Intervista a Sarah Maestri (1) | tutte le interviste |
Telegiornaliste anno VI N. 3 (220) del 25 gennaio 2010
Sarah Maestri: il presente è il dono più bello di Giuseppe Bosso Il 2009 appena trascorso è stato per lei ricco di soddisfazioni, «ma anche molto brutto per tante cose, per cui spero di lasciarmelo alle spalle». Il suo romanzo autobiografico La bambina dei fiori di carta, edito da Aliberti, ha spopolato in libreria raggiungendo ben cinque ristampe; su Radiodue è stata protagonista della mezzanotte in estate e in autunno; l’abbiamo vista in una puntata della quarta serie di Un caso di coscienza, incentrata sul tema delle morti bianche; ha girato a Malta un episodio della nuova serie de Il commissario Rex e in Argentina la serie in costume Terra ribelle, di Cinzia Th Torrini. È con molto piacere, dunque, che incontriamo Sarah Maestri, una delle più amate e promettenti attrici della nuova generazione che ci racconta dei suoi progetti e delle sue aspettative per il nuovo anno, a cominciare dal film girato nel 2007, La Terra Nel Sangue, diretto da Giovanni Ziberna e presentato in anteprima a Gorizia lo scorso 14 gennaio. Che bilancio puoi trarre dall’esperienza di Effetto notte, il programma radiofonico che hai condotto con Fernando Maraghini su Radiodue? «Molto positiva. In primavera tornerò di nuovo ad animare le notti dei radioascoltatori che mi hanno seguito sempre con affetto». Questa esperienza ti è stata utile per la tua carriera di attrice? «Per la carriera di attrice no, ma sicuramente mi ha arricchito tantissimo. La possibilità di potermi mettere in gioco con la voce, anziché con la faccia, è stata di grande utilità perché mi ha permesso di entrare direttamente nelle case della gente come Sarah e farmi conoscere per come sono». Che idea ti sei fatta del pubblico della notte? «È un pubblico attento, che partecipa. Di giorno, con la luce del sole, c’è più distrazione, mentre nel silenzio dell’oscurità ci si apre all'ascolto». Parliamo di La Terra Nel Sangue, il film che hai girato nel 2007 e che è stato da poco presentato nelle sale. «È una storia che tratta delle radici, dell'importanza di riscoprire la propria cultura e le proprie origini. Sono contenta di averlo fatto, è un film realizzato da giovani che hanno lottato con le proprie gambe». Un altro film indipendente, dopo Il nostro Messia: come ti sei avvicinata? Le istituzioni non sembrano molto vicine... «Fare l'attrice è il mio lavoro, ma anche un hobby. Hobby, quindi, perché mi dà la possibilità di fare anche film che mi piacciono, film a cui partecipo gratuitamente. Giovanni Ziberna è un caro amico e un valido professionista. Credo che il cinema abbia bisogno anche di figure di questo tipo. Le istituzioni possono esserci o meno, ma l'importante è che ci sia l'impegno della gente che ci lavora e che il risultato sia quello di trasmettere emozioni al pubblico». Quindi cosa preferiresti tra un cinepanettone e un film di questo tipo? «Le due cose possono coesistere senza problemi. Ho sperimentato tutte e due le cose, sia il prodotto commerciale rivolto alle masse, come Centovetrine e Notte prima degli esami, sia le pellicole rivolte a un pubblico più ristretto e il teatro. Non direi di no né a Parenti né a Özpetek». Prossimamente ti vedremo in Terra ribelle, serie in costume che stai girando a Buenos Aires. Come hai conosciuto Cinzia Th Torrini? «L'ho conosciuta in Puglia, in occasione di un premio. Da tempo speravo di lavorare con lei, e quando mi ha proposto di partecipare a questo progetto ho subito preparato la valigia. Ho trovato un gruppo splendido». Sofia per Un caso di coscienza, Malta per Rex, Buenos Aires adesso... E pensare che i tuoi genitori ti avevano soprannominato "la ragazza con la valigia". «Sì, è la mia vita e sono contenta di quello che sto facendo e che spero di continuare a fare sempre». Dopo un anno, pensando al grande successo che hai avuto con il tuo libro, non ti sei pentita di esserti esposta raccontando anche gli aspetti più dolorosi della tua vita come la malattia che segnò la tua infanzia? «No, ho mantenuto gli amici e i fan che avevo e ne ho trovati nuovi che hanno apprezzato e scoperto questo mio diario segreto. Spero che sia stato recepito il messaggio che ho cercato di trasmettere, e cioè che ci sono tanti problemi per tutti, ma degli altri abbiamo bisogno sempre per percorrere insieme questa strada, questa corsa meravigliosa che è la vita». Hai aderito, come altri vip (tra cui la giornalista Anna Piras, ndr), all'iniziativa Facciamo un libro della Onlus Amici della Zizzi. «Ho accettato con gioia di partecipare a questo progetto a sostegno di una casa famiglia quando il fondatore Riccardo Zizzi me l'ha proposto. Magari racconterò qualcosa di Buenos Aires, quando tornerò per ultimare Terra ribelle». Cosa vedi nel domani? «Non penso al domani. Credo che il passato e il futuro non ci appartengano: per questo ho imparato a vivere il presente, il dono più bello che ci è stato fatto». |
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