornalista denuncia.
4 - Cam girls: la denuncia
di
Pierpaolo Di Paolo Telegiornaliste anno VI N.
32 (249) del 4 ottobre 2010
Prima di recarmi alla
polizia postale
immagino più volte la scena, e vengon fuori
tutte le paure/vergogne con cui deve fare i
conti il denunciante in un caso del genere.
Son seduto davanti al maresciallo che ha
raccolto la mia deposizione. Il sorrisetto
stampato sulla sua faccia rappresenta appieno
l'aria di scherno che c'è nella stanza.
Pervertito, maiale, sfigato, segaiolo.
Fesso. Gli epiteti, non proferiti, sono tutti
ben evidenti nello sguardo del poliziotto.
«Di fatto non si può far nulla», dice l'agente.
"Sei uno sfigato che s'è fatto fregare e gli sta
pure bene", è quel che vorrebbe dire.
«Avete idea di quanti ragazzini frequentino
quella chat?», provo a dire. «Di 16, 15, anche
14 anni. Prede ideali per queste truffe. Ci
cadranno tanti padri di famiglia e tanti fessi
come me, ed ok, ci starà pure bene. Ma per il
resto? È un meccanismo da smantellare, a
prescindere dal giudizio morale su di me».
«Senta, adesso non abbiamo tempo», taglia corto.
E vengo messo alla porta.
Oppure, nella peggiore delle versioni, vengo
incriminato seduta stante per
sfruttamento
della prostituzione.
«Ha pagato per
qualcosa che è qualificabile come una
prestazione sessuale, no?», mi accusa. «Ma
assolutamente no - ribatto - non c'è il contatto
fisico».
«Chi lo stabilisce che una prestazione sessuale
è solo se c'è contatto fisico? La ragazza si
sarebbe dovuta anche masturbare, no?», insiste.
«Non necessariamente», rispondo. «Sarà il
magistrato a stabilire se pagando lei ha
commesso un reato oppure no. Io intanto son
tenuto a trasmettere la notizia. Verrà
informato». Io: «Ha mai letto il processo di
Kafka»?
La realtà, fortunatamente, è lontana
dalla fantasia. Anche se non troppo. L'agente
raccoglie la mia deposizione con comprensione e
professionalità. Tuttavia ci sono dei dubbi e si
interroga con i colleghi su come vada inquadrata
la situazione. Cercano di dissuadermi dal
denunciare: «Qui non c'è
nulla di penalmente
rilevante - mi dice un superiore - c'è una
somma da restituire, è un problema civile da
inadempimento di contratto. Anzi, qui non c'è
neppure il contratto, quindi nemmeno questo».
«Veramente - provo ad obiettare - la rilevanza
penale io la vedo tutta. La gente viene indotta
a pagare con raggiri ben studiati a tavolino, è
una truffa a tutti gli effetti, ed il contratto
c'è. È verbale».
«Sarebbe bene valutare meglio la questione - mi
dice ancora - non vorrei che il magistrato
agisca contro di lei. In fondo ha pagato,
potrebbe configurarsi qualche
reato a suo
carico».
«Non vedo quale - insisto - ho pagato solo per
assistere ad uno spettacolo. Se fosse così,
tutti i locali in cui fanno spogliarelli
sarebbero case chiuse. Tutti illegali».
«La verità - sottolinea ancora l'agente - è che
questa è una materia nuova, troppo nuova, e non
c'è ancora una giurisprudenza in merito».
«Guardi, le dico una cosa che avevo deciso di
tenere da parte: io sono un giornalista e sto
facendo tutto ciò perché sto lavorando ad una
mia inchiesta su questo mondo. Ho studiato bene
la cosa prima di imbarcarmici e son convinto che
il mio comportamento non configuri nessun reato.
In ogni caso voglio andare fino in fondo».
«D'accordo - si arrende - allora firmi qui».
5 - Cam girls: la scoperta dell'Eden? di
Pierpaolo Di Paolo
Telegiornaliste anno VI N.
33 (250) del 11 ottobre 2010
Tornando a casa,
denuncia in tasca, mi aspetterei di sentirmi
finalmente vittorioso, soddisfatto. Invece non
sono per nulla pago. Quanto so, per davvero,
sulle cam girls? Era proprio tutto qui quel che
c'era da scoprire? Uno squallido giro di truffe
e basta? Per capirlo, torno a setacciare il web.
Stavolta
tenendomi ben lontano dalle chat.
È così che scopro gli
official-site delle
cam girls.
I siti presentano ciascuno un
ampio catalogo
di modelle. Ognuna ha il suo spazio con
tanto di foto, recensioni, video di
presentazione, contatti msn e skype. Non passa
inosservata l'avvertenza che campeggia in molte
pagine:
aggiungete voi la cam girl su msn e
skype! Una cam girl seria non vi aggiungerà mai.
Diffidate da chi vi aggiunge e controllate
sempre bene gli indirizzi. Una virgola, un
trattino, un punto di differenza, può nascondere
impostori che si spacciano per la nostra
modella!
Siamo finalmente giunti in un ambiente del tutto
affidabile? Abbiamo raggiunto il nostro
traguardo?
È presto per dirlo, ed invero i riscontri
iniziali non sono del tutto confortanti.
Non occorre esplorare troppo per imbattersi
nelle prime lamentele. Il problema più frequente
sembra essere quello della scarsa
attendibilità delle foto. Il cliente vede le
immagini di Veneri dalle forme più avvenenti e
paga aspettandosi di star acquistando quel
"prodotto". Quando vede la donna e scopre che è
ben diversa, non sprizza gioia per l'affare
fatto e per il trattamento subito. Alcune cam
girls, pur di lavorare, "rubano" le foto alle
colleghe più procaci, spacciandole per proprie.
Altre, più semplicemente, si limitano a
ritoccarle con Photoshop o a metterne non
esattamente di recenti. Il risultato è che a
fronte di aspettative smisurate, l'esito non può
che essere un'enorme delusione. Ed i soldi han
già preso il volo...
E le cam girls? Nemmeno loro sembrano
passarsela tutte divinamente. Hanno a che fare
con chi capita, clienti spesso maleducati o che
cercano di imbrogliarle per non pagare. I siti
per cui lavorano non sempre sono seri, e alcune
lamentano di esser state licenziate
all'improvviso senza esser pagate.
Tra le tante, raccolgo
lo sfogo di Eva:
«Siamo sfruttate, trattate come carne da
macello. Il sito per cui lavoravo ha messo un
mio video, che avevo reso disponibile solo per
vendita privata, nella home page. In questo modo
son stata sbattuta
completamente nuda in
prima pagina, senza che nessuno mi abbia
chiesto l'autorizzazione. Ho protestato ma sono
strafottenti ed arroganti, hanno regolamenti a
loro uso e consumo e della nostra
professionalità non hanno alcun rispetto. Si
sentono in diritto di fare quello che vogliono
di noi».
Bisogna dunque arrendersi? La verità è che, gira
e rigira, è soltanto un ambiente corrotto senza
alcun'altra regola che non sia la legge del più
furbo? Non sento ancora di volermi demoralizzare
o cedere a pur comprensibili generalizzazioni o
pregiudizi. So che ci dev'essere anche un'altra
realtà.
Un altro lato della medaglia. Se
c'è un ambiente che, al di là di qualunque
moralismo, si è dato delle regole e le rispetta,
mantenendo una sua coerenza di fondo, io lo devo
scoprire e raccontare. Quanto poi fare la cam
girl sia un lavoro rispettabile o meno, è un
giudizio che non mi tocca minimamente e che
lascio volentieri ai lettori. Il mio obiettivo è
trovare cam girls "oneste", se esistono.
E tanto mi impegnai, che infin le trovai...
6 - Cam girls: il Paradiso Terrestre di
Pierpaolo Di Paolo
Telegiornaliste anno VI N.
34 (251) del 18 ottobre 2010
Mentre scorro le immagini delle varie cam girls,
mi pongo il problema: come la scelgo?
La maggior parte degli utenti sceglie la propria
cam girl in base
al seno. Dev'essere
grande, sodo, tondo. Oppure a coppa, dal
capezzolo piccolo, scuro, chiaro, largo e così
via. Le caratteristiche pretese sono le più
varie. Anche se i più chiedono un seno grosso e
basta. Sembra che il gregge di internet sia
popolato principalmente da tettofili.
Ed io? Da bravo giornalista devo sceglierne una
a caso, la prima che trovo, a prescindere dalle
doti fisiche? Certo, devo concentrarmi sul dato
che più conta, ossia il suo
comportamento/correttezza. Ma questo esclude del
tutto scelte edonistiche poco pertinenti alla
causa?
Un giornalista deve limitarsi a raccontare
frugale la realtà, o nel raccontarla si cala
inevitabilmente in essa? L'annoso dilemma è
istantaneamente risolto nel momento in cui
l'occhio mi cade sulle foto di
Tanitamary.
Donna estremamente femminile ed elegante, dal
fisico esile e sinuoso. Bel viso, capelli
lunghi, lisci e rossicci che percorrono la linea
flessuosa della schiena. La vita sottile esplode
poco sotto in un
mappamondo alto,
marmoreo, perfettamente rotondo. La prova,
qualora ve ne fosse bisogno, che Dio esiste.
Dopo il gaudio iniziale, puntali arrivano tutti
i dubbi: figuriamoci se questa qui è davvero
lei. Chissà dove avrà preso queste foto. La
diffidenza più implacabile è oramai giocoforza
un'inseparabile compagna, in questo viaggio.
Per fugare il sospetto vado alla ricerca delle
recensioni lasciate dagli utenti sulla
cam girl, e ne trovo subito. Tutte ottime e -
soprattutto - più d'un utente sottolinea che
questa ragazza ha foto corrispondenti al vero.
Potrebbe averle scritte o fatte scrivere lei,
quelle recensioni, mi dice la solita vocina
fastidiosa. In fondo, c'è un solo modo per
saperlo.
Mi decido dunque a contattarla: come si
comporterà?
7 - Cam girls: Tanitamary di
Pierpaolo Di Paolo Telegiornaliste anno VI N.
35 (252) del 25 ottobre 2010
...come si comporterà?
Per prima cosa chiedo a Tanitamary di accendere
la cam: voglio assicurarmi che sia davvero lei.
«Assolutamente no», mi risponde. «Sono una cam
girl
garantita e certificata, se mi vuoi
vedere paghi». Le chiedo quanto vuole, scopro
che costa €15 per 15 min, €20 per 30 min. In
principio ero deciso a prendere la soluzione più
economica qualunque fosse, ma la seconda opzione
è decisamente più vantaggiosa, e mi dà molto più
tempo per interagire con lei. Pago.
«Aspetta che controllo» mi dice. «
Mi spiace
amore, ma non mi è arrivato nulla».
«Ecco qua», penso subito, «altri €20 che hanno
preso il volo. E stavolta ben mi sta davvero».
Intanto che aggiorno il mio saldo, mi immagino
già le facce alla polizia postale, quando mi
vedranno tornare per la nuova denuncia. Apro la
pagina, deciso a mostrare anche a
Tanitamary il pagamento effettuato, e scopro
che effettivamente non mi son stati scalati i
soldi. Il sito delle poste si era bloccato, non
concludendo l'operazione. Effettuata
correttamente la transazione, la ragazza accende
la webcam.
Davanti ai miei occhi appare una donna sotto la
trentina. La ragazza è sul letto, stesa su una
coperta a scacchi colorati. Indossa un'elegante
vestaglia rosa e si vede a colpo d'occhio che è
in
perfetta forma. La modella che mi
aspettavo. Forse le foto sono leggermente
ritoccate, ma nulla di sostanziale: è
assolutamente lei. Mi chiede cosa voglio che
faccia. Per prima cosa le dico di salutarmi con
la mano, anche se non sarebbe necessario: è
evidente che non sto guardando un video
preregistrato. Per esser certo che fa sul serio
dovrei almeno farla spogliare, ma decido di non
sbilanciarmi. «Non so come funziona un tuo
spettacolo», le dico. «Fa ciò che fai di
solito».
8 - Cam girls: la mezz'ora più veloce della Storia
di
Pierpaolo Di Paolo
Telegiornaliste anno VI N.
36 (253) del 1 novembre 2010
... Fa ciò che fai di solito.
Con un gesto Tanita
si sfila le mutandine,
si stende supina a letto e inizia a masturbarsi,
ansimando. Dopo un attimo è prona, con in mano
un vibratore che nemmeno le avevo visto
prendere. A fatica riconquisto la sua
attenzione, chiedendole di restare vicino la
webcam e di parlare con me.
È stupita, non si attendeva questo
comportamento, ed appare leggermente spaesata.
Comincia a
succhiare il vibratore, ma le
dico di gettarlo via: «Non c'entra niente con
te, poi la bocca preferisco che tu non ce
l'abbia occupata». Mi guarda interrogativa, in
attesa. «Dove sei in questo momento?» le chiedo.
«A casa mia, a Milano. E tu di dove sei?» «Io
sono di Napoli», le rispondo. Poi aggiungo: «Non
siamo molto vicini, ma mi piacerebbe sapere se
posso venire a trovarti».
Tanita mi guarda sorpresa, non capisce.
Mi spiego meglio, le chiedo se è possibile
pagarla per farle visita nel suo appartamento,
senza webcam e pc di mezzo. Nello spiegarglielo
cerco di dissimulare il mio interesse, come se
fossi solo un cliente che si informa su una
opzione in più. Invece la sua risposta è
fondamentale per cercare di inquadrare un minimo
la persona che ho di fronte. Per cominciare a
capirci qualcosa.
Non appena Maria (questo il suo vero nome)
capisce quel che intendo, la sua espressione si
fa risentita: «
Non sono mica una prostituta
- mi dice sdegnata - queste cose con me non le
puoi fare».
Mi scuso, non era certo mia intenzione
offenderla. La ragazza torna a sorridere: «Dai,
continuiamo lo spettacolo - riprende allegra -
cosa devo fare?». «
Sfilati il vestito,
poi fai tu. Balla», rispondo. «Basta che lasci
stare il vibratore, niente di pornografico,
manteniamoci sull'erotico». «Va bene - fa lei -
ma mostrati anche tu».
Accendo la cam. «Ehi, ma sei carino!» esclama. «
Dai,
spogliati anche tu, fammi vedere». «Un'altra
volta», le rispondo. «Adesso son qui per vedere
te». Tanita ride, è divertita. È evidente che
quel che fa le piace. Le piace mostrarsi, le
piace stuzzicare. In men che non si dica, tra
una battuta e l'altra, senza aver la benché
minima possibilità di rendersene conto, i 30
minuti eran già volati via.
La mezz'ora più veloce della storia...
9 - Cam girls: l'intervista di
Pierpaolo Di Paolo
Telegiornaliste anno VI N.
37 (254) del 8 novembre 2010
Dopo le "schermaglie" iniziali, soddisfatto di
quanto ho scoperto, decido di rivelarmi e
chiedere apertamente a Maria se è disposta a
concedermi un'intervista. La ragazza accetta
entusiasta.
Nel mondo delle cam girls, accanto a
"professioniste serie", girano tantissime
truffe. Ragazze che si spacciano per cam girls,
ma che prendono i soldi e spariscono. Cosa ne
pensi?
«Sono molto arrabbiata per questa realtà, perché
è una cosa che poi inevitabilmente viene ad
incidere anche su di me e sul mio lavoro. È una
situazione che crea molta diffidenza negli
utenti, e per quanto tu possa comportarti
correttamente, finisci sempre col pagarne
conseguenze ingiuste. A volte mi offendo e me la
prendo coi clienti che chiedono l'anteprima, ma
mi rendo conto che non è colpa loro».
Molte ragazze utilizzano foto altrui per
pubblicizzarsi su internet. Altre volte invece
le foto sono poco recenti, oppure migliorate con
il Photoshop. E tu? Confessa, le tue foto son
proprio tutte genuine?
«Le foto con cui mi pubblicizzo son
assolutamente tutte mie. Mai rubato foto alle
colleghe, mi sembra una cosa stupida da fare,
perché poi il cliente sempre ti vede e ti fai
una cattiva pubblicità. Forse due o tre foto
sono state ritoccate con Photoshop, quello è
possibile, ma solo per dei dettagli».
Nei tuoi spettacoli sembri sempre molto
allegra. Fa parte del ruolo che devi mantenere,
o ti diverti davvero così tanto?
«Il mio divertimento dipende da chi ho di
fronte. Quando gli utenti ti fanno divertire,
sono simpatici, allora si crea una bella
atmosfera e ci si diverte in due».
Posso chiederti quanto si guadagna? Si può
davvero costruire una vita così, o serve solo
per arrotondare un po' e tirare avanti?
«Non mi piace parlare di soldi. Io faccio la cam
girl a tempo pieno e ci riesco, per guadagnare
abbastanza devi saperti tenere buoni i clienti.
In ogni caso ci sono anche ragazze
insospettabili che hanno tutt'altra vita e che
lo fanno ogni tanto per arrotondare».
Ma chi sono le cam girls? Che vita fanno?
Sono davvero ragazze normali? E come può un
lavoro così non incidere, non rendere complicata
una relazione d'amore... o anche solo il
rapporto coi vicini?
«Siamo ragazze normalissime, le stesse che puoi
incontrare anche per strada. Nelle relazioni
d'amore io credo molto nella fiducia. Senza
questa non si va da nessuna parte. Per questo ho
sempre parlato con sincerità a tutti i miei ex
ragazzi, spiegando loro il lavoro che faccio. A
nessuno di loro la cosa dava fastidio, anzi...».
A differenza di molte colleghe, ti fai vedere
senza problemi in viso. Nemmeno questo ti crea
difficoltà o imbarazzi?
«No. I miei parenti ed i miei amici sanno cosa
faccio, quindi non ho problemi. Non ho nemmeno
paura di esser riconosciuta per strada, anzi,
direi che semmai questa cosa mi eccita
proprio!».
Com'è il rapporto coi clienti?
«Dipende, cambia da utente a utente. Se sono
simpatici, di certo li faccio molto divertire».
E non ti è mai capitato qualche cliente
particolare? Ci puoi raccontare qualche
richiesta strana, inusuale?
«Sì, hai voglia. Mi capitano sempre molte
richieste strane. Una volta un tizio mi ha
chiesto di procurarmi un pollo, una gallina o un
coniglio, e di ammazzarlo in diretta, in cam».
E tu?
«Fossi matta! A me queste cose impressionano.
Solo se vedo come uccidono un animale, stai
sicuro che poi non lo mangio nemmeno. Non
esiste».
10 - Cam girls: la fine del viaggio di
Pierpaolo Di Paolo
Telegiornaliste anno VI N.
38 (255) del 15 novembre 2010
Al termine di un lungo cammino possiamo dire di
aver imparato, sulla nostra pelle, come
funziona. In questo ambito, come del resto in
ogni cosa, è fondamentale sapersi muovere e
rivolgersi alle persone giuste. Individuare i
siti più seri, le modelle già certificate,
leggere
le recensioni degli utenti nei
forum delle cam girls, potrebbe rivelarsi
determinante nell'evitare spiacevoli sorprese.
Nello sconfinato universo di internet, l'enorme
baratro della truffa è sempre aperto e pronto a
risucchiare dentro i viandanti più sprovveduti.
Non accettare caramelle dagli sconosciuti
resta ancora oggi uno degli insegnamenti più
validi ed attuali. È proprio per questo che ci
siamo sforzati di rendere un po' più conosciuto
e familiare quel lato onesto del sesso virtuale
che, scherzosamente, abbiamo chiamato
Paradiso.
Infatti, tra le modelle appartenenti al
Paradiso, ora possiamo senza dubbio annoverare
Tanitamary. Come lei,
a conoscerle, ce ne
sono infinite altre.
Di siti che presentano cam girls ve ne sono
tantissimi. Alcuni, come
Mondo Camgirls, non si limitano a fare
elenchi di modelle iscritte presso di loro, ma
mettono al fianco del nick e delle foto della
ragazza, anche dei
simboli particolari.
Questi stanno ad indicare le cam girls
"certificate" e quelle "garantite".
Le certificate son le modelle di cui il
sito afferma di aver appurato l'esistenza.
Le garantite, quelle sulla cui onestà
sentono di poter mettere la mano sul fuoco. In
questo modo, tra le tante che si propongono,
l'avventore ha la possibilità di individuare
subito quelle che si sono già contraddistinte
per serietà e correttezza. O almeno, se gli
autori tengono alla credibilità del proprio
website, così dovrebbe essere.
La speranza è di esser riusciti, nel corso di
questo appassionante viaggio, a fornire tutte le
indicazioni utili ad aggirare le trappole, tanto
continue quanto odiose, che inesorabilmente
pullulano in un paesaggio come questo. Non ci
resta che augurare a tutti gli avventori, forse
ora meno sprovveduti e curiosi di dare più da
vicino un'occhiata a questo mondo, un immenso
buona fortuna.