Telegiornaliste anno VIII N. 29 (331) del 17 settembre 2012
Morena Salvino, la mia
strada da attrice
di
Giuseppe Bosso
Nel 2002 grande notorietà con lo spot tormentone
Buonaseera; poi un anno
a Passaparola come
letterina e l’esperienza a
Centovetrine nel
ruolo di Chiara Baldi; quindi grande successo anche al cinema con
Principessa;
incontriamo Morena Salvino.
Cosa stai facendo adesso?
«Al momento niente, in Italia, dopo la partecipazione a Il restauratore su Rai
1; all’estero sto lavorando in Danimarca e Croazia».
Cogli l’attimo, il motto di quello spot che ti diede grande visibilità: è così
anche per te?
«Si, in effetti devo dire che mi ha accompagnata in molte decisioni».
Ancora oggi ti vediamo spesso in spot e televendite: per te la gavetta non è
ancora finita?
«Non finisce mai, fino a quando non compi il grande salto, che per me potrebbe
essere il cinema ad alto livello. Mi piace fare spot, sono il mio bancomat, la
mia fonte di sostentamento. Dietro pochi secondi di messa in onda ci sono
giornate di duro e impegnativo lavoro».
Ha fatto molto discutere, questa estate, il programma Veline: da ex
‘letterina’ cosa consigli a queste ragazze che cercano di avvicinarsi al mondo
dello spettacolo?
«Veline, in realtà, non è poi tanto diverso dai concorsi di bellezza a cui ho
partecipato quando, sul finire degli anni ’90, iniziavo a muovere i miei primi
passi in televisione. Sono un’importante vetrina, in cui hai la possibilità di
dimostrare anche cosa sai fare. A queste ragazze consiglio solo di pensare bene
a cosa vogliono fare nella vita, di andare avanti solo se sentono che è questa
la loro strada, tenendo presente che è un settore difficile, dove la concorrenza
è agguerritissima».
Com’è cambiata Morena dai tempi di Passaparola ad oggi?
«Passaparola per me è stato in realtà la fine di un percorso, quello della tv,
che avevo cominciato molto prima come ti dicevo; fin da bambina, a 11 anni,
avevo fatto teatro un po’per gioco e poi, man mano, ho capito che era questa la
mia strada. Finito il programma con Scotti ho iniziato il mio percorso da
attrice, con Enrico Bertorelli, ed è su questa strada che intendo proseguire. E
ho avuto una grande soddisfazione a New York, vincendo un premio per il film
Principessa».
Guardando indietro, ci sono rinunce che non ripeteresti o no che non diresti
di nuovo?
«Forse nella vita privata, ma per quanto riguarda l’ambito professionale no,
sono sempre stata convinta di quello che ho fatto; non è stato un percorso
facile ma ho sempre seguito il mio istinto e ne sono sempre stata contenta».
Negli spot di oggi ti vediamo quasi sempre nel ruolo di mamma. È un tuo
desiderio?
«Si, comune ad ogni donna del resto. È l’apice della soddisfazione sicuramente».
Hai mai pensato a un percorso giornalistico?
«No. Mi piace conoscere il mondo, viaggiare, ma non sono incuriosita dalla vita
degli altri».
Come attrice c’è qualcosa che non faresti proprio mai?
«No. Il lavoro di attrice ti porta ad accettare qualunque cosa ed io per entrare
nel personaggio non mi pongo limiti. Certo, magari, per le scene di violenza è
meglio sempre limitare qualcosa. Ma se devo, per farti un esempio, ricevere uno
schiaffo, lo ricevo senza problemi».
Come ti vedi tra dieci anni?
«Spero con una famiglia, come dicevo. Quanto al lavoro, se non dovessi
continuare lungo questa strada, spero in ogni caso di fare qualcosa che non mi
pesi, quando mi alzo la mattina; che mi dia la gioia di farla».
A Centovetrine, per un periodo, ti abbiamo vista nei panni di una
conturbante Catwoman: ti è capitato anche nella realtà di ‘vestire’,
simbolicamente, i panni di un’eroina per conquistare un partner?
«No, assolutamente. Fin da ragazzina i fidanzati che ho avuto mi hanno sempre
voluta e accettata per quello che sono, senza alcuna costrizione o
travestimento, simbolico o reale (ride,
ndr)».