Intervista a Sara Ventura (1) | tutte le interviste |
Telegiornaliste anno VI N. 34 (251) del 18 ottobre 2010
Sara Ventura: felice ancora con Aldo di Giuseppe Bosso Incontriamo con grande piacere Sara Ventura, voce ormai storica di Rtl 102.5, che dopo 14 anni è tornata ad affiancare Aldo Biscardi nella nuova edizione de Il Processo. Sorella di Simona, dopo quell'esperienza nel 1996 ha lavorato a varie trasmissioni come Fuego!, La vita in diretta, Campioni-il sogno, Quelli che il calcio. Ha partecipato anche al film La Grande prugna, ma è la radio la sua vera strada. Dopo una parentesi a Rin nel 2002 (con Teo Mammucari) approda nel 2004 a Rtl 102.5 dove conduce programmi di punta come Protagonisti, Radio Angels, Venite già mangiati, Le Shampiste(su Rtl television, con Manuela Boldi), Nessun dorma. In occasione dei recenti Mondiali ha avuto modo di ritrovare Biscardi nel programma Fratelli d'iDahlia. Biscardi 14 anni dopo. Com'è cambiato rispetto ad allora, e come sei cambiata tu? «Aldo è cambiato moltissimo. Allora stava di più sulle sue, era più serioso. Ma è sempre stato così, sia dalle ragazze che lo hanno affiancato che dagli altri ospiti ha sempre preteso massima professionalità, Diciamo che da larva di allora sono diventata, lui dice, una splendida farfalla! Scherzi a parte, sono molto felice di averlo ritrovato, ci siamo frequentati anche dopo e se allora non riuscivo sempre a entrare nel discorso, ormai il calcio è una parte della mia vita, importante e fondamentale. La radio in questo mi è stata di grandissimo aiuto. Allora, nel '96, non nascondo che in trasmissione mi capitava di sbadigliare, non mi facevo coinvolgere nel dibattito. Ora è diverso». Sensazioni su questa nuova avventura? «Si tratta di un'altra piccola, ma importante, parentesi del mio percorso professionale. Mi piace andare in tv, ma non è una cosa vitale, che inseguo a tutti i costi. È la radio il mio vero amore». Ormai possiamo dire che sei conosciuta come Sara Ventura e non come la sorella di Simona? «I fan appassionati mi hanno capita. Purtroppo non per tutti è così, c'è sempre qualche naso storto, e mi dispiace. Ormai ho imparato a convivere con questi aspetti, cerco di andare avanti con la massima serenità nel mio cammino». Continuerai in radio? «Certo, ormai sono nove anni che ho scoperto questo meraviglioso mezzo di comunicazione, e Rtl 102.5 è molto di più che una famiglia.. Diciamo che la mia situazione sentimentale su Facebook è anche 'impegnata' con lei!». Tanti fan che ti seguono con passione e affetto: qual è stato l'apprezzamento più bello che hai ricevuto? «Essere riconosciuta proprio per il lavoro che faccio alla radio. Molti mi dicono: Simona è la numero uno della tv e tu lo sei tra le dj. È una cosa che mi inorgoglisce davvero». A proposito di Simona, "crederci sempre, arrendersi mai" è il suo grido di battaglia. È così anche per te? «No, per me è "chi semina raccoglie", e cerco sempre di vivere in questo modo. Non lo avrei detto da buona Pesci quale sono, ma ho scoperto di essere molto fantasiosa e sto vivendo un momento di grande serenità, non solo nel lavoro». Infatti da poco ti sei sposata. Come ha cambiato la tua vita? «Tantissimo. E dire che avevo quasi smesso di credere nell'amore.. Ma quando ho incontrato mio marito, ho capito che era l'uomo con cui avrei voluto invecchiare, ed è proprio per questo che vivrò. Con lui ho scoperto nuove energie, forze insospettabili che prima non sapevo di avere. Mi è vicino, mi capisce, so di potermi confidare con lui anche nei momenti 'no'». Sei felice? «Sì, il lavoro può andare bene, ma se non c'è il completamento della vita affettiva non puoi dire di esserlo». Che ricordo hai di Maurizio Mosca, con cui condividesti quell'esperienza del 1996, al Processo? «Maurizio e io siamo rimasti in contatto anche dopo. Era una persona meravigliosa, di grande sensibilità e simpatia. Non dimenticherò mai le caramelle che portava ogni settimana a tutti in studio, proprio come facevo io ai tempi della scuola con i miei compagni. Solo che a me quelle che portava, al rabarbaro, non piacevano... E così iniziò a portarmene di un altro gusto, al pino». |
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