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Raffaella DainoTelegiornaliste anno V N. 44 (215) del 7 dicembre 2009

Raffaella Daino, giornalista sopra le... note
di Giuseppe Bosso

Giornalista professionista dal 2002, Raffaella Daino inizia a lavorare a Palermo nel 1990 collaborando con testate giornalistiche locali. Nel suo curriculum, l'esperienza al canale all news di Tele+ digitale, INN, dove conduce il tg e si occupa di servizi in studio e in esterna, tra cui un ciclo di reportages realizzato in America dopo l'11 settembre. Dal 2003 lavora per SkyTg24 come conduttrice, inviata e redattrice. Raffaella è anche un'appassionata musicista.

In te quanto della musicista c’è nella giornalista e viceversa?
«Direi metà e metà. Sembrano due attività in contrasto. Mi è capitato a volte, in contesti musicali, di sentirmi chiedere se avessi una sorella che lavora al tg o al contrario, in ambito lavorativo, di leggere la meraviglia negli occhi di chi aveva appena scoperto della mia attività da musicista. Trovo questa cosa divertente, a volte la gente non capisce come ci si possa sdoppiare, impegnarsi e appassionarsi in due aspetti talmente – ma solo apparentemente – lontani. A volte ci si ferma davanti alla paura di osare e si mettono da parte i propri desideri. In realtà io ho solo messo in pratica quello che desideravo, dando sfogo in due direzioni alla mia passione per la scrittura, all’esigenza di comunicare. Alla fine, che ci sia o meno la musica, si tratta di scrivere, di mettere insieme parole che suonino bene insieme, di creare l’armonia. L’arte si può manifestare anche in un articolo di giornale o in un servizio televisivo, basta scrivere con il cuore, senza dimenticare mai la passione».

Sei una delle pioniere di Sky Tg24: a ormai sei anni dal lancio, pensi sia stata una scommessa vinta per voi giornalisti e per l’emittente?
«Certo, assolutamente! Sei anni di Sky Tg 24 sono serviti anche a cambiare l’idea che la gente aveva dell’informazione, a proporre nuovi spunti, nuove prospettive a chi ascolta, offrendo sempre l’obiettività. Sicuramente questa è una delle caratteristiche del nostro Tg. E fa davvero tanto piacere quando la gente per strada si complimenta con noi, ci fa notare che il nostro è il notiziario che ormai vedono di più e che, seguendo noi, hanno la possibilità di farsi un’idea delle notizie perché noi le offriamo così, con sobrietà, senza esprimere giudizi o propendere per una o per l’altra parte, anche se poi è chiaro ognuno ha le proprie precise idee sulla politica, sul senso della giustizia che ormai sembra un concetto astratto e lontano».

Quali sono state le maggiori difficoltà che hai incontrato lasciando la tua Sicilia per andare prima a Milano e poi a Roma?
«Sono passati più di 10 anni e non parlerei di difficoltà. Adoravo Milano, amavo i contrasti che quella città offre. Nel tempo libero mi piaceva perdermi nella città, assaporarne l’energia, respirare l’aria di internazionalità che la permea; avevo sì nostalgia di casa, ma non mi davo nemmeno il tempo per sentirne la mancanza perché avevo già deciso al momento della partenza che sarei tornata a casa più spesso possibile. Confesso che per un decennio i miei voli a/r per Palermo avevano la frequenza bimestrale. Adesso le cose sono cambiate: avendo una stabile relazione sentimentale nella Capitale, torno a casa un po’ meno di frequente, senza contare poi tutte le trasferte da inviata per Sky... è quello mi dà tante soddisfazioni... fare l’inviata nella mia terra, tornando a casa la sera dai miei genitori».

Facendo informazione 24 ore su 24, pensi che la tua emittente sia avvantaggiata rispetto ad altri nell’affrontare eventi drammatici?
«Sicuramente sì, siamo in diretta di continuo e quindi ogni notizia diventa in tempo reale ultim’ora. Con i mezzi veloci di cui disponiamo, le cosiddette Fly (le regie mobili), siamo in grado di raggiungere qualsiasi posto in breve tempo e di collegarci in diretta in tempi davvero velocissimi. Ma a differenza degli altri tg che hanno poche edizioni, noi ci ritroviamo a sostenere decine di dirette e spesso non abbiamo tempo sufficiente a prepararci. E lì ti aiuta la capacità di improvvisare e di cavartela in qualsiasi situazione di difficoltà».

Il servizio o l’intervista che più ti è rimasto nel cuore ?
«Una delle esperienze più intense e gratificanti è stata quella negli Usa pochi giorni dopo gli attentati alle Torri Gemelle: ai tempi lavoravo per INN. Mi mandarono una settimana tra New York e Washington a realizzare una serie di reportages e ricordo ancora l’emozione, alla vista delle macerie che fumavano, degli sguardi atterriti della gente che non sapeva cos’altro sarebbe potuto succedere... Altro bellissimo viaggio, per Sky, è stato alle Bahamas dove ho seguito la conferenza mondiale sugli uragani, poco dopo la devastazione che aveva colpito New Orleans, con tanto di dirette sulla spiaggia, davanti all’oceano. Mi sembrava un sogno. Avevo appena deciso di smettere di condurre, dopo 2 anni, e quella fu la conferma di una scelta estremamente felice. Andare sul campo, partire, raccontare le storie in diretta era sicuramente più emozionante che stare in studio a leggere le notizie scritte da altri. In Italia invece, ricordo tantissime trasferte interessanti per seguire vicende che mi hanno appassionato. La cronaca, la giudiziaria, le storie di mafia. Come la cattura di Provenzano; ero per caso a Palermo in tribunale per seguire un’altra vicenda quando giunse la notizia. Corsi nell’ufficio del procuratore e arrivai tra i primi».

Raccontaci del tuo progetto musicale.
«Pivirama è la mia creatura sonica, compie tra poco 10 anni. Era una sfida, una scommessa, perché ho iniziato davvero tardi a suonare la chitarra e cantare; ma volevo riuscire a far apprezzare la mia musica che è fatta spesso di ricerca sonora e sperimentazione, di canzoni che non sempre hanno un vero e proprio ritornello, che non sempre sono facili motivetti pop ma navigano su atmosfere dilatate, regalando parole sussurrate, a volte acide e altre taglienti, e quando si fanno incalzanti lo sono in modo psichedelico e sognante, visionario e folle; psycho post rock e paillettes, cosi mi diverte definirlo, un ponte virtuale tra la psichedelica degli anni Settanta e il post rock del nuovo secolo! Metti insieme Pj Harvey, Patti Smith, i Pixies, i Radiohead, i Sonic Youth e Cristina Donà e condisci con qualcosa di estremamente personale. Le soddisfazioni arrivano, e sono ancora più grandi quando non solo scrivi i testi e le musiche ma investi su di te, realizzi in maniera autogestita i dischi e curi le relazioni, i contatti, l’organizzazione degli eventi, senza un manager! Certo, è faticoso ma dà un’immensa felicità. Il secondo disco, In my mind, è uscito anche negli Usa e ora sto lavorando al mio terzo disco che sarà il primo da solista. I musicisti della famiglia Pivirama si sono sparpagliati tra Milano, Roma, Palermo e quindi sto lavorando parecchio per conto mio. Collaboro anche ai dischi di altri artisti, senza barriere di sonorità, senza pregiudizi sui generi musicali. La musica è una cosa seria e va rispettata, amata e condivisa, e se qualcuno fosse curioso... basta andare su MySpace o Youtube, i dischi sono ancora disponibili, non avete che da chiedere!».

Cosa pensi di Telegiornaliste?
«È un sito divertente, è la 'wikipedia' per chi ha interesse o curiosità a saperne di più su un giornalista o un conduttore televisivo, ed è bello che diate spazio anche a personaggi meno noti, tipo me!».

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