Telegiornaliste anno VIII N. 24 (326) del
18 giugno 2012
I
seni son desideri?
di
Loredana Cortese
C’è chi ha e chi non ha. C’è chi vorrebbe e
chi non vorrebbe. Se non fossimo eterni
insoddisfatti, guarderemmo meglio le cose
che abbiamo senza desiderarne altre, nate
dalla nostra fantasia.
Non fa così Simona, la protagonista di
Lamento di una maggiorata, che sogna da
sempre di diventare ballerina studiando le
mosse di Heather Parisi, ma qualcosa glielo
impedisce: il suo
seno prosperoso non
si adatta tanto ai suoi desideri.
«Questo libro è
autobiografico –
confessa l’autrice Simona Siri – perché io
desideravo una carriera di ballo classico ma
mi sono ritrovata delle tette che proprio
non mi piacciono e non mi permettono di fare
ciò che voglio. Non mi piace il seno».
Il romanzo della Siri nasce – nelle sue
parole – «per dar voce a quella minoranza
silenziosa di persone che vorrebbero ridurre
il seno».
Una
tendenza controcorrente se si
pensa che le operazioni estetiche per
aumento del seno sono circa 11.000 l’anno.
La Simona protagonista del libro si trova ad
affrontare
episodi imbarazzanti come
un incidente al primo saggio di danza per
via di un body troppo scollato. Avere un
seno così abbondante non l’aiuta neanche con
gli uomini: attrae solo quelli sbagliati.
«Gli uomini – continua l’autrice – sono
affascinati dal seno che è la parte del
nostro corpo che parla già prima che noi
apriamo bocca. A volte però non tutto quello
che piace a loro, piace anche a noi».
Anche la
vita professionale di Simona
è condizionata dal suo
aspetto fisico:
lavora in un giornale di moda in cui sfilano
modelle ultrapiatte tra discorsi sui vestiti
e sulle diete e il fatto che il suo
responsabile sia donna non l’aiuta a
mostrare le sue capacità, che vanno aldilà
del mero aspetto fisico.
«Non è facile sfatare il luogo comune della
donna prosperosa senza cervello – continua
la Siri – perché come stereotipo la donna
con un seno più evidente è sciocca e senza
testa».
Uno stereotipo, appunto. Non è forse ora di
smentirlo?