Intervista a Simona Rolandi (2) | tutte le interviste |
Telegiornaliste anno VII N.
7 (267) del 21 febbraio 2011
Simona Rolandi: che gioia condurre Dribbling! di Giuseppe Bosso Incontriamo nuovamente con gioia Simona Rolandi che da settembre conduce ogni sabato Dribbling su Raidue. Condurre Dribbling dopo tanta gavetta: qual è la tua soddisfazione maggiore? «Essere arrivata alla conduzione di un programma storico della Rai, che in passato è stata guidata da colleghi e colleghe illustri, non può non inorgoglirmi. La sento davvero mia, soprattutto per le tante storie, note e meno note, che raccontiamo, al di là della stretta attualità». Dopo i disastri dello scorso anno vedi margini di ripresa per il nostro calcio? «Sì, a condizione che non si ripetano gli errori commessi al Mondiale sudafricano in cui siamo arrivati nella convinzione sbagliata di essere i migliori a prescindere. È stata una bella batosta, ora occorre un bagno di umiltà e i segnali ci sono, a cominciare dal nuovo ct, che comunque non era certo il problema principale». Il 2010 si è chiuso con l'Inter campione del mondo che si è trovata, a sorpresa, a fronteggiare una squadra africana: pensi che stia cambiando la geografia del calcio mondiale? «Non credo. Gli exploit e le sorprese nel calcio e nello sport non sono una novità, può capitare il singolo episodio e la singola affermazione inaspettata; ma per il resto, non credo che il calcio africano e quello degli altri continenti possano dirsi ancora giunti ai livelli di Europa e Sudamerica». Si parla di disputare il Mondiale del 2022 in Qatar a gennaio: cosa ne pensi? «Non so se sia realizzabile la cosa. Innegabilmente giocare in estate a quelle temperature è una follia; ma poi come si concilierebbe questa esigenza con quella del tradizionale svolgimento della stagione? Le nazionali quando potrebbero prepararsi in tempo? E la stagione delle squadre di club come ne risentirebbe? Non sono pochi gli interrogativi che dovranno essere affrontati in questi anni». E tu come ti vedi nel 2022? «Con le rughe? (ride, ndr) Non so, spero con un figlio e di poter continuare a fare quello che sto facendo con lo stesso impegno e la stessa passione». Possiamo dire che sia definitivamente sdoganata la figura della giornalista sportiva? «Penso di sì. Ci sono sempre più donne competenti, che ormai riescono a partecipare al dibattito senza timori. Innegabilmente l'immagine è piacevole per lo spettatore, ma anche il contenuto è fondamentale, e da questo punto di vista vedo che le colleghe presenti a bordo campo e in studio, in tutte le reti, sanno sempre farsi notare non solo per l'aspetto fisico». C'è un aggettivo per descrivere Simona Rolandi, come donna e come giornalista? «Determinata e volenterosa». Sei sempre una delle tgiste più seguite dai nostri lettori: cosa ti piace leggere dei commenti su di te? «Anzitutto apprezzo le foto e le immagini che gli spettatori inseriscono, sempre molto carini e attenti a 'catturare' momenti particolari; poi i commenti, garbati e pacati, e molto positivi su di me». Cosa ti auguri per quest'anno? «Di avere soddisfazioni sia sul lavoro che negli affetti, e salute per i miei cari». |
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